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Autore: Larrystattoos    19/06/2013    2 recensioni
Quando ad Harry viene diagnosticata la leucemia, decide di tenere tutto nascosto al suo migliore amico Louis. Ma questo segreto verrà presto svelato. Louis infatti troverà una lista di 10 desideri che Harry avrebbe voluto fare prima di morire e insieme tenteranno di realizzarli.
*dal testo*
Avevo scritto una lista di cose che avrei voluto fare ma che non avrei mai fatto. 10 desideri irrealizzabili, 10 sogni infranti, 10 richieste che la vita mi aveva negato e che la morte avrebbe cancellato.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Leucemia.
Una parola, una sola parola che mi aveva fatto bloccare di colpo e sgranare gli occhi. Ecco spiegati tutti quegli svenimenti, quelle sensazioni di malessere e quei dolori. La causa era una malattia e, come se non bastasse, era anche molto grave. Da quel momento avevo smesso di ascoltare il dottore, che, con il solito tono freddo e distaccato tipico di tutti i medici, continuava a parlare in termini specifici, senza preoccuparsi di stare usando un linguaggio a me sconosciuto. La mia mente registrava solo poche parole di quel discorso. “Avanzamento rapido.” “Incurabile.” “Sei mesi di vita.”  Mi avevano diagnosticato la leucemia, era incurabile e come se non bastasse non mi restava molto tempo da vivere. Non riuscivo a crederci, pur avendo davanti quelle carte che testimoniavano la verità. Speravo fosse solo un brutto sogno, da cui presto mi sarei risvegliato, ma, più passava il tempo, più la cosa si faceva meno probabile. Avevo paura, una fottutissima paura di morire, ma soprattutto, non volevo lasciare lui. Il mio migliore amico, il mio confidente, l’unica persona che mi era rimasta dopo la morte dei miei genitori. Louis Tomlinson.  

Ci siamo conosciuti quando eravamo molto piccoli, essendo vicini di casa. Abbiamo sempre avuto un rapporto speciale. Passavamo tutti i giorni insieme,io a casa sua o viceversa, fin da quando io avevo tre anni e lui cinque. Lui viveva da solo con il padre, dato che la mamma era morta dandolo alla luce; ma, quando a sei anni i miei erano morti in un incidente d’auto, Mark (era questo il nome del padre di Louis), non ci aveva pensato due volte a prendermi in affidamento. Da allora erano passati 13 anni, e il rapporto con Louis non era cambiato. Anzi, si era rafforzato sempre più. Dopo qualche anno Mark se n’era andato abbandonandoci a noi stessi, e da allora abbiamo continuato a vivere insieme e a farci forza l’un l’altro. Mai il nostro rapporto aveva vacillato, mai eravamo stati separati per più di due giorni di fila, ed ora sarei stato costretto ad abbandonarlo, per sempre. L’avrei lasciato di nuovo da solo, senza una spalla, un vero amico, una persona fidata. In fondo, era questo ciò che faceva più male.
 
Dopo aver avuto un lungo colloquio con quel medico, con le carte in mano e le prescrizioni degli innumerevoli medicinali che avrei dovuto prendere, uscii. In sala d’attesa, mi stava aspettando il mio Louis. Appena mi vide mi venne incontro, chiedendomi spiegazioni. Non risposi, mi limitai a lanciarmi addosso a lui, stringendolo forte e cercando di non piangere.
-Harry, allora? Cos’hai? Dimmi che non è nulla di grave, ti prego. Mi stai facendo preoccupare, cazzo.-
Ancora una volta rimasi in silenzio, stringendolo più forte a me. Non doveva sapere. Non sapevo come avrebbe reagito, e non volevo saperlo. Mi avrebbe abbandonato, o si sarebbe preoccupato troppo per me, o chissà cos’altro. E io non volevo vivere sapendo di essere un peso per lui. Volevo vivere normalmente, come un qualsiasi ragazzo di 19 anni, felice e spensierato. Ma purtroppo questi due aggettivi non esisteranno più per me. Dopo qualche tentennamento, accennai un sorriso e gli dissi: -Niente di grave, ti spiego meglio a casa.-
Lui allora annuì, e ci dirigemmo verso la sua macchina.
Il tragitto in auto fu carico di tensione, che traspariva dai numerosi sguardi preoccupati che mi lanciava Louis. Nonostante gli avessi detto che non era nulla di grave, era ancora preoccupato. Non sapevo se sarei riuscito a mentirgli per quei pochi mesi che mi restavano.
 
