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Autore: Francine_92    22/06/2013    1 recensioni
[Questa storia fa riferimento a "il principe mezzosangue" ed a "i doni della morte" interpretati in modo molto differente dagli originali.]
“Guardami.” Hermione, che stava con la testa china e continuava a piangere, sollevò il viso specchiandosi negli occhi di Draco. “Sopravvivremo a tutto questo.” allungò la mano destra per stringere il braccio di Hermione, portandoselo vicino alle labbra e posando poi quest'ultime sulla cicatrice che Bellatrix le aveva inciso. Hermione a quel gesto parve calmarsi e smise di piangere. Draco le lasciò il braccio e lei ne approfittò per fare lo stesso; usò entrambe le mani per sollevare la manica della camicia di Draco, scoprendone il Marchio Nero e si chinò a baciarlo. Poi si allontanò e tornò a guardare il giovane serpeverde negli occhi color ghiaccio, che già avvertiva il cuore più leggero e colmo di una gioia mai provata. “Ci prenderemo cura l'uno dell'altra e saremo sempre pronti a sanare le nostre cicatrici, me lo prometti?”
“Te lo prometto, Hermione.”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Movieverse, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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La vita è come la tua prima partita di scacchi.

Quando inizi a capire come funziona hai già perso.

-Zafón.

 

I ricordi di Piton.

 

“Ci vado da solo.” “Non esiste proprio, Harry. Io starò con te fino alla fine.” Harry sospirò; perché Hermione doveva essere sempre così testarda? “Non voglio metterti in pericolo.” “Siamo in guerra, Harry. Sarei in pericolo ovunque. Dobbiamo combattere per un futuro migliore; sono sette anni che ti aiuto e non mi tirerò indietro proprio adesso.” Draco faceva scorrere lo sguardo da Harry ad Hermione più e più volte, non sapendo cosa dire. Lui non aveva fatto nulla per anni, aveva deciso di passare dalla parte giusta troppo tardi; anche se avesse detto qualcosa, non avrebbe di certo ottenuto su Harry lo stesso effetto che le parole della giovane strega, della quale era follemente cotto, gli diedero fino a convincerlo.

“E va bene. Tanto non credo di poterti fermare.” “Esatto, non puoi. Muoviamoci.” senza aggiungere altro Hermione si precipitò fuori dal castello e corse verso un grande masso posizionato tra l’erba intorno ad Hogwarts, accucciandosi e facendo segno a Draco ed Harry di raggiungerla. Solo pochi metri più in là, alcuni Mangiamorte stavano combattendo contro un paio di Auror e tra loro c’era anche Remus Lupin. Harry, mentre correva per raggiungere l’amica, provò l’impulso di correre ad aiutarlo. Ma tutti loro erano lì per proteggere la scuola e ogni mago e strega presente all’interno di essa e soprattutto erano lì per permettere a lui di guadagnare più tempo possibile per portare a termine la propria missione. Lupin si sarebbe sicuramente arrabbiato nel vederlo venire a rischiare la vita contro i Mangiamorte invece di pensare agli ultimi Horcrux rimasti e a Voldemort.

“E’ meglio se non ci facciamo vedere o succede un casino.” mormorò Hermione. Draco si mise al suo fianco e la guardò con attenzione. Aveva tutti i capelli arruffati e il viso sporco di polvere; sicuramente dovuta al crollo di alcuni muri. Un lieve graffio le correva lungo tutta la guancia e Malfoy provò una sensazione di tenerezza e protezione ed istintivamente le accarezzò la guancia come a volerla rassicurare. “Andrà tutto bene.” Harry assistette alla scena, ma non disse nulla. Non voleva privarli di quei pochi momenti di serenità e pace, ma Hermione si scostò imbarazzata; non voleva che Harry li vedesse in quegli attimi che ormai considerava intimi e privati.

