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Autore: bic    23/06/2013    4 recensioni
Ho deciso di creare una vera e propria storia a capitoli, perché dopo hands mi sono venute in mente idee da utilizzare prendendo spunto da altri "pezzi di corpo".
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Nico Robin, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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HAIR
- Sto trascurando i miei allenamenti, se continui a sgattaiolare qua prima o poi qualcuno se ne accorgerà, lo sai.
- Oh, piantala, non dirmi che non ti andava perché ti sei massacrato talmente tanto quell’orecchio che temevo che gli orecchini ti rimanessero in mano.
- Ah, Ah, vieni qui strega.
Nami si accoccolò tra le gambe di Zoro con la schiena appoggiata al suo torace. Era rilassante stare in quella posizione con il ragazzo che le accarezzava il braccio sinistro e lasciava piccoli baci sul collo.
Nami appoggiò la testa sulla sua spalla e Zoro: - Come va la spalla? Chopper cosa ti ha detto?
- Ha detto che è rientrata in sede e che posso cominciare a muoverla, però senza esagerare.
- Mi toccherà raccogliere mandarini per un’altra settimana?
- Eh, sì e aiutarmi a fare shopping la prossima volta che raggiungeremo un’isola.
- Sai che novità. – sbuffò lo spadaccino, poi, prima che la ragazza ribattesse con un’affermazione velenosa riprese – Dovresti farli crescere, sai?
- Cosa?
- I capelli, perché non li fai crescere? – disse accarezzandole il capo e attorcigliandosi una ciocca intorno all’indice.
- Perché corti sono più pratici.
- Sì, ma i capelli lunghi sono più femminili e i tuoi sono soffici.
Nami si voltò a guardarlo con gli occhi spalancati: - Chi sei tu e che ne hai fatto di Zoro, lo spadaccino burbero e musone che conosco?
- Strega, nemmeno i complimenti sei capace di accettare?
Gli prese il volto tra le mani e gli diede un bacio lieve sulle labbra: - Ah, eccoti tornato, mi ero preoccupata.
Zoro emise un grugnito poi fece un sorriso sghembo, le sue labbra cercarono quelle della Navigatrice e cominciarono a giocare come facevano ormai da qualche settimana, ogni volta si spingevano un  po’ più in là.
Un paio di giorni prima si era trovato, non sapeva come, a stringere qualcosa di morbido mentre la baciava, quando lei aveva emesso un gemito si era scostato temendo di avere fatto qualcosa di sbagliato e, resosi conto di cosa esattamente stava stringendo, aveva ritratto immediatamente la mano sussurrando: - Scusa.
Nami in risposta aveva ringhiato: - Cosa cavolo ti scusi, se mi avesse dato fastidio te ne saresti accorto, no?
Riprendendo poi la manona dello spadaccino e posandosela sul cuore, o meglio su ciò che stava qualche centimetro di carne e pelle sopra il cuore.
Reduce da quell’esperienza Zoro aveva deciso di farsi più intraprendente finché Nami lo interruppe, occhi limpidi, guance arrossate, labbra turgide, fiato corto: - Stasera ho il turno di guardia, vieni su con me?
- Tutta la notte?
Nami annuì.
- Non credo che faremmo una gran guardia.
- Non penso seriamente che ce ne sia bisogno, siamo in mare aperto e non si vedono flotte dei Marine all’orizzonte, il cielo è terso e se anche arriverà qualche nuvola non sarà foriera di tempesta, il tempo cambierà domani e sarà piovoso tutto il giorno, ma stasera siamo tranquilli.
- Nami, ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo? – Il rossore si era impadronito del naso e delle guance di Zoro, anche le sue orecchie avevano raggiunto una tinta rosata.
La navigatrice fece un rapido cenno con la testa, poi riprese: - Possiamo vedere se la mia spalla è veramente guarita.
- Vuoi fare un po’ di pesi? – ridacchiò Zoro.
- Veramente avevo un’altra idea … - disse sfilando il braccio dal foulard che lo teneva legato al collo e appoggiando la mano in un punto che fece sussultare lo spadaccino.
- Ma cosa diamine stai facendo? – Se prima il colorito di Zoro era rosso ora aveva raggiunto tonalità purpuree che avrebbero fatto invidia ai capelli di Shanks.
- Sto cercando di vedere se mano e braccio funzionano? E mi pare che il mio braccio non sia l’unica cosa a funzionare. – rispose la ragazza ridacchiando. - Cosa ne dici, andiamo a cena e ci vediamo quando inizio il turno di guardia?
Zoro non poté fare altro che accettare.
Quella sera i Mugiwara erano particolarmente agitati: Usop non la smetteva di raccontare fandonie che Chopper si beveva come se fossero realtà indiscutibili, Rufy importunava Sanji affinché gli cucinasse qualcos’altro perché riteneva che la cena non fosse stata sufficientemente corposa e Robin si alzò per dirigersi verso la sua cabina a leggere: - Nami, il turno di guardia tocca a te, vero? Copriti bene, o ti raffredderai.
- Sì. - La navigatrice sollevò lo sguardo dal libro di climatologia che aveva trafugato ad Upper Yard, quel tanto che bastava per osservare lo sguardo d’intesa che Robin aveva lanciato ad un altro nakama.
E brava Robin, pensò.
Piano piano i compagni cominciarono ad avviarsi verso coperta. Il primo fu Chopper che stiracchiandosi e sbadigliando si congedò, poi toccò agli altri. Usop si fermò sulla soglia: - Zoro, tu non vieni?
Lo spadaccino non sollevò nemmeno lo sguardo dalle spade che stava pulendo e rispose: - Vado a fare un po’ di pesi in palestra, se tardo dormo lì così non vi disturbo.
- Ah. Ok.
- Crostatina, ti ho preparato un termos di caffè per il tuo turno do guardia. Vuoi che ti tenga compagnia?
- No Sanji, grazie per il caffè. – rispose la navigatrice che poi si avviò verso la torre di guardia.
 Zoro attese che anche il cuoco fosse andato sottocoperta, poi a grandi falcate corse verso la torre di vedetta. Quando arrivò non le lasciò nemmeno il tempo di proferire parola, le affondò le dita tra i capelli e cominciò ad assaporare le sue labbra, passò al collo e poi sempre più giù.
- Calmati, abbiamo tutta la notte. – ansimò Nami abbracciando il capo dello spadaccino affondato dietro il suo orecchio
- Non mi va di calmarmi, ho voglia di … - Nami non riuscì a capire cosa sussurrò Zoro, ma le fu abbastanza chiaro cosa intendeva.
 
