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Autore: ehicam    22/06/2013    1 recensioni
«Perche fare uso di droghe illegali, quando lui poteva diventare la mia legale?».
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn Harries, Jack Harries, Nuovo personaggio, Sam Pepper
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.

Osservai il bicchierino, il colore era quello, ma l’odore non lo era.
Il tipo al bancone mi osservò, capendo che ciò che avevo nel bicchiere non era realmente quello che avevo richiesto.
«E’ acido, piccola». Mi disse.
Mi alzai di lì, sapevo cos’era.
Sapevo i suoi effetti.
Stava a me decidere, o ingerire in me della droga, o lasciare perdere. Cercai a Acacia ma non lo trovai, quel locale era più grande di quanto potevo immaginare, non la trovavo.
Iniziare a sorseggiare dal bicchiere un po’ della “sostanza”.
Non sentivo nulla, non stava accadendo nulla.
Avevo sempre bevuto, ero sempre stata resistente all’alcool.
Finì il bicchiere.
Solo dopo mi accorsi di non sentirmi bene, ma forse non gli stavo dando peso.
Il cellulare suonò.
Non lessi, non ci riuscì, il cellulare sembrava muoversi dalle mie stesse mani, la gente si stava sempre di più alzando.
Non capivo nulla, la musichetta assordante del cellulare mi stava stordendo più della musica di quel posto.
Riconobbi Acacia, almeno speravo fosse lei, le andai in contro.
Sembrava fatta, come se lei conoscesse già quel posto.
Come se lei, sapeva già quale orrore si celava dietro quelle grandi porte. Lei voleva farmi provare quella sensazione.
Ci era riuscita, io stessa ero fatta, non capivo più nulla.
Ero stordita, ma stranamente felice.
«Benvenuta nel nostro mondo, Ally». Disse.
Era assieme ad un gruppo di ragazzi, sembravano tutti avere sui 19/20 anni proprio come noi.
E nessuno di loro sembrava non esser fatto.
Chi di più, chi di meno, ma tutti li erano.
Mi diressi verso il bagno, non riuscivo ad osservare il mio riflesso allo specchio, vedevo ogni parte scomposta.
Non capivo nulla, nulla.
La dose in quel bicchiere era esagerata, non avevo la fisicità per permettermi tutto ciò.
Uno dei ragazzi del gruppo si avvinò a me.
«E’ la tua prima volta, vero?».
«E’ così evidente?».
«Ehi non arrabbiarti, si nota sai..».
Abbassai lo sguardo.
«Credo che sia il caso di andare, non credi?».
Uscimmo di quel locale, mi portò verso un Range Rover si sedette e feci lo stesso.
Nessuno dei due parlò, non sapevo nulla di e di certo lui lo stesso.
Si fermò di colpo, avevo la vista piuttosto offuscata non capivo nulla.
Dai lì ci fu il vuoto.
Nulla.
«Ally?». Una voce non famigliare cominciò a dire il mio nome, forse più volte.
Aprì leggermente gli occhi, dei grandi occhi verdi mi stavano osservando.
Quel ragazzo aveva un volto famigliare.
«Che mi succede?». Mi allungò le mani, in modo da farmi alzare dal letto dove ero coricata.
«Ieri sera hai bevuto della vodka con all’interno delle pasticche di acido, per la tua prima volte era forse un troppo pesante». Notai che avevo ancora l’abito indosso, ma non i tacchi i quali però, erano dolcemente poggiati accanto al letto. Il ragazzo riprese a parlare «non lo ricordi?»
Mi guardava fissa dritto negli occhi.
«Si, insomma.. non del tutto..» faci un sospiro «ricordo di averti visto assieme ad Acacia con altri ragazzi, ricordo anche di esser andata al bagno, ma non riuscir bene a vedere il mio riflesso nello specchio, e poi di un viaggio in macchina. Nient’altro. »
Lui continuava ad osservarmi, sembrava incuriosito, ma allo stesso tempo molto attento ad ogni mia parola.
«Hai intenzione di continuare a frequentare il locale?»
«Credo di si, insomma perché non dovrei..»
Lui sorrise.
«Ah comunque il mio nome è Jack»
«Allyson» sorrisi abbassando la testa, la timidezza stava avendo il sopravento su di me.
«Non devi esser timida, non preoccupati. Del resto d’ora in poi passeremo molto tempo insieme.» sorrise, ancora.
«Ah, comunque avrei bisogno di due favori» sorrisi.
Poi sottovoce aggiunsi. «ho appreso alla lettera ciò che mi hai appena detto»
«Avanti, dimmi.»
«Ho bisogno di un cambio, e di un passaggio»
Si alzò di lì, muovendosi pesantemente per l’appartamento che sembrava alquanto grande.
Rientrò in camera, mostrandomi degli abiti.
«Spero possano andarti bene»
Uscì dalla stanza, lasciandomi un momento per cambiarmi.
Era tutto perfetto, un semplice leggins e una camicetta.
Quelli non potevano di certo esser sui, o almeno quella non poteva esser casa sua.
«Possiamo andare?»
Uscì dalla stanza, mi portò fuori e mi fece salire sullo stesso Range Rover con il quale mi aveva portato in quella casa la notte prima.
Gli diedi le giuste indicazioni per portarmi a casa.
«Grazie Jack» Dissi mentre chiudevo la portiera della macchina, mi fece un cenno come risposta.
Suonai il campanello, sperando che mio padre fosse a casa.
Uno, due, tre volte ma nulla.
Ero lì fuori sola.
Solo dopo mi resi conto delle chiavi poggiate in un vaso vicino la porta.
Entrai, mio padre era lì ad aspettarmi.
Aveva un’espressione piuttosto incazzata.
«Com’era la festa?»
Oh merda.


Okaay, allora oggi mi sono impegnata proprio nel mettere sia il prologo che il primo capitolo, dato che domani ho alcuni impegni e molto probabilmente non avrò il tempo di collegarmi e mettere il secondo capitolo, che però metterò sicuramente lunedì.
Comunque al prossimo capitolo.
Scusate per gli eventuali e(o)rrori
Vale.x
  
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