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Autore: _ayachan_    04/01/2008    13 recensioni
Naruto e Sakura: il giardino dell’Eden; i fratelli Uchiha: il serpente e la mela… Il peccato originale: il tradimento.
"Tutto ciò che credevo sicuro, si sgretolerà tra le mie mani...
Il mio passato, il mio presente, e il mio futuro...
Chi sono io?
Naruto o Kyuubi?"

[Pairing: cambieranno in corso d'opera, anche drasticamente! Threesome, in ogni caso. Molte]
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'eroe della profezia' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Naruto-41

Capitolo quarantunesimo

Il segreto tra due fuochi






Quello non era proprio previsto.
Anzi, a voler essere precisi, c’era una probabilità su miliardi e miliardi che accadesse.
Era pressoché impossibile.
Eppure, chiuso tra due fuochi roventi, sentendo tutti gli occhi puntati su di lui, Naruto si rese conto che stava accadendo davvero...




...Anche impegnandosi come un matto, non avrebbe potuto impedire l’arrivo di quel momento.
La causa scatenante, in fondo, aveva avuto origine anni e anni prima, quando era decisamente fuori dalla sua portata. Ma... volendo restare in tempi più brevi, si poteva risalire alla nottata appena trascorsa.

Ancora una volta, Naruto si svegliò da solo nel letto.
Sapeva che quella notte era tornato tardi – si buttava in tutte le missioni per distrarsi e tenersi impegnato – sapeva che Sakura si era svegliata quando lui l’aveva raggiunta, e sapeva che un uomo ha il diritto di avere una ricompensa quando compie il suo dovere. E quella ricompensa gli era stata data con estrema cura e solerzia, arrivando quasi a fargli dimenticare i problemi che lo preoccupavano, dal primo all’ultimo. Sakura sapeva sempre come prenderlo.
Poi c’era stato il triste risveglio solitario, a mattina inoltrata.
E, di nuovo, tracce di terriccio su piedi e mani.
Naruto studiò meticolosamente ogni singola macchia, alla ricerca di sangue o di qualunque altra cosa potesse renderlo davvero ansioso, ma non ne trovò. Allora corse in bagno e si fece una doccia, raschiando a fondo la pelle, e i brividi che lo scossero sotto l’acqua non avevano niente a che vedere con la sua temperatura.
Si asciugò in fretta, controllando di nuovo di essere perfettamente pulito, ma questa volta schivò il proprio riflesso nello specchio, colto da una vaga nausea. Aveva la pessima sensazione che non avrebbe visto il solito Naruto, sulla superficie liscia e un po’ appannata.
Iniziava ad essere spaventato.
Eppure sapeva che gli sarebbe bastata una semplice domanda nel posto giusto... sapeva che avrebbe avuto tutte le risposte... il problema era che non voleva quelle brutte.
Va tutto bene” continuava a ripetersi, mentre con lo stomaco gorgogliante attraversava il villaggio diretto al chiosco Ichiraku. “C’è Sakura con me. Sasuke è tornato. Il maestro Kakashi è qui. Tutti sono sereni, per una volta possiamo avvicinarci alla felicità... Va tutto bene. Per forza. Deve andare tutto bene”
«Naruto!»
Era così immerso nei suoi pensieri che per poco non si perse il richiamo. Poi, per fortuna, il suo udito fino di ninja captò la voce familiare anche al di sopra dei mormorii della sua testa, e lo spinse a fermarsi. In tempo per vedere Iruka che lo raggiungeva di corsa.

