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Autore: Sinead1370Kimaira    21/06/2013    2 recensioni
Nessuno ha mai cercato l'Amore. E' arrivato così, dal nulla. Tra un battito di ali e una caduta nel vuoto.
Un Angelo e un Demone che non sapevano di avere un cuore si troveranno a lottare contro tutto e tutti.
Anche contro chi li ha creati.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Holaaaaaa!!! Bene bene... avete notato che caldo?
ok non c'entra niente!
Cooomunque noi ci vediamo a fine capitolo con tutte le precisazioni d'obbligo!
Buona lettura genteeee!



...You make me Fly... And I'm fine with you...





 Malvoleo e Berith erano già arrivati e avevano occupato un tavolo per otto persone e il demone con gli occhiali giustificò questo dicendo: “ Abbiamo pensato che volessi stare un po’ con i tuoi simili…” Luryel gli lanciò un’occhiata piena di gratitudine, prima di venire letteralmente travolto da Gioel che entusiasta disse: “ Luryel! Non puoi capire che bella notizia, nella nostra squadra di Palla Alata si è appena liberato un posto e oggi pomeriggio stesso ci sono le selezioni! Devi assolutamente partecipare!”
Luryel chinò il capo e si morse le labbra mentre il petto gli si stringeva sempre più, rialzando poi gli occhi rispose all’amico: “ Non credo sia una buona idea… sai i Serafini hanno due paia di ali e questo potrebbe essere un problema…”
L’altro chinò il capo e gli disse: “ Forse hai ragione… bhè ma puoi lo stesso venire a vedere le partite!”.
Luryel annuì e seguito dagli altri iniziò a fare la coda per il pranzo mentre Shenyur si chinò al suo orecchio e gli disse: “Questa scusa me la devi spiegare…”
L’Altro sorrise e gli disse: “ Bhè dopo un po’ impari a mascherare i difetti…”
Il Demone gli disse serio: “ Tu sei perfetto così come sei…”
Luryel spalancò gli occhi e gli disse: “ Non dirlo più, nessun Angelo è perfetto. Nessuno è perfetto.”
L’altro si scusò e continuarono a prendere da mangiare per poi andarsi a sedere.
Mentre loro prendevano posto una serie di schiamazzi invase l’intera sala e come da copione a causarli erano Belial e i suoi demoni.
Un gruppo di cinque esseri muscolosi e con la pelle ambrata e dei tatuaggi all’altezza delle spalle che faceva da scudo umano al Principe di Velzevoul che intanto si divertiva a dare fastidio a due Angeli evidentemente gemelli che per puro sbaglio gli erano capitati a tiro e ora dopo aver rovesciato il vassoio di uno a terra aveva insultato l’altro dicendo: “ Voi Angeli mi fate tutti schifo, siete così patetici! Tutti persi nelle vostre preghiere e nella vostra carità!”
Luryel strinse la posata e chiese a Gioel: “ Ma nessuno fa niente?”
Mattiel rispose: “No… Belial è troppo potente, è il preferito di Asmodeo e nessuno può toccarlo, nemmeno il nobile Remiele.”
Il Serafino guardò la scena di fronte a lui e poi la sua collana e ricordò le parole di Mikaeles: Obbedienza, mitezza e purezza… obbedienza, mitezza e purezza… obbedienza… No!
L’avevano mandato sulla terra? Bene e ora ne subivano le conseguenze, certe volte la mitezza non porta proprio a niente e quegli Angeli avevano decisamente bisogno di una mano e lui non aveva intenzione di starsene con le mani in mano.
Dopo tutto loro erano lì per impedire che altri Angeli  e Demoni venissero uccidi da quel misterioso assassino e era in un certo senso compito suo proteggere i suoi simili.
Ma poi guardò la collana: la portava al collo da nemmeno mezz’ora e già rischiava di macchiarla.
Poteva sempre toglierla e passare un mare di guai.
Guai enormi se Mikaeles l’avesse scoperto.
Ma poi ci fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Belial ridendo tirò uno schiaffo sul candido volto dell’Angelo che non resistendo all’impatto a causa del fisico mingherlino finì a terra, singhiozzando, mentre il suo gemello si apprestava a vedere se stesse bene, ma fu fermato dalla mano del Demone che lo afferrò per i capelli e sempre ridendo tirò il braccio indietro pronto a colpirlo.
Luryel non ci pensò due volte e con un solo gesto si staccò la collana gettandola accanto al piatto e si alzò dicendo: “ Perché non lo lasci stare!?”
