Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Blackentropic    23/06/2013    15 recensioni
E se una semplice ragazza si trovasse a Londra?
Per problemi alimentari della sua amica?
E se conoscesse i suoi idoli... in uno starbucks?
E se perdesse il cellulare... e a ritrovarlo saranno proprio loro?
E se lo spiassero?
Se sapessero che lei crede nella realtà?
TUTTO SI COMPLICHEREBBE.
Lei diventerebbe la loro copertura..
E Louis come ci starebbe?
E se lei in realtà è innamorata di Niall?
E se anche lui lo fosse?
STAREBBERO INSIEME.
...
E se LORO non vogliono?
Farebbero di tutto per tenerli separati.
E se loro convincerebbero Niall a lasciarla?
IL LORO AMORE VINCERA'?
O RESTERANNO SCONFITTI?
E I LARRY?
RESTERANNO INSIEME?
O SARANNO COSTRETTI A DIVIDERSI PER SEMPRE?
https://www.youtube.com/watch?v=uYW5Sd-y_pQ
Genere: Avventura, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic


http://www.youtube.com/watch?v=F-4wUfZD6oc Mettete questa canzone jdhfjkshk

Capitolo 29

#NiallsPOV

Cara Suze,
non posso ancora credere che tu mi abbia lasciato da solo. Avevo promesso che ci saresti stata per sempre, che saremmo restati insieme e avremmo lottato per il nostro amore, o anche quella era una bugia?
Sei sparita nel nulla,
nessuno sa dove tu sia,
cosa tu stia facendo,
con chi tu sia.
Si vociferava che tu fossi stata rapita, non lo trovi assurdo?
Pochi giorni fa stavo parlando con Harry, eravamo in salotto, solo io e lui, ero rinchiuso con le spalle nel divano e la testa dolorante per il troppo pianto, piangevo per te. Harry mi guardava e mi passava una delle sue grandi mani sulla schiena, in segno di conforto; ma io non voglio lui, voglio te. Siamo restati in silenzio per non so quanto tempo, singhiozzavo e lui, ogni tanto, si asciugava le lacrime che gli cadevano dagli occhi. Sei importante anche per lui. Mi dondolavo su me stesso, avevo bisogno di qualcosa con cui sfogarmi. Voltai lo sguardo verso Harry e lo vidi intento a scuotersi i capelli, cercando di riavviare i ricci spenti come il suo umore. I suoi occhi brillavano, non di luce, essenzialmente si, ma non era la solita luce che mi portava quasi ad amarlo, era una luce triste, spenta. Ogni tanto intonavo il tuo nome, come se tu potessi sentirmi, non lo trovi pazzo?
Harry si voltò e cercò di sorridermi, portandomi un po' di pace, ma non potevo abbandonare quello che sentivo. Stavo soffrendo. Soffrivo perché non sapevo cosa ti avesse portato ad allontanarti da me: un mio comportamento?
Una mia parola?
Eppure, quella sera a casa tua mi hai sussurrato che saresti restata con me per sempre, perché non l'hai fatto?
Hai sempre detto di non crederci, ma credevo che almeno questa volta non saresti fuggita da tutto. Perché è questo che fai, Suze, fuggi. Quando ti trovi davanti ai problemi scappi come una codarda: perché lo fai?
Comunque, mi alzai dal divano, mi asciugai le ultime lacrime che cadevano e chiesi ad Harry le chiavi della sua auto che non tardò ad arrivare. Presi il giubbotto di pelle dall'attaccapanni, gli occhiali da sole e sgusciai dalla porta come un razzo, lasciando il riccio a contemplare i suoi problemi seduto sul divano. Che egoista.
Non credi che sarei dovuto restargli affianco?
Non sarei dovuto andare via.
Sono uno stupido, mi dispiace.
Misi in moto l'auto e accesi lo stereo, la canzone era 'kiss me' di Ed, la ricordi, vero?
Io la ricordo come se fosse ieri, ricordo i tuoi capelli, le tue mani, i tuoi occhi, le tue labbra. Ricordo che volevo a tutti i costi baciarti, ricordo che l'avevo sognato così tante volte che sembrava surreale, ricordo che mi immaginai così tante volte le tue labbra che nessuna di queste è stata migliore della vera. Suze, tu ricordi tutto questo? Andai a casa di Liam, avevo bisogno di parlare con qualcuno che fosse quasi del tutto estraneo alla situazione. Non potevo andare da Zayn, avrei dovuto affrontare Beth e mi sarei sicuramente incazzato e scappato via; perdonami. Bussai alla sua porta e mi lasciò entrare.
“Stai bene?” mi domandò cautamente Liam mentre mi affrettavo a prendere un bicchiere d'acqua.
Sapevo di cosa parlava, o meglio, lo immaginavo. Ma in realtà l'uomo che aveva tutta la convinzione di sfogarsi con il suo migliore amico, era sparito nel nulla, lasciando miliardi di brillantini verdi. Non lo trovi patetico?
“Si” mentii ancora, mettendo il bicchiere nella lavastoviglie che si era pure dimenticato di far partire dopo pranzo. E questo, questo piccolo e inutile gesto, non era alla Liam Payne.
Feci capolino nel salone, dove incontrai il suo sguardo implorarmi di parlare. Scossi la testa e sorrisi amaramente, cercando di mostrare la più calma possibile.
“in realtà sono venuto per chiederti un favore...” mi voltai verso di lui, che era immobile nel bel mezzo del salone, contemplando passivamente il suo parquet pulitissimo e i suoi tappeti enormi.
“dimmi” sorrise anche lui.
Ma non sorrise nel modo in cui speravo, le sue labbra mostrarono una lunga fila di denti bianchissimi, le labbra ci assottigliarono; mentre i suoi occhi, beh, loro non trasparivano nessuna emozione. Spenti, privi di senso. Morti. Non avrei mai pensato di indurre Liam Payne e stare male, stare male per me.