«Naruto!» ripeté, con il fiato leggermente corto. «Hai il passo troppo lungo... dove stai andando?»
«A dire il vero volevo riempirmi lo stomaco» rispose lui, e la sua pancia gorgogliò sonoramente, giusto in tempo per sottolineare la fame.
«Oh, ottimo! Allora andiamo insieme, anche io devo pranzare!» sorrise Iruka.
Naruto ricambiò, con soltanto una minima esitazione. Poi decise di accantonare le preoccupazioni e godersi il tempo con il suo vecchio maestro.
Presero tutti e due una porzione gigante, nonostante il caldo, e mentre la facevano fuori ognuno a modo suo, parlarono di missioni, dell’Accademia, dell’imminente esame per chuunin – in forse, ora che le recenti tensioni internazionali avevano raffreddato i rapporti tra le coalizioni – e, naturalmente, di Sasuke e Sakura.
«Si rimetterà per forza» bofonchiò Naruto a bocca piena. «E’ troppo in gamba per lasciarsi andare così. E poi Sakura mi ha detto che l’altro giorno lo hanno portato nel suo vecchio quartiere e che gli è cambiato sguardo... E’ vero, io l’ho visto. I suoi occhi assomigliano un po’ a quelli che aveva prima di seguire Orochimaru, ai tempi del gruppo sette... Sono ancora un po’ spenti, ma è sulla strada giusta»
«Mi fa piacere» sorrise Iruka.
A dire il vero non era molto tranquillo riguardo alla guarigione di Sasuke... non perché credesse che non poteva farcela, ma proprio perché temeva che ci riuscisse: non era sicuro di ciò che sarebbe accaduto nel momento in cui Sakura si fosse trovata davanti il vecchio Sasuke.
«E il gatto? Ti dà ancora problemi?» si informò, per dirottare la conversazione su argomenti più leggeri.
«Come sempre, è un cataclisma...» sbuffò Naruto. Poi, all’improvviso, si accigliò. «...Che strano. Stamattina non l’ho visto, ora che ci penso. E non l’ho nemmeno sentito miagolare, quando di solito attacca il concerto verso le dieci...»
«Può darsi che avesse la ciotola piena e si fosse addormentato sotto il divano» ipotizzò Iruka. «Non mi dicevi che era il suo posto preferito?»
«Mh... Sì...»
Eppure... di solito, la mattina, almeno per un attimo riusciva a intravedere l’altro Naruto – come aveva preso a definirlo dentro di sé. Era una specie di rito, un rapido scambio di sguardi tra il letto e il bagno, e poi il gatto se ne tornava alla sua vita con la coda ben dritta in aria.
Ma quella mattina non lo aveva visto da nessuna parte...
«Hai paura che sia scappato?» chiese Iruka davanti al suo prolungato silenzio. «Ma va’, non ci pensare nemmeno: lì da te ha cibo a volontà e la possibilità di fare quello che vuole, nemmeno se fosse l’animale più stupido del mondo vorrebbe andarsene!»
«Per avere la libertà...» mormorò Naruto.
«Come?»
«...Niente»
La libertà...
Ciò che Orochimaru aveva offerto a Kyuubi, e che l’aveva tanto allettata, nonostante sapesse che ottenerla avrebbe significato perdere il corpo che le piaceva tanto.
Non avrebbe dovuto comprendere quel sentimento, non avrebbe dovuto trovarlo... giusto.
E invece era così.
Una parte di lui, e neanche tanto piccola, riteneva che Kyuubi avesse il diritto di essere libera e indipendente. Che avesse il diritto di tornare alla sua vera forma. Che avesse il diritto di essere semplicemente... sé stessa.
Una fitta d’ansia gli serrò lo stomaco.
Quel genere di pensieri era sbagliato, doveva smettere di rimuginarci sopra.
«Bah, sarà sotto il divano come al solito!» se ne uscì con un ghigno forzato, riprendendo l’argomento gatto. «In fondo è pigro da morire, la mattina, proprio come me»
«Hn... si può dire che vi siete proprio trovati» sorrise Iruka.
Però, anche se Naruto scherzava, e divorava il suo ramen, e parlava gesticolando come sempre, in lui c’era qualcosa di diverso... qualcosa di... storto.
Qualcosa che agli occhi di un padre non sfugge.
Il sorriso scemò sulle labbra di Iruka fino a scomparire. Rimase a guardare il suo sciocco figlioccio che mangiava a quattro palmenti, domandandosi se avrebbe potuto chiedergli schiettamente cosa lo turbava... poi commise l’errore di incrociare il suo sguardo. E le sue intenzioni divennero chiare.
Per certe – molte – cose Naruto aveva un istinto molto vicino a quello animale. Nello specifico, quando la gente si preoccupava per lui e stava per dire o chiedere qualcosa che lo avrebbe messo in difficoltà, lui ci arrivava un secondo prima e bloccava le cose sul nascere. Quel giorno non fece eccezione.
«Ah!» esclamò sbattendo la ciotola di ramen ormai vuota sul bancone. «Bene! Ho finito! Grazie mille per il pranzo maestro Iruka, la prossima volta offro io! Ora mi scuso ma devo scappare, mi pare di avere una missione che aspetta... Ma ci vediamo presto, eh! Ci conto!»
Con un sorriso tanto smagliante quanto finto, in un attimo fu in piedi e in quello successivo già lontano. Iruka, che aveva miseramente provato a fermarlo, rimase impalato con una mano sollevata e l’espressione ebete di chi non capisce bene la piega presa dagli eventi. Sbatté le palpebre un paio di volte, e infine sospirò sconsolato, appoggiando il gomito al banco.
«Se ne è andato piuttosto in fretta, vero?» commentò Ayane seguendo la direzione del suo sguardo.
«Già...» borbottò lui in risposta.
Troppo in fretta.

