Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: sfiorisci    24/06/2013    2 recensioni
[In revisione]
"Come la chiamiamo?- gli chiese Rena
-Celeste, perchè ha il potere del cielo-"
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 10

 

Image and video hosting by TinyPic


Quella sera, alla fine, erano riusciti a mangiare lo stesso una buona cena, perché dopo che aveva saputo ciò che era successo loro, Rena aveva sfoggiato tutto il suo talento culinario per ricompensarli.
Les aveva applicato sulla ferita del demone la pomata che le aveva dato suo nonno, l’aveva inventata lui e serviva per eliminare dal corpo il veleno del demone che causava infezione.
Nonostante fosse stata una giornata faticosa, Les non si sentiva stanca, anzi non aveva proprio voglia di mettersi a dormire. Non si era tolta i vestiti e non si era messa il pigiama, stava semplicemente seduta sul suo letto, con la schiena contro il muro, a osservare le stelle.
In quel momento dei sassi colpirono il vetro della sua finestra.
Curiosa, Les andò ad aprire e vide che sotto c’era Dan, vestito nello stesso identico modo in cui era vestito di giorno.
«Quindi è questa la tua finestra» disse lui.
«Sì, perché?» chiese Les.
«Beh, prima di trovarla, ho cercato al piano terra, ma ho visto solo persone adulte, allora ho iniziato tirare sassolini a caso» le disse mostrandole la mano con molti sassi.
«Prima li ho tirati alla finestra sbagliata e si è alzato un ragazzo, ma mi sono nascosto e non mi ha visto» Dan fece un piccolo sorriso, si guardò le scarpe e poi si alzò lo sguardo verso la finestra di Les.
«Sai perché sono qui?» le chiese.
«No» rispose lei.
«Devo parlarti» le disse lui. Les lasciò la finestra socchiusa e si gettò dolcemente fuori, planando sull’erba umida.
«Eccomi qui, dimmi tutto» gli disse.
Lui la scrutò un attimo e lei si perse di nuovo nei suoi occhi neri così espressivi in cui riusciva a leggere tutto di lui.
«Non qui, vieni con me» le disse allontanandosi.
Les lo seguì. Non camminarono molto, si fermarono in una specie di altopiano in mezzo ad una collina in cui c’erano diverse rocce.
«Questo è il mio posto preferito, ci vengo sempre di notte… mi trasmette pace» le disse ammirandolo.
«Bello» disse Les passando una mano sopra le pietre lisce.
«Già» confermò lui.
«Probabilmente ti starai chiedendo di cosa devo parlarti» continuò.
«Effettivamente sono piuttosto curiosa, credevo mi odiassi» gli disse Les sorridendo.
«Infatti è così. Ti odiavo perché credevo fossi tu a mandare i demoni e a scatenare tutto questo, ma dopo quello che è successo oggi ho capito che tu non c’entri nulla» prese fiato un momento.
«E voglio chiederti scusa per aver pensato male di te, ma voglio anche ringraziarti per aver protetto mia sorella, lei è tutta la mia famiglia» Les notò che era triste e le sembrò che volesse confessarle qualcosa.
«Ora l’hai lasciata da sola al villaggio?» gli chiese.
«Sì, io mi fido di quelle persone, lei sta bene lì con loro… tutti la rispettano e si prendono cura di lei come se fosse la propria figlia… noi orfani veniamo tutti trattati così» Dan si mise seduto sull’erba, con la schiena appoggiata contro una sasso ruvido, lo sguardo verso la luna semi-coperta dalle nuvole.
Les si sedette accanto a lui.
«È stata la guerra a portare via i miei genitori» disse lui senza che Les gli chiedesse nulla.
«Erano entrambi combattenti eccezionali, possedevano la magia nera e credevano fervidamente nel bene. Quando tuo nonno si schierò dalla parte dei demoni, io avevo due anni e loro non esitarono un minuto, andarono a combattere lasciandomi da solo.
