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Autore: denna    20/06/2013    4 recensioni
Tremate, tremate, denna è tornata!
Prendete una famosa fiaba dalla quale è stato tratto un famosissimo classico animato e un film un po' meno famoso, ma altrettanto carino; schiaffateci dentro i nostri adorati personaggi di Bleach ed ecco una nuova delirante Fanfiction!
Con la segreta speranza di avervi incuriosito, vi auguro una buona lettura.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Poiché mi sono resa conto che è passato un quantitativo di tempo spropositato da un mio ultimo aggiornamento, e dato che, come al solito, non ho ancora niente di pronto, ho pensato di farmi perdonare pubblicando questa storiella, nata dopo la visione del film di Cenerentola durante la sessione d'esame invernale (cosa può fare lo stress...).  Ci vediamo alle note in fondo, Buona lettura! :)
 






Cinderella

 

C’era una volta, in un regno molto molto lontano, una bambina, figlia di due nobili. La piccola aveva perduto il padre in tenera età e la madre, che desiderava che la figlia crescesse con accanto entrambi i genitori, si risposò con un altro uomo, vedovo anch’egli. Costui aveva due figlie, avute da un precedente matrimonio, coetanee della piccola. Tuttavia, la povera donna morì poco dopo in circostanze misteriose, lasciando la bambina sotto la tutela del patrigno che iniziò a trattarla come una serva. Passarono gli anni e la bambina crebbe, continuando a lavorare come una schiava nella sua stessa casa, sopportando le angherie delle perfide sorellastre, invidiose della sua bellezza. Poiché la poverina si sporcava spesso con la cenere del camino che era costretta a pulire, le fu affibbiato il soprannome di “Cenerentola”.