Naruto trottò attraverso il villaggio a passo spedito, stampandosi in faccia la sua miglior espressione da ninja che ha un entusiasmante lavoro da compiere, e si appuntò mentalmente di fare molta attenzione la prossima volta che fosse incappato nel maestro Iruka.
C’erano altri da cui doveva ‘guardarsi’? Sì, Sai... e poi basta. Forse. Nessun altro, per ora, sembrava aver notato nulla di strano... Oh, l’Hokage. Ma Tsunade era già abbastanza impegnata senza stare a preoccuparsi anche di Naruto.
E poi lui non aveva problemi.
Poteva gestire Kyuubi, ci riusciva benissimo.
Senza quasi accorgersene, raggiunse l’ufficio per lo smistamento delle missioni, che in effetti era stato il suo obiettivo. I suoi programmi prevedevano un qualche compito pressoché impossibile da svolgersi nel pomeriggio, tanto per sgranchirsi le gambe, e una seratina rilassante insieme a Sakura... con l’occasionale capatina da Sasuke tra le due cose. Giusto perché quei due non restassero soli troppo a lungo, ecco.
Ma il suo piano era destinato a infrangersi contro la barriera di un inaspettato Sai.
«Oh. Naruto, quanto tempo» disse il Jonin, placcandolo all’ingresso.
«S-S-S-Sai!» trasalì lui, e una grande scritta lampeggiante si disegnò nella sua testa: pericolo n° 2!
«Missione?» chiese il moro educatamente, con il solito, falsissimo sorriso.
«Ehm... sì... questa era l’intenzione...» rispose Naruto arretrando involontariamente di un passo.
Gli occhi di Sai scivolarono alle sue mani, e lui se ne accorse.
«Oh, ehm... sono guariti. I graffi, intendo. Adesso ce ne è ancora qualcuno, ma sono dell’altro Nar... volevo dire, della bestia assassina che mi sono preso in casa. Del gatto, cioè» spiegò impacciato.
«Mi fa piacere» commentò Sai pacato. «E... hai scoperto anche perché non guarivano?»
«Ehm... no... no, veramente no» Naruto arretrò ancora. «Senti... guarda... mi sono ricordato di una cosa... la vecchia Tsunade mi aveva fatto chiamare, sì, aveva detto che c’era una cosa che voleva... ecco, sì, insomma devo andare... non ti spiace, vero? Magari ci becchiamo in giro, o ci danno una missione di gruppo! In qualche modo ci vediamo, eh! A presto!»
E, senza lasciare il tempo a Sai di ribattere, schizzò via come già aveva fatto con Iruka.
Sai rimase fermo dove si trovava, pensieroso.
Ultimamente il comportamento di Naruto si era fatto molto strano... più schivo, quasi guardingo. Era come se nascondesse qualcosa... ma cosa? Forse aveva scoperto perché i graffi di quella volta non erano guariti. E forse non era stata una bella novità. Però non poteva esserne certo.
In ogni caso, Naruto aveva detto di essere lì per una missione e poi se ne era andato bofonchiando qualcosa sull’Hokage che doveva parlargli... e quello era quanto mai sospetto.
Mentre ancora rimuginava e cercava i collegamenti tra gli avvenimenti più recenti, una voce squillante lo raggiunse alle spalle, insieme a un abbraccio che sapeva di fiori.
«Buongiorno!» cinguettò Ino saltandogli al collo. «Scusa, scusa, scusa! Aspetti da tanto? Sì, lo so che sono in ritardo, ma non riuscivo a decidere quale ferma-capelli mettere!»
«Ino, staccati... fa caldo»
Perché era sempre quella la prima cosa che doveva dirle?
Non vedeva l’ora che arrivasse l’inverno.
Sempre che per allora uscissero ancora insieme.