Successivamente presero a scendere la collina, sempre nascondendosi di tanto in tanto dietro alcuni massi, per evitare che i Mangiamorte li vedessero e dopo un paio di minuti raggiunsero finalmente la rimessa delle barche. Hermione li guidò verso di essa e facendo molta attenzione a non fare rumore, si nascosero accovacciati sotto le finestre, tendendo l’orecchio per ascoltare le voci provenienti dall’interno. Piton era lì dentro insieme a Voldemort; Harry provò una rabbia incondizionata e un forte calore gli invase il corpo. Hermione se ne accorse e gli fece cenno di stare calmo. Per il momento era meglio stare zitti ed ascoltare.

“Hai idea, Severus, del perché questa bacchetta non risponde a me?” Voldemort sembrava davvero adirato; Nagini, come volevasi dimostrare, strisciava fedele intorno a lui.

“Io credo, mio Signore, che quando sarà il momento di uccidere il ragazzo la bacchetta le obbedirà alla perfezione.” la voce di Piton era come al solito ferma e decisa e neanche un minimo segno di paura pareva provenire da lui. “Io invece credo, Severus, che la bacchetta non mi appartiene completamente e sai perché?” chiese, ma Piton già sapeva che Voldemort conosceva benissimo la risposta e quindi non rispose. “Perché sei stato tu ad uccidere Silente e la bacchetta appartiene a te.” “Mio Signore…” “Sei stato un servo fedele, Severus. Ma solo io posso vivere per sempre.” Voldemort sollevò la bacchetta e con un veloce scatto la mosse verso il collo di Piton, tagliandogli la gola. Hermione si portò le mani alla bocca e chiuse gli occhi; non poteva crederci. Piton era stato appena ucciso a sangue freddo da Voldemort. Harry e Draco erano rimasti immobili, a bocca aperta. “Nagini, uccidi.” sussurrò e l’enorme serpente di Voldemort attaccò almeno cinque volte Severus Piton, già a terra inerme, facendolo sbattere con forza contro il muro della rimessa e ferendolo gravemente. Voldemort si smaterializzò e portò con sé il serpente, lasciando quel luogo macchiato ormai del sangue di Piton.

Harry si alzò e corse immediatamente all’interno, seguito a ruota da Hermione e Draco. Si avvicinò titubante al corpo di Piton e si inginocchiò al suo fianco. Era ancora vivo. Severus mugugnò qualcosa di incomprensibile e fu colto da uno scatto d’ira quando non riuscì a pronunciare neanche una parola. Harry allungò la mano alla sua gola e cercò di bloccargli l’emorragia, premendo con forza le dita sul taglio aperto e grondante di sangue. Draco ed Hermione erano in piedi alle spalle di Harry e guardavano la scena l’uno più sconvolto dell’altra. Finalmente Piton riuscì a parlare anche se a fatica. “Prendi… prendila.” ed indicò malamente la lacrima che gli stava scorrendo lungo la guancia. “Hermione, dammi una fialetta! Presto!” Hermione parve risvegliarsi da un coma profondo, puntò la bacchetta vicino alla borsetta che portava sempre al collo e mormorò l’incantesimo di appello, ritrovandosi tra le mani una fialetta di vetro che diede subito ad Harry. Quest’ultimo l’avvicinò al viso di Piton e lasciò che la lacrima scorresse all’interno del contenitore. Non sapeva davvero cosa dire; aveva sempre odiato Piton con tutto se stesso, ma in quel momento provava dispiacere e pena per lui. “Hai gli occhi di tua madre…” sussurrò flebilmente Severus ed un attimo dopo spirò, restando ad occhi aperti. Hermione avvertì gli occhi farsi lucidi e si strinse contro il corpo di Draco che non mancò di stringerla a sé, cercando di consolarla. Harry abbassò lentamente le palpebre di Piton e poi parlò.

“Io devo andare al Pensatoio.”

“Noi cercheremo per l’ennesima volta di uccidere quel serpente.” rispose Draco. Harry annuì e fece un cenno con la testa in direzione di Hermione. Draco capì che gli aveva implicitamente chiesto di occuparsi di lei ed ebbe la risposta pronta. “Ci penso io.”

