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Autore: Ely_fly    23/06/2013    1 recensioni
Una piccola serie di one-shot incentrate sulla famiglia Grayson, tutte collegate a vari episodi quotidiani.
Non sono collegate tra loro!!
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Raven, Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Sono a casa! Siete ancora svegli?»

Era mezzanotte di un sabato sera e Rachel Grayson, nata Roth, era appena tornata da una serata con alcune colleghe di lavoro. Aveva lasciato il marito a casa con i figli, visto che Vera aveva solo otto anni e non si fidava a lasciarla sola con il fratello, quattordicenne e decisamente poco affidabile.

Solo che nessuno le rispondeva.

«Richard? Sei sveglio?» domandò, aprendo la porta della camera da letto. Niente, suo marito non era lì. Provò anche nelle stanze dei bambini, ma non c’era nessuno. Adesso però cominciava a preoccuparsi: dove erano finiti i suoi figli? Richard poteva cavarsela da solo, era grande e vaccinato, ma i suoi figli no.

Controllò persino la sala per gli allenamenti e quella per la meditazione, ma non trovò nessuno. Andò persino in soffitta e nei bagni, poi raggiunse il salotto.

Le luci erano tutte spente, così come il televisore. Entrò e accese la luce. All’improvviso tre figure si alzarono dal divano, strillando.

La donna lasciò scappare un gridolino, prima di rendersi conto che erano il marito e i figli, chiaramente terrorizzati. Questo la tranquillizzò, quindi decise di calmarli. «Richard! Ragazzi! Va tutto bene, sono io.»

Anche i tre parvero riconoscerla e le urla si calmarono, anche se Vera cominciò a piangere. Rachel la prese tra le braccia, cercando di calmarla, anche se ormai era grande. «Sssh, tesoro, va tutto bene. Richard, potrei sapere cosa avete combinato?» domandò in tono seccato al marito, che sussultò colpevole.

«Ecco, ho pensato di fargli vedere un film, mentre tu non c’eri, così, per passare il tempo.»

«Che bella idea, Richard. E che film hai scelto?» chiese la donna, cullando la figlia.

«Ecco…»

«Papà ci ha fatto vedere questo!» intervenne William, mostrandole un dvd. La donna lo prese in mano e lo guardò. Sgranò gli occhi e poi guardò il marito, che stava facendosi piccolo piccolo. «Richard, immagino avrai una spiegazione meravigliosa per questo.»

«Rachel, tesoro…»

«Non dirmi “Rachel, tesoro”! Lo sai cosa potrebbe accadere, giusto?» esclamò la donna, rischiando di far cadere Vera. «Ne discutiamo dopo. Adesso metti a letto tuo figlio.» Con questo, Rachel gli voltò le spalle e portò Vera in camera sua, sussurrandole qualcosa all’orecchio per calmarla.

«Scusa, papà. Non volevo metterti nei guai» mormorò in tono mogio William, non osando guardare suo padre.

«Non c’è problema, ometto. Forza, fila a letto. Buonanotte!» lo rassicurò il padre, dandogli una pacca sulla spalla e seguendolo nel corridoio.

«Buonanotte, papà» disse William, entrando in camera sua. Il padre gli fece un cenno, poi proseguì fino alla sua camera, non senza un po’ di preoccupazione.

 

«Richard. Come hai potuto far vedere ai tuoi figli “Wicked scary”?!? Sei impazzito, per caso?» lo aggredì la moglie, non appena entrò in camera.

«Rachel… Pensavo che gli avrebbe fatto piacere. Cos’è un film dell’orrore, per dei ragazzini di oggi?» cercò di difendersi l’uomo, avvicinandosi a lei. Era già cambiata e pronta per la notte, come lo era lui.

«Per dei ragazzini di oggi assolutamente nulla, ma per tua figlia è una tragedia! Credo che tu sappia come funzionano i suoi poteri, Richard. Sono uguali ai miei! E lo sai che lei non sa ancora controllare le emozioni in modo da poterle dosare. Quindi, perché diamine gliel’hai fatto vedere?!» sbraitò la donna, piazzandoglisi di fronte, le mani sui fianchi.

«Rachel, non succederà nulla. Ne sono sicuro. Vera segue sempre con attenzione i tuoi insegnamenti e non sarà un film a farle perdere il controllo» rispose lui, torreggiando sopra di lei.

«Richard, ha fatto perdere il controllo a me quando avevo quindici anni, vuoi che non lo faccia perdere ad una bambina di otto?» Rachel lo guardò negli occhi.

«Rach, ho fiducia in lei. So che non succederà nulla.» L’uomo ricambiò il suo sguardo, rivolgendole poi un sorriso dolce e abbracciandola.

La donna sospirò profondamente, lasciandosi abbracciare. «Oh, Richard, ho tanta paura per lei. Non voglio che si ritrovi ad affrontare quello che è successo a me.»