“tu come stai, Liam?” mi avvicinai sorridendogli.
“sto bene.” mentì. “...sto bene quanto te” incominciò.
“Liam, ti prego.” lo implorai di non farmi partire la predica.
“No, Niall, sei uno stupido. La tua ragazza, nonché una mia cara amica è sparita nel nulla. Nessuno sa di lei, c'è chi dice che sia ritornata in Italia, chi dive che sia in America e chi...chi dice che sia stata rapita. Capisci? Alcune persone dicono che una mia amica è stata rapita, rapita.” pianse. Perché lo fece?
Io non dissi nulla, restai a contemplare silenzioso il pavimento. Avevo le mani in testa e ci rovistavo dentro giocando con le sterline che trovavo, facendomele rigirare tra i pollici. Ero forse annoiato da Liam Payne?
Liam, lo stesso ragazzo che mi aveva aiutato, supportato, sostenuto per tanto tempo?
Lo stesso che mi aveva salvato dalla distruzione?
Quello che dava i consigli migliori?
Ne ero davvero annoiato?
No, non poteva essere.
“Payne, ascoltami bene, è per questo che sono qui. Devi aiutarmi a cercare Suze.” sentenziai.
“Hai già provato a chiamare in Italia?”
“si”
“cosa ti hanno risposto?”
“lì non c'è.” presi una sigaretta dal giubbino di pelle che avevo rubato ad Harry Styles e la misi tra le labbra.
“che fai?” prontamente Liam me la sfilò di bocca.
“scusa, Payne, non ho chiesto se ne volevi una anche tu.” istigai porgendogli il pacchetto.
“Non fare il sarcastico, Horan.”
“oh, già, tu fumi roba più pesante, dimenticavo dei ganja party tra te, Zayn e Louis” ero davvero così acido?
“Niall, smettila. Posa quelle sigarette e vediamo cosa possiamo fare per trovare Suze.” ruppe la sigaretta e la lasciò cadere sul pavimento. In risposta ne cacciai un'altra dal pacchetto, feci scattare l'accendino e ne aspirai un po'. Lasciai che il fumo circolasse nella mia trachea e che mi bruciasse la gola, poi lo cacciai fuori, a cerchietti.
Liam, nel frattempo, si era seduto sul divano con in mano il laptop, era entrato in uno di quei siti super informati e aveva letto che eri stata vista l'ultima volta, prendere un taxi. Come potevo essere tanto stupido?
Mi avevi detto che saresti dovuta andare dai manager, perché non ci ho pensato prima?
Alzai di peso Liam e ci dirigemmo verso l'auto parcheggiata oltre la strada, attraversammo il vialetto e ci entrammo, subito misi in modo e partimmo.
Andavamo veloci, troppo, ma non mi importava.
Liam si teneva forte alla maniglia, apriva bocca di tanto in tanto, per dirmi di rallentare, cosa che io non feci. Le mie mani erano entrambe sul volante, il mio finestrino aperto mandava abbastanza aria da farci muovere i capelli.
“Niall, porca troia, rallenta.” gridò con tutto se stesso.
“oh, scusami, piccolo Payne, so che non ti piace la velocità...” azzardai. “MA IO HO BISOGNO DI TROVARE SUZE.” urlai fuori di me.
Liam si allontanò di poco e girò lo sguardo verso il finestrino. “dove stiamo andando?”
“ho chiamato Cory, ha detto che aveva incontrato Suze a quell'indirizzo” indicai il foglietto poggiato sul cruscotto, che ondeggiava a ritmo delle curve che percorrevamo.
“perché in un posto così isolato?”
“non lo so, Liam, ma ho paura.” ammisi stringendo il volante. “se le hanno fatto del male... soltanto Dio potrà fermarmi.” strinsi il volante a tal punto che le mie nocche divennero bianche.
Liam lo notò e cercò di portare la tranquillità, semplicemente sussurrandomi un “andrà tutto bene” .
Guardai ancora una volta quel fogliettino che ora aveva in mano Liam e capii che eravamo quasi arrivato. Annusai l'aria fresca della sera dal finestrino per poi chiuderlo, non volevo che Liam prendesse un'influenza.

