Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: _ayachan_    06/01/2008    17 recensioni
Naruto e Sakura: il giardino dell’Eden; i fratelli Uchiha: il serpente e la mela… Il peccato originale: il tradimento.
"Tutto ciò che credevo sicuro, si sgretolerà tra le mie mani...
Il mio passato, il mio presente, e il mio futuro...
Chi sono io?
Naruto o Kyuubi?"

[Pairing: cambieranno in corso d'opera, anche drasticamente! Threesome, in ogni caso. Molte]
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'eroe della profezia' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Naruto-42

Capitolo quarantaduesimo

La prima mossa





Il giorno in cui il segreto di Naruto era stato a un passo dall’essere scoperto, lui aveva deciso di prendersi le ferie. Non era nelle condizioni di portare a termine una missione, e non voleva incrociare nessuno per la strada, così era tornato a casa in fretta e si era infilato di nuovo sotto le lenzuola.
La nota positiva era che, rientrando, aveva finalmente visto il gatto sul tavolo della cucina. Aveva incrociato i suoi occhi azzurri, lo aveva visto sbadigliare, gli aveva riempito la ciotola, grattato le orecchie, e poi se ne era tornato a dormire. Aveva mal di testa.
Prima di cadere in un sudato dormiveglia, gli era sembrato di sentire un peso caldo accanto allo stomaco, e il rumore leggero di fusa...


Kakashi doveva prendere in mano la situazione.
Le cose non potevano andare avanti così, o non sarebbe arrivato vivo a settembre. E visto che era già il dieci agosto, non era una prospettiva allettante.
D’altro canto...
Anche fare una mossa decisa poteva rivelarsi rischioso.
Soprattutto se considerava che Anko era un tipino facile all’ira, e che Rin e Shizune sapevano esattamente dove colpire per uccidere con un colpo solo.
Poi, naturalmente, c’era la questione di Obito, Obito che amava Rin e che non aveva una tomba.
Se Tsunade gli avesse detto che, finalmente, avevano finito di studiare il suo corpo e poteva riposare in pace, forse le cose sarebbero state più semplici. Forse sarebbe riuscito a metterci una pietra sopra.
O forse no.
Forse non ce l’avrebbe messa mai.
Ma era sicuro che sarebbe stato un buon incentivo.
Dopo la fuga dall’ultimo attacco, salvato dal provvidenziale intervento di Haruka, Kakashi aveva constatato che le visite delle sue pretendenti si erano moltiplicate a vista d’occhio. Un giorno, mentre Haruka beveva un bicchiere di tè freddo nella sua cucina, gli aveva confessato ridendo che Ayane e Anko l’avevano avvicinata per parlarle della sua ‘slealtà’, e che sfortunatamente lei non sembrava averle soddisfatte con le sue risposte. Forse Haruka l’aveva trovato divertente, ma lui sicuramente no.
Passi per Ayane, ma Anko è una kunoichi le aveva ricordato. Ed è anche piuttosto umorale: non provocarla
Haruka si era limitata a sorridergli, e poi aveva svuotato il bicchiere.
Certe volte Kakashi aveva l’impressione che si prendesse gioco di lui.
Quel giorno, di ritorno da una missione in coppia con Asuma, era più pensieroso del solito. Lungo il viaggio non aveva nemmeno tirato fuori l’ultimo libro della serie della Pomiciata, e il suo compagno lo fissava preoccupato già da una buona mezzora.
«Kakashi... qualcosa non va?» chiese, quando non riuscì più a trattenersi.
«Uh?» fece lui, cascando dal pero.
«Sei silenzioso. E non hai ancora tirato fuori il tuo libro»
«Ah...» Kakashi sospirò. «In effetti c’è qualcosa che mi dà da pensare... Asuma... Per te e Kurenai, com’è andata?»
«Ahh, ma certo. Problemi di donne» Asuma annuì comprensivo. «Avevo sentito qualcosa di simile, voci di corridoio...» si grattò la nuca. «Com’è andata per noi, eh? Ormai è passato qualche anno, chissà se mi ricordo... se non sbaglio, le ho chiesto di uscire un paio di volte. La prima mi ha mandato al diavolo, la seconda è arrossita e ha accettato. Poi, quando abbiamo saputo di Tobi, le ho chiesto di sposarmi. Tutto molto semplice, direi»
Kakashi sospirò di nuovo, sotto la maschera.
Per tutti le cose erano semplici, tranne che per lui. Forse doveva tornare da Jiraya e farsi dare un consiglio pratico e immediato.
E così fece.
Peccato che l’unico suggerimento che gliene venne fu un sorriso da uomo vissuto, una pacca sulla spalla e un commosso: «Ragazzo mio, tu non sai quale immensa fortuna ti sia capitata... invece di pensare a come liberarti di loro, inizia a pensare a come uscire con tutte senza che lo sappiano»
In effetti, però, era una verità che poteva tornare utile, a modo suo...