*

Non ci stava veramente capendo più nulla. Aveva la mente così confusa e colma di pensieri che non si sarebbe stupito se l’avesse colto un terribile mal di testa. Correva così veloce che in un attimo superò tutti i corridoi di Hogwarts e per un pelo impedì che uno Schiantesimo lo colpisse in pieno petto; gli parve di vedere Lavanda Brown a terra che lottava per rialzarsi e riprendere a combattere, anche se inutilmente. La guerra si stava svolgendo proprio sotto i suoi occhi e lui non vi stava partecipando. Si sentì terribilmente in colpa per questo, ma sapeva di avere cose più urgenti e importanti a cui pensare.

Raggiunse l’ufficio di Silente subito dopo. Era rimasto immacolato e nessuno aveva toccato o spostato qualcosa; tutti i suoi oggetti e libri erano al posto di sempre e così il Pensatoio. Harry aprì le ante che lo nascondevano e lo tirò fuori. Era da molto che non lo usava; si ricordò quando per mera curiosità si approfittò dell’assenza di Piton per spiare i suoi ricordi e come quest’ultimo si arrabbiò tanto da rifiutarsi di insegnargli ancora l’Occlumanzia. Adesso si trovava lì per lo stesso motivo; per guardare i ricordi che Piton stesso gli aveva consegnato. Cosa poteva esserci di così importante? Versò il contenuto della fialetta nell’acqua e questa prese a turbinare in un vortice di argento di vivo. Subito dopo Harry infilò la testa all’interno e fu catapultato in un prato verde illuminato dalla luce del sole. Doveva essere estate. Una bambina dai capelli rossi se ne stava al centro di quel prato e un’altra bimba le stava urlando contro di essere un mostro; un ragazzo da i capelli lunghi e neri come la pece si fece avanti e le disse che quella bambina era solo gelosa del dono che avevano sia lui che la ragazzina dai capelli rossi; il dono di fare magie. Li vide stesi sull’erba ad osservare il cielo, felici e spensierati. Poi la scena cambiò; vide la bambina finire in Grifondoro e il ragazzino dai capelli neri fissarla con lo sguardo perso, vide un altro ragazzino fare i dispetti al giovane Piton e sentì il litigio che Harry ebbe con quest’ultimo durante il suo quinto anno ad Hogwarts, quando discussero sui comportamenti di James Potter da adolescente. Poi vide sua madre, accanto alla culla nella quale vi stava lui, da piccolo; sua madre stava cercando di calmarlo quando all’improvviso Voldemort entrò in casa ed uccise suo padre per poi entrare nella stanza e scagliare l’Avada Kedavra contro Lily. Vide ancora una volta Piton supplicare Silente di proteggere Lily e nascondere lei e il piccolo Harry in un posto sicuro e poi rivederli ancora una volta; c’era Piton disperato mentre singhiozzava e chiedeva a Silente perché non aveva fatto di più per proteggerli e Silente rispondergli che i Potter si erano fidati della persona sbagliata per poi aggiungere che Harry era sopravvissuto. “Non gli occorre protezione! Il Signore Oscuro se n’è andato!” urlò Piton. “Il Signore Oscuro tornerà. Allora il ragazzo sarà in un terribile pericolo. Ha gli occhi di lei.” e Piton fissò Silente con la disperazione nello sguardo. “Se l’amavi veramente…” aggiunse il vecchio preside. “Nessuno deve saperlo.” mormorò con serietà. “Non dovrei mai rivelare la parte migliore di te? Quando rischi ogni giorno la tua vita per proteggere il ragazzo?” chiese Silente. E la scena cambiò di nuovo. Stavolta c’era Piton da solo a Godric’s Hollow davanti alla casa di James e Lily. Lo vide entrare e correre fino ad arrivare nel luogo in cui giaceva il corpo senza vita di Lily. Si accasciò a terra disperato, piangendo e stringendo Lily tra le braccia. E per l’ennesima volta la scena cambiò. Vide Piton dire a Silente che la maledizione che lo aveva colpito gli lasciava soltanto un altro anno di vita; li vide mettersi d’accordo, parlare