Sgommai e spensi il motore; uscimmo dall'auto.
“Payne, tu entra dalla porta sul retro, io da qui.” indicai una porta, prendendo un ramo che avevo trovato.
“che pensi di fare con quello?”
“darlo a te.” glielo misi in mano. “sta' attento.” gli diedi una pacca sulla spalla.
Mi aggiustai il giubbino e cercai un qualcosa che potesse aprire quella porta. Provai tirandogli una pietra, ma fallii miseramente. Così cercai di trattenere quanta più forza dentro me e gli diedi una spallata. Finalmente riuscii ad aprirla.
Quando entrai vidi solo una luce fioca, probabilmente dovuta a una sola lampadina in mezzo all'enorme garage. Cosa ci facevi lì?
C'era della ghiaia come pavimento, si sarebbe sentito il mio passo arrivare. Cercai di intravedere la tua figura, ma vidi solo il corpo di Cory a terra, senza vita. Il sangue rossastro gli usciva dalla nuca, l'avevano sparato.
Tu dov'eri?
L'ansia prese il sopravvento. Ti cercai ancora con lo sguardo, nascondendomi dietro una grossa cassa di legno, contenente non so cosa. Non eri sola, o meglio, lo eri solo perché non eri in buona compagnia, o almeno con me. Mi sporsi per cercare di riuscire ad intravedere almeno i tuoi occhi luminosi o il suo sorriso. Mi bastava vederla viva.
“Peter, smettila. Andiamo via” un uomo panzuto, con una canotta sporca e maleodorante, aveva parlato.
“Tom, fatti i fatti tuoi. Non ci voglio niente ad uccidere anche te.” ghignò un uomo mingherlino ti stava accarezzando i capelli e con l'altra mano ti teneva una pistola puntata alla gola. “allora, piccola, come vorresti morire?” rise di gusto.
“preferirei che a morire saresti tu.” sputasti.
“oh oh, hai ancora questo comportamento da dura?” ti tirò i capelli, fissandoti negli occhi. “quando la smetterai?” con la pistola ti accarezzò il petto. Scusami per non essere intervenuto prima, stavo cercando un modo per entrare in azione. Ma dove diavolo era Payne?
“ti prego.” ridesti. “finiscimi ora, non voglio più vedere la tua orribile faccia.”
“piccola, non la vedrai mai più. Ma neanche il sole, i campi; non vedrai gli uccellini volteggiare; non sentirai voci cantare e non ascolterai la voce di tua madre chiamarti per il pranzo.”
“l'importante è che tu non faccia del male alla mia famiglia” ti arrendesti.
L'uomo rise con quanta più cattiveria aveva in corpo. Non potevo vederti ancora così, quell'uomo era riuscito a toglierti il sorriso, da quando non ridevi?
Erano giorni che non mostravi i tuoi denti, giorni che non baciavo le tue labbra. Mi manca, sai? Mi manchi così tanto, piccola Suze; mi manca stringerti in un abbraccio, mi manca baciare il tuo naso, mi mancano le tue mani intrecciate alle mie, mi mancano le ossa della tua spina dorsale, quelle che quando te le toccavo tu rabbrividivi e io sorridevo come un coglione, ricordi?
Ricordi quando andammo in Italia?
Io lo ricordo come fosse stato ieri. Tu ti apristi a me, nel vero senso della parola; il tuo cuore divenne il mio, il tuo corpo il mio, eravamo una cosa sola, ricordi?
Perché è finito tutto?
Perché in questa frazione di secondi che decido di fare qualcosa, lui ti ha presa?
Perché non ho fatto qualcosa prima?
Sono uno stupido, lo so.
Presi tutta l'energia che avevo in corpo e mi lasciai vedere da quell'uomo, urlando un sonoro “Ehi”, che rimbombò tra le mura di quel grande garage fin troppo vuoto.
