Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: _Ery1999_    20/06/2013    1 recensioni
Nemmeno il pensiero di essere decisamente fuori orario impedì alla strega di fermarsi nel bel mezzo del corridoio con il battito regolare del suo cuore pulsante nelle tempie.
Nelle orecchie, invece, il vago rimbombo di passi sulla pietra e in testa, il riflesso di una luce di terrore in un paio di occhi opachi.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non sarà mai mia


Un pallido Sole autunnale annunciava una piccola tregua dal mal tempo che fino a pochi giorni fa aveva imperversato incessantemente con abbondanti raffiche di vento e pioggia. Il clima piuttosto mite aveva reso le strade della Londra magica più che affollate quella domenica mattina. La città brulicava di ragazzine con enormi pacchetti sottobraccio, frutto di intense ore di shopping con le amiche, o di innamorati che passeggiavano mano nella mano, o di uomini e donne in carriera armati di valigetta e vestiti di tutto punto. Ebbene sì, anche Hermione Granger contribuiva ad ingrandire quella folla, mentre camminava anche troppo lentamente per i suoi gusti, annuendo distrattamente con impercettibili cenni del capo alle interminabili esclamazioni e lamentele dell’uomo che le gesticolava accanto, esponendo risolutamente discorsi che riteneva per lei interessanti e coinvolgenti. Ronald sapeva essere veramente noioso a volte, soprattutto da quando cerca di riconquistarmi, si disse fra sé Hermione, alzando appena gli occhi al cielo e trattenendo un sonoro sbadiglio. C’erano quei momenti – e questo era proprio uno di quelli – in cui le veniva da chiedersi per l’ennesima volta, il perché se lo ritrovasse ancora appiccicato e più “innamorato”, così di definiva lui, di prima. Il loro rapporto si era definitivamente interrotto quando lei frequentava ancora Hogwarts, se non durante le feste a casa Weasley in cui era inevitabile incontrarsi. Ma si limitavano a parole di circostanza e saluti cortesi. Hermione Granger aveva sempre pensato che queste condizioni fossero andate bene ad entrambi. Più tardi si era dovuta ricredere. Ricordò con tristezza i primi tempi dopo aver lasciato la scuola e, di conseguenza, Draco Malfoy. Non si erano più rivisti da quando lei aveva deciso di troncare di netto il futuro che avrebbero potuto costruire insieme. Aveva avuto le sue ragioni, certo, ma ancora non riusciva a darsi pace per il modo in cui era sgusciata fuori da quella relazione, dal loro amore che era stato così intenso, dalla completezza che finalmente era riuscita a trovare. I sensi di colpa l’avevano soffocata strenuamente e, purtroppo, il suo malessere, in qualche maniera a lei sconosciuta, non si era conservato nelle mura del suo appartamento come lei avrebbe voluto, ma era scivolato via, lontano, arrivando ad orecchie le quali non aspettavano altro che quella notizia. Ron si era presentato alla sua porta durante un pomeriggio di fine Agosto, con un mazzo di rose candide in mano. Quando gli aveva aperto, era rimasta interdetta su cosa fare, mentre le lacrime continuavano a solcarle il viso e una morsa d’acciaio non le abbandonava le viscere. Vedendola in quello stato, lui l’aveva abbracciata con una stretta fin troppo possessiva e lei era rimasta immobile, soffocata dal tessuto della camicia di flanella che le circondava le labbra e le narici. Alla fine, però, aveva ceduto, si era abbandonata in quelle braccia forti che continuavano a cullarla. L’unico pensiero che la costrinse a non ritrarsi fu la consapevolezza che Draco Malfoy non sarebbe riapparso magicamente nella sua vita come in una fiaba. Lei aveva preso una decisione e adesso doveva pagarne le conseguenze, cercando di farsi coraggio e andando avanti senza di lui. Senza i suoi occhi, occhi che aveva visto svuotarsi di lacrime e che aveva saputo far brillare. Senza le sue labbra, di cui si era nutrita. Senza il suo volto marmoreo e triste, pallido al chiarore della Luna. Hermione Granger si era sforzata con tutta se stessa di ricreare il suo passato con Ron. Ci aveva provato e riprovato, ogni ora di ogni giorno. Eppure il suo profumo era sempre troppo pungente, la barba troppo ispida, gli indumenti troppo rozzi, i capelli troppo poco curati. Con il passare delle settimane ingoiava sempre più rospi, rospi che in realtà non esistevano. Obiettivamente, lui faceva di tutto per accontentarla in ogni suo capriccio. Le portava la colazione a letto, preparava pranzo e cena, metteva in ordine l’appartamento, le regalava sempre e solo parole gentili e sguardi innamorati. Però c’era sempre qualcosa