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Autore: starmoon    22/06/2013    0 recensioni
Sei ragazzi, tutti diversi tra loro, non hanno nessun legame, alcuni addirittura si odiano, cosa li porterà ad incontrarsi? cosa li accomuna?
Sei vite completamente diverse, viste con occhi diversi, dovranno confrontarsi fra loro per capire cosa succede. Hanna, Carrie, Rose, Cris, Leo e Cole.
Tutto accade all'improvviso, i ragazzi si incontrano è liberano forze sconosciute, qualcosa aldilà di ciò che il genere umano può minimamente immaginare.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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IL PERICOLO E' VICINO.

ll camino riscaldava l'enorme stanza. Tutto era in stile rustico, adatto ad una casa in campagna. Al centro del salotto si trovava un tavolino, di fronte al camino e dietro il tavolino si trovava un divano abbastanza grande. Cole, Rose e Hanna erano seduti li, mentre Leo era seduto sulla poltrona destra e Carrie su quella sinistra. Qual ragazzo cupo, dall'espressione sempre seccata se ne stava invece vicino al camino a riscaldarsi le mani gelate. Una donna, sulla quarantina entrò nel soggiorno e portava con se delle tazze fumanti. Indossava una vestaglia pesante, probabilmente in pile. Aveva dei lunghi capelli neri, mossi. Sorrise porgendo le tazze ad ognuno dei ragazzi. 
<< quindi secondo voi era solo una cometa? >> disse Leo per spezzare quel silenzio che si era venuto a creare.
<< cos'altro vuoi che sia?>> disse il ragazzo appoggiato al muro vicino al camino. 
<< Cris cosa ci facevi li? >> domandò Leo 
<< stavo andando a casa>> 
Hanna si alzò dal divano. 
<< mamma com'è il tempo la fuori?>>
<< credo che stia peggiorando sempre di più...potete restare qui, non credo che sia il caso di muoversi>> 
<< io ho chiamato Jason dice che passando di li la polizia la visto la riportato a casa>> 
<< dovrei avvertire la mia famiglia>> disse Carrie. 
<< vi preparo delle stanze>>
La donna si allontanò dalla stanza, salendo le scale. 
<< hai davvero una bella casa>> notò Rose 
<< già>> disse Hanna andando verso la porta, dal vetro guardo quel fascio di luce che la cometa aveva lasciato.

Due ore dopo tutte le ragazze già dormivano, Rose e Carrie furono sistemate nella stanza di Hanna. Cris, Leo e Cole erano stati sistemati nella camera degli ospiti, erano ancora svegli. 
<< voi due vi conoscete?>> chiese Cole 
<< siamo compagni di classe>> spiegò Leo.
<< Aveva qualcosa di strano quell'affare>> ipotizzò Cris.
<< già >> confermò Cole.
Cris si alzò dal letto e osservò meglio la stanza, era simile al soggiorno solo che al posto del letto c'era il divano, aveva un mensola in alto con tanti oggetti. Poi c'era una vetrina e nella parte destra della stanza un quadro, o meglio un ritratto. Dall'altro lato erano poste alcune foto, c'era Hanna da piccola, con i suoi occhi neri e grandi, o sua madre o loro due insieme, Cris notò che il padre non ci fosse in nessuna. 


