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Autore: Alina_Petrova    23/06/2013    3 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
Passano alcuni minuti, il treno parte lentamente e il cellulare vibra nelle mie mani. Apro il messaggio per leggere la risposta dell'affittuario, ma invece di quello ci trovo una sola parola:
"Torna".
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Non te ne andare.


 

Portarti qua è davvero strano. Nel posto dove non sei mai stato, dove non c'era mai il posto per te. Ma non avevo un altro luogo per nasconderti. Prima ci nascondevo me stesso. Ora: noi. Un noi... che non esiste. Perché ho paura che se chiudessi gli occhi, tu spariresti. Sarebbe bastato che quel messaggio non fosse arrivato e tu saresti già a centinaia di chilometri di distanza ed io lì sulla banchina, con un buco gigantesco nel petto.

É strano chiederti di togliere i calzini e poi per lunghissimi secondi fissare i tuoi piedi così pallidi. Dovrebbero essere bagnati. Ma non freddi... caldi come dopo la doccia. E pure le tue mani dovrebbero essere calde... perché scaldate dalle mie. É strano pensarlo ora. Ma non pensarlo è impossibile.

Non mi sono reso ancora conto di cosa ho fatto. Non mi permetto nemmeno di pensarci. Per la prima volta da anni mi permetto semplicemente... di sentire, perché tu vali questo, no?

Cerco di catturare ogni cambiamento dell'espressione del tuo viso e cerco di assaporare ogni istante in cui tu sei qui con me. Posso fidarmi di di te come prima, oppure devo farmi prendere dalla paura che tu possa scappare in ogni momento? Posso essere sicuro di quello che c'è nei tuoi occhi, o devo intravedere qualcosa di freddo nel tuo sguardo?.. Ma proprio adesso sei vicino a me. E questo è la cosa più importante.

Per la prima volta posso prenderti la mano. Per la prima volta posso accarezzare il tuo polso con le labbra. Ognuno di questi gesti è la cosa più giusta che io abbia mai fatto. E allo stesso tempo è un passo in più verso l'inferno. Intreccio le nostre dita e davanti agli occhi si stende il deserto. La mia bocca si posa sulla parte interna del tuo polso, e mi sembra di sentire l'odore della carne che brucia... della nostra carne. Mi avvicino di un paio di centimetri, il mio ginocchio tocca il tuo e nello stesso istante sento bruciare in quel punto, come se ci fossero dei carboni ardenti. Il piacere che porta con sé il dolore. Sei il peccato che mi salva. Sei la prigione in cui mi sento libero.

Sei il mio... tutto.

Lascio la tua mano e apro gli occhi, guardo le tue palpebre socchiuse, le tue ciglia talmente tanto lunghe che dovrebbe essere proibito averle così. Poi guardo quella mano, ora libera dalla mia e il mio cuore si stringe e rallenta i battiti. Vedo che le tue dita non sono strette, ma tremano appena. Mi sembra di vedere una corda tesa tra di noi, che parte da dentro di me: ma sono soltanto il punto di partenza, invece tu la lasci passare attraverso le tue dita, la guidi, la trattieni. É talmente tesa, che ti taglia i capillari, ma non dai a vedere quanto male ti faccia e non la lasci scivolare via. Sbatto le palpebre e la visione sparisce. I tuoi occhi si aprono e l'onda celeste del tuo sguardo mi investe in pieno.

- Blaine... - la tua voce è così bassa, come se avessi speso le ultime tue forze in questa parola. Soltanto sentendoti pronunciare il mio nome riesco a percepire tutto. Il dolore. La gioia. Il desiderio. La disperazione.

- Kurt? - avvicino il mio viso al tuo per sentirti meglio. Mi sento bruciare la pelle e i miei lineamenti si contraggono in una smorfia, perché non deve essere così. Noi non dobbiamo causare tutto questo dolore l'uno all'altro, noi non dobbiamo essere qui... Non dobbiamo essere e basta. Noi... è qualcosa di impossibile. Quasi mi ritiro, quasi inizio a pentirmi...

- Non voglio fare domande. Non voglio che questo finisca.

Mi fai a pezzi con le tue parole e non ho mai desiderato niente tanto quanto abbracciarti, stringermi a te, sentire come il tuo corpo prima si irrigidisca e poi si rilassi nelle mie mani. Sentire come ti arrendi e ti sdrai sulla schiena, come mi circondi con le tue braccia e le tue gambe e mi permetti semplicemente di restare in questa posizione senza muovermi.

Puoi domandarmi qualsiasi cosa, ne hai tutto il diritto. - sospiro stanco e la mia mano scivola lontano dalla tua, ma non fa in tempo ad arrivare al mio ginocchio perché viene catturata dal tuo palmo. Come un predatore attacca la preda, la schiaccia al terreno, affonda nella carne i denti e le dita... rilasso la mano, arreso e tu espiri di sollievo... perché fino a questo momento hai trattenuto il respiro.

- Non voglio. Le domande distruggono lo spazio. Le risposte distruggono me. Resta per sempre.

- Non potrò farlo, Kurt... - ma tu di colpo premi l'altra mano sulla mia bocca, gemendo:

- No... Per favore, non dire niente.

Ti guardo con gli occhi spalancati, mi meraviglio di come tu possa essere così vicino e così sconosciuto nello stesso tempo. Ti conosco da un anno e non so nulla di te. Ti amo tanto che potrei morire, ma non conosco nemmeno il tuo colore preferito. Potrei capirlo considerando i tuoi vestiti e la carta da parati... o posso chiedertelo direttamente. Ma si può misurare l'amore in base alla quantità delle informazioni che abbiamo di una persona? Si può misurare l'amore? Se perdo il fiato soltanto nel vederti e quel dannato muscolo nel mio petto si stringe... non è questo l'amore? Chi dice che per amare bisogna sapere? Chi dice che bisogna vedere o sentire? Semplicemente ci sei. Semplicemente ti amo.