***

«Svegliati, svegliati! Il sole è già alto!»  urlò una voce, rompendo il silenzio e il sonno della fanciulla.
«Mhh… Ancora cinque minuti, per favore.» mugugnò lei, nascondendosi sotto le coperte.
« Sai che se fosse per me, dormiresti quanto vuoi; ma dubito che il tuo patrigno e le tue sorellastre sarebbero d’accordo.» asserì il ragazzo biondo, scuotendo delicatamente la ragazza per la spalla, impedendole di riaddormentarsi.
« Datevi una mossa! Sennò chi le sente quelle due streghe!» strillò una seconda voce.
«Non dovresti chiamarle così.» replicò la fanciulla, sbucando da sotto il lenzuolo.
«Se lo meritano!» replicò il ragazzo corpulento, entrando nella camera.
«E’ vero, sono due megere.» gli diede ragione  il biondino, sedendosi sul letto. «Non so come fai a sopportarle.»
«Il gran capo poi, fa davvero paura.» affermò l’altro, rabbrividendo.
«Sono comunque la mia famiglia, lo sai, Pesche.» ribatté la ragazza , scendendo dal letto.
«Tu sei troppo buona.» commentò il ragazzo biondo, scuotendo la testa.
« Può darsi.» disse lei, senza scomporsi. «Ora uscite, per favore.»
«Non volevo offenderti!» gridò allarmato Pesche.
«No, devo vestirmi.» spiegò lei. «Non siamo in ritardo?»
«Ah, si, scusa.» disse lui, arrossendo «Ti aspettiamo fuori. Andiamo, Dondochakka.»
Lei ridacchiò e andò verso il comò. Tirò fuori uno degli abiti meno logori dal cassetto e lo mise sul letto. Riempì la ciotola d’acqua e si lavò il viso con cura. Indossò l’abito, con qualche difficoltà. Era vecchio, come tutte le sue cose, e iniziava a starle stretto, soprattutto al petto. Il suo patrigno non le comprava mai nulla, pensava solo a soddisfare i capricci delle sorelle. Non ricordava nemmeno l’ultima volta in cui le aveva regalato un vestito, forse quando sua madre era ancora in vita, ma non gli serbava rancore per questo. Il fatto che quell’abito non le stesse più bene era un segno tangibile che il tempo passava e magari, un giorno, la situazione sarebbe migliorata.
«Perché la colazione non è in tavola?» tuonò una voce dal piano di sotto, facendo sobbalzare la ragazza.
«Ti sei addormentata? Muoviti, Orihime!» le fece eco una seconda voce ancora più acuta.
«Sono pronta! Arrivo subito!» gridò la fanciulla, abbandonando subito la camera.
Un giorno, ma non oggi.
***
Intanto, al palazzo reale…
Il re sospirò, mentre attraversava il giardino con passi strascicati; si fermò, sospirò ancora e fece rotta verso la sala del trono. Il consigliere al suo fianco lo osservò di sottecchi, chiedendosi se il sovrano lo avrebbe messo al corrente, o se aspettasse che fosse lui a chiedere il perché di quel comportamento. Non ottenendo altro indizio che un ulteriore lamento, decise di farsi avanti.
«Vostra Maestà.» esordì. « Qualcosa vi turba?»
«Ah, Shinji!» gemette il re. «Non puoi capire!»
« Farò del mio meglio, sire.» insistette l’uomo. « Il mio compito è ascoltarvi e aiutarvi a risolvere i vostri problemi, nelle mie possibilità.»
«Stavolta, dubito che tu ci riesca.» replicò tristemente il sovrano. «Tu non hai figli!»
Il biondo trasalì.
«Avete qualche problema con il principe?»
Il re annuì tristemente.
«Ma, re Isshin!» esclamò il consigliere. « Il principe è una brava persona e sarà un ottimo sovrano, un giorno. E’ gentile, altruista e ha a cuore il benessere dei suoi sudditi e del regno.»
«Inoltre, guardi come si impegna ogni giorno nel dare la caccia ai criminali e proteggere il reame dagli attacchi degli Hollow! Da quando si è unito alla guardia reale, non ho più visto una di quelle bestiacce all’interno dei confini.» proseguì, incurante dei singhiozzi del monarca.
«Quindi, non capisco cosa abbia da…»
«NON HA UNA MOGLIE!!!!» urlò il sovrano, spaventando un gruppo di cameriere che passava di lì.
Shinji spalancò gli occhi.
«Voi siete preoccupato perché il principe non è sposato?» disse incredulo.
«Sapevo che non avresti capito!» pianse il re.
«Sono solo sorpreso.» si giustificò il biondo.
«E’ normale per un padre desiderare che il proprio figlio si sposi e si sistemi.» dichiarò con voce grave il sovrano.
Il biondo consigliere restò in silenzio, invitandolo a continuare.
«Gli anni passano anche per i re, e mi piacerebbe avere dei nipotini, prima che giunga la mia ora.» ammise.
«Maestà, forse state esagerando.» intervenne il consigliere. «Non siete così vecchio! E  non dimenticate che avete anche due figlie: potreste aspettare che le principesse Karin e Yuzu si sposino…»
«Ed essere avvelenato con un tortino alla lampreda nell’attesa?» sbottò Isshin.
«Siete troppo melodrammatico.» affermò l’altro, guadagnandosi un’occhiataccia.