Hanna si rigirava nel letto, sudava freddo...
Immagini frammentate, una figura nera, completamente nera, sangue, sangue ovunque, due occhi la fissavano, Hanna corse nella direzione opposta, ma qualcosa le strinse la caviglia. Si abbassò per guardare, un mano insanguinata la teneva. 
<< sto arrivando >> una voce cupa le risuonava nelle orecchie della ragazza. 
<< AAAAAAAAA>> Hanna si alzò di botto dal letto. 
Rose si alzò spaventata, mentre Carrie si stropicciava gli occhi. 
<< che succede >> I ragazzi erano entrati di botto nella stanza. 
<< un incubo...era era cosi reale...>> Hanna tremava ancora, si alzò dal letto. 
<< che hai nel piede?>> gli chiese Carrie ingenuamente. Hanna aveva i segni di una mano, come se qualcuno l'avesse stretta forte. Hanna si lasciò cadere nel letto, seduta. 
<< Oh mio Dio, nel sogno una mano mi ha stretto per non farmi scappare>> 
<< Hanna tutto bene?>> sua madre stava arrivando, Hanna si corpì velocemente il piede con la coperta. 
<< si solo un incubo tutto a posto>> 
La donne le sorrise.
<< visto che siete tutti qui io torno a dormire>> 
Hanna si riscoprii appena la madre se ne andò. 
<< tutto questo non ha senso>> disse Cole osservando la caviglia. 
<< fa vedere può essere grave>> disse Rose 
<< sei un dottore?>> domandò Leo 
<< aspirante direi>> 
Carrie si guardò attorno, qualcosa la turbava. 
Rose prese il piede di Hanna, in quell'istante ebbe come un flash. 
Una bambina piccola correva in mezzo al prato, da lontano vide una figura, qualcuno che non conosceva, parlava con una donna, la madre di Hanna, litigavano quasi ferocemente. La bambina corse verso di loro, ma qualcuno si intromise prendendola in braccio. 
“ ehy piccola vieni con me lasciamoli parlare”” 
Rosa lasciò immediatamente il piede. 
<< Hanna da piccola ti piaceva giocare tra i prati vero?>> 
Hanna la guardò stranita, come gli altri. 
<< quella cosa ci ha fatto qualcosa>> disse Rose alzandosi e rivolgendosi a tutti. 
<< impossibile >> disse Cole 
<< li hai visti quei segni prima non li aveva e come cavolo faccio a sapere di cosa le piaceva lo vista da bambina correre sui prati poi ho visto sua madre litigare con un uomo e qualcuno che la prendeva in braccio per non farla avvicinare>> 
Hanna si alzò di colpo, ricordando l'accaduto. 
<< era mio padre >> 
Tutti si voltarono verso di lei, compreso Cris. 
<< hai visto il suo volto? >> chiese speranzosa la ragazza. 
<< si perché >> 
<< perhcè io non me lo ricordo >> 
Hanna fece un sorriso che non riuscii a trattenere, era felice che qualcuno sapesse com'era fatto suo padre, la madre non gliene parlava mai e in casa non avevano nemmeno una fotografia. 
<< quindi mi state dicendo che quella cosa ci ha dato dei specie di poteri??>> disse Leo un po' terrorizzato.
Carrie si avvicinò alla finestra. 
<< c'è qualcuno >> << un'ombra nera >> 
Hanna sobbalzò. 
<< è arrivato >>
<< chi? >> 
<< l'uomo del mio sogno >> 
Carrie si allontanò dalla finestra. 
<< ok questo è inquietante>> disse la bionda 
<< decisamente >> confermò Hanna. 
Da sotto si sente suonare la porta. 
<< vado io >> disse Cris che non ne poteva più di quella situazione assurda. 
Scese le scale seguito da Cole, Cris aprii la porta e un uomo sulla quarantina apparve, aveva due occhi glaciali, li stessi che Hanna aveva visto. 
<< Rick? >> Cole fece una faccia tra il sorpreso e l'esasperato. 
Rick si fece spazio per entrare in casa, guardò tutti i ragazzi. 
- Bene ci siete tutti 
- Si può sapere che ci fai qui?- chiese Cole innervosito. 
- Voi state cercando delle risposte e io posso darvele
Rick si sedette sul divano, passò la mano destra tra i capelli bagna. 
- Ti ricordi Cole com’è fatto tuo padre? Io non credo, ognuno di voi non sa chi sia uno dei vostri genitori, compresa tu Carrie non hai idea di chi sia tua madre come Leo
