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Autore: believeinmuffins    24/06/2013    3 recensioni
Molti lo chiamano destino, io lo chiamo "ciò che mi aspetta"!
Ed ho constato che la maggior parte delle volte, inizialmente, è esattamente l'opposto di ciò che desideravo, o forse no?
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: PWP | Contesto: Contesto generale/vago
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Due.
 

Il fumo usciva dalla mia bocca lento annebbiandomi la vista e la mente, il mio riflesso sullo specchio si muoveva piano mentre io mi accasciavo sul pavimento del bagno.
Quanto amavo questa sensazione, tutto girava, tutto volava intorno a me. Mi faceva sentire bene, leggera, libera senza problemi.
Un rumore lontano, simile a un picchiettio mi rimbombava in testa. Mi tirai su piano aggrappandomi al lavandino, mi guardai allo specchio e sorrisi.
“Vaffanculo, vaffanculo a tutti” dissi, “Vaffanculo a tutti quelli che mi hanno lasciata sola, a quelli che mi hanno rovinata.” continuai prendendo un altro tiro dalla canna che avevo in mano.
Sentii chiamare il mio nome e in un piccolo momento di lucidità capii che Bob stava bussando alla porta del bagno. Buttai la canna ormai finita nel cesso, aprii la porta lentamente vedendo Bob che mi guardava.
“Che cazzo vuoi?” dissi uscendo dal bagno e dirigendomi in camera. Non ero poi così tanto messa male, ormai ci avevo fatto l’abitudine. Mi voltai indietro e lo vedi fermo davanti la porta del bagno da cui fuoriesciva tutto il fumo rimasto dentro.
“Non la finirai mai con 'sta robaccia eh, Annie?” disse venendomi in contro. Mi girai sbuffando e ripresi a camminare verso camera mia.
Mi buttai sul letto, cercando con la mano il cellulare, la luce dello schermo mi fece chiudere gli occhi per un po’.
 
Da Dylan:
Ti passo a prendere fra dieci minuti. x
 
Digitai una risposta veloce e buttai di nuovo il cellulare sul letto, mi alzai per cercare nell’armadio qualcosa da mettere. Tiro fuori dal cassetto dei legghins neri e una delle mie tante magliette vintage.
Trucco leggero, sciolsi i capelli e li lasciai ricadere mossi da una parte. Frugai nel cassetto delle medicine in bagno e trovo una boccetta di collirio, lo misi per togliere il rossore dai miei occhi dovuto alla canna di prima.
Tutto intorno a me si muoveva ancora, ma l’effetto stava già svanendo.
Sentii il campanello suonare, mi precipitai giù dalle scale e arrivai prima di Bob che mi guardava quasi scandalizzato ma divertito. La sagoma di Dylan mi apparve davanti, gli saltai addosso stritolandolo.
“Ehi, ehi..stai attenta” rise mettendomi giù e mettendosi la sigaretta in bocca in modo sexy. Risi guardandolo mentre mi scompiglia i capelli, lo feci entrare subito dopo.
Lo sentii salutare Bob, al contrario di me, andavano abbastanza d’accordo, infine lui si era preso la mia responsabilità anche se avevo ventidue anni e sapevo cavarmela benissimo da sola, ma sarebbe stato troppo per me gestire tutta questa casa da sola.
 