  «Non è un po’ presto per pensare al matrimonio? Il principe ha solo diciassette anni!» esclamò il biondo, tentando di mantenere la calma. Far ragionare il sovrano era un’impresa ardua, certe volte.
«Io alla sua età ho conosciuto l’amore della mia vita e l’ho sposato!» replicò con fierezza il testardo monarca. «Lui, invece, non fa altro che girare per il regno a dare la caccia a quei mostri! Moglie! Dove ho sbagliato con lui?» ululò, inginocchiandosi davanti ad un immenso dipinto ad olio raffigurante una giovane donna dal sorriso gentile.
Ci risiamo- pensò il consigliere, scuotendo la testa.
«Perché non provate ad avere un po’ di pazienza…» tentò di persuaderlo.
«Ne ho avuta fin troppa!» tuonò il re. «Se non si decide, lo farò io per lui!»
«Vuole costringerlo a sposarsi contro la sua volontà ?» esclamò Shinji, scandalizzato.
«Che hai da stupirti? Lo fanno tutti.» replicò Isshin, sulla difensiva.
«Sire,  riflettete.» implorò il biondo consigliere, con scarsi risultati, poiché il re era già preso dal suo progetto diabolico. «Pensate a vostra moglie!» gridò.
Il sovrano si voltò, degnandolo di nuovo della sua attenzione. Shinji sospirò sollevato, prima di ricominciare il discorso.
«Il desiderio più grande della regina Masaki è sempre stato la felicità dei vostri figli; cosa avrebbe detto se avesse saputo che suo marito vuole obbligare il principe a passare la vita con una persona che non ama?»
«Che è un completo idiota.» rispose una voce alle loro spalle. «Ancora mi chiedo come abbia fatto a sposarti!»
«Buongiorno, lord Ryuken.» salutò il consigliere, chinando il capo.
«Sempre gentile.» borbottò il monarca, risentito.
« Dico solo la verità. Comunque, sono d’accordo con il consigliere Hirako.»  continuò l’albino.
«Si tratta di mio figlio, non sono affari tuoi!» sbottò il re.
« In parte si: è tuo figlio, ma è anche il figlio di mia cugina; quindi, mi sento in obbligo di intervenire.» fu la replica pacata di Ryuken.
«Se usi quest’approccio, otterrai l’esatto opposto.» continuò, ignorando lo sbuffo irritato del cognato.
«Esatto! Potrebbe decidere di rimanere scapolo!» intervenne il biondo.
Isshin rabbrividì al suono dell’ultima parola.  
«Mhhh…  avete ragione, mi sono fatto trasportare.» ammise. «Lascerò che sia lui a decidere.»
Il consigliere tirò un sospiro di sollievo.
Ah, meno male.
« Ma devo trovare il modo di accelerare i tempi!»
Shinji si sbatté una mano sulla fronte.
« Non si può accelerare l’amore! Cosa vorrebbe fare? Fargli sfilare davanti tutte le ragazze del regno finché non ne troverà una di suo gradimento?» gridò esasperato.
Isshin spalancò così tanto gli occhi che il biondo temette di vederli cadere e spappolarsi al suolo.
«Shinji, amico mio, sei un maledettissimo genio!» strillò entusiasta il sovrano.
«Non vi seguo.»
«Organizzeremo un ballo!»
«Un ballo, che bello!» trillò la principessa Yuzu, entrando nella sala insieme alla sorella e fiondandosi tra le braccia del padre.
 «Dove saranno invitate tutte le ragazze in età da marito» proseguì Isshin, improvvisando un valzer con la figlia.«Così potrà scegliere quella che più gli piace!»
«Dovrà pur esserci in tutto il regno una ragazza in grado di attirare la sua attenzione: è pur sempre un uomo.» commentò Ryuken, con un lieve sorriso.
«Che inizino i preparativi!» ordinò il re. 
«Ma sire…» protestò debolmente Hirako.
«Non ci sono “ma” che tengano!» lo interruppe il re «Dov’è mio figlio?»
«Io non l’ho visto.» disse Ryuken.
«Nemmeno io.» ammise Shinji.
«Noi l’abbiamo visto!» esclamò Yuzu. «  Ichi-nii è andato via circa dieci minuti fa. Gridava qualcosa  riguardo il fatto che mai e poi mai si sarebbe sposato contro la sua volontà; non ho ben capito…»
I tre uomini trasalirono.
«Avreste dovuto vedere come andava di fretta, non ha nemmeno sellato il cavallo.» affermò Karin.
«Deve averci sentito!» strillò Hirako, con un’espressione orriplata. «O magari ha ascoltato solo la prima parte della conversazione!»
« Io l’avevo detto. Bel lavoro, maestà.» commentò sarcastico l’albino.
«Shinji! chiama le guardie, che lo riportino qui!» gridò il re.
«Si, sire!»
Ryuken scosse il capo.
Che inizio incoraggiante. 

Note di chi ha bisogno di un bravo psichiatra:

Spero che vi siate divertiti e che l'idea vi piaccia. Attendo con ansia di sapere se sia stato davvero un "inizio incoraggiante" XD.
grazie per essere arrivati fino in fondo (perchè siete arrivati fino in fondo, vero?), ci vediamo al prossimo aggiornamento (in data da definirsi -_-)
Un bacione!
  
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