Ultimamente Hinata era stanca.
Il suo gruppo completava una missione dietro l’altra, Kiba le stava ancora appiccicato, Naruto era tutto preso dai suoi problemi, e Hiashi cercava di placcarla dietro ogni angolo per mostrarle gli indubbi vantaggi di un matrimonio con Neji.
L’unica luce di speranza nella nebbia densa in cui vagava sembrava essere Hanabi, che giorno dopo giorno le ricordava di non arrendersi e le stava accanto, consolandola e dandole coraggio.
Hinata non sapeva a cosa fosse dovuto il suo improvviso cambiamento, ma non poteva che ringraziare con tutta sé stessa la causa misteriosa che lo aveva provocato.
Un’altra fonte di ansia, ultimamente, sembrava essere diventato Neji.
Non era per qualcosa che aveva fatto o detto, e probabilmente la colpa era tutta dei piani matrimoniali di Hiashi, ma ogni volta che Hinata lo incrociava per i corridoi il suo cuore accelerava il ritmo, e iniziavano a sudarle le mani.
Il solo pensiero di diventare sua moglie, di doverlo, un giorno, affiancare alla guida del casato, di servirgli da bere, di chiamarlo marito, per non parlare della clausola figli... tutte quelle cose le mettevano addosso un vero e proprio terrore di lui, una paura irrazionale e immotivata che però non riusciva a contrastare.
Neji se ne era accorto.
Aveva visto il lampo di panico nei suoi occhi quando si incontravano, aveva visto le sue mani torcersi nervose, e il sudore imperlare la sua fronte. Sapeva a cosa era dovuto il suo timore, e sinceramente se ne dispiaceva... ma non poteva far nulla per lei.
Purtroppo, era già abbastanza impegnato a cavarsi dagli impicci lui, dal momento che si era lasciato scappare quella promessa affrettata con Hiashi... Ora che Tenten gli aveva detto chiaro e tondo che non aveva speranze, urgeva trovare in fretta un’altra ragazza che fosse una spiaggia sicura. In quel modo, anche se Hinata alla fine avesse ceduto alle pressioni paterne, lui avrebbe potuto svicolare adducendo la scusa che nel frattempo era approdato a più fruttuosi lidi, perché non poteva essere sicuro di Hinata, perché al mondo bisogna prendere quello che viene, perché lui avrebbe raggiunto la posizione che voleva da solo, e qualche altra scusa simile.
Era diventato un ragazzo previdente, Neji.
Ma Hinata non sapeva nulla dei suoi piani, e neppure li immaginava. Poteva solo vivere nel costante terrore del giorno in cui Hiashi le avrebbe ordinato di sposarlo, e pregare con tutta sé stessa che quel momento non arrivasse mai.
In fondo lui era suo padre. Anche se pensava di agire per il suo bene, non sarebbe mai arrivato a costringerla a un passo simile... vero?
In quell’afoso pomeriggio di agosto, mentre cercava invano di mitigare la calura nel giardino più periferico della residenza Hyuuga, Hinata aveva abbassato tutte le difese. Con addosso un semplice kimono bianco, seduta a piedi nudi contro il tronco di un ciliegio, teneva gli occhi chiusi e la testa reclinata all’indietro, sventolandosi piano con un ventaglio.
Finché qualcosa di umido e caldo non le sfregò improvvisamente la faccia, facendole prendere un infarto.
Riaprì gli occhi di scatto, spaventata, ma tutto ciò che vide fu il grosso muso peloso di Akamaru, a un centimetro dal suo. Scodinzolava.
«Che... che cosa?» balbettò Hinata, confusa.
«Shh!» fece Akamaru, e lei sbatté le palpebre.
«...Eh?» chiese, con un filo di voce. «Hai... hai parlato?»
«Oh, lui parla sempre» ridacchiò la stessa voce che le aveva intimato il silenzio, e da dietro la criniera del cane spuntò la testa di Kiba, con un ghignetto furbo stampato sulle labbra. «Ma non tutti capiscono quello che dice»
«K-Kiba!» esclamò Hinata, arrossendo vistosamente. «C-Come sei entrato?»
«Passando dal muro» rispose lui additando la parete a una certa distanza. «Ho sentito il tuo odore, e ho pensato di fare un salto a trovarti!»
«N-Non dovevi... Se i domestici ti scoprissero...»
Per un attimo ebbe un flash di suo padre che la scopriva nel giardino più intimo della casa con Kiba. Vide lui morto e lei sposata con Neji, e non fu affatto piacevole.
«Devi andartene» disse in fretta, in ginocchio. «Se mio padre dovesse vederti sarebbe una catastrofe!»
«Perché?» chiese lui sornione. «Abbiamo intenzione di fare qualcosa di male?»
Hinata avvampò. «Per favore!» supplicò. «Così mi metti in difficoltà!»
«E tu?» sussurrò lui di rimando, avvicinandosi al suo viso spaventato. «Tu non mi metti in difficoltà, ogni giorno, ogni ora?»
«C...Come?» balbettò lei, con voce a malapena udibile.
Non erano state quelle le intenzioni di Kiba.
Davvero, lui aveva soltanto sentito il profumo di Hinata, e aveva pensato di andarla a trovare... per vederla, per scambiare due parole.
Poi, con addosso quel kimono semplice come lei, gli era sembrata troppo bella.
Era rimasto a guardarla per almeno dieci minuti, combattuto, incerto se continuare con il piano originario o, finalmente, confessarle i suoi sentimenti. Il momento sembrava perfetto, l’atmosfera adatta... forse sarebbe riuscito a stupirla, a commuoverla, a strapparle qualcosa di più di un vago interesse...
...Alla fine si era mosso.
E ora, a così breve distanza dal suo viso, sapeva che gli sarebbe bastato tendersi leggermente per spingerla schiena a terra e bloccarla sotto il suo corpo. Sapeva che gli sarebbe bastato chiudere gli occhi e baciarla, e che lei non avrebbe potuto fare nulla per opporsi... perché lui la conosceva bene. Sapeva che per la sorpresa non avrebbe reagito.
...Ma non era una bestia.
Non aveva alcuna intenzione di obbligarla ad alcunché, soprattutto ora che la vedeva tanto spaventata.
Lui non voleva soltanto averla.
Lui voleva che lei lo amasse. Che dimenticasse Naruto e fosse felice con lui. Che fosse felice e basta.
In quel momento, voleva soltanto vedere un sorriso sul suo volto, e non il panico che invece vi leggeva.
Sospirò e si fece indietro.
«Niente» borbottò vago, grattandosi la nuca. «Dimentica quello che ho detto»
Akamaru, di fianco a lui, gli gettò un’occhiata di rimprovero per la sua arrendevolezza.
Hinata sbatté le palpebre, stupita. Che Kiba si fosse allontanato la rendeva felice, sì, ma era qualcosa di molto strano. Di inaspettato. Che stava succedendo?
«...K-Kiba?» lo chiamò incerta, senza sapere cosa fare.
Lui le rivolse un sorriso mesto, e senza preavviso le scompigliò i capelli sulla fronte.
«Non è ancora il momento» mormorò, avendo cura di non farsi sentire da lei. «Prima... dimenticalo»



