Serie TV > NCIS
Segui la storia  |       
Autore: Aagainst    19/06/2013    4 recensioni
Due strani omicidi apparentemente senza alcuna spiegazione. Tre ragazzini rimasti orfani. Una di loro potrebbe sapere, ma non parla.
Un passato che ritorna, un presente da vivere e un futuro da scoprire.
Curiosi? Leggete e scoprirete!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 10
Alex fu svegliata da un fascio di luce: Ziva aveva aperto gli scuri. –Dai, su. Svegliatevi. Oggi dobbiamo… Cioè…- -Sì c’è il funerale di papà, lo so.- concluse la quindicenne. –Sì. Prepara per bene Mitch.- si raccomandò l’israeliana. Scese in sala. Tony era andato a casa sua, per prepararsi per la cerimonia. Sarebbe passato a prenderli di lì a poco. Quella notte l’avevano passata insieme per la prima volta e lei si era accorta di poter provare anche amore verso gli altri. –Ziva.-. La donna si voltò. –Rachel, che c’è?- chiese. –Io… Io vorrei chiederti un favore.- -Tutto quello che vuoi.- affermò. –Prima del funerale di Jamie io vorrei passare a salutare mia mamma.-. Ziva restò di stucco. –Ti prego. Ne ho bisogno. E’ da quando è morta che non vado più a trovarla. Non ne ho mai avuto il coraggio.- supplicò la diciassettenne. –E va bene. Chiamo Tony e gli dico di venire a prenderci subito.- propose Ziva. –Non serve. Il cimitero non è lontano, si può raggiungere anche a piedi.-. L’israeliana annuì. Avvertì Alex e Mitch che sarebbe uscita con Rachel e si avviò con lei al cimitero. Arrivarono alla lapide di Helen. –Io… Vorrei stare un po’ da sola.- chiese la ragazzina. L’agente dell’NCIS si allontanò, permettendole di avere più intimità possibile.
Rachel se ne stava davanti alla tomba di sua madre. Tremava. Tremava perché era da troppo tempo che non andava lì. Era da troppo tempo che fingeva. Fingeva non le importasse nulla. Teneva un fogliettino in mano, una lettera che sua madre le aveva scritto poco prima del matrimonio con Jamie. La teneva chiusa nel suo pugno, come per non permettere al vento di portarsela via. Iniziò a ricordare tutti i momenti che aveva passato con sua mamma. Fin da piccolina le chiedeva continuamente dov’era il papà. E Helen le sapeva solo ripetere che lui non poteva stare con loro, ma che la pensava spesso. Rachel aveva sempre fantasticato su suo padre. Se lo immaginava alto, muscoloso e pronto a proteggerla. Tutti gli eroi delle fiabe che sua mamma le raccontava lei li associava alla figura immaginaria di suo papà.
Lei e sua madre viaggiavano molto. Helen era marine e spesso erano costrette a cambiare casa. Quando la mamma doveva partire per qualche missione la affidava ai vicini. Non avevano parenti e Rachel aveva imparato a fare la brava. I suoi vicini preferiti erano stati i signori Brownlow. Erano due vecchietti simpatici che le raccontavano sempre un sacco di storie avventurose. Mentre quelli che aveva odiato di più erano i signori Callister. Erano stati loro a chiamare i servizi sociali. Era tutto accaduto così in fretta. Aveva dodici anni. Si ricordava ancora le urla di sua madre che, disperata, continuava a gridarle:-Non sarai mai sola! Io sono la mamma!-. Quelle grida di disperazione le rimbombavano continuamente nella testa. Era da sette anni che c’erano e da sette anni non se n’erano più andate. E quelle grida l’accompagnarono nell’istituto dove visse per tre anni. Tre anni della sua vita in un posto in cui nessuno ti racconta più fiabe, nessuno ti coccola e nessuno ti parla di pirati e isole misteriose. Un posto in cui sei solo un numero, uno dei tanti bambini che gridano, giocano, mangiano e dormono. Rachel, in un primo momento, odiò suo madre. Pensava che l’avesse abbandonata per sempre. Poi iniziò a dare la colpa a sé stessa. In fin dei conti, se sua madre l’aveva messa in un istituto doveva avere qualche buon motivo, no? Fu l’incontro con Naomi a tenerla viva. Lei era lì da più tempo. Rachel l’aveva trovata una ragazzina simpatica. Uscirono dall’istituto lo stesso giorno. Naomi tornò dalla sua famiglia, mentre Rachel trovò una brutta sorpresa: sua madre era in compagnia di un uomo che lei non aveva mai visto e di due bambini, un maschio e una femmina. Sua madre le aveva detto che il signore si chiamava Jamie e che i due bambini si chiamavano Alexandra e Mitch. Rachel ricordava il colpo al cuore che ebbe quel giorno. E quando vide l’anello al dito di sua mamma  capì subito che non erano solo