Shenyur si alzò e si andò a mettere al fianco di Luryel, mentre Malvoleo era diventato improvvisamente serio e pronto a scattare.
Belial lasciò ricadere l’Angelo e con passo lento si spostò verso l’Angelo che gli aveva parlato e Gioel chinò il capo immediatamente spaventato.
Quando arrivò vicino al tavolo fissò Luryel negli occhi e senza preavviso sbatté le mani grandi e pesanti sul tavolo che sobbalzò.
Questo suo gesto fece gemere gli altri tre Angeli che non ebbero nemmeno la forza di spostarsi per evitare i bicchieri e i piatti che cadevano, mentre Luryel non battè ciglio.
C’era una strana forza in lui, qualcosa che gli diceva che poteva fronteggiare quel Demone.
Belial gli disse: “ Mi disturbi due volte in un solo giorno… sai cos’è successo all’ultima persona che l’ha fatto?”
L’Angelo lo guardò e disse: “ Non lo so e non mi interessa. Ti ho solamente chiesto perché te la prendi tanto con questi Angeli.”
Il Demone ghignò e disse: “ Voi vi credete perfetti e immacolati, sempre con quell’aria pentita e misericordiosa.
Il solo fatto che esistiate mi da’ fastidio tutto il vostro mondo mi da’ fastidio!”
Luryel gli rispose: “ Forse ti da’ fastidio perché noi abbiamo quello che tu non potrai mai avere…”
Non riuscì a finire la frase che la mano del demone si serrò al suo collo e la spinta gli fece urtare dolorosamente il capo contro il muro e davanti ai suoi occhi comparvero mille lucine che si muovevano mentre il carpo era completamente immobilizzato dal dolore.
Con un po’ di lucidità voltò la coda dell’occhio verso Shenyur e vide due di quelle bestie infernali che lo tenevano bloccato per la gola e per il busto, mentre lui cercava inutilmente di liberarsi, imitato da Malvoleo e Berith che evidentemente erano scattati per difenderlo.
Tornò a focalizzare quel po’ di attenzione che gli restava sul demone che stava per soffocarlo e cercò di afferrargli una mano per liberarsi la gola, ma la presa era troppo stretta e Luryel sentì Belial dirgli: “ Io ho tutto quello che desidero e non so che farmene di quei vostri patetici sentimenti, per il resto pensavo di poter fare un’eccezione con te, sei proprio carino e a me piacciono i tipi che combattono… ci si diverte di più…”
L’Angelo non comprese a fondo il significato di quelle parole, ma notò come invece intorno a lui tutti stessero continuando a mangiare, cercando di evitare guai.
Non li biasimò.
Nessuno era pazzo quanto lui da sfidare un Principe senza armi e sperare di farcela con le parole.
La presa sul suo collo diminuì di sbotto e Luryel cadde al suolo, sbattendo scompostamente gli arti, mentre Belial e il suo seguito se ne andavano dalla sala.
Vide Shenyur corre per poi inginocchiarsi accanto a lui e mormorargli: “ Mi spiace… non sono stato abbastanza veloce… mi spiace…”
Luryel cercò di alzarsi ma sembrava che il suo corpo, preso da un improvviso conflitto di personalità, avesse deciso di dividersi in due, sbilanciandolo.
Ricadde tra le braccia di Shenyur che gli passò un braccio sotto le ginocchia e uno sotto le spalle, alzandolo e guardando Gioel gli chiese: “ Dov’è l’infermeria?”
L’altro gli rispose: “ Seguimi…”
Per tutto il tragitto l’Angelo se ne stette fermo tra le braccia del demone cercando ritrovare un minimo di lucidità e soprattutto tentando di non pensare al martello che gli stava sfondando le tempie. Maledetto corpo da Angelo.
Quando arrivarono in infermeria Luryel riconobbe con grande sforzo l’Angelo che gli venne in contro chiamandolo per nome: era Iatrikiele***, uno degli allievi di Raffaele e era una vera fortuna averlo lì perché conosceva già il suo problema, quindi non c’era il pericolo che chiedesse una visita alle ali.
Il Guaritore voltandosi verso il Demone gli chiese: “ Cos’è successo?”
Shenyur cerco di sembrare il più gentile possibile e gli rispose: “ In mensa Belial l’ha attaccato. Ha battuto la testa contro il muro e inoltre gli ha tenuto la gola serrata per un bel po’”
Iatrikiele sbuffò e tirando fuori una piccola torcia sottile dal taschino del camice disse: “ E’ il terzo Angelo che mi arriva in due ore. Dovrebbero cacciarlo fuori, solo perché è il figlio di un re crede di poter fare quello che vuole, per non parlare di quel Moloch che si è trascinato a presso… era un posto abbastanza sicuro questo, ma ora sta diventando invivibile.”