Gli strumenti impazziti pigolavano frenetici nell’aria raffreddata dai condizionatori.
Il letto cigolava sotto la pressione di tante e tante mani, e la stanza era satura delle grida strazianti del suo unico occupante.
«Dov’è quella fiala?!» urlò Sakura, cercando di tenere giù Sasuke insieme ad altri tre infermieri e ai due chuunin di guardia. «Perché non è ancora arrivata?!»
Il marchio sulla spalla di Sasuke stillava di nuovo gocce di sangue, che andavano a imbrattare lenzuola e federe; la sua pelle, nera e tesa sulle ossa, sembrava cartapesta sotto le dita di chi lo teneva fermo; l’unica ala sotto la sua schiena, poi, non faceva che creare problemi. Ma la cosa peggiore erano gli occhi: gocce di sangue immerse nell’oscurità più completa, occhi persi in incubi che solo loro potevano vedere; distanti, spaventati, sofferenti.
Il sigillo si era attivato all’improvviso, mentre Sakura cambiava la flebo.
Sasuke aveva qualche linea di febbre, l’insolazione che si era preso conservava ancora qualche strascico... forse era colpa del fisico debilitato, o forse era colpa dei ricordi risvegliati dal quartiere degli Uchiha; in ogni caso la situazione non cambiava.
Era scattata l’emergenza, erano accorsi tutti quelli che erano nei paraggi, e ora cercavano disperatamente di impedire a Sasuke di fare del male a loro e a sé stesso.
Finalmente, dopo secondi che parvero ore, la porta della stanza si spalancò per lasciar entrare Shizune con una fiala di liquido rosa, vagamente simile a sangue disciolto in acqua.
«Scusa, non la trovavo» disse infilando l’ago nella chiusura di gomma. «Sono quasi finite, lo sai?» chiese, mentre Sakura teneva fermo il braccio di Sasuke. Per fortuna almeno vene e arterie erano in rilievo.
«Come sarebbe a dire finite?» sibilò la kunoichi, allibita. «E’ tutto ciò che lo tiene a bada, non possiamo farne a meno!»
«Ne sono consapevole!» ribatté tra i denti, spingendo lo stantuffo della siringa. Sasuke urlò più forte; probabilmente il liquido bruciava più del sigillo, in vena. «Ma ci vuole almeno un mese per prepararne dell’altra, e quella in laboratorio sarà pronta solo tra dieci giorni! Le nostre scorte si sono esaurite molto prima del previsto!»
«Dannazione!» imprecò Sakura. «Ogni volta che il sigillo si attiva, le sue cellule vengono sottoposte a un nuovo sforzo! Se non riusciremo a impedire le crisi, nel giro di due settimane sarà morto!»
L’ultimo grido di Sasuke si trasformò in un gemito, e lentamente la sua pelle prese a schiarirsi, sotto gli sguardi attoniti di chi lo vedeva per la prima volta. Pochi istanti, e l’erede degli Uchiha giaceva sulle lenzuola macchiate di sangue, di nuovo pallido e ansante.
Aprì gli occhi neri e opachi e cercò quelli di Sakura. Lei gli strinse la mano, e con l’altra scostò i capelli dalla sua fronte.
«Va tutto bene. E’ passato» gli assicurò. Ma sapeva che lui poteva percepire il tremito delle sue dita, così come doveva aver sentito i loro discorsi poco prima.
La kunoichi alzò lo sguardo sugli infermieri e i chuunin, che, ancora accanto al letto, sembravano più smarriti che mai.
«Grazie per l’aiuto, ora potete andare» li congedò.
Borbottando e lanciandosi occhiate inquiete, quelli obbedirono, lasciando nella stanza soltanto Sakura e Shizune.
Gli strumenti per il monitoraggio di Sasuke, i cui cavetti giacevano staccati o strappati, segnavano un unico e lungo bip cupo.
«...Quante ne sono rimaste?» chiese Sakura, quando le palpebre si furono riabbassate sugli occhi esausti dell’Uchiha.
«Sei o sette» rispose Shizune, piano. «Una decina a voler essere ottimisti»
Sakura strinse i denti.
«...Cercherò di sintetizzare qualcosa di simile a quel tranquillante...» mormorò rapida. «Qualcosa di meno efficace, ma che possiamo usare in dosi massicce finché l’altro non è pronto»
Tese una mano verso il carrello che gli infermieri avevano portato nella stanza all’inizio dell’emergenza, e prese un tampone di cotone. Con gesti delicati lo passò alla base del collo di Sasuke, sul sigillo macchiato di sangue.
«...Nel frattempo studierò anche questo. Se siamo fortunati, il veleno non si è evoluto»
«Hai bisogno di qualcosa in particolare?» chiese Shizune.
«Un laboratorio di quelli al pianterreno»
«Te lo farò avere entro domani. Ora torna a casa, ne hai bisogno. Farò chiamare qualcuno perché sistemino la stanza, intanto che lui dorme. A giudicare dalla crisi, direi che non aprirà gli occhi almeno per quindici ore»

