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Autore: Selene_90    05/01/2008    19 recensioni
La sofferenza per la morte di Sirius sconvolge Harry più di quanto tutti potessero immaginare. Questo lo porterà a fare scelte improvvise e difficili.In un mondo dove neanche gli amici più fidati sembrano credergli prenderà decisioni che gli sconvolgeranno la vita.Tutto questo tra nuovi personaggi , nuovi poteri e nuovi amori.
Genere: Generale, Romantico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I, Malandrini, Il, trio, protagonista, Serpeverde | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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cap 11 mistero dei tempi

Salve a tutti! Scusate il ritardo ma ho avuto un blocco dello scrittore per questa fic terribile! Non riuscivo più a scrivere niente che mi soddisfacesse. Le idee c’erano ma non veniva scritto come avevo in mente io!

Cmq problema risolto! Ci sono notizie importanti in questo capitolo…soprattutto sul medaglione! Forse vi incasineranno ancora di più o forse no…chissà!!!! Poi sono presenti come sempre piccoli indizi sui nostri personaggi.

Buona lettura a tutti e fatemi sapere, sperando che ci sia ancora qualcuno che legga la mia fic! baci

 

 

 

-“   “- pensieri-    

-     -  discorsi parlati

-*    *- discorsi telepatici 

 

 

Capitolo 11

Dove tutto ebbe inizio

 

 

 

-Sei sicuro?- La voce era ansiosa e preoccupata.

-Tranquilla Gal! Hanno bisogno di te adesso. Vai!-

-Ma…-

-Niente ma! Ascoltami…Se Harry fosse qui ti direbbe esattamente la stessa cosa-

La mora abbassò lo sguardo mentre ciocche ribelli andavano a coprirle il volto

-Tuo padre ha bisogno di te Gal-

Un sorriso involontario nacque sulle sue labbra a quella parola

“Padre”…

Gia…ormai per lei era suo padre

Anche se non era sua figlia naturale, anche se non era sangue del suo sangue, l’aveva accettata come se lo fosse senza pensarci due volte.

Poteva leggervi tristezza in quello sguardo così particolare quando la guardava diritta negli occhi

Tante volte si era sentita dire a chi assomigliassero i suoi occhi e tutte le volte una lacrima sfuggiva al suo controllo. Lei aveva lo sguardo di sua nonna oltre che il colore.

-Shai…-

-Shhh- disse l’uomo mettendole un dito sulle labbra

-Andrà tutto bene vedrai! Adesso vai! Io e Layra ce la caveremo benissimo!

Lei sorrise cercando di prendere coraggio! Aveva un brutto presentimento!Scosse impercettibilmente il capo come a voler scacciare quei pensieri

-D’accordo!- Tirò leggermente su col naso mentre prendeva il coraggio a due mani! Shaine le fece passare un dito delicatamente su quella lacrima che stava scendendo lenta dai suoi occhi catturandola tra le sue dita.

-Adesso vai!-

Gahelle annuì con uno sguardo pieno di determinazione. Era così uguale a suo padre.

 -Ti prego Shaine stai attento ad Harry-

Lui le sorrise sincero! -E tu stai attenta a Draco allora!-

Fece un cenno d’assenso e dopodiché sparì davanti ai suoi occhi. Il biondo rimase diversi secondi a fissare il punto dove poco prima c’era la ragazza pensando a quanto la vita le avesse tolto, prima tra tutti la sua famiglia.

-Zio…zio-  la sua attenzione venne totalmente catturata dalla piccola creatura che gli stava correndo incontro. I capelli mori svolazzavano ovunque mentre anche da quella distanza poteva vedere i suoi occhi luccicare di vita propria.

 

 

***

 

 

Un leggero sospiro si levò nel silenzio della notte tra le mura dell’infermeria quando un ragazzo moro riuscì a chiudersi senza far rumore il grosso portone alle spalle.

Non riusciva proprio a restarsene con le mani in mano, soprattutto quando non aveva nulla ed era rinchiuso all’interno dell’infermeria. Madama Chips era andata a dormire da poco e lui subito ne aveva approfittato per tagliare la corda.

