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Autore: danycamden    21/06/2013    1 recensioni
Bella è una ragazza di 19 anni ancora frequentante il liceo,bella,sexy e ribelle.Dopo un incidente decide di lasciare la sua città natele, Jacksonville e trasfersi a Los Angeles. Edward è un ragazzo di 19 anni, un pò ribelle trasferitosi con la sua famiglia a Jacksonville da circa un anno. Come si conosceranno Bella ed Eddy?Cosa succederà tra loro?E cosa è successo a Bella di tanto brutto da decidere di lasciare la sua famiglia e trasferirsi in una città sconosciuta? Beh non vi resta che leggere. Tratto dal prologo:
A volte senza che tu te ne accorga, tutto ti scivola dalle mani e cade a terra frantumandosi. In quel preciso istante ti dai dell’idiota per averlo permesso, ma poi ti rassegni all’idea di averlo perso per sempre. Ti abitui alla sua mancanza e presto te ne dimentichi. Non avresti mai pensato di poterlo fare, ma succede e non puoi fare niente che continuare a vivere. Ma se vivere, significa contare i giorni che ti separano dalla fine, sentire continuamente un buco allo stomaco ogni volta che ti guardi allo specchio e non sapere chi sei, allora io sto continuando a vivere, ma non so più come.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, James, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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 Buongiorno/notte, non lo so dipende da quando leggerete questo capitolo. Okay, ancora una volta sono imperdonabile. Mi dispiace di averci messo tanto ad aggiornare, il motivo non lo so neppure io a dire il vero. Vi chiedo scusa e spero che continuerete a leggere questa storia e a farmi sapere cosa ne pensate. Ancora una volta ringrazio tutti coloro che hanno messo questa storia tra ricordate, seguite e preferite. Ringrazio chi non manca di farmi sapere cosa ne pensa e, naturalmente, tutti i lettori silenziosi. Come ultima cosa ringrazio ilenia97cullen che è sempre lì pronta a spronarmi. Prima di lasciarvi al capitolo vi chiedo di leggere le note finali, sono importanti per capire meglio la storia. Okay detto ciò vi lascio al capitolo che avete spettato anche troppo prima che mi addormenti sulla tastiera. J
 
P.S Capitolo NON betato, mi scuso per eventuali errori.
 
Questi personaggi non mi appartengono, sono proprietà di Stephanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

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                                                Tuffo nel passato seconda parte
 
Pov. Bella
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< Cosa vuoi che ti racconti? > gli chiesi.
Mi guardò sorridendo, felice che io avessi accettato di parlare di lei.
< Raccontami qualsiasi cosa. Voglio sapere tutto di lei. Voglio poter dire di conoscere ogni cosa di mia madre anche se lei non c’ è più > disse determinato. Lo guardai e non potei non essere commossa di avere un nipote come lui. Così presi fiato e mi preparai a fare l’ennesimo tuffo nel passato.
 