«Grazie...» sospirò Sakura.
Abbassando lo sguardo, si accorse di avere ancora la mano stretta a quella di Sasuke.
Anche nel sonno, le dita di lui erano attorno alle sue...

Quando tornò a casa, trovò Naruto che prendeva due pillole bianche con un bicchiere d’acqua.
«Stai male?» gli chiese subito, preoccupata.
«Mm... mi sento la febbre» bofonchiò lui. «E non riesco a dormire senza fare incubi, quindi ho deciso di prendere queste»
«Fa’ vedere»
Sakura prese la confezione blu, riconoscendola al volo per quella che aveva acquistato quando si era trasferita lì.
«Queste sono piuttosto pesanti, lo sai?» chiese accigliata. «Erano proprio tanto brutti quegli incubi?»
Naruto rabbrividì. «Sì»
«Uhm... in effetti sei pallido»
Tese la mano e gliela posò sulla fronte sudata. Scottava, come quella di Sasuke. Erano pure empatici, adesso? In ogni caso, era meglio non preoccuparlo con i problemi medici dell’Uchiha.
«Dai, mettiti a letto. Resto con te finché non ti addormenti, va bene?» propose accarezzandogli una guancia.
Naruto sorrise. «Se avessi saputo che volevi restare a letto con me, col cavolo che prendevo questa roba» commentò. Lei gli diede uno scappellotto leggero.
Lo aiutò a spogliarsi e infilarsi sotto il lenzuolo, e si coricò al suo fianco. Neanche il tempo di sistemarsi come si deve, che l’altro Naruto decise che si sentiva solo e si mise in mezzo, acciambellandosi nella conca formata dalle loro ginocchia.
Sakura rise piano, e lo accarezzò lentamente. Naruto gli lanciò un’occhiata invidiosa.
«Solo perché lui ha la coda» bofonchiò offeso.
«Tu ne hai nove, in teoria» ribatté lei.
«Aha, divertente» commentò piatto.
«In realtà lo accarezzo perché ha il pelo morbido. Ma mi fermo a questo, con lui» gli lanciò un’occhiata maliziosa. «Sicuro che lo invidi ancora?»
«...Davvero, prendere quelle pillole è stata una grande cavolata»
Sakura rise, e Naruto le prese la mano con cui non accarezzava il gatto, portandosela alle labbra.
«Lo sai che sei la cosa più importante del mondo, per me?» sussurrò contro la sua pelle.
«...Sì» rispose lei, e sentì una vena d’ansia rigare la sua voce.
«Mh... meno male...» mormorò Naruto, chiudendo gli occhi, e depositò un leggero bacio sul suo palmo, poi sul polso, e lungo l’avambraccio. Arrivato all’incavo del gomito, si fermò. «...Proprio una gran cavolata...» disse con un filo di voce.
L’attimo dopo era caduto addormentato... con la curiosa sensazione che tra loro ci fosse un bambino biondo e bellissimo, e non il gatto acciambellato.
Sakura lo guardò, così sereno e ingenuo.
Il contorno del suo viso era liscio e regolare; niente di straordinario, nulla a che vedere con i tratti perfetti di Namikaze Minato, ma sicuramente riconducibile a lui. Le ciglia abbassate erano corte e scure, le labbra ancora socchiuse contro la sua pelle. Sentiva il suo respiro caldo stuzzicarle il braccio, e per un attimo desiderò davvero che non avesse preso le pillole per dormire.
Si rannicchiò un po’ più vicina a lui, smettendo di accarezzare il gatto per circondargli il viso con entrambe le mani.
«Io ti amo, lo sai?» sussurrò alle sue palpebre abbassate. «Ti amo. Ti amo. Ti amo...»
Chiuse gli occhi, premette la fronte contro la sua, e desiderò di restare così per sempre.
Lei e lui.
Nessun problema.
Per una volta, nessun villaggio da proteggere.
Per una volta, nessun Sasuke da salvare.
A tutto il resto... avrebbe pensato dopo.