Una volta a casa ci sedemmo sul divano, e Louis parlò.
-Allora Harry? Cos’hai?-
Dopo aver preso un respiro profondo, e radunato tutte le forze che avevo, mi decisi: -Niente di grave Lou, solo un po’ di anemia e un aggravamento dell’asma. Devo prendere qualche medicinale per qualche tempo e poi ritornerà tutto normale.- Dissi tutto d’un fiato per poi accennare un lieve sorriso.
Vidi Louis rilassarsi visibilmente, e l’ombra di un sorriso scaturire dalle sue labbra sottili. –Meno male, pensavo di peggio! Non so cos’avrei fatto se fosse stato grave, probabilmente non avrei retto.-
A quelle parole, sentii il mondo crollarmi addosso. Allora avevo fatto bene a non dirgli niente, non avrei sopportato di vederlo soffrire a causa mia. Sotto il peso dei sensi di colpa, riuscii a sussurrare: -Vado in bagno-, per poi scappare e chiudermi dentro. Lì riuscii finalmente a sfogarmi per bene. Dal momento che entrai, tutte le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento uscirono fuori, e in men che non si dica mi ritrovai a singhiozzare appoggiato alla porta del bagno. Non sapevo come sarei riuscito a reggere per tutti questi mesi con un  fardello simile, non sapevo se sarei riuscito a farcela da solo, senza qualcuno che mi aiutasse e mi consolasse; ma soprattutto, non sapevo come avrebbe preso Louis la notizia della mia morte. Perché sarei morto e lui lo avrebbe saputo soltanto una volta successo, o al massimo qualche giorno prima, quando sarei stato così debole da non riuscire neanche a muovermi. E allora probabilmente sarebbe stato anche peggio. Ma ciò di cui non riuscivo a capacitarmi era il motivo per cui dovevo dare una scadenza alla mia vita. A cosa serve sapere che morirai quando vorresti soltanto vivere per sempre? A cosa serve mettere una scadenza alla propria vita, come se essa fosse un prodotto alimentare? La vita non è un alimento, la vita è essere, è speranza, è sfida, è crescere e conoscere, è imparare; la vita è amare ed essere amati. E, cosa più importante, la vita è essere vivi. Ma, una molta messa la parola fine al nastro della vita, come si può anche solo pensare di vivere serenamente? Ci sarà sempre, nel profondo della tua anima, quella vocina che ti dirà: “Guarda che manca poco alla fine, a cosa serve fare tutto questo? “ E, nonostante avessi tanti desideri e tante cose che avrei voluto fare, sapevo che non sarei riuscito a fare nulla.
Ecco perché volevo tenere tutto nascosto a Louis, non volevo farlo finire nel baratro profondo della mia malattia, non volevo renderlo partecipe del mio dolore e volevo che continuasse a vivere come se nulla fosse. Lo conoscevo, e sapevo che, se gli avessi detto tutto, avrebbe smesso di vivere la sua vita per dedicarsi alla mia. E, una volta che me ne fossi andato, per lui sarebbe stato ancora più difficile tornare alla normalità. Se ne fosse stato all’oscuro, invece, sarebbe stato più facile per lui riprendersi e andare avanti. Non dico subito, ma di certo in modo più rapido.
Mentre questi pensieri vagavano confusamente nella mia testa, un paio di colpi alla porta mi fecero trasalire.
-Hazza, stai bene? Non farmi preoccupare, rispondi!-
 Respirai profondamente, asciugando i residui delle ultime lacrime versate, che ancora spiccavano sulle mie guance. Successivamente misi su uno dei miei migliori (e più falsi) sorrisi e aprii la porta. –Sto bene.- Dissi sorridendo.
Che la farsa abbia inizio. 




Ciao a tutti! 
Questa è la prima long che scrivo, per cui già so che non sarà granché. Ovviamente questo è solo il primo capitolo, che è venuto malissimo, ma dettagli (credo), per cui credo sia un po' noioso. Man mano però la storia inizierà a prendere forma e spero che piaccia a qualcuno.
Al prossimo capitolo, spero. :)
  
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