Tornarono due anni dopo, quando io ne avevo quattro. Si fermarono pochi mesi, facendomi sentire di nuovo felice, ma poi se ne riandarono, per combattere nuovamente i demoni» si fermò un attimo, aveva gli occhi lucidi.
«Non fraintendermi, io ero dispiaciuto che loro partissero, ma ero anche orgoglioso di loro, erano eroici e coraggiosi, tutti al villaggio li stimavano. Per altri tre anni non li vidi più, fino a quando una mattina che stavo girando per le colline, trovai una donna tutta coperta di sangue vicino al fiume. Le tolsi il sangue secco dal viso e più la pulivo, più quelle donna mi ricordava qualcuno.
Non riconobbi che era mia madre fino a quando non mi chiamò per nome. Feci tutto il possibile per guarirla, ma lei morì nove mesi dopo, subito dopo aver messo al mondo mia sorella. La cosa che odio più di me stesso è che non riconobbi mia madre, non riconobbi la donna sporca di sangue. Anche ora faccio sogni in cui la vedo e lei mi aggredisce, dicendomi che dovevo salvarla, che dovevo salvare lei e mio padre, ma che ho fallito»
«No!» disse Les interrompendo il suo racconto.
«Non hai fallito. Tutto ciò che volevano i tuoi genitori è che tu fossi fiero come loro, che ti battessi sempre per il bene e che proteggessi tua sorella…» le disse Les.
«No, non è vero» rispose lui scuotendo la testa.
«Non ero nemmeno stato capace di riconoscere che tu sei una brava persona, pensavo fossi una strega» continuò Dan.
«Ma si può cambiare, Dan, tutti possono cambiare» gli disse Les.
«Scusami, ma io non ci credo» gli disse lui.
Les prese fiato. Lui le aveva raccontato la sua storia ed era ora che Les gli raccontasse la sua, in modo che capisse che le persone cambiano in meglio se vogliono.
«Sai, mio nonno era una persona molto speciale» gli disse Les.
«Quando conobbe mia nonna e si sposarono, l’unica cosa che volevano era vivere in pace. Entrambi erano molto interessati alla magia, conducevano molti studi e fecero molte scoperte importanti. Quando nacque mia madre, furono entrambi molto felici. All’inizio era una bambina allegra, ma poi si fece contagiare dalle ragazze del villaggio e divenne sciocca e superficiale, non le interessava per niente la magia e non aveva rispetto per i miei nonni.
Loro credevano che fosse solo una cosa passeggera e non cercarono mai di forzarla a cambiare, inoltre c’era un ragazzo che veniva da un altro villaggio, Federico, che si era trasferito da loro per studiare magia con mio nonno. Credo che ad un certo punto loro consideravano più loro figlio Rick piuttosto che mia madre. A diciotto anni lei scappò di casa e nessuno seppe dov’era andata. Per i miei nonni fu un colpo molto duro e qualche anno dopo anche Rick se andò, perché voleva girare il mondo e approfondire di più la magia. Mio nonno si sentì tradito da tutto ciò che aveva amato, si sentiva come se avesse fatto dei piani e poi quei piani venivano mandati all’aria.
Era sempre chiuso nel suo studio, oppure andava via per giorni interi senza dire nulla.
Mia nonna era preoccupata, ma credeva che si trattasse solo per la delusione della figlia, per cui non fece nulla. Mio nonno impazzì e si alleò con i demoni, voleva far soffrire il mondo, probabilmente come aveva sofferto lui» Les si fermò e vide che Dan la guardava in maniera preoccupata, ma anche curiosa.
«Poi arriva la parte di storia che conosci, cioè la guerra. Ma quello che la gente non sa è della mia nascita. Mia madre non aveva avvertito nessuno che era incinta, mia nonna lo venne a sapere da una sua amica che faceva l’infermiera in un ospedale. La incontrò di nuovo il giorno del parto e si parlarono, mia madre disse che non voleva avermi come figlia e che mi avrebbe dato in adozione, così mia nonna decise di prendermi con lei e disse alla figlia che era senza cuore.