 
Guardavo mio nipote e mi chiedevo cosa avrei potuto raccontargli, non lo sapevo nemmeno io. Avevo passato così tanto tempo a cercare di reprimere i ricordi che ora mi veniva difficile pensare a cosa potergli dire.  Poi improvvisamente mi venne un’idea. < Resta qua, torno subito > gli dissi mentre in punta di piedi uscivo dalla stanza e andavo in quello che un tempo era stato lo studio di mia sorella. Appena entrai accessi la piccola luce sulla scrivania e aprì un cassetto. Subito trovai quello che stavo cercando: il suo quaderno. Se dovevo parlare di lei non potevo fare altro se non incominciare col spiegare il suo modo di vedere la vita e come comportarsi nei sui confronti. Mi guardai intorno avida di imprimere nella mia mente ogni particolare di quella stanza che era rimasta proprio come Ash la aveva lasciata quel pomeriggio e che era stata spettatrice di nostre litigate, risate e cazzate, per poi tornare nella mia stanza. Quando entrai vidi Chris seduto a gambe incrociate sul letto che mi aspettava. Presi un grosso respiro e lo raggiunsi. Una volta che mi fui seduta iniziai a parlare.  < Allora, ho pensato che prima di parlarti della tua mamma bisogna che io ti spieghi un po’ quale era il  suo modo di concepire la vita, e per farlo ho deciso di affidarmi a questo > gli dissi alzando in aria il quaderno. < Cos’è? > mi chiese curioso. < Questo era il quaderno di tua madre. Vedi lei era solita appuntarsi tutte le citazioni che più la colpivano e lo facevo su questo quaderno. Ora, quello che ti leggerò rappresenta nel migliore dei modi il pensiero di tua madre. Pronto? >. < Si >. Lo osservai per un attimo e subito compresi una cosa importantissima, Chris non somigliava solo fisicamente a sua madre, aveva anche la sua determinazione, la sua forza. Tutto ciò che avevo sempre ammirato in mia sorella ora lo vedevo in lui, e non potei non essere sicura che, ovunque fosse, Ashley non poteva che essere super orgogliosa del suo bambino. Con queste convinzioni incomincia a leggere.
<  Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero sul bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
che è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede una sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità >
Una volta che ebbi finito di leggere mi voltai ad osservare Chris. Aveva la fronte agrottata, nella solita espressione che ha quando pensa. < Tutto bene? Hai capito quello che voleva dire quello che ho letto? > gli domandai, consapevole che per un bambino di quattro anni deve essere difficile comprendere una cosa del genere. < Poco a dire il vero > rispose un po’ confuso. Sorrisi per la sua innocenza e comincia a spiegare. < Vedi tua madre era una di quelle persone che odiava la quotidianità. Lei diceva che il quotidiano, volgere sempre le stesse azioni, fosse noioso. Lo riteneva una cosa da pazzi. Lei adorava fare sempre cose nuove, diverse.  Era tremendamente testarda e determinata, proprio come te, e se si metteva in testa una cosa la faceva. Ha sempre portato a termine ogni cosa che pensava. Ricordo di non averla mai sentita lamentarsi di qualcosa e ricordo che se succedevano dei casini che scombussolavano tutti i progetti che aveva fatto per la giornata inizialmente si arrabbiava, ma poi incominciava a ridere. Una volta le chiesi il motivo del suo comportamento e lei mi rispose che avrebbe lo stesso potuto portare a termine ciò che doveva fare, certo c’era stato un imprevisto, ma ciò non le aveva dato un motivo per buttarsi giù di morale, ma per andare avanti con ancora più forza di prima. Tua madre era inarrestabile, una vera forza della natura > gli spiegai con la mente persa tra i ricordi.  < E i suoi gusti? Qual’era il suo colore preferito? E  il piatto? E il luogo? Le piaceva fare shopping come alla zia Alice o no? > iniziò a domandare a raffica. < Ehi vacci piano campione. Allora il colore preferito della tua mamma era il turchese. Diceva perché è un colore che mette allegria ed energia e allo stesso tempo tranquillità e perché le dava la sensazione dell’ estate, che era la sua stagione preferita. Infatti adorava il sole e il mare, stava ore in spiaggia sin da quando era piccola e non usciva mai dall’acqua, come me del resto, la nonna ci chiamava sirenette. Proprio per questo il suo film preferito era in realtà il cartone animato “ La sirenetta”. Per quanto riguarda i cibi le piaceva quasi tutto. Era una gran golosa, ma ciò che adorava più di tutto era il gelato, ne era innamorata, soprattutto quello al pistacchio e al cioccolato. Come ti ho già detto il suo luogo preferito era la spiaggia. Ogni volta che voleva stare sola andava là. Amava vedere le onde dell’oceano infrangersi sul bagno-asciuga e sentire il loro rumore, lo definiva rilassante. Non aveva una canzone preferita,  ma capitava che per un certo periodo si fissasse con una. Era la persona più buona, dolce, simpatica, altruista, divertente e pazza che abbia mai conosciuto, insieme alla zia Alice ovviamente, e non lo dico perché era, anzi è, mia sorella, ma perché è così sul serio. Per quanto riguarda la questione dello shopping ci sono almeno altre milioni di cose ed episodi che potrei raccontarti, ma è tardi e dobbiamo dormire. Perciò sotto le coperte e a nanna > dissi autoritaria. Erano quasi le quattro del mattino e Chris doveva dormire. < Ma zia io voglio sapere tante altre cose sulla mamma > mi disse con il faccino triste. Subito lo abbraccia. < Le saprai amore. Te l’ho detto ti dirò tutto ciò che vuoi sapere, ti racconterò anche di alcuni episodi davvero divertenti, ma adesso è tardi. Abbiamo tutta una vita per parlare. E poi se deve essere un  nostro segreto mi dici come facciamo domani a spiegare a papà le occhiaie sotto agli occhi e perché non vogliamo alzarci? > gli chiesi sperando di convincerlo a dormire. < Hai ragione tu. E poi sono felice > < Davvero? Come mai? > < Perché hai detto che avremo una vita per parlare, perciò vuol dire che non te ne andrai più > mi disse con un sorriso sulle labbra mentre appoggiava la testa sul mio seno per dormire. Con le lacrime agli occhi cominciai ad accarezzargli i capelli mentre gli cantavo la ninnananna, quella che gli cantava sempre quando era più piccolo. Una volta che si fu addormentato iniziai ad osservarlo. Era così bello, sembrava un angelo. Ancora ricordavo quando era nato e io lo avevo preso in braccio per la prima volta. Era stupendo. Ripensai a ciò che gli avevo detto. Era vero che avevamo una vita per parlare, non lo avrei più abbandonato. Ma ciò su cui mi soffermai fu su quando gli dissi che Ashley è, e non era, mia sorella. Era vero. Avevo passato gli ultimi due anni a parlare di mia sorella, a definirla tale, solo e sempre al passato. Finalmente avevo compreso che anche se morta mia sorella era, è e sarebbe sempre stata tale, non importava che lei non fosse presente fisicamente. Per me c’era, c’era sempre stata. Finalmente capii che il vero motivo per cui negli ultimi anni non ero mai andata veramente avanti era perché io non avevo accettato la sua morte. L’essere stata in coma e il non aver potuto presenziare al suo funerale non mi avevano permesso di fare ciò che i dottori chiamano: “ elaborare il lutto”. Quella sera con mio nipote stretto tra le braccia capii che il solo modo per andare avanti era parlare di mia sorella, comprendere che il semplice fatto che io non potessi più vederla non significasse necessariamente che lei non esistesse più. Nel mio cuore lei ci sarebbe sempre stata e andare avanti non sarebbe stato come un tradimento nei suoi confronti, ma fare ciò che lei avrebbe voluto che io facessi. Quello che avevo fatto fino a quel momento, sopravvivere, quello era stato un tradimento. E lo avevo capito solo ora, ora rileggendo quelle righe che lei scriveva, quelle parole che ogni volta la commuovevano perché per lei erano reali, giuste, sensate. Finalmente avevo capito cosa dovevo fare, ma la domanda che mi ponevo era : ce l’avrei fatta?
 