L'uomo si girò verso di me, sgranò gli occhi per poi voltarsi verso il panzuto e urlare un “lui che cazzo ci fa qui?”.
L'altro uomo scosse la testa in risposta e con un po' di fatica si alzò, 'correndo' verso di me. Lo atterrii prontamente con un calcio nello stomaco che lo fece piegare in due dal dolore, accucciandosi a terra.
“Suze, stai bene?” urlai correndo verso di te. Piangevi.
“Niall!” urlasti. Continuavi a piangere, perché?
“Che bella scena commovente” urlò l'uomo con un ghigno. “non mi piacciono le commedie, o le storie d'amore. Preferisco i gialli o i porno” rise, da solo, lasciando me e te a guardarci come due adolescenti alle prime armi.
I tuoi occhi avevano quella luce, dio, Suze, avrei davvero voluto solo correrti incontro e abbracciarti, ma quel bastardo non me lo fece fare. Ti alzò dalla sedia su cui eri seduta e ti puntò la pistola alla tempia, tenendoti stretta al suo corpo. “fai un altro passo e la uccido”
Mi fermai di botto, per fortuna che arrivò Liam con la mazza che gli avevo dato prima. La tirò sulla testa di quell'uomo mingherlino che lasciò la presa da te e cadde a terra.
“bel lavoro Liam” gli sorrisi.
“sta' attento. Dietro di te!” urlò prima che potessi girarmi e sentire il sonoro pugno che quell'uomo mi aveva dato in completa mascella, che iniziò a sanguinare. Non mi feci intimidire e gli tirai un calcio nei gioielli di famiglia, che poi, tanto 'gioielli' non erano. L'uomo cadde a terra maledicendo me e la mia stirpe passata e futura. Stando a terra, mi tirò un calcio sul ginocchio, e caddi anche io.
Liam, nel frattempo, stava lottando con l'uomo mingherlino, nonché più dotato dell'altro grassone; si stavano tirando pugni e calci, finché l'uomo non colpì Liam in centro stomaco che lo fece accasciare a terra, ma non si fermò, gli tirò altri calci nello stomaco, mandandolo a sbattere contro una delle grosse scatole.
“Liiiiaaam” urlai.
“Scusa, amico, avevo abbandonato l'allenamento di boxe, non credevo potesse servire” rise.
“Quando ritorniamo a casa dobbiamo allenarci” scherzai anche io.
Dopo questo piccolo scambio di battute, il mingherlino gli diede un altro calcio facendogli perdere i sensi.
Prontamente ti prese tra le braccia e ti puntò la pistola, “ora o mai più” ti aveva sussurrato all'orecchio.
Divenni rosso dalla rabbia, mi alzai prontamente, diedi un calcio al grosso uomo steso a terra al mio fianco, in modo che non potesse intralciarmi. Corsi da te, ma prima che potessi fare qualcosa l'uomo aveva già sparato il colpo.
Il cupo suono del tuo corpo caduto a terra, il silenzio intorno a me.
Gli uomini se n'erano scappati, Liam era ancora steso a terra, tu nella sua stessa posizione: eri viva.
Ero sopra di te, con le mani cercavo di far smettere il sangue che usciva, dio, Suze, avrei voluto esserci io al tuo posto. Avevi gli occhi aperti e sorridevi, perché lo facevi?
“alla fine sei arrivato” soffiasti.
“scusa per il ritardo” con la mano libera ti accarezzai una guancia.
“l'importante è che tu sia qui.” mi sorrisi.
Mi avvicinai al tuo corpo fragile e ti stampai un bacio sulle labbra. Il tuo respiro si placò subito dopo; stavo baciando un corpo senza vita.
Piansi.
Piansi per non so quanto tempo, piansi sul tuo corpo privo di vita, piansi per non essere arrivato in tempo, piansi per non averti cercata prima, piansi perché semplicemente eri la mia vita, e ora, ora che la mia vita è andata via, io come farò senza di te?