Questa volta Naruto non perse tempo a fingere di essere un ninja sereno e felice, e decise di troncare i problemi passando per i tetti. Che poi non sapeva nemmeno dove andare, visto che senza missioni e senza fratelli da salvare le sue giornate erano un po’ vuote.
Mentre balzava da un cornicione all’altro, libero di avere l’espressione inquieta che meglio lo rappresentava, iniziò a pensare che, forse, quella giornata non sarebbe stata esattamente il massimo.
Non sapeva che le cose erano destinate a peggiorare ancora.
Proseguiva senza guardare dove metteva i piedi, seguendo il ritmo del suo cuore agitato, e lungo tutto il tragitto continuò insistentemente a rodersi nell’incertezza: arrivati a quel punto, avrebbe dovuto chiedere a Kyuubi la verità o avrebbe potuto fare finta di niente ancora per un po’?
All’improvviso sentì che c’era qualcosa di strano. Corrugò la fronte, accigliato, e rallentò l’andatura per capire cosa fosse. Abbassò lo sguardo sulla strada al di sotto... e la scoprì deserta.
Si arrestò bruscamente su una grondaia.
«Ma che...» mormorò confuso, senza capire.
Ecco cosa lo disturbava: il silenzio. Dove erano finiti tutti gli abitanti di Konoha? Fece correre lo sguardo lungo la via, da cima a fondo, si insinuò in un paio di vicoli e dentro le finestre, ma non trovò la minima traccia di esseri viventi. Quando il panico iniziò a tendere i suoi tentacoli verso di lui, ecco che se ne accorse: non era Konoha ad essere sparita; era lui ad essere finito nella zona sbagliata.
Tirò un profondo sospiro di sollievo, e lo spettro della solitudine tornò nei recessi della sua coscienza, mormorando cupo. Naruto si diede dell’imbecille, e per punizione si diede un pugno da solo.
Coda di paglia, eh? Hai sempre paura di aver fatto qualcosa di sbagliato...
Ignorò la vocina che gli rintronava in testa, e invece cercò di capire dove era finito. In lontananza gli sembrava di udire il fievole ronzio della città, alle sue spalle, e facendo quattro calcoli approssimativi... se la parete degli Hokage era là... e le mura erano di là... allora... era in una zona che non conosceva affatto, nemmeno di nome.
«Accidenti» borbottò a mezza voce. «Avrei dovuto studiare di più all’Accademia... Non mi resta che tornare indietro»
Sbuffò, e si voltò.
Per scoprire che era circondato.
Due uomini a volto scoperto stavano sul suo stesso tetto, e altri tre erano disposti tutt’attorno, in modo da non lasciargli via di fuga. Tutti indossavano una divisa scura che Naruto non conosceva, e lo fissavano con sguardo severo.
«Naruto Uzumaki?» chiese quello che gli stava davanti, un uomo di mezza età dalla mascella squadrata.
«...Dipende...» rispose Naruto guardingo, tendendo i muscoli.
Intrusi a Konoha? Ma a volto scoperto?
Ce n’era uno alle sue spalle che non gli piaceva per niente: un colosso dagli occhi neri che gli trasmetteva un vago senso di inquietudine... il suo sguardo assomigliava troppo a quello di Itachi Uchiha.
«Calmati» proseguì l’uomo, addolcendo leggermente i toni. «Il mio nome è Reiki. Non siamo nemici, facciamo parte del corpo di polizia della Foglia; non hai mai avuto a che fare con noi»
Solo allora Naruto si accorse che sulla divisa di ognuno era ricamato lo stesso simbolo che campeggiava sul suo coprifronte, e si diede dell’idiota.
«Ah... Ahah, ma certo!» esclamò, scoppiando in una risata liberatoria. «Me... me ne ero accorto... ovviamente... E quindi... che... che cosa volete da me?» chiese poi, tornando inquieto.
L’uomo che aveva detto di chiamarsi Reiki spostò il peso da un piede all’altro, mantenendo la solita espressione neutra.
«...E’ per... qualcosa che è successo questa notte» rispose pacato dopo un istante.
Naruto raggelò.
«Que...questa notte?» ripeté, con un sorriso forzato.
«Sì» confermò il poliziotto. «C’è stato qualche disordine in periferia, forse una lite tra ubriachi...»
«E io come potrei saperne qualcosa?» sfuggì a Naruto, forse un po’ troppo in fretta. «Sono rientrato tardi da una missione, ed ero molto stanco... sono andato subito a dormire»
Reiki rimase in silenzio, e lo fissò.
In un secondo Naruto fu assolutamente certo che sulla sua fronte si stavano formando una miriade di goccioline di sudore.
Non doveva deglutire. Non. Doveva. Deglutire!
Era una cosa che facevano sempre i colpevoli, e lui di certo non lo era. Qualunque cosa fosse successa.
«A dire il vero...» riprese l’uomo della polizia, e in quel momento Naruto fece un passo falso.
Quando aveva dato un’occhiata alla strada in basso, non si era reso conto dello stato degli edifici tutt’attorno; ora, senza riflettere, si trovò a portare tutto il peso sul piede che stava sulla grondaia. E la grondaia cedette.
Con uno stridio da spaccare i timpani il metallo si piegò verso il centro della strada, e Naruto, colto alla sprovvista, cacciò un grido e si aggrappò al tubo. Non riuscì a fermare la caduta, ma se non altro all’ultimo secondo si ricordo di essere un ninja, e attutì l’impatto liberando chakra dai piedi.
«Tutto bene?» si affrettò a chiedergli uno degli uomini della polizia, mentre tutti lo raggiungevano a terra.
«S-Sì» balbettò lui, tenendo ancora in mano il tubo divelto della grondaia. «C-Chiedo scusa, ha ceduto all’improvviso...»
E perché dovresti scusarti con noi?” pensarono tutti all’unisono.
Reiki si schiarì la voce.
«Dicevo...» ricominciò. «A dire il vero, abbiamo dei testimoni che sostengono di averti visto andar via in fretta dal luogo della rissa»
Calò il silenzio.
Naruto fissò il poliziotto, senza sapere come ribattere.
La sua bocca non voleva saperne di aprirsi, il suo cervello era entrato in sciopero e anche l’irritante vocina interiore che di solito esprimeva il suo parere questa volta taceva.
Deglutì una, due volte. Poi, finalmente, le sue corde vocali ripresero a funzionare.
«Ma... è successo qualcosa in particolare...?» chiese incerto. «Insomma, per una banale rissa... presentarsi qui in cinque...»
Gli uomini si scambiarono una rapida occhiata.
«In effetti, nella rissa è morto un uomo» ammise Reiki.
«Ehi, non starete mica pensando che io...!» scattò Naruto sulla difensiva. «No, non esiste! Io sono tornato dalla missione e sono andato a dormire! Non ho niente a che fare con questa faccenda, i vostri testimoni erano ubriachi!»
«Non siamo qua per accusare nessuno...»
«Ah no? Allora stavate per caso passeggiando in cinque
Di nuovo, piombò il silenzio. Gli sguardi dei poliziotti si fecero tesi, l’aria sembrò diventare più calda.
Finché una voce non spezzò l’incantesimo.
«Ma voi... sapete con chi state parlando?»
Immediatamente tutte le teste si voltarono in un’unica direzione, e, nello sbigottimento generale, gli occhi si puntarono su Sasuke Uchiha.
Pallido, magro, sembrava reggersi in piedi per miracolo... ma era lì, solo, ritto in mezzo alla strada. Con ancora indosso pantaloni e maglietta dell’ospedale.
«Che... che diavolo ci fai fuori dal letto?!» fu la prima reazione di Naruto, dopo almeno dieci secondi di allibito silenzio.
«Sembra che tu non te ne sia accorto, ma questo è il quartiere Uchiha...» borbottò lui vago, e subito spostò l’attenzione sui poliziotti che circondavano il biondo. Abbassò appena le palpebre.
Naruto trattenne il fiato.
Sasuke aveva sentito tutto il discorso? Le loro accuse? La sua esitazione?
Lui sapeva dei suoi occhi rossi. Sapeva delle sue unghie. Della sua voce.