«...E’ stata una serata divertente» disse Kakashi affabile, con un sorriso nascosto dalla maschera.
Ayane, davanti a casa, gli rivolse uno sguardo estasiato.
«Sì, è vero» ammise, arrossendo leggermente. «Mi sono divertita molto» si torse le mani. «Penso che dovremmo... rifarlo» azzardò audace.
«Lo penso anche io» ribatté lui a sorpresa.
Lei sbatté le palpebre, incredula. Poi si guardò attorno, nella strada buia e deserta. Alla fine puntò gli occhi sulla sua maschera.
«Quella... è proprio necessaria?» chiese vaga.
«Indispensabile» assicurò Kakashi.
«Oh» fece lei, delusa. «Quindi... ehm...»
«Quindi ci salutiamo qui. Buona notte Ayane»
«Buona notte...»
Rimase a guardare finché non fu entrata in casa, e a quel punto girò sui tacchi e scomparve nell’ombra.
E tre.
Con Ayane, quella sera aveva portato a cena fuori la terza donna.
Buffo come tutte, anche Anko e Shizune, gli avessero chiesto della maschera. A quel punto iniziava ad essere felice di averla sempre addosso, lo difendeva da assalti inopportuni.
Bene, per quel giorno poteva dirsi soddisfatto; aveva messo in pratica il consiglio di Jiraya, e in più stava macchinando la combinazione che lo avrebbe liberato da ogni problema... e la cosa migliore era che gli sarebbe costata solo un po’ di denaro.
Terribilmente soddisfatto di sé stesso, prese una scorciatoia per tornare a casa.
L’unico neo nella sua perfetta serata era un nome di tre lettere: Rin.
Ma per lei doveva trovare qualcosa di diverso... perché, in fondo, lei era più importante.


L’indomani Sakura lasciò Naruto che ancora dormiva per tornare in ospedale da Sasuke.
Quando arrivò all’Accettazione la informarono subito che le avevano assegnato il terzo laboratorio, quello accanto alla serra, e lei assicurò che ci avrebbe dato un’occhiata subito dopo essere stata dal suo paziente. A quel punto si cambiò in fretta e salì di corsa le scale, raggiungendo l’ultimo piano in pochi minuti. Attraversò tutto il corridoio, salutò le guardie annoiate davanti alla porta e bussò piano prima di entrare. Dall’interno non provenne nessuna risposta.
Aprì silenziosamente e si fece avanti in punta di piedi, gettando un’occhiata a Sasuke che dormiva sotto il suo lenzuolo, pallido quanto il giorno prima. Richiuse la porta alle spalle e si avvicinò al letto senza fare rumore. Sfilò la cartella clinica, le diede un’occhiata, e poi controllò che la flebo non fosse vuota. Era tutto in regola. Sentì la fronte di Sasuke; anche quella era fresca.
Sorrise. Dopotutto, le cose sembravano mettersi bene.
Mentre la mano di Sakura era ancora posata al di sopra dei suoi occhi, Sasuke sollevò le palpebre.
«Buongiorno» gli disse lei. «Hai sete?»
Lui annuì impercettibilmente, e lei riempì d’acqua il bicchiere sul comodino. Lo aiutò a tirarsi su, e controllò che non perdesse la presa o si strozzasse. Sasuke le lasciò fare ogni cosa, docile, e poi tornò a sdraiarsi, richiudendo per un attimo gli occhi.
«...Quanto ho dormito?» chiese con voce arrochita.
«Quasi diciassette ore» rispose lei con una veloce occhiata all’orologio. «Ma è normale, è stata una crisi intensa»
Sasuke nascose il viso dietro a un braccio, e strinse il pugno.
«Dannazione!» imprecò.
«Non è necessario prendersela...» ribatté lei. «Sei ancora debole, è stato un attacco improvviso...»
«Tu non capisci!» sbottò lui, scattando a sedere e lanciandole uno sguardo rovente. «Due giorni fa stavo bene! Sono riuscito a superare le guardie alla porta e ad arrivare fino al mio quartiere! Ero convinto che le cose potessero soltanto migliorare, invece guardami adesso! Sono tornato a una settimana fa, e solo per una stupida crisi del cazzo che non sono riuscito a fermare!»
«...E chi devi biasimare per questo, eh?» chiese lei, piano ma in tono severo. «Chi aveva deciso di lasciarsi morire? Chi ha indebolito il suo corpo, consapevolmente e volontariamente?»
Lui la fulminò con lo sguardo. «Avevo perso ogni motivo per vivere! Pensavo non mi servisse più a niente!» ringhiò. «Ma tu non puoi capirlo! Il tuo sogno non è andato in pezzi! Anzi, forse tu non lo hai nemmeno un sogno!»
«Certo che ho un sogno, per quanto banale» lo interruppe lei, infastidita e ferita. «Sogno di essere felice, come tutti. E, come tutti, anche io ho momenti in cui credo che la felicità sia impossibile. Ma non per questo mi lascio morire...!»
«Quello non è un sogno!» replicò Sasuke, indispettito. «Quello è un banale desiderio di tutti gli esseri umani! Io... Io avevo un obiettivo...! Maledizione!» affondò le dita nei capelli. «Dovevo uccidere mio fratello! Dovevo solo ucciderlo...! Non mi illudevo che saremmo tornati al passato... non ero così idiota da pensare che sarebbe stato come avere di nuovo sette anni...! Però... volevo solo ucciderlo! Era l’unico motivo per cui andavo avanti! La cosa per cui ho sacrificato tutto!»
Sakura trattenne il fiato, in silenzio.
Così, in un attimo, inaspettata... giungeva la confessione?
Era finalmente arrivato il momento in cui Sasuke si sarebbe aperto con lei?
«E mi è stata strappata di mano!» continuò lui, sempre più amareggiato. «In meno di un secondo, senza che io potessi fare niente... ho visto il mio unico obiettivo raggiunto da un altro, con una facilità per me impensabile. Hai idea di cosa io abbia provato?» aspro, alzò lo sguardo fino a trovare i suoi occhi. «Riesci a immaginare come mi sono sentito? No, non puoi! Perché a te non è successo! Itachi... Itachi doveva morire per mano mia!» gridò, le vene del collo gonfie e pulsanti. «Lui era mio fratello! Mio fratello! Naruto non doveva... come ha potuto... era una faccenda che riguardava solo noi due!» ansimò, i pugni serrati tanto stretti da sbiancare le nocche. «Era mio fratello!» serrò le palpebre. «Tutto ciò che mi era rimasto! Era... mio fratello...!» la sua voce si trasformò in un gemito roco. «...Il mio sogno... tutto ciò che era rimasto del mio sogno...!»
Sakura non riuscì ad aprire la bocca.
Per tutto quel tempo... aveva sempre pensato che Sasuke odiasse Itachi, che lo volesse vedere morto con ogni fibra di sé stesso... e ora... all’improvviso scopriva che non era così. Che Itachi era qualcosa di diverso per Sasuke, che era in qualche modo... necessario.
Forse il problema non era che Naruto avesse ucciso Itachi.
Forse il problema era che Itachi fosse morto, e basta.
Un bussare sommesso fece trasalire entrambi.
«Tutto bene...?» chiese una delle guardie all’esterno.
«S-Sì!» si affrettò a garantire Sakura. «E’... è tutto a posto» tornò a posare gli occhi su Sasuke, di nuovo a testa china.
«...Io volevo solo tornare a quel tempo» sussurrò l’Uchiha, con voce quasi irriconoscibile. «Volevo solo tornare indietro... almeno con lui. Volevo raggiungere il mio sogno morto e sepolto... e non ce l’ho fatta»
Sakura sentì gli occhi pizzicare. Era assolutamente certa di essere la prima persona cui Sasuke confessasse quelle cose... ma non se ne sentiva orgogliosa. In quel momento, l’unica cosa cui riusciva a pensare era che dall’inizio, da prima che finissero nel gruppo sette, forse da prima che si rivolgessero la parola da bambini... Sasuke aveva sempre inseguito un sogno morto, sapendo che non lo avrebbe raggiunto.
E la cosa... le metteva addosso una tristezza infinita.
«Sasuke...» mormorò, e istintivamente si chinò verso di lui, fece scivolare le braccia attorno al suo collo e lo abbracciò, affondando il viso nell’incavo della spalla, dove il segno maledetto bruciava ancora.
Lui ebbe l’impulso di allontanarla, come sarebbe stato nella sua natura, ma poi... per qualche strana ragione... l’allucinazione avuta nel suo quartiere gli tornò alla mente.
Un sé stesso più sereno, felice... con lei al suo fianco.
Il suo primo impulso fu soffocato bruscamente, di colpo.
Lentamente, molto lentamente, le sue mani riluttanti cercarono la sua schiena. Il cotone del camice era caldo contro la pelle, tiepido del suo tepore, intriso del suo profumo... le dita si strinsero alla stoffa, per la prima volta dopo non sapeva nemmeno più quanti anni, e scoprì che era una bella sensazione. La tirò sul letto, seduta accanto alle sue gambe.
Sakura trattenne il fiato, e il suo cuore prese a battere tanto forte da farle male.
Lui... stava davvero ricambiando l’abbraccio? Stava davvero succedendo?
L’aveva sognato per anni... ci aveva fantasticato, lo aveva visto nella sua mente, immaginato, atteso, sospirato...

