Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: blacknroll    23/06/2013    4 recensioni
"Gli inglesi dicono "fall in love" e credo non esista termine più adatto. Fall, cadere. Quando ti innamori non è semplice, ti ribalti, non ti addormenti senza pensare a lei. Quando ti innamori passi le giornate a sperare di sentirla. Quando ami faresti pazzie, davvero. Amore è cadere. E' cadere e sperare che ci sia qualcuno li a prenderti. E' una strana consapevolezza quella dell'essere innamorati. Ti colpisce in un giorno qualunque, forse senza un apparente motivo. Ed è strano. Come quando,all'improvviso, ascoltando una canzone in un'altra lingua ti rendi conto di capirne le parole."
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo Sei
I’ll be there for you


Abby_s © 2013
I One Direction (Louis Tomlinson, Liam Payne, Zayn Malik, Harry Styles e Niall Horan) sono una delle pop band internazionali più conosciute.
L’autrice di questa fanfiction non intrattiene con i citati artisti alcuna relazione di tipo economico-collaborativo.
Questo racconto descrive eventi di pura fantasia, destinati all’intrattenimento di altri fan e non persegue alcun intento diffamatorio (né pretende di dare informazioni veritiere sulle persone di cui tratta) o finalità lucrativa. L’intreccio qui descritto rappresenta, invece, copyright dell’autrice (Abby_s).


Mi svegliai di soprassalto, dopo aver sentito dei rumori sospetti in cucina avrei scommesso Chuck Norris, che non fosse mio fratello, infatti normalmente a quest’ ora egli vigeva in stato di coma sul letto, quindi pensai fossero dei ladri.
Presi una scopa dallo sgabuzzino, e  preparai una delle mie mosse alla kung fu panda, scesi di soppiatto le scale, e mi catapultai in cucina.
“Non muoverti sono armata, e conosco altre 100 parole difficili per farti spaventare” dissi con tono minaccioso.
“Abby?” mi chiese una voce che conoscevo già.
“Mag?” la guardai sconvolta.
“Cosa diamine ci fai qui?”  disse stridula.
“Sai carina, io ci abito qui” risposi seccata “ La domanda la dovrei rivolgere io a te, darling”
“Ehm… ero con tuo fratello” vidi Mag farsi rossa fino alla radice dei capelli, e io emisi uno strano verso che sembrava tanto un maiale strozzato. La guardavo terrorizzata, non poteva essere la stessa Mag, doveva essere di sicuro successo qualcosa e c’era una sola spiegazione.
“State insieme?” dissi senza abbandonare il mio tono sconvolto, perché se la risposta fosse stata affermativa scommetto che i miei capelli sarebbero diventati bianchi tutti in una sola volta.
“Si” disse sussurrando.
Scoppiai ad urlare e la abbracciai trascinandola in una danza, che tutto sembrava fuorché quello.
Lei scoppiò a ridere, e sembrava come se si fosse tolta un macigno dallo stomaco, dal canto mio ero felicissima per loro, finalmente il mio fratellino aveva messo in moto l’unico neurone che gli era rimasto, e io non potevo che esserne fiera.
L’unica ribelle rimasta qui ero io, mi illudevo che dopo tutto non sarebbe cambiato nulla, ma in realtà le cose non andarono proprio come pensavo.
Il piccolo Malik, insospettito dai rumori era sceso in cucina, e senza degnarmi di uno sguardo, aveva preso la sua fidanzata, che non aveva staccato un occhio da lui da quando era entrato, e l’aveva portata in camera sua a fare chissà che cosa.
“Buongiorno anche a te fratellino” urlai indispettita, lo sapete già se c’era una cosa che odiavo era essere ignorata.
Quel troglodita, aveva trasformato una splendida giornata, in una giornata in cui se fossi rimasta in quella casa nessuno mi avrebbe cacato, decisi si andare da Liam, almeno lui non mi avrebbe abbandonato per due bacetti pft.

“Buongiorno migliore amico mio” urlai entrando in gelateria, stampandogli un bacio sulla guancia.
“Buongiorno anche a te Abby, mi dispiace ma oggi sono occupato con il lavoro, e non posso rimanere a parlare con  te.” disse mentre cercava di portare un vassoio al tavolo, spostandomi di lato.
Uscì furiosa dal locale, perché nessuno voleva stare con me?
Cominciai a camminare sul lungomare, domani me l’avrebbero pagata tutti per avermi lasciata da sola, mi fermai a pensare su una panchina, cacciando il mio fidato i-pod e una delle mie sigarette dalla borsa.
Perché le persone si sentono sempre in solitudine, pur essendo amate o avendo tante persone vicino, la solitudine le persegue non le lascia in pace e le blocca? Non riuscii a rispondere a questa domanda, che due mani grani mi si poggiarono sugli occhi.
“Senti amico, oggi non è giornata.” dissi seccata.
“Quando è giornata per te zuccherino?” sentì la solita voce squillante pronunciare quelle parole, e non feci in tempo a cacciarlo via, che già si era fiondato affiancò a me sulla panchina.
“Louis..” sussurrai nervosamente.

