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Autore: Ely_fly    20/06/2013    1 recensioni
Piccolo esperimento ^^
I nostri Digiprescelti dovranno preparare uno spettacolo su "Orgoglio e pregiudizio". Fin qui tutto semplice, ma... A chi toccherà il ruolo principale? Riusciranno i nostri amici a sopravvivere?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scena del secondo capitolo fu recitata senza alcun intoppo e finalmente si poté passare al terzo capitolo, quello del ballo. Parecchie ragazze attendevano quel momento, perché i due fratelli Ishida (anche se uno era passato ad essere Takaishi) sarebbero comparsi insieme sul palco. C’era di che rifarsi gli occhi per ore. Peccato per il fatto insignificante che Yamato fosse impegnato e che anche Takeru era ad un passo dall’esserlo. Ma questo non avrebbe impedito alle ragazze di guardarli, assolutamente.

 

«Orgoglio e pregiudizio, capitolo tre, prova uno! Tutti pronti?» domandò il professor Tawada, guardando i suoi alunni. Notò con piacere che erano già sul palco. Con un cenno di soddisfazione si sedette sulla sua poltrona in prima fila.

Iori cominciò a leggere l’introduzione del capitolo, poi, finalmente, i due biondi entrarono in scena.

«Suvvia, Darcy, vorrei proprio che tu ballassi. Mi dà veramente fastidio vederti lì impalato a quel modo. Faresti molto meglio a muoverti» disse Takeru, voltandosi verso il fratello maggiore e calandosi nel suo ruolo.

«Per nulla al mondo. Lo sai che detesto il ballo se non conosco bene la mia compagna, e in una riunione simile mi sarebbe addirittura insopportabile. Le tue sorelle sono impegnate , e non c’è una sola signora in tutta la sala con la quale ballerei senza sacrificio» replicò Yamato, con tutta la serietà di cui era capace.

«Direi che è il ruolo perfetto per lui. Ha detto quasi la stessa cosa, la prima volta che gli ho consigliato di provarci con qualcuna» commentò Taichi, dando di gomito a Kōshirō ed entrambi ridacchiarono sotto i baffi, ricevendo delle occhiate dai loro compagni.

Intanto, sul palco, la scena era andata avanti e si era arrivati alla battuta più famosa di Darcy: «A chi alludi? È passabile, ma non abbastanza bella per tentarmi, e non sono affatto in vena di consolare le signorine trascurate dagli altri giovanotti. Faresti meglio a tornare dalla tua bella e a bearti dei suoi sorrisi, perché con me perdi il tuo tempo.»

«Quanto è vero!» sussurrò Taichi, forse un po’ troppo forte perché tutti lo sentirono, compresi Yamato e Sora che si voltarono a fulminarlo, mentre il professor Tawada sospirava profondamente e lo riprendeva: «Yagami! Sei pregato di tacere finché non sarà il tuo turno!»

«Chiedo scusa» ridacchiò il ragazzo, grattandosi la nuca imbarazzato.

«Continuiamo…» sospirò l’insegnante, in tono rassegnato.

I ragazzi in scena ripresero da dove erano stati interrotti, mentre i ragazzi dietro le quinte soffocavano le risate per la figuraccia di Taichi.

 

«Taichi, se continuerai così Yamato ti ridurrà in poltiglia, lo sai, vero?» gli chiese Kōshirō, guardandolo preoccupato.

«Se non lo farà prima Sora, ovviamente» aggiunse Jyō, che ben conosceva il caratterino della rossa.

«Ragazzi, state tranquilli! È tutto sotto controllo!» ridacchiò spavaldamente il castano.

«Se lo dici tu…» mormorò Ken, tornando a rivolgere la sua attenzione al palco: metà dei personaggi erano usciti di scena, visto che il ballo era finito e i loro personaggi non erano più richiesti sulla scena. Il che significava che anche Yamato era… «Taichi! Preferisci che ti faccia fuori subito o immediatamente?»

I toni soavi erano i suoi.

Taichi scattò in piedi e cominciò a scappare, ridendo come un matto. Yamato lo inseguiva lanciando urla disumane. Ovviamente il tutto scatenò una serie di incidenti lungo il percorso seguito dai due ragazzi: Taichi ribaltò uno sgabello, Yamato travolse due imprudenti ragazze che si erano messe in mezzo ed entrambi scivolarono su una macchia d’acqua causata da una bottiglia aperta che Taichi aveva ribaltato.

La loro corsa si fermò ai piedi del professor Tawada, che soltanto grazie ad un’enorme dose di autocontrollo riuscì a trattenersi dall’urlargli addosso. Inspirò profondamente, poi chiese: «Yagami, Ishida, che cosa sta succedendo?»

«Niente!» esclamarono i due ragazzi in coro.

«Quindi non vi dispiacerà passare la prossima ora in punizione, giusto?» domandò l’insegnante, con un tono mellifluo che fece accapponare la pelle ai due ragazzi.

Due minuti dopo, i due ragazzi erano in piedi nel corridoio con due secchi in mano e uno in testa. Pieni d’acqua.

«Molto bene. Proseguiamo!» commentò soddisfatto il signor Tawada, tornando nell’aula sfregandosi le mani, soddisfatto.

 

«Quanto non lo sopporto quell’uomo, quando fa così!» esclamò Taichi, rischiando di far cadere il secchio che teneva in testa.

«Io invece non sopporto te, quando fai così» replicò gelido Yamato, cercando di voltarsi verso di lui e nel contempo cercare di evitare di lavarsi tutto.

«Così come, Yamato caro?» fece lo gnorri il ragazzo castano.

«Vuoi morire giovane?» chiese l’altro.

«Ma come? Yamatuccio è sensibile su un certo argomentino, eh?» lo stuzzicò Taichi, che si stava divertendo da matti.

«Taichi, ti avverto. Potrei non rispondere delle mie azioni» ribatté Yamato, quasi ringhiando.

«Oh, come sei sensibile. Finalmente capisco cosa ci trova Sora in te!» scherzò ancora il ragazzo castano.

«Trovo cosa in chi?» chiese la voce di Sora da davanti a loro.

I due ragazzi scattarono colpevoli, facendo cadere i secchi ed impiombandosi d’acqua. La ragazza non poté trattenersi dal ridere e anche Taichi scoppiò a ridere come un matto.

«Ragazzi, siete troppo buffi!» esclamò, aiutandoli a liberarsi dei recipienti ormai vuoti.

«Fantastico» commentò gelido Yamato.

«Su, Yamato. Fattela una risata!» gli disse la ragazza, prendendolo sotto braccio e stampandogli un bacio delicato sulla guancia.

«La risata la farei volentieri, se non implicasse il fatto di essere bagnato fradicio alle dieci di mattina» commentò il biondo, imbronciato. «Comunque, tu cosa ci fai qui? Non dovresti essere in scena?»

«Siccome il nostro ruolo era pressoché nullo, l’insegnante ci ha lasciati liberi, tranne Miyako e Daisuke. Loro stanno finendo la loro parte. Comunque mi ha mandato a chiamarvi, ha detto che avete sofferto anche troppo» spiegò la ragazza.

«Che gentile» brontolò Yamato, cercando di sistemarsi i capelli.

«Lascia fare a me» si offrì Sora, liberandogli il braccio per sistemargli il ciuffo.

«Bè, direi che io me ne vado. Sono di troppo! Addio!» esclamò Taichi, eclissandosi nell’aula.

  
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