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Autore: katyjolinar    22/06/2013    2 recensioni
Il Ponte interuniversi venne chiuso nel 2012. Tempo dopo l'equilibrio viene minato da una nuova minaccia. La Divisione Fringe dovrà affrontare un pericolo mai affrontato prima, mentre il nuovo membro del team cerca di ambientarsi nel nuovo mondo. [Lincoln/AltLiv]
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Charlie ci volle parecchio tempo ad accettare la mia presenza nella squadra. Olivia dovette lavorare molto per calmare gli animi, i primi tempi: Charlie si rifiutava di collaborare con me, o di ascoltare le mie osservazioni riguardo ai vari casi. Inoltre si rifiutava di chiamarmi per nome o almeno usando il grado militare che mi era stato assegnato dal Segretario in persona per permettermi di far parte integrante della Divisione Fringe: Tenente.
La situazione divenne ben presto dura e poco sostenibile per tutti, e degenerò quando Astrid, destabilizzata dalla poca collaboratività di Charlie, si chiuse in sé stessa, smettendo di parlare.
Inizialmente Charlie diede la colpa a me per la situazione creatasi. Ovviamente questo non servì a migliorare le cose, così un giorno Olivia prese da parte l'amico per parlargli a quattrocchi.
Non so cosa si siano detti, li vedevo parlare in un angolo tranquillo dell'ufficio, e non mi avvicinai per rispettare la loro privacy. Restai tutto il tempo accanto ad Astrid, che sembrava più tranquilla se io le stavo vicino, ma ogni tanto lanciavo uno sguardo a Olivia e Charlie. Li vedevo discutere animatamente, ma a bassa voce; sapevo che parlavano di me, non ci voleva molto a capirlo. In fondo, io ero l'ultimo arrivato e avevo preso il posto del loro collega morto, e questo a Charlie non era andato a genio. Olivia incrociò il mio sguardo e mi sorrise; Charlie si voltò verso di me, mi squadrò per qualche secondo, quindi sospirò, si voltò nuovamente verso Olivia e annuì. Il sorriso della donna si fece ancora più luminoso, come non l'avevo mai visto .
Non osai avvicinarmi, volevo aspettare che fossero loro a farlo, e non si fecero attendere: Olivia quasi corse da me e mi abbracciò calorosamente, poi Charlie ci raggiunse con calma.
"Okay, Olivia mi ha convinto. Proverò a darti una possibilità." disse. Io sorrisi e gli strinsi la mano, mentre Olivia mi stringeva ancora.
La Rossa ci guardò entrambi per qualche secondo, poi mi stampò un bacio sulla guancia. Credo di essere arrossito, perché sentii il sangue salire verso il volto.
Charlie stava per dire qualcosa, ma venimmo interrotti dall'allarme che ci avvertiva di un Evento Fringe in atto.
Quello fu l'inizio dell'amicizia tra me e Charlie.
Questa amicizia si rafforzò col tempo.
Erano passati più di due anni da quel giorno, io e Charlie eravamo diventati buoni amici, tanto che spesso ero invitato a cena a casa sua, e il Segretario Bishop e la moglie mi trattavano come uno di famiglia.
Era il 27 aprile 2015, il terzo anniversario della chiusura del Ponte e del mio trasferimento in questo Universo.
Il Segretario aveva invitato la squadra a cena a casa sua, approfittando anche del fatto che io, nonostante compissi gli anni il 3 ottobre, festeggiavo anche quella data. Io arrivai in orario, insieme a Olivia, che era venuta in macchina con me, visto che eravamo vicini di casa.
Elizabeth Bishop venne ad aprirci; appena ci riconobbe ci sorrise. Io mi feci avanti e le porsi il mazzo di fiori che avevo portato per l'occasione.
"Lincoln... non dovevi..." disse, prendendo i fiori e salutandomi con un bacio sulla guancia, come ormai faceva ogni volta.
Io le sorrisi e, poggiando delicatamente una mano sulla schiena di Olivia, la feci entrare in casa per prima.
Il Segretario Bishop si avvicinò, ci strinse la mano e mi porse un bicchiere di rarissimo vino rosso del Chianti.
"Come è andata la settimana al lavoro, figliolo?" mi domandò.
"Come sai, brancoliamo ancora nel buio per quei picchi di magnetismo." risposi "secondo i calcoli di Astrid non sono naturali."
"Quindi c'è un colpevole." concluse Walter, sospirando "Quesiti eventi si ripetono da più di due anni. Dobbiamo trovare una soluzione."