Decisamente quello non era il momento di restarsene lì senza fare nulla, non quando aveva un compito da portare a termine.

 

Riprese tra le mani la lettera speditagli da Shaine pochi giorni prima rileggendo alquanto pensieroso le ultime frasi

 

Scorse velocemente ciò che gli interessava:

 

Ehi moscerino vedi di sbrigarti! Non so te ma Layra mi fa morire e continua  a lamentarsi sul fatto che faccio pena a raccontare storie mentre continua ad alloggiare TE come suo eroe.

Non so, se permetti la cosa è alquanto irritante. Comunque tutto questo per dirti che forse ho notizie! Dovrebbe ancora essere ad Hogwarts da quanto risulta dalle mie ricerche. Guarda nel capitolo reliquie del tempo.

E sbrigati!

 

 

Quel “te” sottolineato lo fece inevitabilmente sghignazzare.

Shaine non si smentiva proprio mai! Era capace di passare da una stupidaggine alla cosa più seria di tutto il mondo in meno di un secondo. Ma gli voleva un gran bene anche per questo. Ok magari questo era meglio non farglielo sapere troppo. Glielo avrebbe rinfacciato a vita.

Ma cosa ancora più importante…faceva veramente pena a scrivere lettere e forse era proprio per questo che non le scriveva mai, perché come diceva lui  “ esistono modi molto più veloci per comunicare”.

 

Era ancora notte fonda ed i corridoi di Hogwarts erano deserti e bui. Qualche sprazzo di luce illuminava i fianchi delle antiche mura mentre la luce provocate da essi si riflettevano lucenti sui corpi delle armature.

Non aveva con se ne la mappa ne il mantello dell’invisibilità, ma ormai non gli servivano più…almeno il mantello , e per la mappa…beh…avrebbe fatto senza dubbio comodo, ma a quella si poteva sostituire una buona dose di fortuna.

Si fermò appena sentì i passi frettolosi di qualcuno dirigersi verso di lui, con un movimento fluido della mano si rese invisibile ad occhi indiscreti appiattendosi al muro quando un’agitata McGranitt gli passò d’avanti.

La seguì con lo sguardo finché non la vide incontrarsi con un altrettanto agitato Piton.

Non che l’agitazione potesse risiedere nelle sue parole, ma aveva notato quei pugni chiudersi spasmodicamente attorno ai lembi della sua veste fino a far diventare le nocche bianche e l’espressione addirittura più crucciata del solito diede conferma alle sue supposizioni.

Rimase combattuto se seguirli fino all’ufficio del preside verso il quale erano diretti oppure no! ma sapeva fin troppo bene che andare là, anche se invisibile, non avrebbe affatto giovato.

Avevano fatto un patto. Era ora di vedere se veniva rispettato da entrambi i lati. Lui la sua parte l’aveva fatta.

 

-*esplorazione notturna?*-

-*più o meno*- e sorrise ad indirizzo del buio.

 

Riprese la via che stava percorrendo prima dell’incontro con la McGranitt, arrivando dopo poco nei pressi della biblioteca. Entrò senza problemi dirigendosi sicuro verso il luogo dove presumibilmente era nascosto il libro, ma contrariamente a quanto sarebbe stato normale non entrò nel reparto proibito ma svoltò a destra imboccando così un piccolo corridoio in genere poco frequentato.

Si bloccò quando giunse di fronte ad un vecchio scafale logoro, mezzo rotto e dall’aspetto malaticcio sul quale non vi era appoggiato nessun libro. La polvere faceva bella mostra di sé conferendo al tutto quel sapore di antico e pericoloso, misterioso e proibito.

Doveva stare attento…

Shaine gli aveva fatto una testa così riguardante quel luogo! L’ultima cosa che al momento voleva era dare a quel pallone gonfiato un’altra possibilità per rinfacciarglielo a vita.