Shenyur gli chiese: “ Aspetta, ma Moloch intendi il gran Demone?”
L’Angelo annuì e rispose: “ Era venuto qui per occuparsi del Principe e fargli da guardia del corpo, ma ora a quasi tanto potere quanto quel malato di Asmodeo.”
Mentre parlava analizzava gli occhi di Luryel, in cerca di eventuali traumi.
Con la lucina che gli bruciava la retina e gli fulminava lo sguardo l’Angelo moro chiese: “ Sai qualcosa di tutti quegli Angeli morti?”
Iatrikiele rispose posando la pila: “Ho fatto io stesso le  autopsie agli Angeli trovati uccisi e Nosemol si è occupato di quella dei demoni. Uccisi in modo brutale e io non credo che i nostri nuovi demoni siano del tutto innocenti o per lo meno estranei a questa faccenda. Bene, ora togliti la maglietta, che vediamo se la schiena è apposto con la botta che hai preso”
e poi voltandosi verso Shenyur gli disse: “ Ehm io non so in che rapporti siete, però per formalità devo chiederti di uscire.”
Il Demone rispose lievemente in imbarazzo: “ Bene… io esco…” e con ciò andò via chiudendosi la porta alle spalle.
Luryel si sfilò la maglia, rabbrividendo appena per il freddo della stanza.
Ora che gli era tornata la lucidità e non si sentiva più intontito, riconobbe le pareti intonacate di bianco, il grande finestrone alle sue spalle da cui entrava in fiotto di luce, la scrivania ordinata e piena di fascicoli, lo scheletro finto di un angelo e la libreria riempita con tutte le cartelle degli Angeli presenti nell’istituto.
Una domanda gli solleticò il palato e non riuscì a trattenerla, chiedendo al Guaritore: “ Perché sei qui? Voglio dire… sei stato un alunno di Raffaele, perché non hai continuato in Paradiso?”
Iatrikiele iniziò a esaminargli la schiena e rispose: “ Dopo aver studiato  con il mio maestro mi sono reso conto che non era quello che volevo… una medicina astratta, che cura solo l’anima non era quello che faceva per me.
Chiesi un permesso per svolgere alcune ricerche sulla terra e dopo neanche un giorno mi imbattei in Nosemol, lui mi portò qui e si offrì si continuare la mia istruzione facendomi conoscere tutta la medicina pratica che avevo sempre sognato di imparare e poi dopo circa due anni decisi di restare qui.
Molti mi prendono per pazzo ma la verità e che qui io sto molto bene e poi Nosemol è fantastico.”
Luryel lo guardò interrogativo, mentre si stese supino e Iatrakiele gli posò lo stetoscopio freddo sullo sterno.
Il Guaritore rise e disse: “ Non guardarmi così! Collaboriamo insieme da circa cinque anni ed è un’amicizia stupenda. Bene, puoi rivestirti. A proposito se non sono indiscreto, come hai conosciuto quel demone?”
Luryel rispose un po’ incerto: “ L’ho incontrato mentre venivo qui e così abbiamo deciso di intraprendere la strada insieme.”
Iatrikiele disse: “ Ci tiene a te… Comunque non sono fatti miei, lo chiamo.”
L’Angelo si riaggiusto bene la cravatta e vide Shenyur entrare con una forte preoccupazione in volto.
Il Guaritore prese un foglio e mentre scribacchiava qualcosa disse: “ E’ tutto intero ed è stato molto fortunato per la botta che ha preso.
Mi preoccupa un po’ solo il livido sulla schiena, ma non è niente di grave. Questa è una pomata, la mette prima di dormire per un paio di sere e dovrebbe sparire tutto.”
E con questo consegnò nelle mani di Shenyur una scatola rettangolare e piccola con un foglietto con le istruzioni. Luryel si alzò e avvicinandosi al Demone disse: “ Grazie mille Iatrikiele.”
L’Altro gli posò una mano sul capo e disse: “ Stammi bene Cucciolo!”.

Dopo la visita Luryel e Shenyur si divisero, perché il Demone aveva lezione di educazione fisica, mentre l’Angelo grazie al suon esonero potè approfittarne per rifugiarsi in biblioteca in cerca di qualcosa di utile per la loro ricerca.