Lui sapeva di Kyuubi.
E... se avesse fatto due più due...?
Era assurdo.
Non poteva accadere davvero... C’era... c’era sì e no una probabilità su miliardi e miliardi che succedesse!
E invece... era così.
Da un lato Sasuke, dall’altra la legge, e in mezzo... il suo segreto. Pericolosamente in bilico.
I cinque uomini della polizia si scambiarono sguardi incerti, esitando. Poi Reiki, quello che sembrava in un certo senso il comandante, si schiarì la voce.
«...Non avevamo intenzione di penetrare nel territorio degli Uchiha» disse, mantenendosi rispettoso ma senza mostrarsi troppo propenso a chinare la testa.
«Non mi interessa» lo interruppe Sasuke. «Vi ho fatto un’altra domanda»
Se Reiki fu irritato dal suo tono, lo mascherò molto bene.
«Sappiamo chi abbiamo cercato» ribatté. «Naruto Uzumaki, diciotto anni tra due mesi e qualche giorno, jonin della Foglia, allievo di Kakashi Hatake, contenitore della volpe a nove code...»
Sasuke, inaspettatamente, si esibì nella discreta imitazione del ghigno dei suoi dodici anni.
«E se lo sapete... perché si è venuta a creare questa situazione?» chiese, sovrapponendosi di nuovo alla voce del poliziotto. «In cinque, circondato, interrogato... Anche se la vostra voce è pacata, avete tutte le intenzioni di fargli pressione, non è così? Volete che si agiti, che commetta un passo falso, che confessi qualcosa, qualunque cosa...» smise di sorridere. «Siete degli sciocchi. Il vostro testimone era chiaramente ubriaco. Naruto potrà anche essere un’idiota, ma non ce lo vedo a iniziare una rissa dopo una missione, e a darsela a gambe quando ci scappa il morto. Se avete così tante informazioni su di lui, queste sono cose che anche voi dovreste sapere»
Gli uomini si scambiarono occhiate incerte. Reiki continuò a fissare Sasuke, senza abbassare lo sguardo, e alla fine inspirò a fondo.
Fregati. Con quattro parole buttate lì da un moribondo, erano stati fregati.
Ma, forse, c’era ancora qualcosa che potevano ribattere, almeno per non perdere la faccia.
«Sasuke Uchiha, esatto...?» chiese, anche se era una domanda inutile. «Sei stato lontano da questo villaggio a lungo, ci sono molte cose che non conosci, e di cui non sei stato messo al corrente... Forse non sai che il sigillo che tiene imprigionata la volpe a nove code si è spezzato, e che Naruto Uzumaki sostiene di poter controllare il demone da solo... ma se così non fosse? Se in realtà Kyuubi potesse... prendere il sopravvento?»
Naruto sentì un brivido gelido correre giù per la schiena.
No. No, non gli piaceva quell’argomento di conversazione...
Vide Sasuke, e incrociò il suo sguardo.
Per un attimo restarono entrambi immobili, occhi negli occhi, poi l’Uchiha distolse i suoi.
«Se Kyuubi prendesse il sopravvento, Konoha verrebbe rasa al suolo» disse, senza particolari inflessioni nel tono. «Dubito che un demone del suo calibro sia soddisfatto dopo una rissa finita male...»
Uno dei poliziotti sussurrò qualcosa a un collega. Reiki se ne accorse con la coda dell’occhio, e trattenne un moto di irritazione.
Ecco, quando il dubbio iniziava a serpeggiare tra le fila dei suoi, voleva dire che era davvero finita.
E addio anche alla faccia.
Sbuffò piano.
«Hai un buon avvocato difensore, Naruto Uzumaki» disse a Naruto, con labbra che sorridevano e occhi freddi. «Ma ti terremo d’occhio. Ragazzi, andiamocene»
Mentre Naruto rabbrividiva, lui rivolse un cenno a Sasuke, e poi, insieme alla sua squadra, in un balzo tornò sui tetti e scomparve.
Sasuke lo seguì con lo sguardo.
Il corpo di polizia... un tempo a indossare quelle divise erano gli Uchiha...
«...Perché sei qui?» chiese Naruto a quel punto, sentendo il sudore gelido che colava lungo la schiena. «Questo quartiere non è a due passi dall’ospedale... e mi rifiuto di credere che ti avrebbero lasciato uscire da solo per venire fin qui... per cui... devi aver oltrepassato le guardie senza che ti scoprissero. Quali sono le tue intenzioni?»