- Devo dire che il caffè del cuocastro da strapazzo è un toccasana. – disse Zoro bevendone un sorso e offrendo poi la tazza a Nami che se ne stava accoccolata sul suo torace ridisegnando la lunga cicatrice sul suo petto.
- Sei silenziosa.
- E tu stranamente loquace, cos’è, il sesso ti scioglie la lingua?
A Zoro andò di traverso il caffè e cominciò a tossire e sputacchiare: - Devi sempre essere così diretta?
- Mpfh, bacchettone, chiamiamo le cose con il loro nome, no?
Stava per ribattere quando Nami gli prese il volto fra le mani, lo guardò dritto negli occhi e ordinò: - Dimmelo!
- Che cosa? – Rispose lo spadaccino ghignando.
- Quello che mi hai detto prima, ero un po’ distratta.
- Ma davvero? Eppure ti ricordi che ti ho detto qualcosa …
- Dimmelo, avanti! – Riprese la navigatrice con lo sguardo imbronciato.
Zoro sorrise, le spostò i capelli da un lato e le sussurrò nell’orecchio due semplici parole.
Nami sorrise e si accoccolò più comodamente tra le braccia dello spadaccino.
- Dormi, ci penso io a fare la guardia.
La coprì con la sua maglietta e si mise a guardare l’orizzonte accarezzandole i capelli mentre la ragazza pian piano si addormentava.
 