- Come conosci i nostri nomi le nostre storie?- chiese Leo 
- Perché ero come voi, solo che io non ho avuto una famiglia al contrari dei vostri genitori
- Cosa intendi?- disse Rose 
- Voi siete Guardiani ragazzi ognuno di voi ha un potere che lo caratterizza, la dolce Hanna è in grado di prevedere il futuro, scusa se sono stato un pò brusco nel sogno, le prime volte sono confusi e appaiono sotto forma di incubi
- Ma perchè noi?- chiese allora Hanna prendendo la parola.
- Perchè si tramanda da padre in figlio o madre a volte. Hanna devi stare attenta il tuo è un potere delicato con cui non puoi giocarci, tuo padre la fatto e non è stato un bene 
- Conoscevi mio padre?
- Conoscevo tutti i vostri genitori TUTTI 
- Non resterò ad ascoltare altre idiozie- Cris aveva preso il suo cappotto. Rick prese una tazza appoggiata sul tavolino e glielo lanciò, Cris fu talmente rapido che lo prese tra le mani senza che si rompesse o gli arrivasse di sopra.
- Hai i riflessi pronti senza ombra di dubbio tu sei il figlio di Micheal un uomo molto autoritario devo dire. 
Cris esasperato si avvicinò alla porta per andarsene.
- Non vuoi rivederlo?
- Se dovessi farlo il massimo gli sputerei in un occhio 
- Fallo se ne hai il coraggio tu non hai idea di chi sia 
- Chi può mai essere un dominatore di mondi- disse ridendo il ragazzo. Il volto di Rick si fece serio. 
- Stiamo scherzando vero? Questo è solo un sogno assurdo domani mi sveglierò e non sarà cambiato nulla. 
- Domani è troppo tardi figliolo dovete proteggere il presente- Rick aveva assunto un espressione seria. 
- I vostri genitori avevano dato la vita per voi 
- Che intendi? E poi aspetta Rose tu li hai entrambi??- aveva esclamato Carrie, sul volto di Rose scomparse ogni emozione se non quella di una nuova consapevolezza. 
- Non se sei stata adottata- concluse Rick - giusto Rose? Lo avevi capito pure tu! 
Rose guardava quell’uomo con una strana espressione. Non disse una parola, si voltò dall’altro lato, tutto questo le sembrava assurdo. 
- Parlando di cose serie adesso tutte le vostre famiglie sono in pericolo, voi siete in pericolo. 
- Da chi?- chiese Leo 
- Alcuni uomini hanno saputo di voi tempo fa, qualcuno non è stato in grado di mantenere il segreto
- Tutto questo non ha senso- disse Cris sedendosi sulla poltrona. 
- Hanna…- la richiamò l’uomo - devi imparare a gestire il tuo potere al più presto se non lo controlli rischieresti di farti male, non molti sopravvivono quando ricevono questo potere, i sopravvissuti fin ora sono stati due
Tutti lo guardavano shoccati, Hanna si sedette sull’altra poltrona, non ci capiva più, il giorno prima era un essere invisibile e il giorno dopo una chiaroveggente in pericolo. 
- Quindi noi siamo i sei guardiani!- Carrie lo disse per convincersi.
- Sette per la precisione, ne manca uno. 
- Cosa??- dissero in coro. 
- Per questo Cole volevo aiutarti a trovare la tua ragazza, era lei.
-Che intendi con era?- Cole era agitato. Sudava freddo, temeva il peggio. 
- Tempo fa era caduta in Minessota, da dove viene la tua ragazza, lei è stata riattivata prima di voi, ma un’agenzia che seleziona questi ragazzi la presa trasformandola in un agente.
- Dio mio- Cole sbatté i pugni contro la porta. Hanna non gli disse niente come poteva biasimarlo. 
- Quindi ora che facciamo?- chiese Carrie
- Dovete imparare a difendervi e dovete essere pronti a rischiare tutto, anche a partire da un momento all’altro…loro vi daranno la caccia, una caccia spietata. Per trovare tuo padre Rose hanno ucciso tua madre. 
La ragazza che fin ora era stata in silenzio, trasalii, sentendosi presa in causa. 
Il giorno dopo. 