Sasuke abbassò gli occhi fino a lui, con poco più di un vago interesse nelle iridi nere.
«A dire il vero, volevo analizzare la situazione del quartiere di persona» spiegò neutro. «La documentazione sul suo stato risale a dieci anni fa. E hai ragione, non mi avrebbero mai permesso di fare tutta questa strada; è per questo che sono uscito di nascosto. Tu invece cosa ci fai sul mio terreno?»
Naruto si sentì pungere sul vivo da quel mio.
Lui non ce l’aveva ancora un terreno suo.
«Non guardavo dove mettevo i piedi» bofonchiò. «Ero sovrappensiero»
«Il solito idiota»
«Ehi!»
«Dove stavi andando?»
«Non sono affari tuoi!»
«Direi che ti ho appena tirato fuori da una situazione scomoda, quindi come minimo mi devi un favore»
«Io ti ho salvato la vita!»
«Togliendomi l’unica ragione che avessi di viverla. Non credo che ripescare questa faccenda vada a tuo vantaggio»
Naruto strinse i denti, irritato oltre ogni dire.
«Ti preferivo moribondo e zitto!» ringhiò, e non si rese conto che lungo tutto lo scambio di battute si era sentito e comportato come quando aveva dodici anni.
«Naruto» ripeté Sasuke, e questa volta inchiodò gli occhi nei suoi. «Dove stavi andando?»
L’atmosfera ovattata dell’infanzia si dissolse bruscamente, lasciando l’afa amara dei loro diciotto anni.
Naruto lesse lo sguardo di Sasuke soltanto per pochi istanti, e poi distolse il viso e serrò i pugni.
«Non sono affari tuoi» sibilò di nuovo tra i denti, con il cuore a mille.
No.
Nessuno doveva sapere di Kyuubi.
Nessuno.
Kyuubi riguardava solo Naruto. Solo lui.
Lui e la volpe, la volpe e lui.
Nessun altro.
Si voltò di scatto, facendo per andarsene, ma la voce dell’Uchiha ancora una volta lo fermò.
«Non dimenticarti che è un demone» disse, piano. «Non è umana. Non è buona. Non è la tua migliore amica. E’ un concentrato di chakra corrosivo, un amalgama di male allo stato puro...» fece una pausa. «Ma questo lo sai già, immagino»
Naruto, che in quel momento gli dava le spalle, si morse il labbro inferiore.
Non è la tua migliore amica.
...In fondo è l’unico regalo di tuo padre, no? Potresti quasi definirla... una parte di te...
Entrambe le affermazioni erano vere.
Lo sapeva, lo sentiva dentro si sé.
Kyuubi era con lui da sempre, era stata la sua unica compagna per molto, molto tempo.
Ma, allo stesso tempo, era un agglomerato di veleno che vorticava all’interno del suo corpo, e che poteva liberarsi in ogni momento, per una sua distrazione.
Sapeva cosa voleva dire essere una forza portante.
Lui lo sapeva, lui lo era!
Sasuke no! Sasuke... si permetteva di fare certe affermazioni, senza capire... senza conoscere...
...Lui non sapeva della lotta quotidiana con Kyuubi. Non sapeva del tormento, del pensiero fisso: “se lei non fosse stata dentro di me, io sarei stato diverso? Fino a che punto Naruto è Naruto, e dove Naruto è Kyuubi?
Eppure... anche se non capiva niente, si permetteva di parlare! Si permetteva di sputare sentenze...!
Naruto stirò le labbra in un ghigno per nascondere la smorfia di rabbia.
«Parole arroganti...» mormorò, senza guardarlo. «...per uno che si è fatto marchiare come una mucca e ha al suo interno un demone simile al mio. Risparmiamele, Sasuke. Tu, almeno, hai avuto scelta»
Senza attendere la sua risposta, in un balzo fu su un tetto, sicuro che l’Uchiha non avrebbe potuto seguirlo. Non si voltò indietro nemmeno per un istante, e invece scomparve rapido dalla sua vista, fuggendo i suoi occhi troppo acuti e le domande troppo difficili.
Sasuke rimase in strada, da solo, accanto ai resti della grondaia divelta.
Con il volto pallido rivolto verso l’alto, verso il punto in cui Naruto era scappato, lasciò che i raggi bollenti del sole gli bruciassero la pelle. Alla fine chinò il capo.
Ricordava gli occhi azzurri di Naruto, quando aveva ucciso Itachi.
Ma allo stesso tempo ricordava i suoi occhi rossi mentre era ospite da Kakashi.
Quale dei due era il vero Naruto?
Quello che lottava contro Kyuubi per il proprio corpo, o quello che diventava lentamente parte della volpe...?