...Ma lei amava Naruto.
Ora lei amava Naruto.
Soltanto la sera prima non aveva fatto che ripeterglielo, nel sonno, anche se lui non poteva sentirla...
Lei amava Naruto.
Prima che Sasuke si accorgesse di quanto batteva forte il suo cuore, decise di staccarsi. Era meglio per tutti, per lei soprattutto... ma lui non la lasciò allontanare.
Sentì il suo abbraccio sciogliersi e i suoi muscoli tendersi per farsi indietro, ma non tolse le mani dalla sua schiena. Le permise di mettere dieci centimetri tra loro due, la distanza minima per guardarla negli occhi, e poi la bloccò.
Lei avvertì una stretta allo stomaco.
Panico?
O cosa?
«Sasuke...» sussurrò, incapace di staccare gli occhi dai suoi, per una volta così neri, così intensi, così dolorosi.
Tutto ciò che era, tutto ciò che voleva essere, gridò, dentro di lei.
Le urlò di allontanarsi, di mettere fine a quella stupidaggine, di fare la persona razionale e non rovinare tutto.
Ma, quando Sasuke prese lentamente ad avvicinarsi, non un solo muscolo ascoltò quell’ordine. Non una sola fibra del suo corpo si mosse per obbedire...
...e rimase immobile, rigida, tra le sue braccia...
...finché le loro labbra non furono a meno di un soffio di distanza.