Il buio ci circondava, la macchina sfrecciava lungo quella strada che sembrava quasi infinita.
Io e Dylan avevamo appena finito di battibeccare perché mi ero fumata un po’ di roba che dovevo portare quella sera, l’avevamo buttata sul ridere e ora nessuno dei due vedeva l’ora di arrivare a casa di Sophie.
In lontananza si vedevano le luci della villa, man mano che ci avvicinavamo sembrava sempre più grande.
Arrivammo davanti al grande portone in ferro, scesi dalla macchina e mi precipitai al campanello.
Poco dopo il portone si aprì, mi aspettavo che qualcuno rispondesse chiedendo chi ero ma poi feci caso alla telecamera davanti di me, mi venne da ridere ma entrai prima che il portone si sarebbe chiuso.
Vedi Dylan posteggiare affianco alle macchine della famiglia di Sophie, sorrisi avvicinandomi alla sua Audi A1 che perdeva la sua figura vicino alle altre macchine.
“Mi sento un poverello” disse venendomi in contro chiudendo la macchina con il pulsante sulle chiavi. Ci mettemmo a ridere proseguendo verso l’ingresso, la porta si aprì appena saliamo l’ultimo dei tre scalini che portavano al portico.
Una sgargiante Sophie, con il rossetto un po’ sbavato e i capelli un po’ arruffati comparve davanti ai nostri occhi.
Ci mettemmo a ridere vedendola in quelle condizioni e vedendo arrivare dietro di lei Alex che si stava abbottonando la camicia.
“Non volevamo interrompervi, se volete torniamo fra un po’!” disse Dylan facendo l’occhiolino ad Alex senza farsi vedere da Sophie che dopo l’affermazione dell’amico era arrossita.
“Dai scemo!” dissi ridacchiando prendendolo per il gomito e trascinandolo dentro.
Un braccio ci vietò il passaggio verso il soggiorno, io e Dylan ci girammo interrogativi verso Sophie.
“Zona off-limits per sta sera, i miei tornano fra più o meno mezz’ora, ci hanno lasciato la dependance in giardino, non verranno a disturbarci” disse facendoci l’occhiolino e facendoci segno di andare dalla parte opposta.
Appena uscimmo sul retro, un aria fresca mi fece rabbrividire, sentii una stretta leggera attorno le mie spalle, Dylan.
Gli sorrisi felice, evidentemente mi aveva vista rabbrividire e si era preoccupato per me.
Ma dove stiavamoo andando a parare?
 
“Passami la bottiglia, rossa” la voce un po’ alticcia di Alex riecheggiò nella stanza.
Le nostre menti un po’ ovattate non ci facevano capire molto bene ciò che succedeva intorno a noi.
Sophie si alzò barcollando e ridacchiando, fumando una sigaretta praticamente finita, portando la bottiglia di Artic ad Alex che la fece sedere a cavalcioni su di lui. Dopo un paio di sorsi dalla bottiglia, ridacchiando e sbaciucchiandosi con modi poco contenuti, sprofondarono nel divano e iniziarono qualcosa che forse era meglio evitare di guardare.
Mi sistemai meglio sul tappeto, appoggiata con la testa al petto di Dylan, mi girai verso di lui e lo guardai mentre espira il fumo dalla bocca formando dei piccoli cerchi. Abbassò lo sguardo anche lui e mi sorrise, sentii un tocco caldo sulla mia guancia e malapena mi resi conto che mi stava accarezzando e che le sue labbra erano sulle mie.
Ci  baciammo con foga, tutto mi si muoveva attorno, mi sentivo così leggera, sentivo che niente poteva andare storto in questo momento.
Mi spostò di fianco a lui e finimmo con le teste sotto il tavolino per non farci notare da quei altri due, anche se erano abbastanza occupati.
Ci staccammo ansimando e ci fissammo negli occhi, mi guardò come se desiderasse qualcosa di più.
Tutto era così leggero, senza problemi.
“Sei bellissima” soffiò sulle mie labbra facendomi sorridere.
“Tu lo sei” affermai muovendomi forse troppo velocemente visto che andai a sbattere con la testa sul tavolino.
Mugugnai qualcosa prima di sentire le risate dei tre miei amici che guardandomi ridevano a crepapelle.
“Che combini, svitata?” mi rimproverò Sophie, ridendo, per averla interrotta mentre si strusciava sul suo ragazzo.
Iniziai a ridere anch’io, prendendo la canna dal posacenere, dove l’aveva appoggiata, poco prima di baciarmi, Dylan.
Inspirai lasciandomi cadere all’indietro sul tappeto, sprofondando nei cuscini che prima di iniziare a bere e fumare avevamo sistemato, guardando Dylan mordendomi il labbro inferiore per poi passarci sopra la lingua.
Sì, lo stavo provocando e questo mi piaceva.
I due tornarono a fare le loro cose quando sentii una scia calda percorrermi l’interno coscia, guardo in basso espirando il fumo. Sogghignai quando vidi lo sguardo malizioso di Dylan in mezzo alle mie gambe.
Girò la testa verso il corridoio facendomi segno di andare di la, mi aiutò ad alzarmi e barcollando ci dirigemmo verso le camere.
Sentimmo Alex e Sophie ridere, cercando di mettere a fuoco il più possibile li guardammo, ci stavano fissando.
“Non sporcate niente, mi raccomando!” disse Alex guadagnandosi una gomitata da Sophie, ritornarono a ridere e poi a baciarsi come se nessuno dei due riusciva a fare a meno dell’altro.
 