La biblioteca occupava un’intera torre dell’Accademia e ogni piano era enorme e labirintico, la scala a chiocciola era intermante in pietra con un corrimano sottile e abbastanza fragile, le parete erano grigie e ricoperte da alcuni strati di polvere, il soffitto a punta era altissimo e solo guardarlo dava il capogiro, mentre tutte le finestre in stile gotico cozzava con i fili elettrici che si arrampicavano lungo le pareti, per dare energia ad un grosso lampadario che pendeva dal soffitto.
Fuori il tempo si era rabbuiato e dense nuvole nere avevano oscurato il cielo e coperto il sole, minacciando pioggia per tutta la sera.
Luryel salì tutte le scale e una volta all’ultimo piano entrò in una sala enorme e molto illuminata; all’ingresso c’era un tappeto rosso e celeste e di fronte a lui si stagliavano enormi scaffali con tantissimi libri di tutti i colori e appoggiati lungo le librerie c’erano delle lunghe scale che permettevano di raggiungere i piani più alti. Nella parte destra della stanza c’era una scrivania in legno dalle grandi dimensioni e un Angelo intento ad esaminare alcune carte.
Con passo leggero Luryel si avvicinò e salutò cortesemente riscuotendo l’altro seduto dietro la scrivania.
Il lunghi capelli color pergamena antica si spostarono in sincronia con il volto dell’Angelo, rivelando due occhi nocciola tendenti al verde contornati da lunghe ciglia bionde che erano dello stesso colore della tonaca.
Una volta puntato il suo sguardo su Luryel disse: “ Buonasera, cosa ti porta qui?”
L’altro rispose: “ Oh bhè cercavo qualche libro sulla storia di questo posto.”
L’Angelo sorrise e rispose: “Ultimo scaffale a sinistra, terza mensola.”
Dopo averlo ringraziato Luryel iniziò a vagare per i corridoi e trovato un libro interessante si sedette a leggerlo.
Fu disturbato dopo una decina di pagine da un dispettoso sbuffo di vento che lo fece rabbrividire e girandosi notò con stupore che le finestre erano chiuse e preferì non indagare oltre, ma un cigolio gli sfiorò le orecchie e con espressione incuriosita si alzò e vide una porticina nascosta da uno scaffale che si era aperta.
Guardandosi intorno notò che non c’era nessuno e afferrata una pila decise di scendere.
Il cunicolo era basso e infestato da ragnatele, un continuo scalpiticcio di topi si susseguiva rabbioso lungo i gradini e Luryel fu tentato di tornare indietro, ma si sentiva come obbligato a continuare. Le scale sembravano non finire più e l’aria diventava sempre più umida e chiusa e i gradini iniziavano a bagnarsi diventando scivolosi, ma prima che potessero diventare impraticabili Luryel vide avanti a sé una porta e spingendola con forza entrò in una stanza piccola e dal soffitto basso.
Una vecchia lampada a olio giaceva rotta su una scrivania tarlata con fogli di carta consumati dal tempo e un vecchio calamaio privo d’inchiostro.
La sedia che un tempo era ricoperta di pelle bordeaux scuro ora era completamente scrostata, a terra c’era un vecchio baule in ferro chiuso a chiave.
Luryel girò intorno alla scrivania e prese con mano incerta una chiave arrugginita, infilandola nella toppa del baule per aprirlo.
La serratura brontolò e raspò infastidita prima di aprirsi e lasciare intravedere il suo interno in ferro scuro e il suo contenuto: un fazzoletto in seta bianca e un diario.
Toccato in quadratino di stoffa l’Angelo rimase sorpreso e riconobbe subito il materiale: Seta d’Angelo, tessuta con i più sottili capelli degli Angeli.
Aprendolo Luryel trovò dei frammenti di cristallo annerito e appuntito che identificò come i resti di una Goccia e prese il diario carezzandone la superficie liscia e stranamente calda.
Gli sembrò così familiare quella consistenza e portandoselo vicino al volto lo annuso e una morsa gli strinse il cuore: era lo stesso profumo che ricordava dal momento della sua nascita: calendula* e crisantemo**.
Sulla parte frontale del diario vide incise delle parole nell’Antica lingua angelica: αμαρτία της αγάπης*** e come sottotitolo: Δεν ήθελα  να σ 'αγαπώ****.
Un tuono molto forte lo spaventò e temendo che potesse succedere qualcosa rimise a posto il diario, promettendosi che sarebbe tornato domani per capirne di più.
Risalì rapidamente le scale e prese il libro che aveva preso, registrandolo sul registro delle uscite per poi avviarsi fuori.
