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Autore: Rainie    20/06/2013    2 recensioni
«Potremmo farlo, sai?»
«Cosa?»
«Lasciare il Distretto. Scappare. Vivere nei boschi. Tu e io potremmo farcela.»

–––
Quando il nome di Primrose Everdeen viene chiamato, Gale sa già cosa sarebbe successo di lì a poco.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«Potremmo farlo, sai?»
«Cosa?»
«Lasciare il Distretto. Scappare. Vivere nei boschi. Tu e io potremmo farcela.»

 
The last words left in the woods
 
 
Non credo di averla mai vista in quell’abito nelle mietiture precedenti. È di sua madre, ne sono sicuro, quella volta nei boschi me l’aveva raccontato. Ha i capelli intrecciati sul capo e delle ciocche ribelli si sono districate dall’acconciatura, e ora cadono sul suo viso sfiorando le sue guance. L’azzurro del suo vestito accompagna quello sguardo grigio e attento, da cacciatrice, proprio come lo è stata appena un paio di ore fa.
Ed è bella. Tanto. Molto più di tutte quelle ragazze che ridacchiano e bisbigliano alle mie spalle a scuola, che hanno abbastanza soldi da comprare trucchi o creme o tutta quella roba lì. Al contrario di Katniss, che ha gli scarponi da caccia sporchi di terra e l’odore di pino e di fogliame attaccato alla pelle. Che è sempre stata migliore di tutte loro.
Ma lei si è offerta come tributo.
Un secondo dopo, mi sono già fatto spazio tra i miei coetanei e scavalco la fune, mi avvicino a Katniss, che in questo momento sta cercando di trattenersi – «Lasciami andare Prim lasciami andare» dice – vedo il terrore nei suoi occhi, la paura di perdere Prim e di sembrare una debole davanti alle telecamere, la conosco troppo bene, sa che sta andando incontro alla morte, so che sta andando incontro alla morte, sappiamo entrambi che è necessario, chi prenderebbe il posto di sua sorella se lei non lo facesse?
Così sollevo con forza Prim da terra e lei si volta a guardarmi con uno sguardo di sollievo e di ansia. «Va’ su, Catnip» mi trovo a dire, spaventato dalla mia stessa inquietudine, altro che morire di fame. Quindi mi volto verso il pubblico che guarda la scena con compassione, in cerca della signora Everdeen. Mi sforzo a non pensare alle centinaia di morti viste in televisione, dal reality show vero e proprio alle repliche, e a ripetermi che no, Katniss non è debole, Katniss ce la farà, Katniss prende sempre le sue prede dritto nel loro occhio, Katniss è stata la mia compagna di caccia che una volta è stata inseguita da una lince, è Catnip, Katniss, la mia Katniss, e vincerà.
Prim continua a dibattersi tra le mie braccia, mi da calci e pugni e continua a gemere il nome della sorella singhiozzando ininterrottamente; anche la signora Everdeen è sconvolta, se ne resta immobile, con lo sguardo vacuo e puntato sulla figlia maggiore, e devo chiamarla diverse volte prima che si svegli dal suo stato catatonico. «Per favore, Prim ora ha bisogno di lei, per favore» le dico, mentre lei annuisce terrorizzata e prende Prim nelle sue braccia. Per un momento guardo madre e figlia stringersi l’una all’altra in cerca di conforto, prima che un Pacificatore mi intima a ritornare nel mio gruppo.
Guardo i ragazzi del mio distretto portare le tre dita della mano sinistra alle labbra e sollevarle verso Katniss, e faccio lo stesso. Un ringraziamento. Un segno di ammirazione. Un addio ad una persona amata. Ma lei non morirà.
Poi Haymitch fa una delle sue solite scenate, congratulandosi con lei (la vedo trasalire appena le mette un braccio sulle spalle), dicendole di avere un gran fegato, prima di scoppiare in un «Più di voi!» rivolto al pubblico, e poi alle telecamere. E perde i sensi, cadendo dal palco.
Ora è il momento del tributo maschile, e sono quasi sicuro che toccherà a me salire lì sopra. Quarantadue tessere non sono poche. In un certo senso, sono rincuorato dal sapere che ho alte probabilità di essere estratto come tributo. Almeno, non mi sentirò impotente quando la guarderò mentre tenta disperatamente di sopravvivere. Almeno, potrò proteggerla, anche a costo di venire ucciso.
E invece è il figlio dei Mellark ad essere sorteggiato. Mi sento in colpa per essermi sentito sollevato per un momento.
Katniss sbianca ancora di più al nome, e mi chiedo se per caso lo conosca all’infuori delle nostre visite alla panetteria per scambiare i nostri scoiattoli con del pane. Un leggero fastidio si fa strada sotto la mia pelle. Quando Peeta Mellark si avvia verso i gradini del palco, mi viene in mente di incontrarlo prima che parta per Capitol City, per dirgli di proteggere Katniss, di morire per lei, di non smettere di preoccuparsi per lei, altrimenti l’avrei ucciso io stesso quando ritornerà, se ritornerà. Ma un’idea migliore si insinua nei miei pensieri.
Potrei offrirmi volontario. Potrei farlo ora, gridarlo, ed essere portato a Capitol e scaraventato nell’Arena, e trovarla, e combattere a fianco a lei, e restare insieme a lei. E non sarebbe troppo tardi per dirle che l’amo.
Ma poi che ne sarà delle nostre famiglie se nessuno dei due riuscisse a tornare? Di mamma, di Rory, di Vick? Che ne sarà della piccola Posy, ancora troppo giovane per capire cosa sta succedendo, che sta già assumendo l’aspetto magro e malnutrito degli altri bambini del Giacimento? Che ne sarà di Prim e della signora Everdeen?
Improvvisamente, il desiderio di fuggire della mattina ritorna prepotentemente nella mia mente, più forte che mai. Se solo non ci fossero i Pacificatori, ora. Se solo non fossimo costantemente controllati. Correrei sul palco e la prenderei per mano. E poi scapperemmo. Via, veloci come il vento. Porteremmo i nostri famigliari con noi. Andremmo lontano da qui, da quest’inferno. Lontano dagli occhi e telecamere di Capitol City, a vedere il mare che abbiamo potuto osservare solo nelle nostre televisioni malandate. Ma non possiamo.
E io non posso offrirmi come tributo, ora che questa è la mia ultima mietitura.
Guardo Katniss dal mio posto, mentre il sindaco Undersee legge il Trattato del Tradimento. I suoi occhi sono persi nel vuoto, e non riesco a cogliere ciò a cui sta pensando. Forse sta contemplando la mia stessa idea. O forse sta già dicendo addio al paesaggio selvatico e familiare del Distretto. “Vinci Catnip. Vinci e ritorna, così possiamo andarcene per davvero”, riesco solo a pensare.
No, la buona sorte non è proprio a mio favore, oggi.
 
 
 
 
 
 

 
N/A: Mi scuserò con il mondo intero fino alla fine dei miei giorni per aver scoperto questa meravigliosa trilogia ed essermene ossessionata. Ho passato una notte in bianco a leggermi l’intero Catching Fire, e so che non è salutare, ma non potevo farne a meno. Ora il mio Tumblr è pieno di post sugli Hunger Games. Buttatemi dentro l’arena adesso prima che continui a fare la fangirl impazzita e mi spoileri Mockingjay più di quanto non l'abbia fatto fino ad ora. E prima che mi faccia di quale considerare tra Gale e Finnick il mio personaggio preferito un dubbio esistenziale.
Ma ho questi feels per la mia nuova OTP aka Galeniss. Sopportatemi.
Rainie.

   
 
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