Cominciò a mormorare diverse parole come una litania. La sua mente le ripeté se possibile ancora più volte di quello che le sue labbra fecero. Non successe nulla per diversi secondi, il silenzio regnava sovrano, quando ad un certo punto si sentì come il scattare di un serratura.

E mentre il mobile cigolava leggermente lasciando intravedere un passaggio al di là di esso, sorrise tra il sorpreso e il malizioso davanti a ciò che esso rappresentava:

Shaine 1 Harry 0.

Beh, questa gliel’avrebbe concessa. Si appuntò solamente di domandargli come l’avesse trovato.

Una piccola lanterna si illuminò  levitando a poca distanza da lui, una fiamma color oro rischiarava il percorso.

Si sentiva la pelle pizzicare come se ogni singola particella di quel luogo, che fosse polvere o meno, si stesse insinuando sotto di essa, dentro la sua carne fino a raggiungerlo nel profondo.

Il corridoio era breve e il tempo di percorrerlo e trovarsi già a destinazione passò velocemente. Si osservò meravigliato attorno. Si decisamente Shaine 1 e lui 0.

La stanza era circolare e abbastanza alta, decorata con ornamentazioni gotiche.

La visuale era un vero spettacolo che avrebbe abbagliato chiunque, lui compreso. Girando su se stesso come a rallentatore si osservò attorno, notando che una parete si ed una no erano occupate da scafali sui quali erano riposti i libri.

Ingombranti e logore copertine spiccavano per i loro colori scuri e cupi, anche se spiccare di certo può considerarsi un eufemismo. Più che altro catturavano l’attenzione di chi le stesse osservando come un predatore catturava nei suoi occhi l’immagine della preda.

Avevano l’aspetto di essere veramente molto antiche, Hermione ne sarebbe di certo impazzita.

 Al centro della stanza vi era un divano che seguiva la forma di un lungo serpente attorcigliato su se stesso. L’unico controsenso era il colore…rosso rubino.

I valori e le qualità delle due più importanti case presenti ad Hogwarts, mischiate come a voler cancellare quelle differenze tra loro, come a volerle unire per dimostrare che qualcosa di buono poteva venirne fuori…

Come a dimenticare tutto il resto.

In pochi giorni aveva scoperto tre nuove ed ignote stanze nel castello che pensava di conoscere meglio al mondo. Evidentemente su questo punto si sbagliava. Hogwarts non era mai stata un mistero come in quel momento. Si sentiva come svuotato di quella certezza che l’aveva accompagnato nei lunghi anni trascorsi tra quelle mura, avvertiva dentro di se quella sensazione di nuovo ed ignoto che aveva provato la prima volte che i suoi occhi si erano posati su quelle mura.

“Hogwarts sarà e rimarrà per sempre un mistero” ed a queste parole non avrebbe mai trovato niente con cui controbattere.

-Vecchia volpe- sussurrò tra se con un ampio sorriso in volto

Si mise al centro della stanza in modo da avere dinanzi la maggior parte dei libri Pensò intensamente il nome del libro che gli occorreva.

Lo ripeté più volte finche si sentì come trascinare da una passaporta e tutto attorno a lui divenne buio. Nonostante Shaine lo avesse avvertito rimase comunque sorpreso.

Molto meglio di una comune libreria pensò

Quando il buio cominciò a diradarsi, alcune immagini gli corsero davanti agli occhi a velocità pazzesca costringendolo ad assottigliare lo sguardo per riuscire a mettere a fuoco qualcosa

Dopo un tempo che a lui parve particolarmente lente, cominciarono a rallentare man mano finché si fermarono del tutto.

La figura di un meraviglioso castello gli si parò di fronte con forza impressionante, tanto che se questo fosse stato vero lo avrebbe di certo schiacciato.

L’imponenza delle sue dimensioni gli fece fare automaticamente il confronto con Hogwarts ed il confronto non volgeva di certo a favore della millenaria scuola. C’era qualcosa di sconosciuto e non, allo stesso tempo, in quel maniero. Gli ricordava molto qualcosa che al momento non riusciva ad identificare.