«...Io sto con Naruto»

Un sussurro.
Fievolissimo, a malapena udibile.
Le era sfuggito, ultima difesa involontaria della sua parte logica e razionale.
Ma era bastato a fermare Sasuke.
A un soffio dal bacio che lei sognava da sempre.
«Noi... viviamo insieme» proseguì, tremando, facendosi male. «Scusa»
Sasuke esitò per un istante, senza muoversi, ma alla fine si fece indietro e distolse lo sguardo.
«...Capisco» fu il suo sterile commento.
Le sue mani si allontanarono dalla schiena di Sakura, lasciandole la sensazione di un gelo impossibile da sciogliere, e ricaddero inerti accanto ai fianchi, richiuse a pugno. Lei aprì la bocca per dire qualcosa d’altro, forse per scusarsi, o chissà... ma poi la richiuse, e restò in silenzio.
Con il cuore che le faceva male, si alzò dal letto e si sistemò il camice stropicciato.
Aveva il viso in fiamme, le mani tremanti, e i suoi polmoni si rifiutavano di funzionare a dovere.
«...Manderò un’infermiera più tardi, per la flebo» mormorò nervosamente. «Ci... ci vediamo»
Sasuke non rispose.
Rimase immobile, a testa china, finché lei non fu uscita dalla stanza.
Solo allora, le sue mani si serrarono sulle lenzuola, livide, e i suoi denti si strinsero per la frustrazione e l’umiliazione.

Ancora una volta, aveva sbagliato tutto.
Ancora una volta, Naruto era arrivato prima.










Nel prossimo capitolo:

«Tu!» esclamò, quando Shikamaru fu abbastanza vicino da riconoscerlo, anche attraverso il velo del sonno.
«Uh?» ribatté il ‘tu’ in questione, a metà del terzo sbadiglio. «Ah. Kankuro»
«Ho sprecato un’ora della mia vita ad aspettarti! Sei un bradipo!»
«Non è esatto... A dire il vero sono sceso dal letto sette minuti fa, quindi a prepararmi sono piuttosto veloce...» Shikamaru si grattò distrattamente il mento. E finalmente il neurone dell’intelligenza, a otto minuti e dodici secondi dal risveglio, si attivò. «Ehi!» esclamò, improvvisamente attento. «E’ successo qualcosa a Temari?»













*      *     *   *  
  ȣ    *   *     *      *


Spazio autore

Ahi ahi ahi...
I guai hanno inizio sul serio...!
(e, a giudicare dall'anticipazione, non solo per Naruto, ma anche per Shikamaru! XD)
Ma quanto era puccioso Kiba in questo capitolo?
Dai, non gli sareste saltate tutte addosso, voi femminucce?!
(Io sì)
(XD)
E anche Jiraya... ç_ç
Oh, Jiraya...
Tra parentesi... questo era un altro dei capitoli per cui mi vorrete morta.
Di nuovo, NON l'ultimo!

Ahh, mi sa che questa volta non ci saranno tanti commenti...!
Tutti a leggere Harry Potter, eh?
Vi va bene che io l'ho finito quest'estate in inglese, se no mi arenavo con voi! XD

Angolino dell'incerta
Fino a prova contraria questa è la mia fanfic, right?
Quindi posso scriverci quello che voglio, right?
E allora...
...Perché Dio (o chi per lui) ha donato dita per digitare a gente che ha evidentemente sconnesso il cervello?
Possibile che ci sia qualcuno che, anche solo per provocare, scrive recensioni come quella che ha scatenato il putiferio Shika-Ino/Shika-Tema?
Personalmente tollero poco lo Shika-Ino, ma non vedo perché certa gente debba far passare il noioso tempo della sua vita
a rompere le scatole (per non dire di peggio) al resto del mondo!
Scusate se non capite il riferimento, non ho intenzione di fare pubblicità (positiva e negativa) a nessuno,
il mio era solo un piccolo sfogo davanti all'assurdità di certe persone...
No, davvero, ma hanno guano di pipistrello al posto di materia grigia?!
Il dubbio mi dilania:
provare compassione o ribrezzo?
(sì, lo so che le mie considerazioni arrivano sempre tardi... ma che ci posso fare? Sono a scoppio ritardato!)
(e grazie ad arwen per avermi fornito questo interessante spunto di riflessione)
(ah... naturalmente, grazie anche all'illuminante recensione, frutto di quelle nobilissime creature che stanno appese a testa in giù nelle caverne)

Oggi mi sento in vena di chiacchierare (nota: sono le 2 di notte...)
E quindi...
GRAZIE
a tutte le 60 persone che hanno inserito questa fanfic tra i preferiti!
Ogni capitolo supera le 200 letture, per arrivare a 300 e passa di tanto in tanto, e magari per voi non è nulla, ma per me è moltissimo!
Davvero, ringrazio infinitamente tutti voi!