Appena uscì dalla torre fu sorpreso da un temporale fortissimo e da un vento simile ad una bufera che gli fece quasi volare la giacca, l’acqua fredda gli sferzava il volto e i capelli venivano sballottati dal vento.
Proseguire era impossibile, considerando che non riusciva nemmeno a vedere niente così decise di rifugiarsi con passo svelto in una locanda a pochi metri di distanza.
Appena entrato soffocò l’impulso di tossire a causa dell’aria satura di fumo e abbastanza impacciato cercò un modo di farsi strada sul pavimento fradicio e ricoperto da stracci di giornale. Il locale era abbastanza caldo, arredato con vecchi mobili adornati da luci al neon blu e bianche che disturbavano la vista, i tavoli erano alcuni in ferro e altri in legno e ricoperti da uno strato di grasso e sporco nonostante le persone che si affaccendavano per pulirli.
Rimase fermo all’ingresso per dieci minuti buoni finché qualcuno non gli posò la mano sulla spalla, facendolo sussultare.
Girandosi Luryel vide un angelo con un occhio bendato e il volto affaticato che gli chiese gentilmente: “ Ti serve qualcosa?”
L’altro distolse lo sguardo per non sembrare irrispettoso e rispose: “ Ho pensato di cercare rifugio qui, visto che non sono riuscito a tornare a casa.”.
L’Angelo dall’occhio bendato gli rispose: “ Bene, ma qui non è un posto per te… seguimi…” e prese Luryel per un braccio portandolo in una stanzetta sul retro e facendolo accomodare.
Quando si chinò per prendere un vassoio la maglia si alzò sulla schiena, mostrando due cicatrici.
Gli avevano strappato le ali.
Allora Luryel ricollegò tutto: i capelli lilla chiari, gli occhi opachi senza colore: quello doveva per forza essere Ituriele.
L’altro accorgendosi di essere stato riconosciuto disse: “ Ebbene si, sono proprio io Vostra Grazia.”
E con ciò si inchinò.
Luryel non potè fermarlo perché essendo Ituriele un Angelo Caduto non aveva più alcun onore e era obbligato a quegli atteggiamenti.
Posando un vassoio con una tazza di tè fumante e calda l’Angelo caduto si sedette e disse: “ Vi starete chiedendo come è successo, non è vero?”
Luryel lo guardò e rispose: “ Oh no… ognuno ha la sua storia e non siete costretto a raccontarmela…”
Ituriele rispose: “ Sento che ho bisogno di parlare con te. Come tu sai ero uno sei Sette Arcangeli Maggiori prima della caduta… tutto risale alla Battaglia Suprema, io ero solo un inviato sulla terra che commise l’imprudenza di voler affrontare un gruppo di demoni da solo.
Fui sconfitto facilmente e furono loro a togliermi la Dignità e la Purezza… quel giorno mi tagliarono le Ali e fui costretto a vivere in esilio qui sulla terra.”
Luryel rabbrividì pensando che anche lui correva lo stesso rischio.
Ituriele continuò dicendo: “Il capo di quel branco si chiamava Moloch… sta attento giovane Serafino, i demoni sono bugiardi, ti ammaliano, fingono di volerti proteggere e poi non esitano a distruggerti. Noi siamo diventati deboli purtroppo… troppi anni chiusi nel nostro Regno ci hanno reso incapaci di difenderci… guardati le spalle e non fidarti per nessun motivo dei demoni.”
Luryel strinse i pugni.
Era vero.
Shenyur era un demone, quindi anche lui poteva ferirlo e ucciderlo, però lo aveva difeso… ma se i demoni sono bugiardi allora.. forse… tutti i suoi timori furono accantonati dalla voce di Ituriele che gli disse: “ Ha smesso di piovere, è meglio se rientri e se ti va passa a trovarmi qualche volta…”
L’altro annuì e uscì da una porta cigolante che dava sul retro della strada principale a pochi isolati dal lato ovest.
Inconsciamente iniziò a correre, ansioso di togliersi dalla strada, ma il solo pensiero delle parole di Ituriele gli fece venir voglia di scappare.
Mentre era fermo al centro della stanza a riflettere una mano gli di posò sulla spalla e una voce roca gli chiese: “ Eccoti qui, sei rimasto fuori anche tu a causa del temporale?”
Spaventato si ritrasse e si voltò di scatto, ma riconoscendo la figura di Astaroth si calmò un po’.