- Ragazzi?
- Cosa c’è Usop?
- Giochiamo a obbligo o verità?
- E’ un gioco cretino. – Lo bollò Zoro continuando a prendersi cura delle sue spade.
- E dai, è per passare il tempo, fuori piove e non si può fare nulla! – Insisté il nasone.
- Cos’è obbligo o verità?- domandò interessato il capitano.
- E’ un gioco in cui puoi scegliere se dire la verità o se accettare la penitenza pensata dagli altri. – Rispose Nami. Ci giocavo con Nojiko quando eravamo bambine e lei si lamentava perché baravo sempre. Usop, obbligo o verità?
- Obbligo.
- Bene, prendi una cucchiaiata di tabasco e bevila.
- NOOO, verità, verità.
- Spiacente, il gioco è gioco, hai scelto perciò …
Sanji prese il tabasco dalla dispensa e ne versò una cucchiaiata che il povero Usop ingurgitò scappando poi urlando in giro per tutta la nave finché Sanji non gli mise in bocca una pagnotta e in mano una bottiglia d’acqua. 
- Visto che Usop è fuori gioco chi fa la domanda a me?
Sanji scattò: - Obbligo o verità Nami Swan?
- Verità.
Il cuoco la guardò deluso, poi azzardò:- I tuoi splendidi capelli sono naturalmente rossi o sono tinti?
- Ma ti sembra una domanda da fare a una ragazza? Avrei potuto aspettarmela da un buzzurro come Zoro, non da te! – si infervorò la navigatrice.
- E’ una rossa naturale. – rispose Zoro e intorno a lui si fece il silenzio più assoluto.
- Come lo sai, marimo di merda?
Lo spadaccino esasperato guardò il cuoco: - Nell’unico modo in cui potrei saperlo, non credi?
Nami era diventata rossa e non sapeva cosa dire, Sanji era diventato verde e non sapeva come ribattere, Chopper, preoccupato per il colorito assunto da Sanji stava valutando se cercare qualche rimedio per contrastare gli shock, Usop che ancora stava cercando di recuperare le sue papille gustative disperse in mare aperto, non aveva ben chiara la situazione, Rufy aveva un gigantesco punto interrogativo stampato sulla faccia e Robin rideva sotto i baffi.
A quel punto Rufy fece una domanda a Robin che gli sussurrò la risposta nell’orecchio: - Ah, ho capito, anche Robin è una bruna naturale, se vi interessa saperlo.
L’archeologa che mai più si sarebbe aspettata un’uscita così infelice da parte del capitano si nascose dietro il suo libro, Nami e Zoro scoppiarono a ridere, Sanji si trasformò in una statua di sale e ci volle tutta la conoscenza medica di Chopper per riportarlo in vita e Usop finalmente si rese conto che forse obbligo/verità non era proprio il gioco più adatto da fare su quella nave. Aiutò Chopper a portare Sanji in infermeria poi si andò a rincantucciare sotto coperta cercando di inventare qualcosa di utile per la ciurma e di dimenticare le immagini che stavano affollando il suo piccolo cervellino baka.
- Ho detto qualcosa di male? – domandò Rufy
- No capitano, è che Sanji non accoglie molto bene le cattive notizie. – Rispose Robin avvicinandosi a Rufy e sedendosi sulle sue ginocchia.
Nami guardò il capitano che osservava Robin con gli occhi sognanti come se fosse diventato il re dei pirati ed avesse già tra le braccia la sua regina e, spostando da un lato le spade di Zoro, andò a sistemarsi tra le sue gambe nella sua posizione preferita ricominciando a leggere il libro che aveva interrotto la sera prima mentre lo spadaccino cominciava a ronfare.
 
 
 
Un grazie infinito a chi segue, a chi ha recensito e a chiunque ritenga questa accozzaglia di stupidaggini degna di essere letta.
Per il momento mi fermo qui, non so se aggiungerò altri capitoli, probabilmente se lo farò salterò più avanti nella saga.
Baci
bic 
  
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