Stranamente rimanemmo in silenzio per un bel po’ di tempo, e i  pensieri cominciarono a riaffollarmi la mente.
Alcuni dicono che il tempo sana tutte le ferite, io non sono d’accordo. Le ferite rimangono. Col tempo, la mente, per proteggere se stessa, le cicatrizza, e il dolore diminuisce, ma non se ne vanno mai.
“Ci pensi mai come sarebbe se fossimo innamorati? Noi due sdraiati sulla spiaggia, che ci guardiamo negli occhi e non diciamo una parola, perché gli sguardi parlano da se. Sarebbe bello non credi?” disse senza fare troppo caso a quello che diceva, come se quelle parole fossero sfuggite dalla sua bocca, senza un comando preciso.
Lo guardai sconvolta, come poteva solo pensare quelle cose?
“ Io non sono adatta alle persone come te” dissi quasi con rabbia.
 Delle lacrime calde cominciarono a sfiorarmi il viso, non doveva vedermi così, nessuno doveva vedermi così, io ero forte. Cominciai a correre per le strade, e più correvo, più questa convinzione mi bruciava dentro, distruggendomi e provocandomi solo altre lacrime.
Non avevo fatto i conti con la velocità di Louis che dopo poco tempo mi raggiunse bloccandomi.
“ Ho perso Louis, ho perso diamine.” mi arresi alla volontà delle lacrime, e mi piegai in due per il dolore, questa volta nessuno mi avrebbe salvata, o almeno io mi illudevo così. “Qui continua a crollare tutto.Mi sento come in un cazzo di gioco di ruolo, quando si arriva a un punto morto che non sai dove andare e come ci sei arrivato a quel punto.Vorrei riavviare il gioco. Per piacere.” dissi singhiozzando.
Non mi ero accorta che nel frattempo Louis mi stava stringendo a sé  mentre continuavo a tremare, cercando di farmi capire che lui adesso c’era, ma chi mi dice che ci sarebbe stato di nuovo quando avevo bisogno di lui?
Come se mi avesse appena letto nella mente disse “ Da oggi in poi ci sarò io al tuo fianco piccola”.
“ E se questo non bastasse?” dissi egoisticamente.
Un sorriso amaro gli si disegnò sulle labbra.
“ Farò in modo di diventare tutto ciò di cui hai bisogno” mi strinse di nuovo a se, per evitare che brutti pensieri ricominciassero ad assalirmi.
Mi sentì inebriata dal suo profumo e ancora una volta reagì istintivamente, portai le braccia dietro al suo collo, e assaporai quelle labbra che tanto desideravo in quel momento. Per la prima volta, mi trattò come se fossi stata di cristallo, e finalmente capì cosa si prova ad essere amati, anche solo per un secondo.
Sono entrambi convinti che un sentimento improvviso li unì. È bella una tale certezza, ma l’incertezza è più bella.
Non conoscendosi prima, credono che non sia mai successo nulla fra loro. Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi , dove da tempo potevano incontrarsi? Vorrei chiedere loro, se non ricordano un faccia a faccia in una porta girevole? Uno “scusi” nella ressa? Un “ha sbagliato numero” nella cornetta? Ma conosco la risposta. No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapere che già da parecchio il caso stava giocando con loro. Non ancora del tutto pronto a mutarsi per loro in destino, li allontanava, gli tagliava le strade soffocando un risolino si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali, che importa se indecifrabili. Forse tre anni fa il martedì scorso una fogliolina volò da una spalla all’altra? Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.  Chissà era forse la palla tra i ricordi d’infanzia?
Una notte, forse, lo stesso sogno, subito confuso al risveglio. Ogni inizio infatti è solo un seguito e il libro degli eventi è sempre aperto a metà.
 
Heila pipooool,
come vanno le vacanze? Voglio ringraziare quelli che mi hanno recensito la storia siete bfkvblzdxhgzlnglz, ok, basta. Scusate se non riesco a rispondervi subito, la vi apprezzo tantissimo. Spero che questo capitolo vi piaccia, perché non sapevo quando farlo e avevo un po’ di idee che mi frullavano in testa c: vabene splendori ora vi lascio byeeee love you all c:
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: blacknroll