Il Gran Demone si passò una mano sul capo e gli disse: “ Scusami, devo ancora abituarmi al fatto che tu ti spaventi se qualcuno ti viene alle spalle… sono abituato con i demoni…”
Luryel disse quasi balbettando: “No..Non fa Nie..niente…”
Il Demone gli chiese: “ Stai bene? Shenyur mi ha raccontato di quello che è successo in mensa, come ti senti? Cioè sei tutto intero?”
L’Angelo annuì e seguito da Astaroth si avviò verso il palazzo.
Una volta salite le rampe di scale entrarono nella camera del Gran Demone dato che gli altri tre erano lì.
Appena furono entrati Berith erse una barriera in modo che nessuno potesse ascoltare i loro discorsi e Astaroth iniziò dicendo: “ Andrò dritto al dunque… abbiamo due grossi problemi che si chiamano Moloch e Belial”
Luryel trasalì e collegò quel nome alla storia di Ituriele… il Demone che lo aveva macchiato era ancora in giro?
Malvoleo si stiracchiò dicendo: “Bhè caro il mio maestro, mi spiace deluderti, ma i nostri problemi sono sette, contando anche quegli ammassi di muscoli ambulanti che sono al seguito di Belial…” Astaroth lo fulminò e continuò: “ Questo complica le nostre ricerche, perché io purtroppo sarò controllato a vista da Moloch e da quello che ho capito Belial si diverte a fare il capo e sarà un bel problema per le nostre indagini.”
Luryel gli disse: “ Mi scusi…” Il Gran Demone gli disse: “ Dammi del tu…” e l’Angelo continuò: “ Io ho due ore libere ogni due giorno per le lezioni di volo e altro che non seguo, quindi visto che anche Belial è impegnato, potrei fare io qualche ricerca in quei momenti.”
Shenyur prese la parola e disse: “ Non mi piace che tu vada in giro per Rothenburgh da solo…”
Astaroth scosse la testa e disse: “ Nemmeno a me… ma al momento sembra qualcosa di accettabile a patto che tu non esca dall’accademia, lì sei relativamente al sicuro.”
Luryel chinò il capo sentendosi d’intralcio e annuì comunque accettando le limitazioni.
Berith prese la parola dicendo: “ Io sono passato in biblioteca e ho preso un testo sulla storia dell’Accademia, così da avere un’idea generale del posto.”
Luryel gli disse: “ Anche io sono passato e ho trovato un libro su tutto quello che è accaduto qui negli ultimi settecento anni.”
Il Demone con gli occhiale disse: “ Bene! Così insieme potremo iniziare con le ricerche!”
Astaroth prese di nuovo la parola e disse: “ Ora sistemiamoci prima, poi se avremo ancora forze ci metteremo a studiare.”
Tutti si ritirarono nelle proprio stanze e Malvoleo si rassegnò all’idea di non poter dormire con Luryel.
Arrivati in camera l’Angelo si sedette dal suo lato del letto e si tolse la giacca, sistemandola con cura sulla sedia e stendendosi sul letto cercando un po’ di conforto per la stanchezza, ma una gemito di dolore gli scappò dalle labbra e allora ricordò del livido che aveva tra le scapole.
Alzandosi a malincuore prese la pomata che Shenyur gli aveva posato sulla scrivania, mentre il demone si avviava in bagno chiudendosi la porta alle spalle.
Tornato vicino al letto l’Angelo si sfilò la camicia, lasciandola scivolare lentamente lungo le spalle e svitò con gesti misurati il tappino della crema, scrutandone il gel trasparente e fresso che gli si insinuò tra le dita pallide. Prendendone una piccola quantità provò ad applicarla sul livido, ma senza riuscirci.
Provò a far passare il braccio per accanto la testa oppure a farlo scivolare dietro la schiena e a farlo salire, ma non ebbe alcun risultato e riuscì solo ad appiccicarsi la crema nei capelli.
Shenyur intanto era uscito dal bagno e lo guardava ghignante appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate e dopo svariati minuti in cui si era goduto la vista dell’Angelo che si districava tra il gel decise di chiedergli: “Serve una mano?” Luryel lo guardò e annuì dicendo: “ Oh… bhè si…”
Il Demone salì sul letto e vi si sedette a gambe aperte invitando l’Angelo a prendere posto avanti a lui.
Lievemente in imbarazzo l’altro accettò l’invito e porse la pomata a Shenyur che la aprì e ne prese una modica quantità, poggiando poi le dita sulla schiena pallida dell’altro che sobbalzò appena.