Adesso la maggior parte dei suoi dubbi sarebbero stati risolti. O almeno così sperava.

Un forte odore di muschio selvatico invase i suoi polmoni, subito seguito dal classico odore dell’aria fresca, come aria da montagna solo ancora più pura se possibile.

l’immagine cambiò ancora con la stessa intensità sconvolgente di prima e si accorse questa volta di essere all’interno del castello. Il lusso saltava all’ occhio come una macchia nera in un foglio bianco.

Dovunque il suo sguardo si posava si rifletteva su qualcosa impossibile da descrivere a parole

“Adesso capisco tutto” pensò ironico -Avevi proprio dei bei antenati Malfoy- disse più a se stesso che a qualcuno in particolare.

Proprio così

Palazzo Malfoy o quello che un volta poteva considerarsi tale.

Come aveva previsto Draco non avrebbe potuto tirarsi fuori da quella faccenda, soprattutto adesso che aveva le prove che ne era coinvolto. Certo, tutto questo senza che lui ne fosse vagamente consapevole.

Le immagini ripresero a scorrere velocemente finché si ritrovò all’interno di una delle enormi stanze del maniero.

Subito una chioma di un biondo impressionante gli si parò d’innanzi agli occhi occupando il suo campo visivo.

Troppo biondo per non riconoscerlo.

Un uomo all’incirca sui quarant’anni stava discutendo animatamente con un altro dai capelli color onice e dagli incredibili occhi color del ghiaccio.

Era a pochi metri da loro ma, come succedeva comunemente nei ricordi del pensatoio, lui non poteva essere visto.

Era più uno spettatore che altro, e questo, in quel momento, volgeva senza dubbio a suo favore.

 

-Dove lo hai messo Thomas?-

-Non azzardarti a toccarmi Malfoy- rispose l’uomo con voce calibrata -Il tempo dei Malfoy ormai sta per scadere, e questo, porterà alla loro disfatta-

Ad ogni parola quello sguardo di ghiaccio lo imprigionava sempre di più a lui, come in una morsa letale, non distogliendolo assolutamente da quello del biondo.

Forse per questo si sorprese quando se li sentì puntare addosso tutto d’un tratto. Il tutto si era svolto in una manciata di millesimi di secondo, ma non si era sbagliato…non avrebbe mai più scordato quegli occhi, e con essi, l’intensità con i quali gli avevano scrutato l’anima.

-Tu non oseresti mai- esplose con tono rabbioso.

Il moro lo guardò beffardo

-Tu dici Abrax? Peccato che lo stia facendo- affermò osservandolo con un lampo di sfida negli occhi.

-Non costringermi Thomas. Dammelo e ti risparmierò la vita-

Il moro rise beffardo a quelle parole

-Allora devo dedurre perché ti stai rammollendo vecchio mio?-

-Thomas non approfittarne- la pazienza che aveva ostentato davanti all’ex amico cominciava a dare segni di cedimento. Qualcosa di invisibile si stava sgretolando lasciando spazio ad esso…il buio. Padrone delle nostre azioni più di spregevoli, fedele amico nei momenti in cui il nostro cuore si lascia andare e muore definitivamente.

Quella crepa era ormai ben visibile da molto tempo, la bramosia dell’uomo aveva ancora una volta trionfato sul resto.

- Malfoy puoi neanche uccidermi ma non saprai mai che fine ha fatto quel medaglione-

Il moretto da poco distante li fissò con espressione pensierosa…allora era da qui che era iniziato il tutto? Circa mezzo millennio prima? Come aveva potuto avere radici così profonde? E la cosa più strana è che alla fine aveva vagato per arrivare proprio a lui.

L’ironia della sorte.

Venne distratto dai suoi pensieri quando sentì un rumore sordo, improvviso quanto terribile, e vide una spada di puro argento trapassare da una parte all’altra il giovane uomo che rispondeva al nome di Thomas, mentre il biondo lo fissava carico d’odio e rabbia.