 
Okay, il capitolo è finito. Spero che vi sia piaciuto. Il pensiero che ho scritto dovrebbe essere di Pablo Neruda se non sbaglio. Molte delle cose che ho scritto riguardo al carattere, al modo di pensare e ai gusti di Ashley rispecchiano me stessa. Io sono così. Con ciò non dico che mi rispecchio in Ashley, semplicemente voglio dirvi che ogni personaggio ha qualcosa di mio. Credo che così la storia sia anche più realistica. Detto ciò passiamo al capitolo. Come vedete Bella rivela abbastanza cose al nipote questa notte, ma come è stato detto nel capitolo questa non sarà l’unica volta che i due parleranno. Il dialogo tra loro sarà molto presente. Chris non è un personaggio secondario, è molto importante per la storia: è soprattutto grazie a lui che Bella decide di tornare ed è sempre grazie a lui se la protagonista di questa storia arriva sempre a comprendere molte cose che fino ad allora ha trascurato. Infatti proprio grazie a lui in questo capitolo Bella comprende che per andare avanti deve elaborare il lutto. Una cosa importante: in questo capitolo sembra anche che Bella comprenda che andare avanti non è tradire sua sorella. Non è così Bella inizia a convincersi di ciò, ma ci vorrà ancora del tempo prima che lei ne sia del tutto sicura e non sarà Chris ad aiutarla in questo, ma indovinate un poco chi? Eh si, finalmente dal prossimo capitolo entra in scena definitivamente il nostro amato Eddy.
Detto tutto questo vi lascio. Ci vediamo al prossimo capitolo.

 
  
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