Hanna era appena entrata a scuola, non aveva dormito tutta la notte, aveva avuto troppa paura, camminava piano, diversamente dal solito, non si era preoccupata ne di truccarsi ne di sistemarsi i capelli, li aveva lasciati ribelli, che gli scivolavano lungo la schiena. Appena arrivò vicino al suo armadietto gli trovò appeso un bigliettino. 
- Sono Kaley, domani festa a casa mia!
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Hanna si guardò in torno, era tutto normale, tutti erano normali, quindi perchè a lei qualcosa di così pericoloso?
Tra i vari volti , notò Cris appoggiato al suo armadietto che posava i suoi libri, Hanna socchiuse gli occhi appoggiandosi all’armadietto. Leo passò di li, osservò entrambi i ragazzi, tutti e tre si lanciarono uno sguardo complice, tutti e tre erano spaventati, non potevano negarlo, anzi non volevano farlo. 
Carrie era passata a casa per farsi una doccia, salii le scale, non c’era nessuno, si preparò i vestiti e entrò dentro la doccia. Il rumore dell’acqua la rilassava, sentiva come se si stesse lavando via la sera precedente. 
Uscii lentamente dalla doccia, si avvolse una tovaglia attorno al corpo. I piedi bagnati faticavano a camminare. Carrie era sconvolta, si sentiva inquieta. Sul suo letto aveva posto i vestiti che avrebbe messo. Prima di dirigersi verso essi si diresse verso la porta della sua stanzetta, appesa c’era una fotografia di tutta la sua famiglia, compresa sua madre, sua sorella era ancora piccola. Carrie la guardava come se nello sguardo di sua madre potesse trovarci conforto. 
La scuola è sempre pesante, ma dover portare con se questo macigno stava divorando Hanna dalla mattina. Era seduta alla mensa, Kaley era ancora a lezione, era sola, sola con i suoi pensieri. Stentava persino a prendere la forchetta per mangiare. In lontananza Leo la notò e si avvicinò.
- Tutto ok?
- Si certo alla grande- rispose ironica lei. 
- Guarda il lato positivo 
- Non c’è un lato positivo, quella cosa mi ha aggredito nel sogno e porto ancora i segni
- Sei unica, siamo unici. 
Hanna lo guardò, come si guarda un bambino ingenuo, ma buono. Leo non seppe cogliere quello sguardo altrimenti non avrebbe continuato a parlare. 
- Dico sul serio, per tutta la vita ho sempre pensato di essere il tipoco ragazzetto carino a cui tutte fanno il filo, questa vita non mi piace Hanna, tu sei la prima a cui lo dico, ma come ti sentiresti se non sapessi a chi fidarti? Se un amico sincero si rivela il solito idiota che vuole conquistare popolarità, o sentirsi sempre come uno stupido a scuola perchè non ci arrivo a capire le cose. Per una volta mi sento speciale. 
Hanna lo guardò con una luce diversa negli occhi, come se avesse avuto una rivelazione, le parole di Leo erano profonde. Gli sorrise. 
- Forse tu non capisci, è qualcosa che va oltre noi.
Leo si guardò intorno. 
- Dovremmo parlare di nuovo con quell’uomo ne sa molto più di noi e forse può darci una mano. 
- Ecco dov’eravate?- Kaley spuntò da dietro da Leo, aveva l’aria un pò seccata. Leo era in imbarazzo, temeva che la ragazza avesse sentito qualcosa. 
- Io vado ci si vede, ah Hanna pensa a quello che ti ho detto.
Leo si allontanò e Kaley si sedette al suo posto.
- Credevo non ti piacesse- disse acida. 
- È un amico
- Dicono sempre così
- Io non sono come gli altri- quella frase le sembrava strana, quasi non rise nel pronunciarla. 
Kaley la guardò negli occhi, come era solita fare da piccola, guardava nei suoi occhioni scuri e ci vedeva tutto, Hanna era sempre stata un libro aperto per lei, era sincera, lo vedeva, ma qualcosa non le quadrava, aveva le occhiaia abbastanza evidenti e gli occhi lucidi. 
- Hai dormito sta notte?- disse continuando a fissarla. 
- Certo 
- Non mentire 
- Diciamo che è stata una lunga nottata- Hanna sorrise, era vero, non stava mentendo. 