-Eccoti accontentato Black-  sputò acidamente prima di estrarre la spada dal corpo ormai morto dell’uomo che, senza più alcun sostegno, stramazzò morto al suolo. Le ultime parole che uscirono dalle sue labbra furono appena udibili:

-Arr…Arriv…erà…il giorno…-

-Mi dispiace ma per te è già arrivato- lo freddò l’altro prima di girare i tacchi e lasciare la suntuosa sala con il corpo privo di vita a terra.

Harry chiuse gli occhi testardamente per alcuni secondi.

Era successo ancora.

Ancora, e sempre sarebbe successo.

Si accorse che i Malfoy col passar del tempo non sarebbero cambiati per niente. la stessa bramosia verso il potere si sarebbe trasmessa di generazione in generazione, di padre in figlio…

Forse solo in Draco c’era ancora speranza.

Sia avvicinò lentamente al corpo riverso nel suo stesso sangue, osservando la sorpresa e la consapevolezza nello stesso tempo presenti in quelle iridi ghiacciate.

Senza pensarci due volte lentamente si accucciò a terrà osservandolo da vicino.

Capelli neri ed occhi grigi…

Un degno Black.

Proprio come lo era Sirius.

Con un lento movimento della mano gli chiuse le palpebre lasciandolo finalmente riposare.

Prima ancora che potesse rialzarsi le immagini cominciarono a vorticare velocemente obbligandolo a chiudere gli occhi dal fastidio che gli procuravano. Si ritrovò accucciato a terra in un ampio giardino del tutto diverso da quello precedente.

Il freddo gli perforò la pelle arrivando fino alle ossa, causandoli una serie di potenti brividi che gli fecero sbattere i denti.

Sollevò il volto cercando di combattere contro quella brezza che gli soffiava contro.

Dove diamine era capitato? In Alaska?

-Ma che?...- stava per esprimere circa un centinaio di imprecazioni quando il suo tono di voce venne sovrastato da quello di un uomo molto più anziano e dai capelli quasi del tutto bianchi.

- È questo?- c’era bramosia ed impazienza in colui che aveva formulato la domanda, come una cosa attesa da tempo ormai indefinito e desiderata fino allo sfinimento.

-Certo mio signore- rispose  la voce inginocchiata ai suoi piedi

-Lo spero per te altrimenti le conseguenze non potresti raccontarlo in giro.-

Poté giurare di aver sentito un gemito di terrore fuoriuscire dalla labbra del poveretto.

Come la scena di un film l’immagine dell’uomo venne ripresa di fronte percorrendo la sua figura dal basso all’alto.  Quando si intravidero le mani diafane dell’uomo stringere un medaglione a lui conosciuto un piccolo sospiro di sollievo si levò interiormente, e quando il volto dell’uomo che c’è l’aveva tra le mani stava per entrare nel suo campo visivo l’immagine si arrestò di colpo e il famigliare strappo provato all’andata si ripresentò alquanto bruscamente trascinandolo inesorabilmente in una spirale formata di buio e morte mentre dalla sua vista sparì il viso dell’uomo che aveva aspettato di vedere con tanta impazienza.

Quando il mondo attorno a lui terminò di ruotare vertiginosamente sentì i piedi toccar terra, anche se quelli non furono gli unici.

Come risvegliatosi da uno stato di trans venne scaraventato all’indietro trovandosi praticamente sdraiato nel bel mezzo della stanza

Il colpo fu abbastanza forte tanto da costringerlo a rimanere sdraiato a terra per diversi secondi.

-Magnifico!- ribadì più che altro al nulla

Col fiato corto come se avesse dovuto correre miglia e miglia restò sdraiato a terra con gli occhi ancora chiusi rivivendo nella mente gli ultimi avvenimenti appena rivissuti.

Di certo molti dubbi erano stati chiariti ma molti altri si erano aggiunti

Come ad esempio cosa centrava un Black? che fosse lo stesso Black che intendeva lui?