su come Piton avrebbe dovuto uccidere Silente al posto di Draco e poi cambiare argomento. “Verrà un momento in cui ad Harry Potter andrà rivelata una cosa, ma devi aspettare finché Voldemort sia al massimo della vulnerabilità.” “Che cosa gli va rivelato?” “La notte in cui Lord Voldemort andò a Godric’s Hollow per uccidere Harry e Lily Potter si interpose tra loro, la maledizione gli rimbalzò addosso. In quell’istante un frammento dell’anima di Lord Voldemort si agganciò alla sola cosa vivente che riuscì a trovare; Harry stesso. Oh, c’è un motivo per cui Harry può parlare con i serpenti, c’è un motivo per cui può guardare nella mente di Lord Voldemort; una parte di Voldemort vive dentro di lui.” “Quindi quando arriva il momento il ragazzo deve morire?” “Sì, sì. Deve morire.” sussurrò Silente; ormai quasi allo stremo delle forze, come turbato da tutto ciò che aveva appena dovuto rivelare. Rivide Piton piangere e disperarsi e stringere forte sua madre tra le braccia e vide il se stesso neonato nella culla, con le lacrime agli occhi. “L’ha tenuto in vita perché muoia al momento opportuno. Lo ha allevato come una bestia da macello.” fu catapultato di nuovo nello studio di Silente quando sentì quelle parole. “Non dirmi ora che ti sei affezionato al ragazzo.” “A lui?” Piton alzò la bacchetta ed invocò un Patronus; questi si materializzò nella stanza, aveva la forma di una cerva. Fece un paio di giri intorno a loro e poi si tuffò fuori dalla finestra. Ad Harry venne in mente quel giorno in cui trovò la spada di Grifondoro nel bosco insieme agli altri oggetti; anche in quel momento vide una cerva. Era stato Piton ad aiutarlo. “Lily! Dopo tutto questo tempo?” chiese Silente, evidentemente colpito e sorpreso; quasi con le lacrime agli occhi. “Sempre.” disse Piton. “Quindi quando arriva il momento il ragazzo deve morire?” ripeté di nuovo. “Sì, deve morire. E Voldemort in persona deve farlo. E’ fondamentale.” la scena si dissolse davanti ai suoi occhi ed Harry fu catapultato fuori dai ricordi di Piton e dal Pensatoio. Si ritrovò immobile al centro della stanza, sconvolto e sorpreso per tutto ciò che aveva appena visto. Aveva appena avuto tutte le informazioni che gli servivano; lui era un Horcrux, quello che Voldemort non aveva mai avuto intenzione di creare e doveva essere Voldemort stesso ad ucciderlo. Doveva andare a cercarlo, doveva mettere fine a tutta quella storia. Doveva morire per salvare tutti quanti. Se si trovavano in quella situazione era soltanto per colpa sua. Hermione si sarebbe sicuramente arrabbiata; la sua amica odiava quando si prendeva la colpa per tutto, ma non ne poteva fare a meno. E per giunta si era sempre sbagliato su Severus Piton, lo aveva odiato inutilmente quando lui lo aveva sempre protetto e aveva amato sua madre Lily più della sua stessa vita. Piton era morto da vero eroe; lui non sarebbe mai riuscito ad eguagliarlo. Finora due serpeverde erano riusciti a sorprenderlo in meglio e Silente si fidava di entrambi; Severus Piton e Draco Malfoy del quale Hermione si era sicuramente innamorata, anche se ancora doveva capirlo. Harry, almeno su questo, non nutriva il minimo dubbio. E se Draco amava Hermione tanto quanto Piton aveva amato sua madre, non poteva esserci ragazzo migliore per la sua amica più cara.

_____

Come al solito vi chiedo di segnalarmi gli errori, semmai ci fossero. E mi scuso ancora per il ritardo, prometto che non vi farò più aspettare così tanto, anche perché ormai mi manca soltanto un capitolo da scrivere e gli altri li ho già pronti per voi. Vi ricordo che ci stiamo avvicinando alla fine e credo che siate tutti curiosi, al di là della battaglia, di come finirà tra Draco ed Hermione. Non è così? ;)

  
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