Cris era in classe, doveva andare all’allentamento di hockey, il prof lo aveva trattenuto. 
- Se i tuoi voti non migliorano dobbiamo prendere provvedimenti Cristofer so che sei intelligente, ma per qualche strano motivo sembra che tu c’è l’abbia con l’intera umanità. 
Il prof lo lasciò solo, Cris si mise lo zaino sulle spalle, da dietro la porta Leo aveva sentito tutto. 
- L’allenatore ti cerca- gli disse, non gli chiese niente, sapeva quanto irrequieto fosse Cris. 

Rose stava sistemando gli ultimi scatoloni, aveva passato l’intera mattinata a sistemare la sua nuova casa. Era un piccolo appartamento per una sola persona, ma per lei era bellissimo, o meglio ciò che rappresentava: indipendenza. Si guardava intorno, amava già tutto quello che c’era li, la piccola finestra che si affacciava al quartiere, dove si vedevano i bambini giocare, dove la notte si poteva osservare la luna in silenzio, dove avrebbe preso le sue decisioni. 
Dall’altro lato dell’edificio Cole stava cercando ogni possibile spiegazione per la fine della sua ragazza, non sapeva dove fosse andata, ne perchè, aveva cercato ovunque in casa. Se ne stava seduto sul letto a guardare i vestiti di lei sparsi per la camera da letto. 
Flashback
- Devi andare per forza a lavoro oggi?- Lei si buttò sul letto facendo i soliti capricci da ragazza, Cole sorrise avvicinandosi e dandole un bacio a stampo.
- Perchè non andiamo via, io e tu!- la ragazza si era alzata, aveva circondato il suo collo con le sue braccia. 
Fine flashback
Cole guardò la foto di loro due insieme sul comodino, un momento di rabbia, la lanciò contro il muro. 
Rose sentii il botto, non erano distanti anzi erano una di fronte all’altro. Si avvicinò alla porta di casa sua, ma non bussò, aveva paura di essere invadente, tornò verso la sua stanza, sentii il rumore di porta aprirsi, si voltò e vide Cole pronto per uscire. Lui la notò subito, cambiò espressione, era più rilassato. 
- Stai bene?- chiese lei. 
- Certo quindi sei la mia nuova vicina 
- A quanto pare 
- Mi dispiace di esserti sembrato strano ieri 
- Tranquillo sapendo quella che ti è successo 
- Beh non che sia qualcosa che possiamo digerire dall’oggi al domani 
- Cerco di non pensarci 
- Beh allora io vado 
- Giusto…- Rose era imbarazzata, lui aveva il suo fascino, non poteva negarlo - io torno dentro- rise imbarazzata, lui se ne accorse, ma fece finta di niente. 
Rose tornò nel suo appartamento, anche lei aveva delle questioni in sospeso. Prese il telefono e digitò un numero. 
- Papà? Sei a casa? Si devo prendere alcune cose! 
Rose riattaccò il telefono e fece un lungo sospiro, era pronta a conoscere la verità. Che ci poteva essere più sconvolgente della sera precedente. 


Carrie andava alla scuola superiore in periferia, non era una scuola grande come quella degli altri, ma la sua famiglia non se la poteva permettere, ma Carrie non diede mai importanza o peso. Entrò correndo verso l’aula di scienze. 
- Carrie, ma che fine avevi fatto??- un ragazzo si avvicinò a lei.
- Ben non ho tempo 
- Il prof manca, altrimenti perchè sarei in giro 
- Seriamente? Almeno una buona notizia c’è 
- Tutto ok?
- Certo hai visto qualcuno di loro 
- Vuoi fare un’altra gara?
- Mi servono più soldi
Il ragazzo fece una smorfia, odiava vedere la sua amica vendere il suo talento. 

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Carrie e il suo amico entrarono in palestra, era tutto buio, in fondo una luce illuminava tre persone appoggiate alla porta degli attrezzi. Carrie non si fece intimorire e si diresse verso loro con passo svelto. 
- E tu saresti? 
- Carrie, Carrie Diggles 
Uno di loro era biondo, si fece avanti sorridendo beffardo. 
- Eh che vuoi Carrie?- disse come se stesse parlando ad un idiota. 
- Gareggiare per voi! 

Hanna e Kaley stanno guardando la partita dei ragazzi, non sono pochi che la guardano, giusto una trentina di persone sparsi qua e là. Hanna e la sua amica sono sedute un pò distanti dal campo, ma non troppo lontane, giusto il modo per vedere. Kaley aveva insistito molto, amava guardare Leo, anche se Hanna non ne aveva nessuna voglia, ma dopo il malinteso di oggi non voleva deludere l’amica. Hanna guardava davanti a se, era stanca troppo stanca. I suoi occhi non riuscivano a seguire i movimenti dei giocatori. 
Hanna sentii la testa girare, le palpebre le si chiudevano sole, tutto era offuscato. Qualcosa la spingeva a crollare, a cedere. I suoi occhi si chiusero, cadde con il busto sulla panchina. 
-HANNA 
Le urla di Kaley fecero girare tutti nel campo. Un giocatore si tolse il casco, è Cris, corre verso le ragazze. 
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Hanna era in piedi, era buio, poteva muoversi, ma si sentiva pesante, quasi a fatica riusciva a respirare, un odore forte, un odore di morte, cadaveri, tutto era cosi reale, Hanna si girava in continuazione, aveva paura, tremava al solo pensiero che qualcosa le apparisse. E faceva bene, dietro di lei un ombra rossa si avvicinava, lei si girò di scattò, urlo forte, talmente forte che non le sembrava vero. Poi quell’essere spari, lasciando davanti ai suoi occhi un immagine offuscata, era Cole, stava sanguinando, sporgeva le mani verso di lei. 
- Aiutami Hanna, aiutami. 
Hanna scattò in piedi, sudava spaventata, tremava talmente tanto che non riusciva a muoversi. Si guardò intorno, era in infermeria. 
- Di nuovo quei sogni? 
Hanna si voltò verso la sua sinistra, da dove proveniva la voce. Cris era seduto su una di quelle sedie verdi. 
- Cole…- riuscii solo a dire. Cris la guardò un pò spaventato, nemmeno lui era abituato a tutto questo, abbassò gli occhi sulla maglia della ragazza, Hanna fece lo stesso, seguii il suo sguardo. La maglietta era fatta di sangue. 
- Devi buttarla via
- Cosa?
- Vuoi che la gente di veda ricoperta di sangue?
- Dovrei uscire in reggiseno secondo te 
Cris si guardò intorno, sbuffò togliendosi la sua maglietta o meglio la divisa. 
Hanna lo guardò non capendo. 
- Metti questa…- Cris la guardò capendo cosa stesse pensando - mi girò ma fai in fretta
Hanna la prese tra le mani, esitò un attimo, ma poi si sfilò velocemente la maglietta e si mise quella del ragazzo. 