Pensando alle origine antichissime della famiglie purosangue non c’era da sorprendersi se la risposta fosse stata affermativa.

Ma i Black ed i Malfoy non erano sempre andati d’accordo? non condividevano le stesse idee praticamente su tutto?

O magari in passato non era affatto andata così? E cosa intendeva quel Thomas con le sue ultima parole?

Che già sapesse cosa sarebbe successo in futuro?

Queste ed altre domande affollarono la sua mente desiderose di una risposta più che sensata.

 Le probabilità che questo fosse vero erano alquanto scarse, ma non impossibili; e per completare il tutto, quel posto glaciale che non aveva mai visto in vita sua, con lo stemma della casa dei Malfoy impresso a fuoco con una grande “B” ben elaborata incastrata insieme alla “M”.

Cosa significava?

E chi era il misterioso uomo dalla pelle diafana che reggeva tra le mani il medaglione?

Aprì gli occhi di scatto con un unico pensiero fisso in testa

-“Io Shaine lo ammazzo”-

-*Oh caro per così poco?*- chiese la voce gioviale di Medison

-*Perché mi sembra che vi siate messi d’accordo per non dirmi niente?*- chiese indagatore con un sopracciglio alzato con il sospetto già per la risposta.

Un’altra risata cristallina giunse alle sue orecchie facendolo sospirare scocciato

-*Sai non dovresti fare comunella con quel disgraziato Med*-

-*Ma Harry*- disse come impressionata dalle parole appena dette dal moro

-*Non dovresti parlare male del tuo fratellino*- disse trattenendo a stento le risate

-*Fratellino un corno è più grande di me*-

-*Questo è vero ma come intelligenza penso sia pari ad un bambino di tre anni*-

Il moro si  rilassò pensando che un fondo di verità cerano in quelle parole lasciò sfuggire un piccolo sorriso prima dare conferma alle parole appena dette dalla ragazza.

 

 

Si era rinchiuso quella stanza alle spalle con una cera velocità ed un certo sollievo si era impadronito di lui quando l’aveva fatto. Senza rendersene conto la sua andatura aumentò ad ogni passo che compiva.

Assorto com’era non si accorse che la notte aveva lasciato il posto all’alba.

Hogwarts si stava risvegliando.

Stava ripensando alle parole dei due uomini nella visione. Quel Thomas aveva nascosto il medaglione da Malfoy e quest’ultimo lo aveva ucciso, pagando questa sua azione con la vita.

Ma perché quel medaglione era tanto importante? Harry sapeva quali caratteristiche aveva ma…

 

-*Lo sai che mi sento in colpa?*-

Il moro concentrato nei suoi pensieri  si sorprese quando sentì una voce roca nella sua testa

-*Miracolo!*- esclamò ironico felice di sentirlo.

-*Oh finiscila Potter!*-

-*solo dopo che lo ammetterai Black*-

-* ammettere cosa moccioso?*-

Lo poteva sentire benissimo che Sirius si stava divertendo come un matto in quella situazione

-*che sei una vera fonte di guai. Dovresti darmi il buon esempio e proteggermi essendo il mio padrino, invece guarda cosa mi tocca fare. Devo sempre salvarti io il collo*-

-*Oh non lamentarti mocciosetto*-

-*Come mai questo intervento notturno?*-

-*Beh vediamo come si può dire…*- fece finta di pensarci

-*Sai com’è…ho appena scoperto che un mio antenato era immischiato in tutta questa storia…*-

-*Sirus?*-

-*Ok, Ok mi annoiavo. Contento?*-

-*Estasiato!*-

Black lo ignorò continuando a parlare

-*E poi è un reato scambiare due chiacchiere col proprio figlioccio preferito?*-

Il moro non rispose ma un sorriso sincero prese vita sul suo volto

-*Non vedo l’ora che ritorni*-

-*Ed io di ritornare. Non morire moccioso,  almeno resisti finché non arrivo! e non cacciarti nei guai...o almeno non in troppi*-

-*Ci proverò*- e con quello seppe che la discussione si era conclusa.