«Lo so, Rachel, lo so. Stai tranquilla, non le accadrà nulla. Nel caso, sappiamo come rimediare. Forza, andiamo a dormire» cercò di calmarla Richard, baciandole la sommità del capo e portandola delicatamente verso il letto.

Una volta che furono sdraiati, la tenne stretta e mormorò: «Buonanotte, amore.»

«Buonanotte, Richard» sussurrò lei in risposta, stringendosi a lui in cerca di calore.

 

Alle tre e mezza di notte, Richard sentì qualcosa sfiorargli il braccio. Si svegliò, ma non vide nulla attorno a sé. Si rimise a dormire, ma quel qualcosa continuava a solleticargli il braccio.

«Rach… Smettila… Voglio dormire…» bofonchiò, voltandosi verso la moglie. Ma Rachel dormiva tranquillamente, dandogli le spalle.

Se non era lei, allora cosa diavolo era? Un terribile sospetto gli attraversò la mente. E il sospetto divenne certezza quando vide la figura accanto a lui svanire, avvolta da lunghi tentacoli verdi.

Senza pensarci due volte, si alzò in piedi e corse nella camera di sua figlia. La bambina era sveglia, con gli occhi sbarrati e il respiro affannato.

«Vera? Vera, tesoro, va tutto bene. Ci sono qui io. Vera, mi senti?» la chiamò dolcemente, avvicinandosi piano per non spaventarla.

La bimba si voltò verso di lui e non appena fu abbastanza vicino, gli saltò al collo, piangendo. «Papà! Ci sono i mostri, loro… Loro ci attaccheranno tutti e poi…»

«Vera, amore, non è niente. È tutta un’illusione creata dai tuoi poteri. Devi soltanto dire una frase magica e tutto passerà. Puoi farlo, per papà?» cercò di tranquillizzarla, abbracciandola forte.

«Credo… Credo di sì. Però, papà, loro sono qui!»

«Tesoro, non sono qui. Credimi, è solo un’illusione. Adesso, però, dì la frase magica, dilla insieme a me. Forza, “io ho paura”.»

«Io ho paura. Io ho paura. Io ho tanta paura, papà!!!» strillò la bambina, aggrappandosi ai suoi capelli.

«Bravissima, amore, così. Continua così, stai andando benissimo. Tra poco sarà tutto finito» le disse lui, nascondendo una smorfia per il dolore. Era piccola ma forzuta! Proprio come sua madre, d’altronde.

«Io. Ho. Paura!»

Si sentì una specie di scoppio, poi tutto tornò tranquillo e Vera si accasciò piangente tra le braccia del padre.

«Sei stata davvero brava, tesoro. Davvero molto brava. Adesso puoi andare a dormire in tranquillità» le mormorò, accarezzandole i capelli.

«Papà… Posso venire nel letto con te e la mamma?» mormorò la bambina.

«Come? Ma hai otto anni, Vera! Non sei un po’ grande?» le chiese stupito.

«Solo per stavolta, papà. Ho ancora tanta paura.»

«Va bene, ma fai piano. Non vorrai svegliare la mamma, vero?» disse Richard, alzandosi e portandola con sé nella sua camera.

«Farò pianissimo. Grazie papà, ti voglio bene.»

«Anche io, piccola.»

I due entrarono nella stanza e si sdraiarono con delicatezza nel letto. Si sussurrarono “buonanotte” e poi crollarono addormentati.

 

La mattina dopo, Rachel si svegliò verso le nove e si voltò verso il marito, come faceva sempre. Con sua grande sorpresa, si trovò davanti il volto addormentato di sua figlia. Sorrise dolcemente, poi si alzò dal letto e sistemò le lenzuola addosso alla bambina e al marito. Mentre stava facendo questo, sentì una mano stringerle il polso e non si stupì di vedere gli occhi di Richard aprirsi e fissarla con amore.

«Buongiorno, raggio di sole» le sussurrò lui, usando il soprannome che le aveva dato Victor quando ancora vivevano tutti insieme come Teen Titans.

«Buongiorno» replicò lei, con un sorriso. «Vieni a fare colazione?»

«Mh» mugugnò lui, alzandosi e seguendola fuori dalla stanza.

In corridoio, i due alzarono un pochino la voce: «Come ci è finita Vera nel nostro letto, tesoro?»

«Un piccolo incidente, ma abbiamo risolto tutto in fretta. Senza nessun problema» rispose lui, sorridendo trionfante.

«Quindi non c’entra nulla con il fatto che io mi sia ritrovata stritolata da strani tentacoli verdi, giusto?»

«Tentacoli verdi? Quali tentacoli verdi? Non mi pare di averne visti, no no. Ti stai sbagliando, tesoro. Vuoi una fetta di pane tostato?» fece finta di nulla il marito, una volta che raggiunsero la cucina.

«Volentieri, mio eroe» rispose lei, baciandolo con passione, prima di raggiungere il bancone della cucina.

  
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