Hanna e Cris passarono dal corridoio, a quell’ora era vuoto, ma Cris doveva stare cauto, se li avessero visti in quello stato sgattaiolare fuori dalla scuola avrebbero passato dei guai. 
- Hey ma cos…- Cris e Hanna si girarono e un Leo dallo sguardo scettico li stava fissando. 
- Mi hai spaventata- disse Hanna, la ragazza si accorse di come Leo li stava guardando. -Aspetta non è come pensi 
Leo rise - che altro? 
Cris lo guardò serio, Leo mutò la sua espressione da sbruffone a ragazzo serio. 
- Allora dove si va!- disse entusiasta
Hanna e Cris si guardarono in faccia. 



Carrie era fuori con un gruppo di ragazzi, c’era pure il suo amico. 
- Quindi siete pronti?
Carrie si mise il suo casco e si sistemò sullo skate.
- Ovviamente- disse con un sorrisino divertito. 
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-VIAAAAA 
Carrie partii piano per poi guadagnare velocità nelle curve, il percorso era difficile, la seconda strada fino alla metropolitana. Tutti correvano dietro loro incitandoli a fare di meglio. L’avversario di Carrie salii su una panchina, sorprendendo tutti, Carrie rise e poi fece un salto fenomenale, tutti rimasero zitti a fissarla, sembrava volare, quando scese proseguii il suo cammino o meglio la sua corsa. Salii su una statua a forma di cubo, mentre il suo avversario provava a raggiungerla, senza riuscirci, appena arrivata alla metro si fermo dove un ragazzo era seduto, era la giuria. Si alzò battendo le mani, cosi come tutti i ragazzi presenti. 
Carrie rideva felice. Il suo avversario lanciò il casco a terra e stava per andarsene, ma Carrie lo fermò in tempo. 
- Devi darmi quello che mi spetta 
- Io non ti do niente biondina 
Carrie si avvicinò pericolosamente a lui, lo prese per un braccio. 
- Tu ora mi dai quello che mi spetta altrimenti io…- non finì nemmeno la frase che il ragazzo prese qualcosa dalla tasca, estrasse il portafoglio e glielo porse nelle mani, i suoi occhi erano incatenati a quelli increduli di Carrie. Sembrava come in trans, poi si allontanò lasciando una Carrie alquanto basita. 



Cole parcheggiò la macchina, era una casetta piccola, ma carina, quella della famiglia della sua ragazza. Cole era inquieto, sembrava il tipico tranello, ma non voleva perdere le speranze, si avvicinò alla porta e suonò, suonò ripetutamente, ma nessuno rispose. 



Un uomo andò ad aprire la porta. Rose era fuori di essa con un espressione seria.
- Sei arrivata
- Dovevo prendere delle cose 
- Cosa tesoro?
- La mia storia
Suo padre la guardò stranito. 
- Dimmi la verità papà tutta. 



Cole diede una spinta alla porta che si aprii senza troppi problemi. Entrò, tutto sembrava tranquillo, fin troppo, qualcosa lo colpii alle spalle, facendolo svenire. Era Ether. 