Il Demone gli disse: “ Scusa…” Luryel gli disse: “Oh no non mi hai fatto male… solo hai le mani lisce e hai un tocco leggero…”
Shenyur pensò che l’altro si stesse sbagliando alla grande, tutti gli altri Angeli che lui aveva ferito e tutti i demoni che si era fatto non avrebbero esattamente detto la stessa cosa, ma con Luryel era tutto diverso… se l’era ripetuto fino alla nausea, ma ancora non aveva capito cosa facesse scattare in lui quell’Angelo.
Intanto le sua mani abili continuavano ad accarezzare quella pelle liscia più del dovuto e Luryel non si muoveva, ma era fermo e incantato da quel tocco e lievemente si stava accostando al Demone. Furbamente Shenyur prese dell’altro gel e continuò a continuò a massaggiare, mentre la sua aura si espandeva intorno a loro due cinrcondandoli.
L’Angelo gemette ma non di dolore: un gemito leggero e trattenuto. Shenyur pensò solo per un istante di continuare a tentare Luryel fino a farlo cadere nelle sue braccia e il pensiero malefico lo portò a far scendere le mani lungo la spina dorsale dolcemente incurvata fino al bordo dei pantaloni, ma a quel tocco l’altro si spostò in avanti, sfuggendo e balbettando un lieve: “ Va bene così grazie…”
Il Demone si passò una mano tra i capelli e disse: “ Non so cosa mi sia passato per la testa…”
L’Angelo gli sorrise e gli rispose: “ Non preoccuparti e grazie ancora.”
L’altro cercò di sorridergli e rispose: “ Di niente… Bene io ora vado a dormire…”
Luryel sbadigliò e gli rispose: “ Bhè anche io…”
Si sdraiarono insieme, rimanendo a fredda distanza voltati da due lati opposti.
Dopo pochi minuti Shenyur si era già addormentato, ma Luryel non riusciva a chiudere gli occhi, la sua mente era affollata da troppi pensieri e così si alzò lentamente per prendere il libro sulle origini di Rothenburgh e uscire sul balcone.
Incurante del vuoto si sedette sulla ringhiera di ferro, con il volto sferzato dal vento. Aprì il libro iniziò a leggere:
 

Capitolo 1

L’accademia di Rothenburgh nasce nell’anno 1374 in seguito dalla nobile idea delle vostre Santissime menti Angeliche e dal pensiero di Demoni superiore.
In seguito ai drammi che hanno colpito le popolazioni Angeliche e Demoniache creando gravi problemi e numerose perdite in un luogo neutrale, viene costruito questo luogo neutrale al di la di ogni incantesimo e credenza.
Per ordine supremo vengono posti a capo dell’Accademia il nobile Arcangelo Remiele del cerchio dei Serafini e il Demone superiore col grado di Duca e comandante di trenta legioni Asmodeo.

 

La sua lettura fu interrotta da una voce che gli disse: “ Compiti per casa?”
A causa dello spavento Luryel si sbilanciò in avanti, rischiando pericolosamente di cadere ma davanti ai suoi occhi comparve la figura di Shenyur con le ali spalancate che era pronto a prenderlo. L’Angelo gli sorrise e disse: “ Non riuscivo a dormire e così ho pensato di mettermi a leggere un po’.”
Il Demone lo guardò e gli chiese: “ In bilico su una ringhiera?”
l’altro chinò il capo e disse: “ Bhè mi è sempre piaciuto guardare le cose da un posto alto, sembra quasi di volare… almeno credo…”
Shenyur lo guardò e gli chiese: “ Ti fidi di me?” Luryel lo guardò interrogativo e gli rispose: “ Si… perché?”
Il Demone gli prese il libro dalle mani e lo posò  a terra con noncuranza facendo passare repentinamente un braccio sotto le ginocchia di Luryel e l’altro all’altezza delle braccia per poi prenderlo in braccio.
L’Angelo di slanciò gli legò le braccia al collo temendo di cadere.
Il Demone rise e gli disse: “ Ti tengo io…”
Le grandi ali nere si muovevano possenti e leggere agitando l’aria che arrivava fresca addosso a Luryel che prendendo un po’ di coraggio si sporse a guardare di sotto.
Senza preavviso Shenyur iniziò a muovere le ali con più forza e volò più in alto fin che le luci non sembrarono delle minuscole lucciole che illuminavano un prato e chiese all’Angelo: “ Che te ne pare?” Luryel completamente incantato gli rispose: “ E’ stupendo! Non pensavo fosse così… non so descriverlo!”
Il Demone rise e disse: “ Tieniti forte allora!” mentre iniziava un caduta veloce verso il basso tuffando tra le nuvole con Luryel che aveva affondato il volto contro il suo petto.