Annuii. Stavo per rispondere quando suonarono alla porta; Astrid, Charlie e Mona erano arrivati, e la cena poteva cominciare.
Ci sedemmo a tavola. La signora Bishop aveva cucinato tutto il giorno, sapendo che avrebbe avuto ospiti per cena.
Chiacchierammo animatamente per tutto il tempo; sembrava di essere a una cena di famiglia, in cui i parenti si ritrovano tutti insieme per passare del tempo in compagnia. A fine cena era diventata abitudine per il 27 aprile che io ricevessi dei doni, come al mio compleanno.
Ci eravamo spostati nel cortile sul retro della casa. Mentre sorseggiavo un bicchiere di raro e costoso whisky offerto dal Segretario, la signora Bishop ci raggiunse con, tra le mani, un piccolo pacchetto; me lo porse, io sorrisi e lo aprii, trovando un paio di occhiali nuovi.
"Elizabeth... non dovevate..." protestai debolmente.
"Te ne servivano di nuovi." spiegò la donna "Te li abbiamo fatti fare su misura."
Io annuii e li provai. Mi stavano a pennello; abbracciai la signora Bishop e strinsi la mano al Segretario, mentre Olivia mi porgeva un pacco più grande.
Presi anche quello e lo aprii. Era una giacca in pelle nera, con una linea semplice e pratica, come avevo cominciato a vestirmi di recente.
La indossai per provarla; Olivia mi aggiustò il colletto e mi sistemò un ciuffo di capelli, che cadeva ribelle sulla fronte.
"È perfetta. Grazie, Liv!" la ringraziai, abbracciandola e posandole un bacio sulla guancia. Mentre lo facevo, notai degli sguardi tra gli altri, intorno a noi. Mi allontanai delicatamente, continuando a tenere una mano sulla schiena della Rossa.
Charlie strinse la moglie e mi guardò sorridente.
"Noi non abbiamo portato nulla." esordì "Ma tra qualche mese avremo un figlio, e ci piacerebbe che tu facessi da padrino."
"Aspettate un bambino?" domandò Olivia, incuriosita.
"Si, siamo incinti." rispose Mona, stringendosi al marito.
"Oh, beh... che Charlie sia incinto non è una novità!" scherzò la Rossa.
"Olivia non ha tutti i torti. I tuoi ragni come la prenderanno?" domandai scherzosamente.
Charlie stava per rispondere, quando nei nostri palmari squillò l'allarme Evento Fringe.
Astrid prese il suo e lo controllò.
"Picco magnetico anomalo a Central Park." informò, parlando tutto d'un fiato.
Io e Olivia ci guardammo per qualche secondo, poi lei mi prese le chiavi della macchina dalla tasca dei jeans e andò verso l'uscita.
"Guido io." disse "Andremo più veloci. Charlie, vai pure a casa, per ora bastiamo noi. Signor Segretario, grazie della cena."
Uscì. Io la seguii; rimanemmo in silenzio per tutto il viaggio . Sapevamo già cosa aspettarci: oggetti metallici che si muovevano impazziti all'interno di un perimetro, tubature del gas e dell'acqua che venivano distorte dal campo magnetico, provocando esplosioni e allagamenti, in poche parole una zona di guerra.
Quando arriviamo mi guardai intorno, come al solito, in cerca di qualcosa di strano, o che mi rivelasse qualche nuovo indizio sull'Evento Fringe.
Era notte, ma una piccola folla si era già raccolta attorno al perimetro tracciato dai nostri colleghi, accorsi sul posto poco prima del nostro arrivo. Osservai i volti della folla, in cerca di qualcosa, quando il mio sguardo venne attirato da un ometto basso dall'aria apparentemente anonima. Lo osservai meglio e mi sembrò di averlo già visto prima; basso, tarchiato, con una pettinatura stramba e delle lunghe basette, di certo non passava troppo inosservato. Lo avevo già visto nei pressi degli altri Eventi Fringe simili a questo.
"Olivia, forse abbiamo una testimone... o un colpevole." la informai.
"Va bene. Andiamo." rispose. Ed io le feci strada verso quell'uomo. Si era appena acceso un sigaro e, quando gli fummo vicini, ci guardò con aria indifferente dal basso verso l'alto.
"Salve." salutò.
"Logan, che diavolo ci fai qui?" domandò Olivia, dopo qualche secondo di silenzio.
   
 
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