Sentii il corpo di Liam alzarsi dal pavimento, intonare un “ma cos-” e stare in silenzio subito dopo vedendo le mie mani piene di sangue, i miei occhi piangere e il tuo corpo vicino a me. E allora accadde, pianse anche lui. Cadde sulle ginocchia e si portò le mani al volto. Restammo così finché non decidemmo che la cosa migliore da fare era chiamare un'ambulanza. Aspettammo che arrivasse e con loro anche Zayn, Beth, Louis e Harry. Quest'ultimo si fiondò sul tuo corpo, non importandosi del sangue che gli sporcò la maglietta; pianse anche lui, con il naso tra i tuoi capelli e un Louis super preoccupato alle calcagna, che lo stringeva in un abbraccio e stringeva anche te. Zayn era andato a confortare Liam, ma anche lui pianse lacrime così amare da corrodergli la pelle ambrata. Beth, invece, era restata immobile. Era in piedi, lo sguardo verso il tuo corpo, gli occhi spalancati, la stessa cosa anche le labbra. Finalmente fece un passo in avanti, cadde sul tuo corpo e io l'abbracciai, come se fossimo sempre stati amici per la pelle, come se ci fossimo sempre supportati a vicenda. Si strinse tra le mie braccia e piangemmo insieme.

Ricordo quel giorno come se fosse ieri, e, invece, sono passate all'incirca due settimane.
Abbiamo tardato nel preparare il funerale perché nessuno riusciva a credere nella tua perdita, fans da tutto il mondo ti mandavano fiori, parole dolci su twitter e facebook, cercavano il conforto in noi. Suze, non riuscii a fare più nulla. La mia vita era nulla, davvero. Il giorno del funerale vennero anche la tua famiglia e i tuoi amici più stretti. Tua madre indossava un tubino nero, non era truccata, i capelli ricci e rossi erano lasciati liberi a penzolare sulle spalle, gli occhi grandi e verdi, come i tuoi, erano pieni di lacrime, rossastri e grossi. Tuo padre sorreggeva tua madre, e anche i suoi occhi erano enormi e rossi. Quando arrivammo al cimitero e il prete mise la bara nella buca partì un applauso, e poi una canzone. Perché lo facevano? Non era affatto una cosa allegra. Io stavo morendo.
Aspettai che gli altri lasciarono il cimitero per restare soli. Accarezzai la tua foto e lessi la tua data di nascita, 18 luglio, e poi quella di morte, 27 aprile. Tra poco più di tre mesi avresti compiuto sedici anni.
Piansi ancora, ormai era di routine. Lo facevo tutte le sere, a letto, tutti i giorni, a pranzo, tutti i pomeriggi, quando i ragazzi mi costringevano a vedere stupide partite di calcio, a giocare alla playstation o anche solo facendomi compagnia in silenzio. Mi avevano dato tanto, ma io, ancora una volta, li delusi.
Uscii a prendere una boccata d'aria, ma andai in un bar a bere: mi ubriacai.
Quando ritornai a casa ruppi di tutto: foto, bicchieri, piatti. I ragazzi pensarono che sarei arrivato al suicidio, e, forse, avevano ragione.
Cercai in tutti i modi di ritornare ad essere me stesso, a condurre la vita che facevo all'inizio, prima che tu la sconvolgessi tutta. La settimana scorsa andai a trovare la mia famiglia, poi passai del tempo con i miei amici, andammo in sala di registrazione e incisi una canzone che scrissi per te, stupido, lo so. Non puoi neanche sentirmi. Ieri andai in una farmacia, acquistai un pacco di gomme senza zucchero e delle pillole, senza neanche dare un'occhiata alla cassiera; che mi sorrise chiedendomi come stessi, io non risposi, grugnii e uscii lasciandole la mancia sul bancone. Quando ritornai a casa avvertii i ragazzi che volevo dormire da solo, per acquistare di nuovo la tranquillità, sorrisi loro nel modo meno sgamabile che conoscessi e loro si convinsero, lasciandomi dormire da solo. Li abbracciai uno per uno e ricordai loro quanto fossero importanti per me e tutto quello che avevano fatto, nascondendomi dietro un “solo attacchi di dolcezza.”
Quando chiusero la porta e sentii le due auto rombare e lasciare la mia casa mi fiondai al cellulare, chiamai tutte le persone che conoscevo e ricordai a tutti quello che provavo per ognuno. Presi il pc tra le mani, accarezzai lo sfondo: una nostra foto, una lacrima mi bagnò la guancia ma la scacciai prontamente: presto ti avrei rivista.
Entrai su twitter e seguii un paio di persone che mi seguivano per poi scrivere un tweet 'Non dimenticate che vi amo, mie Directioners xx'.
Venni inondato di menzioni di ragazze che si chiedevano dove fossi, ma semplicemente li ignorai, consentendomi alcune ore di sonno.
Quando mi svegliai erano all'incirca le nove e mezzo del mattino.
Visitai ancora una volta la tua tomba, passai a salutare ancora Liam, che non si sarebbe dato pace se non l'avessi chiamato appena sveglio e poi tornai a casa.
Ora sono chiuso in bagno, alla mia destra c'è una grossa bottiglia di alcol e alla mia sinistra la boccetta di pillole. Ne ho appena presa l'intera confezione, sono scivolate nella mia gola così facilmente. In realtà sono stato aiutato dall'alcol, e quindi dalla bottiglia che ho appena finito. E' ruzzolata lungo la porta. Quanto sono stupido.
Inizio a sentirmi stordito, la vista inizia ad appannarsi. E' una mia scelta, ma mi sento così impaurito, Suze. Sento il mio corpo intorpidirsi e non riesco a scrivere costantemente per troppo tempo.
Credo sia arrivata ora di salutarci.
Non dimenticarti che ci vediamo in paradiso, okay?
Ti amo, Suze.