Qualche anno prima, non avrebbe avuto dubbi nel rispondere.
Ma ora, all’improvviso, le sue certezze vacillavano...
...E se Naruto non era più una certezza...
...allora... allora a lui non restava più nulla...


«...Sei un idiota!» sbottò Sakura, affondando l’ago nella sua pelle con insolito accanimento. «Fuggire dall’ospedale, andartene a zonzo per il villaggio con questo caldo, e farti riportare indietro svenuto! Solo tu potevi collezionare una serie così in un unico giorno!»
Collegò il tubo della flebo, aprì la valvola che ne regolava il flusso, e poi posò bruscamente una mano sulla fronte di Sasuke.
«Eccolo» rognò irritata. «Insolazione. Complimenti»
L’Uchiha aprì a malapena gli occhi, lanciandole uno sguardo vago.
Era troppo stanco per ribattere... qualunque cosa avesse detto, a lui sarebbe andata bene.
Quel giorno era tornato, da solo, al quartiere in cui era stata sterminata la sua famiglia. Aveva assistito, senza nessuno accanto, alla solita allucinazione della sua infanzia... quella spensierata, ma anche quella segnata da Itachi. E poi era incappato in Naruto e nella polizia che lo circondava, e la tensione si era fatta tanta da portarlo a un cedimento fisico.
Non era strano che fosse svenuto lungo la strada del ritorno.
«Hai in mente di rifare una cosa simile?» chiese Sakura fissandolo severa. «Se è così, mi assicurerò personalmente che tu venga obbligato a restare in ospedale. Sono stata chiara?»
Lui richiuse gli occhi.
Sakura sapeva dei problemi di Naruto?
Di Kyuubi, della polizia... sapeva quelle cose? Lui gliele aveva dette?
Quando avevano dodici anni Naruto blaterava ai quattro venti di amarla, ma ora che erano cresciuti com’era la situazione?
Quando erano tutti e tre insieme, lì all’ospedale, sembrava che fossero rimasti amici, compagni di gruppo, nulla di più. Poi, ogni tanto, Naruto si irrigidiva. Quando magari Sakura mostrava un gesto di particolare gentilezza, o rivolgeva un sorriso un po’ più lungo al suo paziente preferito.

Mentre scivolava lentamente in un mondo popolato di sogni confusi, Sasuke sentì una leggera fitta di rimpianto.
Mi sono perso tante cose, in questi anni...”









Nel prossimo capitolo:

Sakura lo guardò, così sereno e ingenuo.
Il contorno del suo viso era liscio e regolare; niente di straordinario, nulla a che vedere con i tratti perfetti di Namikaze Minato, ma sicuramente riconducibile a lui. Le ciglia abbassate erano corte e scure, le labbra ancora socchiuse contro la sua pelle. Sentiva il suo respiro caldo stuzzicarle il braccio, e per un attimo desiderò davvero che non avesse preso le pillole per dormire.
Si rannicchiò un po’ più vicina a lui, smettendo di accarezzare il gatto per circondargli il viso con entrambe le mani.
«Io ti amo, lo sai?» sussurrò alle sue palpebre abbassate. «Ti amo. Ti amo. Ti amo...»
Chiuse gli occhi, premette la fronte contro la sua, e desiderò di restare così per sempre.
Lei e lui.
Nessun problema.
Per una volta, nessun villaggio da proteggere.
Per una volta, nessun Sasuke da salvare.
A tutto il resto... avrebbe pensato dopo.












*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *

Spazio autore

La polizia.
Ebbene sì, ho tirato fuori anche loro.
E... avranno una certa importanza in futuro! ^^
Insomma, Naruto è stato protagonista del capitolo, ma non ne è uscito affatto bene!
Sì, sono piuttosto bastardella... e nel prossimo capitolo...
...l'anticipazione dice una cosa, e ne succederà un'altra!
Un'altra MOLTO diversa... °_°
Ci vediamo il 6, giorno del mio compleanno!
(non è vero XD)
E comprate tutti il settimo ed ultimo libro di Harry Potter!