Quando il ritmo del volo tornò normale l’Angelo tornò a guardare il paesaggio e vide un’immensa distesa di acqua che si apriva sotto di loro e con sguardo ammirato disse: “ E’ il mare, vero?” Shenyur annuì e disse: “ Si… ti piace?” L’altro estasiato annuì allegro e il demone si fermò sulla spiaggia planando dolcemente.
La distesa di sabbia era ancora calda e quasi fastidiosa e Shenyur si sedette su un masso guardando Luryel che impacciato si avvicinò alle onde, evitando di bagnarsi i piedi scalzi.
Era uno spettacolo rilassante e appagante vederlo muoversi alla luce delle stelle con i raggi della luna che gli lo inondavano di luce, facendo quasi risplendere la sua pelle nivea.
Il Demone si alzò e gli andò vicino, accovacciandosi sul bagnasciuga e giocherellando con l’acqua fredda.
Luryel preso dall’euforia prese dell’acqua tra le mani e spruzzò il Demone ridendo e l’altro con il volto bagnato disse: “ Vuoi la guerra, Angelo?” e lo schizzò a sua volta.
Beandosi della sensazione dell’acqua fredda sulla pelle Luryel bagnò di nuovo Shenyur che per tutta risposta si alzò rincorrendolo e dicendo: “ Ah si? Vieni qui Angioletto!” l’Angelo iniziò a ridere cercando di scappare, ma dopo pochi metri di inutile corsa Shenyur lo afferrò per un polso attirandolo a sé e ridendo gli posò le mani sui fianchi alzandolo e facendo svariati giri su se stesso con Luryel che rideva guardava il cielo con le braccia aperte.
Persero l’equilibrio tutti e due, finendo sulla sabbia bagnata uno addosso all’altro.
Luryel era capitato sotto e ora guardava dritto negli occhi il Demone, scandagliandone ogni lineamento e soffermandosi sulle labbra piene e la sua mente partorì un pensiero proibito: Chi sa com’era sfiorare quelle labbra… Shenyur rotolò di lato e l’Angelo gli si avvicinò, mentre un braccio dell’altro gli cingeva le spalle.
Luryel gli disse: “ E’ strano… oggi quando in mensa ho visto Belial, quando sono solo con qualche altro Demone mi sento strano… ho paura… mi sento a disagio… con te invece è diverso… con te sto bene…”
L’altro lo guardò e gli disse: “ Mi fa piacere, anche io sto bene con te… restiamo qui stasera…”
Luryel lo guardò e gli disse: “ Ma Astaroth e gli altri…”
Shenyur gli posò un dito sulle labbra e disse: “ Sono il Principe… potrò decidere qualcosa anche io…”
l’Angelo annuì e sorrise e poi gli disse: “ Grazie… io non avevo mai volato prima, ma è stato stupendo… non so come ringraziarti…”
Il Demone gli disse: “ Non devi ringraziarmi… avevo voglia di farlo e l’ho fatto…” e con questo tornarono a guardarsi negli occhi.
Celeste nel rosso… Acqua nel fuoco… Purezza nel Peccato… Paradiso nell’Inferno… eppure in quel contatto non si leggeva niente di sbagliato… solo un beato senso di calma.
Le parole di Ituriele erano una nota stonata in quella melodia.
Luryel era consapevole che Shenyur era fuoco vivo pronto a bruciarlo, ma uno strano pensiero si formò nella sua testa: se Shenyur era il fuoco lui era quasi disposto a farsi bruciare per avere ancora un po' del suo calore...



Alloraaaaaa!!!
Iniziamo con le precisazioni:
Iatrikiele= nome derivante dalla parola greca "Iatria" ovvero medicina/cura
Nosemol= nome derivante dalla parola greca "Nosema" ovvero malattia
αμαρτία της αγάπης= frase derivante dal greco e significa "peccato d'amore"
Δεν ήθελα να σ 'αγαπώ= frase derivante dal greco e significa "non volevo amarti"
Fiore di calendula: dispiacere, dolore, pena d'amore
Fiore di Ciclamino: addio.
Bene vorrei solo dirvi che io ho appena finito il primo anno di liceo classico e quindi faccio greco da poco e se qualcuno di voi più esperto notasse qualche errore in queste frasi non si faccia scrupoli a farmelo notare!
Vi ringrazio di tutto!             
Eccovi anche le immagini della scena della spiaggia per arpirle sempre lo stesso procedimento!
Ciaooo!!!
  
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