lale16: wow, recensione piena di ardimento! XD Tra i tuoi capelli e "Noi-sappiamo-chi", non si capisce chi attiri di più il tuo odio...! Naruto non sta impazzendo. Diciamo che... ehm... è una fase transitoria... che... ehm... tutti gli adolescenti attraversano... ehm... oh, insomma! Io sono psicopatica, io lo sto gestendo, ergo anche lui è un tantino psicopatico! Mai come la tua parrucchiera, comunque. U_U (biondo-Ino... povera te. ç_ç)
1992: se Kyuubi si fosse impossessata di me, starei già saltellando da qualche parte nel mondo a seminare morte e distruzione, credimi. E prima di ogni altra cosa avrei già ridotto all'estinzione tutti gli esorcisti esistenti! ^_^ (sorriso angelico) La polizia di Konoha è giusto che ti stia sulle balle, visto quale ruolo avrà in futuro, e inoltre... uhuhuh... curioso che tu mi abbia chiesto se esiste una donnina destinata a Iruka... perché c'è. E, a onor del vero, ho già sparso indizi lungo la fanfic... Uhuhuhuh... Ah, sì. Puoi iniziare a costruire una bambolina woodoo con le sembianze di Sasuke, ormai mi sembra evidente. U_U (naturalmente mi rifiuto di ribattere alle altre assurdissime cose che hai scritto! XDDD)(però continua a scriverle, sono divertenti! XD)
sammy1987: Sasuke sta purtroppo tornando vispo... anche se la batosta di questo capitolo dovrebbe (dio voglia) averlo demoralizzato un tantino... Solo che le cose per Naruto d'ora in poi andranno sempre peggio (ovviamente). Per fortuna (o sfortuna?) i prossimi capitoli metteranno l'accento su Shikamaru e Temari, e loro tre verranno analizzati soltanto a sprazzi... eheheh... quando voglio fare l'autrice bastarda ci riesco benone!
kage_naru89: il tuo amico farebbe bene a non tirarsela, visto che un sacco di gente sa come va a finire Harry da luglio! (me inclusa) U_U Comunque è uscito alla mezzanotte del 5 gennaio, c'erano tutte le librerie aperte per l'occasione! (la mia città ha fatto un quiz, e chi lo vinceva aveva una copia gratis... mia sorella mi ci ha trascinata per vincere per lei, ma alla fine ha conquistato il primo posto da sola, con una domanda che le è arrivata di straculo! XDDD) Parlando di Naruto, dal mio punto di vista Sasuke è un rompiscatole. Cioè, oggettivamente è stato ammirevole, ha davvero salvato Naruto, ma... non sopporto che lui faccia bella figura, argh! >_< E in "quel" momento, sì, in effetti erano pensieri un po' miei... ma diciamo che Kyuubi ci ha messo una zampa! XD
Jenna Uchiha: Gaara farà la sua apparizione nel prossimo capitolo! E Sasuke, dopotutto, non è stato tanto figo qui, eh...? Uhuhuhuh... Ma... Sakura, fino a che punto sarà turbata dall'emo-mano-lesta? Per ora Hinata ha avuto un incontro con kiba, direi, e Neji ha fatto solo una comparsata... ma il suo rapporto con Tenten si svilupperà completamente soltanto verso le fine! U_U Sai e Ino hanno uno strano rapporto... lui assomiglia esteticamente un po' a Sasuke, quindi la attira, d'altro canto lei è innamorata di Shikamaru... mah, chissà come si evolveranno le cose tra quei due?
kimi: gli Uchiha sono dei grandi quando NON si chiamano "Scoiattolo" di nome... Che dici, puoi sperare in una SasuSaku dopo i recenti sviluppi? XD In ogni caso, per un po' non lo saprai! (me perfidissima) Ah, Satana non era andato lontano... ma solo tra un po' di tempo spiegherò bene la cosa! ^_*
Julia83: ora Sasuke sa della relazione tra Naruto e Sakura... ma avrà davvero lasciato perdere? Siamo sicuri che sia così semplice...? In ogni caso, il "pericolo yaoi" è lontano da questa fic, credimi. Preferisco di gran lunga privilegiare il rapporto di rivalità/complicità tra i due "fratelli", che non addentrarmi in meandri sconosciuti... °_° A dire il vero da piccolo Sasuke parlava anche con Ino... ma stai tranquilla: LORO non me li vedrai mai mettere insieme, a meno che io non abbia deciso che la mia vita è giunta al capolinea e che tagliarsi le vene è una buona soluzione. U_U Sai perché Kishimoto non fa proseguire a me il manga? Perché a) non so disegnare bene quanto lui, e b) ci sono mille cose che non so, e che vagolano nella sua bizzarra testolina...! XD Certo, se volesse comunque darmi una percentuale su ciò che guadagna... così, per sport... io mica mi offenderei! XD
Reina: Hanabi è stata a malapena citata in questo capitolo... uhm... e non mi sembra che sia prevista a breve termine, ma potrei infilarcela! XD Tanto non mi viene a cambiare troppe cose! E Gaara arriverà, arriverà... già dal prossimo capitolo!
arwen5786: ma no, dai... il gatto mica odia Naruto! XD In realtà gli vuole molto bene, solo che ha un modo tutto suo di dimostrarlo! E' timido, povera stellina! E la polizia... mi serve. Mi serve molto, credimi! Sakura e Sasuke sono stati di tuo gusto in questo capitolo...? ^_* (un po' sì e un po' no, eh?) Ah, ma nella foto sembri tutto fuorché un fantasma, credimi! Certo che... ehm... sì, credo che tua madre non capirebbe l'accenno a Kakashi...! XD
Hila92: cioè... tu stai ipotizzando Sakura e Sasuke felici e spensierati... e Naruto solo?! O_O M-M-Ma... Che crudeltà! Poverino, se proprio deve stare solo, almeno lasciagli il gatto!! Comunque... tornando ai fatti, ora SAI cosa succede di così opposto alla preview nel capitolo... e sai che qualcuno è da biasimare, qualcuno da elogiare... uhuhuh...
killkenny: ma no, dai, rilassati. In fondo prima o poi mi sarebbe venuto in mente, tranquillo! XD Non hai complicato proprio nulla, anche perché l'ascendenza di Naruto non cambia proprio niente! E... wow, un 10! *_* Quanto tempo che non succedeva! (di' un po', tu segretamente ami Sasuke, eh...)


Aya
  
Leggi le 17 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: _ayachan_