Avrebbe voluto sentirlo molto di più ma il tempo a loro disposizione era sempre meno e Sirius non voleva preoccuparlo lamentandosi delle sue condizioni. Cercava sempre di alleggerire la situazione facendo il buffone, tentando di far scordare ad Harry la causa del perché lui si trovasse ancora rinchiuso in quel postaccio ma, nonostante tutto, per niente al mondo l’avrebbe dimenticato.

Quella causa era lui.

Percorse di fretta gli ultimi corridoi che lo separavano dall’arrivare in Sala Grande quando qualcosa, anzi per meglio dire qualcuno, gli cadde addosso.

-Scusa…-

-Scusa io…- ma le parole della furia che lo aveva travolto si arrestarono di colpo quando comprese chi aveva di fronte

-H..Harry?-

Il giovane Weasley non sapeva esattamente cosa fare. Le sue intenzioni sembravano bloccate dalla sua coscienza. Si trovava davanti colui che era stato il suo migliore amico…un fratello. Era stato tutto per lui, e per finire quel terribile giorno seguito da un’altrettanto terribile anno, trascorso nella consapevolezza che lui fosse morto.

Ed invece era vivo.

Era andato avanti nel rancore che aveva cominciato a nutrire per lui ed Hermione superando chissà quali ostacoli, cambiando, diventando una persona nuova, diventando un Harry Potter diverso.

-Weasley- il suo tono non lasciva trasparire nessuna emozione.

-Ciao -disse il rosso a corto di parole. Si sentiva in colpa verso il moro ma l’orgoglio gli si era sbarrato davanti impedendoli di chiederli scusa.

Sentiva su di se lo sguardo del moro che lo scrutava come non aveva mai fatto in quei sette anni che si conoscevano.

-Q…quando…-

Ma venne bruscamente interrotto dalle parole dell’altro ragazzo

-Questa sera alle 21. Stanza delle necessità.- per poi andarsene senza degnarlo più di uno sguardo.

Ron chiuse gli occhi quando senti l’atro passarli di fianco, sfiorandoli leggermente la veste da Quidditch che indossava, perdendosi così il medesimo gesto compiuto da Harry in quel momento.

 

-*Non sei stato troppo duro?*- La voce di Med non sembrava preoccupata, ma esprimeva solo ciò che ad occhi esterni quelle scena poteva essere sembrata.

Il moro non rispose continuando a camminare verso un gruppo di persone che si erano ammassate di fronte alla Sala Grande, proprio nella zona della bacheca degli annunci.

Come mai tutto quell’assembramento di prima mattina?

-*Harry?*-

-*No!*- disse secco -*e non ne voglio parlare*-

 -*Come vuoi*- e quando il medaglione bruciò improvvisamente facendolo gemere dal dolore e dalla sorpresa seppe che se l’era presa.

 

Molti ragazzi lo notarono quando si avvicinò alla bacheca cercando di scoprire la causa di tutto quell’ ammassamento. La maggior parte di loro si spostarono per farlo passare mentre sguardi bramosi percorrevano la sua figura dall’altro in basso mangiandoselo con gli occhi.

Al centro della bacheca un unico annuncio spiccava tra tutti.

Lo lesse velocemente ed un sorriso si aprì sul suo volto.

In fondo quella giornata non del tutto iniziata male, anzi!

E senza attendere oltre si allontanò da lì mentre la maggior parte delle persone lì presenti potevano scommetterci la testa che lui sarebbe stato di certo preso!

 

 

 

Fiuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!!! Finito!

È stata molto dura scrivere questo chap e sono contenta che alla fine sono riuscita a sbloccarmi!

Vi prego fatemi sapere cose ve ne pare…

Anche un fa schifo…vi prego! Grandi bacioni a tutti gli angeli che mi hanno commentato la scorsa volta!

Scusate se non rispondo ma proprio non ce la faccio! Prometto che risponderò nel prossimo capitolo!

Grazie ancora a tutti

  
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