amici. Si incamminarono verso una grande casa, accogliente. Ma a lei non piaceva. Lei voleva la sua casa. E voleva soprattutto sua mamma. E quei tre estranei erano degli intrusi, qualcuno che voleva mettersi in mezzo a una figlia e a sua madre. Alexandra, in particolare, non riusciva proprio a reggerla: si comportava gentilmente con lei, ma Rachel pensava continuamente che potesse celarsi un doppio fine dietro al suo atteggiamento. Ma non era colpa della ragazzina: era lei che era stata abituata ad aspettarsi sempre qualche doppio fine. Quando si finisce in istituti come quello in cui era stata lei  quello era l’unico modo per sopravvivere. Mitch, invece, le piaceva come fratellastro. Era un bravo bambino, gentile e buono. E poi c’era lui, Jamie. Per Rachel era solo uno che voleva farle da padre, pur non essendolo. E la cosa la infastidiva alquanto. Jamie non era suo papà, non aveva il diritto di intromettersi nei suoi affari. Per fortuna non aveva perso i contatti con Naomi. Le due erano perfino finite in classe insieme. E Naomi le aveva presentato i suoi amici, tra cui c’era Luke. Rachel si era fidanzata con lui poco tempo dopo, ma ovviamente a Jamie non andava bene. E l’uomo aveva convinto anche sua madre che la relazione tra i due andava ostacolata. E, col senno di poi, avevano ragione. Luke e Naomi l’avevano coinvolta in un brutto giro di droga, violenza e furti. Rachel si era sempre tenuta fuori il più possibile, in modo da non finire in galera. Quanta gente aveva visto andarsene per delle stupide lotte tra bande. Eppure non aveva mai cercato di uscirne. Non voleva. Per lei la sua banda era la sua vera famiglia. Odiava sua madre e ogni giorno che il matrimonio tra lei e Jamie si avvicinava la detestava sempre di più. Tuttavia fu proprio Helen a stupirla. Il giorno prima del matrimonio trovò una lettera da parte sua sul cuscino. Quando la lesse riuscì quasi ad accettare che sua mamma si sposasse. Fu una cerimonia lunga e molto intensa.
La vita andò avanti per quattro mesi tranquilla. Tutto cambiò quel dannato martedì. Alex stava ascoltando la musica e Mitch stava disegnando. Jamie era al lavoro. Rachel non poté mai scordare la faccia del poliziotto che annunciò l’incidente stradale di sua madre. Una macchina l’aveva travolta e non si era neanche fermata. Helen era in condizioni critiche in ospedale. Rachel fece appena in tempo a salutarla, un’ultima volta. Si ricordava ancora la madre sul lettino bianco dell’ospedale con la maschera d’ossigeno a coprirle il volto e gli occhi che si chiudevano. Si ricordava ancora di come Jamie piangesse davanti al corpo della sua seconda moglie e della marea di gente che si presentò al funerale. Quella fu l’ultima volta che andò sulla tomba di sua madre. –Mi dispiace, mamma. Ti voglio bene.- sussurrò Rachel.
-Ehi, dobbiamo andare.-. La voce di Ziva ridestò la ragazzina dai suoi pensieri.  –Sì, arrivo. Tu parti, ti raggiungo.- dichiarò. L’israeliana annuì e si incamminò. Rachel diede un’ultima occhiata alla tomba della madre. Aprì il pugno. Il vento sospinse lontano la lettera che Helen aveva scritto per lei. La ragazzina corse verso Ziva, senza voltarsi.
Da qualche parte, in mezzo a un prato, un foglio di carta stropicciato giaceva sull’erba. L’ultima frase diceva:
Non sarai mai sola. Se mai ti sentirai abbandonata, io non ti lascerò cadere. Mai.
Mamma.”

Angolo dell'Autrice

Vi lascio questo capitolo prima di partire per il mare. Non aggiornerò per minimo due settimane, mi dispiace molto anche a me, ma dove vado non ci sarà internet :(
Perciò vi lascio questo capitolo, totalmente incentrato, come avrete capito, su Rachel e il suo passato. Spero che vi piaccia. Confesso che ce l'ho in testa da molto tempo. Mi è venuta in mente una mattina, in autobus, mentre ascoltavo "Never Gonna Be Alone" dei Nickelback. Vi consiglio di ascoltarla mentre leggete. Tra l'altro, la frase della lettera è tratta dal ritornello. Ecco il link del video:
http://www.youtube.com/watch?v=1GWQ-oDMG6g
Ringrazio di cuore:
  • Meggie90
  • Aletiva95
  • scrittriceincanna
  • Anny_97
che recensiscono sempre tutti i capitoli! Grazie mille :)
Un grazie anche a chi ha inserito la storia nelle seguite o nelle preferite e a chi legge e basta. Ricordate: non è mai troppo tardi per recensire :)
Bene, io vi lascio!
Buone vacanze e buona lettura!
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: Aagainst