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Autore: Everlong    19/06/2013    2 recensioni
Daniel si è appena trasferito a Londra, vive in un piccolo appartamento da solo. Le principali cause del suo cambiamento di vita sono la voglia di stare lontano dalla famiglia e continuare gli studi all'estero. Sin dai primi giorni una presenza del tutto sconosciuta lo infastidisce, costringendolo a passare più della metà delle giornate fuori casa.
Genere: Horror, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quella notte restai sveglio, non solo per la paura ma anche per saperne di più su questa faccenda, avrei potuto vedere questo qualcuno o qualcosa che mi vuole morto. Buttai quel pezzo di vetro nella spazzatura. Per restare sveglio presi un po' di caffè e accesi la televisione, fui schiavo di quell'aggeggio e ci passavo molte ore davanti. C'erano gli MTV Awards e come sempre sperai in qualche distrazione. I partecipanti fecero schifo musicalmente, forse perché non rispecchiarono i miei gusti musicali, fu così noioso che solo dopo trenta minuti dovetti andare a mettere dell'altro caffè nella tazza. Quando entro o vado dalla mia camera sono solito a vedere i miei poster, c'erano i Ramones, i Sex Pistols, gli Offspring, i Descendents e altri magnifici gruppi. Il mio preferito fu quello dei Pistols, quello della regina Elisabetta II che ha la bocca e gli occhi coperti dalla scritta "God Save The Quenn - Sex Pistols". Mentre me ne stavo per andare vidi i suoi occhi, non sembravano i suoi, anzi non furono i suoi, mi fissarono spalancati! Mi prese un nodo alla gola, feci finta di niente e andai in cucina, mentre versavo la mia "droga" sentii una porta chiudersi violentemente...fu quella della mia stanza. Lasciai la tazza lì e mi avviai, la porta non si aprì più e sembrò come se qualcuno da dietro spingesse, calciai più volte ma niente da fare. Poi sentì il televisore spegnersi, delle carte strapparsi e la rottura della mia povera finestra, solo dopo questo fracasso riuscì ad entrare mentre il vicinato si lamentò per tutto questo macello alle tre del mattino. Accesi la luce, ho trovato i miei libri di narrativi frammentati per terra, il televisore con i cavi staccati e la finestra rotta, non avevo nemmeno l'assicurazione. Mi stesi sul letto a piangere come un infante, tante domande mi passarono per la testa e non riuscii a trovare le risposte. Mi ripresi e ruppi gli ultimi pezzi di vetro rimasti intatti, preferii rimanere senza finestra che con una rotta. Fino all'alba restai seduto sulla mia poltrona a pensare, con lo sguardo perso nel vuoto, dopo mi preparai per andare all'università, mi promisi di non usare più l'ascensore. Uscì dall'edificio e fino a quel momento tutto andò bene, dovevo farmi la strada a piedi ma questo non era un problema, arrivai al campus in circa venti minuti. Mi diressi subito in aula, c'erano dentro più o meno dieci persone. Una ragazza buttò uno sguardo su di me, come se volesse esaminarmi, dovette essere più grande di me di massimo due anni. Si avvicinò a me e mi chiese se mi piacessero i The Exploited visto che quel giorno indossai una loro maglia. Confermai. A quanto pare anche lei andò matta per l'hardcore punk, indossò degli anfibi e dei jeans strappati che parvero i miei. Si chiamava Susie. Parlammo di musica fino all'inizio della lezione, mi sentii più sereno. La mia pronuncia inglese non era ancora perfetta ma riuscimmo a comprenderci. La lezione fu noiosissima, non capisco ancora perché scelsi Giurisprudenza, passai tutta la lezione a disegnare mostriciattoli sul mio quaderno. Quando uscimmo mi presentò i suoi amici, anche loro avevano ottimi gusti musicali, erano 4 maschi e un'altra ragazza, sembravano tutti miei coetanei tranne uno che parve avere trent'anni, portava gli occhiali e aveva dei capelli lunghi fino al collo. Mi invitarono a pranzo, vivevano tutti insieme. Ovviamente accettai, meno stavo a casa e meglio era.
  
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