Tuo,
Niall.




---------------
Nuovissimo capitolo della storia fjshfkjsd
Non so se sono in ritardo o anticipo con i tempo °o°
Ma comunque sono qui, no?

Parlando della storia:
Suze muore. viene uccisa.
NON ODIATEMI, VI PREGO.
Niall, per i sensi di colpa e/o per la mancanza si toglie la vita.
LET ME CRY.

La storia non è ancora finita, manca l'ultimo, tanto atteso, capitolo jfshjkfhs
Cercherò di aggiornare il prima possibile essendo comunque in vacanza ewe

DEDICO QUESTO CAPITOLO ALLA PERFEZIONE, CHIAMASI GIULIA ♥

Ringrazio:
Chi segue la storia jfsfkhs
chi lascia recensioni jkfkdjfsh
chi mette tra i preferiti/seguiti jdhfsdkjh
chi semplicemente legge le prime righe lol
e anche chi continua ad assillarmi kjhdfks
Ringrazio in particolare Serena, Lucia, Giulia, Lea (ho ricordato il tuo nome, yee ♥) ed Eleonora *o*
Ringrazio Annangela per sopportare i miei feels larry e per iniziare a crederci; la ringrazio per aver voluto far parte di questa mia 'avventura' e per averla resa speciale, grazie ♥

beh, per i curiosi dello sfondo del pc di Niall, beh, la foto è questa:

Image and video hosting by TinyPic

Volevo ricordarvi il trailer che potete trovarlo qui:
http://www.youtube.com/watch?v=uYW5Sd-y_pQ

Tanto love ♥
Gab&Anna

@larryswings_
@lottiesbrother
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Blackentropic