L’uomo porse una tazza di cioccolata calda a Rose. 
- Sapevo che prima o poi questo giorno sarebbe arrivato. Io e tua madre non riuscivamo ad avere figli, poi un giorno ci siamo arresi all’evidenza e abbiamo pensato all’adozione quando siamo andati abbiamo trovato una donna, era disperata con se aveva una piccola creatura, la donna si accorse di noi, aveva visto che stavamo andando verso l’edificio che si occupava di adozioni, si avvicinò a me con uno sguardo tremendamente addolorato e mi mise te tra le mie braccia. Era ricoperta di graffi e ferite piuttosto gravi. Abbiamo cercato per mesi di cercarla, ma alcuni mesi dopo abbiamo scoperto che era morta per circostanze misteriose, io e tua madre pensammo di adottarti. 
- È Kate invece?
- Lei è nostra figlia, tua sorella è questo che conta, anche se lei è sangue del mio sangue non cambia quello che provavo per entrambe.
Rose sorrise al padre abbracciandolo. 
- Sarà maglio che vada


Cole si sentii il collo indolenzito, alzò lo sguardo, si trovava nel suo appartamento. 
Si alzò un pò irrigidito. Noto una figura bionda. 
- Ether 
La ragazza si avvicinò a lui e lo abbraccio forte. 
-Cole mi dispiace cosi tanto, ma dobbiamo muoverci loro stanno arrivando
- Loro chi?
- Ti spiegherò tutto dopo.
Ether aprii la porta, ma una figura impotente copri la sua visuale.
- Dove credevi di andare? 
Ether si girò verso Cole, il volto paralizzato dalla paura. 
- Chi diamine sei tu? Disse Cole mettendo dietro di se la sua ragazza. 
- Non intrometterti ragazzo
- Lasci in pace la mia ragazza o giuro che chiamo la polizia 
L’uomo scoppio in una fragorosa risata. 
- Mi fai ridere ragazzo- L’uomo gli tirò un pugno. Cole non se ne stese con le mani in mano, gli tirò un pugno a sua volta. Una lotta dura, Cole gli lanciò una lampada in testa, ma l’uomo non si fece nulla, quest’ultimo prese il braccio del ragazzo e per poco non glielo spezzo. Ether cerco di aiutare il suo ragazzo, ma l’uomo la spinse e tirò dalla tasca una pistola. 


Rose parcheggio la macchina, appena scese noto tre figure familiari, Cris, Hanna e Leo correvano verso di lei. 
- Voi?
- Si per fortuna mi hai detto dove stavi- disse Hanna con il fiatone 
- Cole sta di fronte a te giusto?- intervenne Leo 
- Si perchè?
Un colpo di pistola fece girare e trasalire tutti i ragazzi. Corsero verso la stanza di Cole, la porta era aperta. Una donna a terra e Cole che le teneva la testa, la donna stringeva forte a se il ventre. 
- Cole- Rose lo richiamò, ma il ragazzo aveva lo sguardo fisso su di lei. 
- Chiamo un’ambulanza- disse Leo andando verso il telefono. 
Cole guardava lo il viso ricoperto di sangue della sua ragazza, Ether gli sorrise, aveva accettato il caso per lavoro, ma si era innamorata veramente di lui. 
Ether gli fece un sorriso dolce, sapeva che stava per finire. 
- Saremmo stati una balla famiglia
Cola la guardò stupido, spostò lo sguardo verso il ventre della ragazza, il colpo di pistola era li fresco, il sangue non cessava di fuoriuscire. 
- Ce la farai- disse Cole avvicinando il suo volto ad Ether 
- Ti amavo veramente 
Ether chiuse gli occhi. Era morta. 
Cole la strinse forte a se, pianse, pianse fino a non avere fiato. 
Leo stacco il telefono, come gli altri provava una forte empatia per Cole. Hanna si avvicinò a Cris come lei era sconvolto. Cris la guardò negli occhi, adesso era sempre più convinto che fosse tutto vero.







Angolo autrice: Salve a tutti :D se state leggendo vuol dire che la storia vi ha incuriositò e questo mi fa molto piacere, vorrei sapere cose ne pensate, non sono mai convinta di quello che scrivo e aq volte, anzi molto spesso troverete errorri di battitura, ma aimè la mia tastiera fa i capricci xD detto questo vi lascio e buona lettura. 
P.S. qui troverete le immagini dei capitoli 


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