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Autore: Inganno    22/06/2013    1 recensioni
Tutte le sere Alice immaginava a come potesse essere quel colore che sua nonna le descriveva con tanta nostalgia, non riuscendo neppure lontanamente ad immaginare che sarebbe stata lei a riportarlo agli uomini.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riflesso

P

iù scendeva, più l’ansia saliva. Gli scalini scricchiolavano di tanto in tanto, e Alice si domandava quando finalmente sarebbe giunta al pian terreno. Non immaginava di aver vissuto in una camera tanto alta, eppure era così. Una volta aveva letto un libro del genere, su di una fanciulla che era rinchiusa in torre… Ma almeno la protagonista di quel racconto conosceva la ragione della sua prigionia, a differenza di Alice.

Poi si fermò. E con lei anche Blu. La stanza che adesso si trovava di fronte era ancor più grande di quanto non fosse la sua stessa camera, e la ragazza fu pervasa da un’inspiegabile sensazione. Non capiva neanche lei se fosse timore, curiosità, sconforto, o chissà cos’altro. Prese ad esaminare la vasta area, prendendo tra le mani oggetti di cui ignorava totalmente l’utilità, ma che ai suoi occhi apparivano fantastici. Poi un tonfo, che la fece sussultare.

“Blu!” esclamò la ragazza infuriata con l’animale, che aveva fatto cadere una grossa pentola. Alice mise la mano sul petto, avvertendo così la rapidità con cui il suo cuore batteva. Ispirò ampiamente un paio di volte, dopodiché prese il lumino alla sua destra e si diresse verso l’oggetto che Blu aveva fatto schiantare al suolo. Alice osservò il suo riflesso distorto nel metallo, ma si rese conto solo dopo alcuni secondi che quell’immagine deforme fosse in realtà lei stessa. Nella sua camera non vi era neanche uno specchio, a dire la verità la ragazza non sapeva nemmeno cosa fosse. La nonna faceva sempre particolare attenzione a non portarle nulla col quale la nipote avesse potuto anche soltanto minimamente riflettersi. Alice non sapeva come fosse il suo volto e, stando alle frottole della vecchina, nessun uomo conosceva il proprio viso. Poi, per l’ennesima volta, Blu riportò alla realtà la padroncina, miagolando rumorosamente. Alice lasciò l’oggetto sul pavimento, si diresse verso il micio e posò la lucerna su di un tavolino, non distogliendo lo sguardo dal gatto.

“Devi fare il bravo” gli ordinò la ragazza, anche se ormai conosceva l’indole scatenata di Blu. Lei si inginocchiò, senza distogliergli lo sguardo, e lo prese delicatamente tra le sue braccia, avvertendo così il suo morbido pelo. Ma il povero gatto si ritrovò subito a terra, lasciato cadere noncurante al suolo. Fortunatamente del tutto illeso, tornò ad osservare la padrona. Quest’ultima fissava dritto davanti a sé, immobile.

E osservando il blu dei suoi occhi, le fu chiaro il motivo della sua prigionia.

 

  
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