che non andava in ciò che faceva o diceva. Il pavimento non era spazzato bene oppure la carne era troppo stopposa. Eppure Ronald sopportava, sopportava sempre. Restava in silenzio, abbassando il capo e sussurrando un imbarazzato Scusa, amore. Ma la sua reazione sarebbe stata ben diversa se non fosse stato per il fatto che lui sapeva. Aveva sempre saputo dall’inizio di quella specie di relazione, che l’amore che nutriva per Hermione non era ricambiato. Forse lo era stato un tempo, ma decisamente non ora. Però a lui andava bene anche così. Sapeva godersi i momenti felici che occasionalmente trascorrevano insieme, e questo era il suo più grande pregio. Si poteva definire invece, tutt’altro che pregio la sua incapacità di accorgersi dell’umore altrui. In questo caso, di Hermione. Era da ore che stava farneticando su quanto gli affari con il fratello George non andassero per niente bene, e sul senso dell’umorismo della gente che, a suo dire, si stava via via perdendo.
- Insomma... E’ mai possibile che le persone non sappiano più come ci si diverte? Io al loro posto... -
- Che ne dici se ci fermiamo a prendere qualcosa? – la voce di lei interruppe una volta per tutte quel discorso che si era prolungato per diverse ore ormai, facendo restare Ron con la bocca semiaperta e il respiro mozzato. Hermione lo afferrò per un polso senza aspettare il suo parere e lo trascinò in una graziosa locandina dagli arredi piuttosto semplici ma delicati. Il locale era molto affollato e la coppia si sedette ad uno dei pochi posti liberi rimasti. I due si accomodarono attorno ad un tavolino circolare, ricoperto da una graziosa tovaglietta color crema con al centro un piccolo vaso in terracotta, traboccante di fiori colorati. Ordinarono due burro-birre e cercarono di rilassarsi nonostante il brusio che riempiva la sala. Dopo un paio di sorsi, Ronald ricominciò a parlare di qualcosa che Hermione ignorò completamente, concentrandosi sul suo calice di vetro ancora mezzo pieno. Improvvisamente i suoi sensi scattarono all’erta, e si sentì catapultata ad una decina d’anni prima quando era rimasta in silenzio nella Biblioteca buia, con il libro di astronomia a mezz’aria. Ora come allora avvertiva una presenza, una persona in particolare in quella marea di gente che parlava, rideva, gesticolava. Allungò il collo e passò in rassegna ad una ad una le teste attorno a lei. Nel frattempo, il suo accompagnatore continuava a borbottare qualcosa riguardo al risultato di una recente partita di Quiddich che aveva visto perdente la squadra che lui tifava fin da quando era bambino. Il senso di tutto quel ciarlare doveva essere pressoché questo ad ogni modo. Per niente distratta, lo sguardo di Hermione volava di tavolo in tavolo, di sedia in sedia, di viso in viso, sperando di soddisfare quel sesto senso. Infine la sua attenzione venne attirata da un uomo che aveva appena varcato la soglia e che stava chiedendo un’informazione ad una cameriera. Il cuore cominciò a batterle furiosamente nella cassa toracica, quasi volesse squarciarle il petto. Per un momento ebbe l’istinto di alzarsi e correre verso quella visione. Come non riconoscere quei capelli sottili, quasi bianchi? Come confondere quella carnagione lattea, quel corpo esile e affilato? Ad un certo punto gli occhi di lei trovarono quelli di Draco Malfoy, così inaspettatamente che destabilizzò entrambi. Poi quell’attimo cessò improvvisamente. Una donna bionda e bellissima si aggrappò sorridente al braccio sinistro di lui, rivolgendogli uno sguardo perso, perso d’amore. I suoi occhi grigi restarono solo un altro attimo in quelli di Hermione, abbastanza da mandarla in pezzi. La delusione che vi aveva letto, l’aveva frantumata. Una delusione mista a rabbia e a rimpianti e ad un amore mai veramente spento.
- Herm? Herm, stai bene? Mi ascolti? – Ron le scosse leggermente una spalla e lei si destò da quel limbo, sentendosi quasi risucchiata in una vita che non poteva essere tale senza l’uomo che amava.
- Scusa Ron. Devo... Devo andare adesso. Mi faccio viva io – lo lasciò solo e impotente, mentre la guardava attraversare in fretta lo spazio che la separava dall’uscita. Si abbandonò allo schienale, stanco e amareggiato, scolandosi l’ultimo goccio di birra rimasto sul fondo.
- Non sarà mai mia – disse poi a voce alta, come per consolarsi.  


Angolo Autrice

Ecco il settimo capitolo! :) Spero vi sia piaciuto. In questo caso ( ma ovviamente anche nel caso in cui vi avesse profondamente disgustato ) fatemelo sapere! 
Vostra,

_Ery1999_
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _Ery1999_