Talpina Pensierosa: su, c'è un lato positivo in ogni cosa... tornerai ad aggiornare le tue fanfic! XD
lale16: povera Hinata! Per ora non riesce ad alzare la testa, è vero, ma bisogna cercare di comprenderla! In fondo è guidata dalle diaboliche dita della diabolica sottoscritta! XD E colui-che-non-deve-essere-nominato (ma stiamo parlando di Voldemort? XD) sta rialzando davvero tanto la testa, almeno da questo capitolo! Certo, il suo ruolo è un po' troppo da figo... ma capita, in fondo! Insomma, era prevedibile! XD (e Sakura in fronte ha scritto soltanto "confetto", nient'altro!) Kakashi è un super ninja, ma le donne... uhuhuh, le donne sono le donne... sappiamo tutti che l'evoluzione premierà NOI! XD
ShAiW: al cuor non si comanda, Hinata non può costringersi ad amare Kiba e dimenticare Naruto, e io non ho intenzione di farle del male fino a questo punto! (gliene farò di più XD) Immagino che ora ti sarà chiaro cosa Sasuke sa e non sa... in ogni caso, tra qualche capitolo lo saprai con certezza! Sì, comunque... si sta mettendo male per la SakuNaru! U_U
1992: ...Credo che questo sia il messaggio più assurdo che mi hai spedito finora! XD Ma quanto tempo ci hai messo per scriverlo? Suppongo che questo capitolo non ti abbia resa particolarmente felice, considerata l'eccessiva presenza di Mr emoboy, ma bisogna farci l'abitudine... (è un consiglio da amica XD) Hai visto che è ricomparso Sai? Anche se per poco, e anche se con Ino... ma non si può avere tutto dalla vita. Una fusione tra Voldemort e Orochimaru... uhm... mi avevano mandato una fanart, una volta, in cui c'era Harry Potter alla ricerca di Voldemort, che lo confondeva con Orociok... XD era bellissima, c'era pure Kabuto che aveva la scheda su Harry! Hai intenzione di scrivere una fic comica? Occhio che sono le più difficili, ma se mai lo farai mandami il link in qualche modo, o avvisami! XD
Jenna Uchiha: Shikamaru avrà altre occasioni per farsi valere, basta avere un po' di pazienza...! Per gli sviluppi più interessanti di Kakashi, ci sarà da attendere un po', ovviamente, ma in compenso Sasuke si riprenderà in fretta (anche se è abbastanza cretino da prendersi un'insolazione). E Naruto... avrà abbastanza casini per i prossimi tre mesi! XD Gaara non si vedrà per qualche tempo, ma quando tornerà lo farà in grande stile! XD
Sammy1987: Naruto ha tante cose in testa, e già quando era libero et felice non si accorgeva di Hinata, figuriamoci quando ha la testa così piena di pensieri! E Sakura... ehh, Sakura... nel prossimo capitolo succederà qualcosa da quel lato... Sakura e Sasuke, Sakura e Sasuke... la mia spina nel fianco!
arwen5786: ok, cercherò di convincere Kakashi a scegliere te! XD Non so quanto mi ascolterà, ma se gli passo la tua foto di msn credo che potresti avere buone chances! Sasuke sta tornando alle brutte vecchie abitudini, la bastardaggine d'altronde è nel suo DNA, e Sakura è abbastanza pera da cascarci... forse... Shika potrebbe anche subire certi attacchi, ma potrebbe anche difendersi alla grande! E' pur sempre il genio (ananas) della Foglia! XD Kiba mi piace parecchio, ma Hinata deciderà mai di cedere alle sue avances? (cribbio, se la scena del gelato l'avesse fatta a me lo avrei sbattuto sulla panchina e... il resto è storia) Per Neji e Tenten dovrai attendere un bel po', mi sa. Quando voi lettori avrete scordato loro due... (se mai accadrà) torneranno all'improvviso sulla scena!
killkenny: sai che non mi ricordavo più che Sasuke non sa di yondi e Naruto? XD Meno male che me lo hai ricordato, se mi tornerà utile ce lo infilerò da qualche parte!
kage_naru89: ok, lo dico: a me Kiba e Hinata insieme piacciono da matti (colpa di dionea)! Sapendolo, spero che il dubbio si sia insinuato in te... So che Sasuke può provocare spiacevoli momenti di gradimento, ma, credimi è una fase passeggera. Guarirai in fretta! Kakashi, secondo Jiraya, è un uomo molto fortunato. Secondo me, un povero cristo. Ma ognuno ha le sue opinioni! XD
Hila92: che bello leggere che qualcuno trova Haruka così simpatica! Essendo un personaggio che ho creato io, mi fa molto piacere! (anche se ultimamente, non so perché, non mi sta molto simpatica...!) E alle spalle di voi lettori tramo da sempre di tutto, non è questa grande novità...! XD Sasuke e Hinata a cuccia? Ai suoi ordini signora... come no! XD (mi ucciderai nel prossimo capitolo, oh se mi ucciderai!) Fai bene a scrivermi commenti lunghi, mi piacciono tanto! Anche se poi al momento di rispondere vorrei suicidarmi... XD
harryherm: uhm... se non erro, nel periodo in cui ho scritto questo capitolo ero abbastanza presa dalla SasuNaru... si sente, eh! XD Comunque Sasuke si sta davvero riprendendo, purtroppo per noi tutti... e... ora che me lo hai detto, sono tentata di metterli davvero insieme e fargli sfornare tanti piccoli Uchiha dai capelli rosa confetto! XD Mi fa piacere leggere che la parte dedicata a Kakashi ti sia piaciuta, mi sono divertita a scriverla! XD
kimi: Ino vaga senza meta appresso a Sai, e Tenten non si vedrà per un bel po', mettiti il cuore in pace! Wow, le caratteristiche delle ragazze che ronzano attorno a Kakashi mi piacciono, non ci avevo mai pensato! XD
Reina: gli accenni alla mamma di Tenten e a Hanabi sono da prendersi come una richiesta? XD Vedrò cosa posso fare, vedrò... e dai, Kakashi se avesse un po' di cervello mi ringrazierebbe e agirebbe come un Vero Uomo! XD Naruto e Kyuubi... sì, ho intenzione di portare avanti questo piiiiiccolo particolare per un po'...
Julia83: nel mio sogno non avevo proprio niente per cui lamentarmi di Sai... XD Kiba e Hinata, ho già detto, mi piacciono molto insieme. Tutto dipende da lei... Uhm... non ricordo, tu eri per la SasuSaku o NaruSaku?


Aya
  
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