E mentre la tua mano è ancora schiacciata contro le mie labbra, schiudo appena la bocca e tocco la tua pelle con la punta della mia lingua.

Emetti uno gridolino strozzato e mi sorridi dolcemente quasi come un bambino vergognoso, togliendo la mano.

- Non ho lavato le mani... - ti giustifichi, abbassando lo sguardo imbarazzato e avvicinando la mano al tuo viso. E poi lentamente, come se si trattasse di un rito religioso, lecchi quel punto che ho toccato io. La macchietta umida si scontra con il rosa della punta della tua lingua... ed io perdo il controllo.

Le nostre anime spiccano in volo e si scontrano sopra di noi. Si prendono a schiaffi a vicenda senza chiedere perdono, aggrappandosi l'una all'altra in una morsa mortale, decidendo tutto da sole. Ed io espiro e scatto in avanti. Il mio viso incontra la tua mano, afferro le dita... e sono già da qualche parte dietro di te. Il mio ginocchio scivola giù dal divano e mi attacco alla superficie in mezzo alle tue gambe per trattenermi... Per avanzare ancora un po' e coprire le tue labbra con le mie.

Un'esplosione mi acceca, la pelle perde la sensibilità e mi blocco colpito, con gli occhi sgranati. Stai tremando, sento la vibrazione con la bocca. Ma non è per l'emozione oppure per il freddo. Sono delle convulsioni, ti trema tutto il corpo, ti attacchi con le mani al cuscino, allo schienale, pur di lasciare intatte le labbra. Le tue labbra incollate alle mie.

Io non mi stacco di un millimetro, mi sposto in avanti, sollevandomi appena e cambio posizione del ginocchio per fare entrambi più comodi. Lascio la tua mano, ma soltanto per abbracciarti dietro la schiena, stringerti, tutto tremante, al mio petto.

Tu respiri tra le labbra schiuse. Io apro le mie, per la prima volta inspirando il mio personale ossigeno. L'umido caldo, liscio e perfetto è sulla mia lingua, dentro la mia bocca e io mi stringo di più per non lasciare neanche un filo di spazio tra le nostre bocche, tra i nostri corpi. E quando sento un crampo al collo, all'inizio non capisco che è perché la tua mano mi afferra, cercando avvicinarmi ancora. Sento che il calore scivola attraverso di noi, come il piombo liquido. Sento che ogni cellula del mio corpo si scalda e si gonfia.

E poi sento il tuo gemito. Soffocato dalla mia bocca sulla tua. Disperato... lungo. Fai lo stesso con ogni altro tuo uomo, o questo gemito appartiene solamente a me? Ti permetti questo lento rilassarti anche nelle loro mani, oppure solo con me un momento prima sei come una pietra e quello dopo scivoli come olio, avvolgendo tutt'intorno?

A quanti parli d'amore? Con quanti hai condiviso quello che abbiamo noi in questo momento? Sono impazziti in tanti per te? Tutte queste domande mi bruciano dentro, perché conosco una verità: prima di te non ho mai avuto nessuno.

- Sei il primo. - dico in un soffio, staccandomi dalle tue labbra e sapendo che il legame tra di noi è così forte che comunque non potremmo allontanarci. Tu non capisci di cosa sto parlando: sollevi le sopracciglia, cercando di focalizzare con lo sguardo e ti inarchi, supplicando un altro bacio. Non riesco ancora a crederci. Ti ho baciato. Ed è stato il momento migliore di tutta la mia vita. Tutti gli anni passati sono serviti soltanto per prepararmi a questo contatto. Coincidiamo l'uno con l'altro, così come ogni parola coincide con ogni movimento delle labbra.

- Il primo con cui sento questo. Ho avuto le donne... tante donne. E non sei il primo solo perché sei un uomo. Semplicemente sei...

- Semplicemente sono tuo. - lo dici in tono tranquillo e serio e le punte delle tue dita svolazzano, sfiorandomi il viso.

- Sei mio, giusto. - annuisco e abbasso la testa, di nuovo unendo le nostre bocche. Passa solo un secondo e mi stacco sentendo il tuo sospiro scontento.

- Latte e miele? Sul serio? - sorrido perché è quasi assurdo che non l'abbia notato subito. Ed è assolutamente incredibile ora che me ne sono accorto. Te lo ricordi, lo sai, ti preoccupi di questi piccoli dettagli, mentre io non sono riuscito per un anno intero a chiederti nient'altro a parte uno stupido 'Come va?'. E adesso mi sembra di dover andare all'inferno, ma non per amore verso di te... Per tutto quel 'non amore'. Per tutta la 'non attenzione'. Per ogni giorno in cui non ti ho baciato.

- Sì, Blaine, sì. Sempre. Io ti ho sempre ascoltato. Sempre... attentamente, con una sincera compassione. Ho sempre adorato il modo in cui la tua voce scivolava dentro alla mia testa. Ma ora vorrei solo che stessi un po' in silenzio... Baciami, per favore.

In tutta la risposta prendo un respiro profondo e mi butto... mi attacco con la bocca alla sua, intrecciando le nostre lingue, godendo ogni attimo, sentendo i nervi in fuoco e latte caldo sulla pelle.

Ogni attimo che segue – è il futuro... Quindi noi l'abbiamo.

 

   
 
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