Mentre mia madre stava partorendo arrivò mio nonno, disse che si era pentito di ciò che aveva fatto, che l’odio l’aveva fatto diventare cieco e che non era più quella persona cattiva. Disse che mi avrebbero chiamato Celeste, perché avevo il potere del cielo e poi lui morì.
Tutti dicono che lo videro accasciarsi e morire, ma la verità è che lui aveva legato la sua vita a quella del suo esercito, perciò fu lui a decidere di morire, per mettere fine a tutto»
«Questo non lo sapevo» le disse Dan.
«Lo so, nessuno si cura mai di questi particolari» disse Les.
«È anche terribile il fatto che tua madre ti abbia abbandonato… io credevo che anche tu fossi orfana»
«No, mia madre è ancora viva. O forse no, non lo so nemmeno io» gli disse alzando le spalle.
«Io crebbi con mia nonna fino a quando avevo tre anni, in quel periodo Rick si sposò con un mezzo demone, Jeanette, e aprirono insieme un istituto per tutti i ragazzi. Io andai con loro e vissi lì fino a quando avevo dodici anni. Non avevo nemmeno un amico e mi sentivo molto sola, facevo strani incubi la notte, urlavo, parlavo, ero sonnambula… inoltre i miei genitori mi avevano abbandonata, mi sentivo come se nessuno mi amasse, come se nessuno si ricordasse che esistessi.
Una notte, quando mancavano pochi giorni al mio dodicesimo compleanno, vidi mio nonno in sogno. Mi disse che dovevo accettare il mio destino, che dovevo diventare forte, che dovevo usare la magia perché dovevo salvare il mondo. Io gli dissi che non volevo nulla di tutto ciò, perché ero spaventata da ciò che sarebbe potuto accadere.
Per una serie di coincidenze, che poi adesso non penso che siano coincidenze, incontrai altra gente che aveva dei poteri, e mi resi conto che c’era un demone, un demone molto potente, che mio nonno non era riuscito a confinare all’inferno e che dopo dodici anni era riuscito a tornare in superficie con un solo scopo: uccidermi e poi dominare il mondo.
Ovviamente Rick e Jean furono obbligati a chiudere il collegio e ci trasferimmo tutti qui da mia nonna.
Inizialmente avevo tanta paura, credevo che non sarei riuscita a fare nulla e che avrei deluso tutti, ma poi capii che dovevo smetterla di piangermi addosso e che dovevo agire, se volevo cambiare veramente.
Ed ora sono la ragazza che sono perché sono cambiata» concluse Les.
«Non avevo idea di tutto ciò» disse Dan.
«Hai sofferto moltissimo e nessuno era lì per aiutarti, hai dovuto sopportare tutto questo da sola… e noi del villaggio che credevamo tu fossi una strega!»
«Non ti ho raccontato la storia della mia vita perché mi compatissi» gli disse.
«Non l’avevo mai raccontata a nessuno, tu sei il primo, perché anche tu hai bisogno di cambiare e puoi riuscirci, molte persone ne sono la dimostrazione: mio nonno, mia madre, Jean, io… puoi farcela» Les lo guardò negli occhi e, per la prima volta, non ci vide l’odio, ma solo tanto, tanto dolore e voglia d’affetto.
«Grazie per le tue parole, forse c’è una speranza di salvezza anche per me» disse Dan.
«Se c’è una cosa che ho imparato è che c’è speranza di salvezza per tutti, se lo vogliono».
E rimasero in silenzio, a fissare le stelle, mentre non sapevano che il più grande cambiamento della loro vita era già in atto e si era compiuto quella stessa notte.



Image and video hosting by TinyPic


 Buon giorno a tutti!
Come potete vedere ultimamente mi sto sbrigando ad aggiornare, anche perché non l'avevo fatto da parecchio tempo e mi sembra brutto
far durare troppo a lungo una storia, per cui, in media, aspettatevi un aggiornamento ogni settimana c:
Se volete potete trovarmi anche nella mia Pagina facebook c:

_WhiteRose_ 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: sfiorisci