Le sue labbra percorrevano l’incavo del mio collo, rabbrividii al tocco delle sue mani sui miei seni.
“Che stiamo facendo?” sospirai stringendolo a me; si fermò appoggiando la testa sul mio petto che si alzava e abbassava velocemente.
“Qualcosa di molto..” mi baciò “molto..” ancora “bello” disse e con un movimento non troppo brusco, facendomi ridere, mi portò sopra di lui.
Lo baciai, ancora e ancora, non potevo farne a meno.
“Ho paura” sussurrai vicino alle sue labbra vergognandomi, mi alzai sostenendomi con le braccia teste e le mani appoggiate accanto alla sua testa. I miei capelli ricadevano sul suo viso raccogliendo il calore dei nostri respiri.
“Di che?” mi guardò sorpreso “Non sei vergine” affermò fissandomi ancora più confuso.
“Ma dai cretino!” risi abbassandomi per lasciargli un bacio a stampo “Non è questo..”
“E allora cosa?” mi chiese.
“E se dovessimo rovinare tutto? Ci tengo così tanto a te e..” prima di iniziare a parlare a vanvera Dylan mi fermò posizionando l’indice sulle mie labbra.
“Ci tengo anch’io a te, avevamo fatto una promessa anni fa, saremmo sempre stati assieme, qualsiasi cosa sarebbe accaduta” mi tranquillizzò facendomi sorridere nel ricordare noi da piccoli.
“Ti voglio Annie” continuò “Ti voglio più di qualsiasi altra cosa” sussurrò per poi tornare a baciarmi.
Le sue mani vagavano sul mio corpo portandomi piacere a ogni tocco, mi tolse la maglietta cercando di staccare il meno possibile le sue labbra dalle mie.
“Non stiamo rovinando niente, lo stiamo solo migliorando” affermò guardandomi negli occhi, era sicuro di se e io mi fidavo di lui.
“Oh Dylan..” gemetti stringendolo a me quando cambiammo posizione e io tornai sotto di lui; catturò le mie labbra mordicchiandole per poi passarci delicatamente la lingua per alleviare quel leggero fastidio che mi aveva provocato il suo morso altamente eccitante.
“Sei così bella” sussurrò sulle mie labbra.
Armeggiai con il bottone dei suoi pantaloni forse per troppo tempo, ma tremavo e non potevo farci nulla.
Lo sentii trattenersi dal ridere “Faccio io” disse per poi togliersi i pantaloni da solo e sfilando anche i miei legghins che seguirono a ruota i suoi jeans sul pavimento.
Arrossi di colpo quando tornò su di me iniziando ad accarezzarmi tutto il corpo.
Mi tolse il reggiseno continuando a guardarmi negli occhi, credo avesse paura di fare qualche cosa di sbagliato o di troppo affrettato.
Gli sorrisi tranquillizzandomi e alzando leggermente il bacino per farlo scontrare con il suo.
Notai che nel togliersi i pantaloni, si era tolto anche i boxer liberando l’amico che premeva per uscire.
E che amico!
Arrossi ancora più di prima, se possibile.
Nascosi il mio viso nel suo collo per non farmi vedere alla luce fioca dell’ abat-jour sul comodino accanto al letto.
Mi spostò delicatamente le mutandine di lato e entrò in me.
Una scarica di sentimenti e calore mi riscaldò a ogni suo movimento sempre più veloce.
Non ci stavamo più baciando già da un po’, ma era così bello guardarlo negli occhi cercando di leggergli dentro ciò che stava provando.
La risposta ai miei pensieri non tardò ad arrivare quando velocemente uscì da me e un liquido caldo ricoprì la mia pancia.
Si accasciò di fianco a me cercando di calmare i respiri.
Non so da quanto tempo stavamo fissando il soffitto, quando mi liberai dai miei pensieri che stavano cercando di capire cos’era successo, decisi di andarmi a pulire. Mi misi a sedere portando le mani sulla mia pancia cercando di impedire al suo liquido ormai freddo di sporcare il resto del mio corpo.
Lo baciai in fretta a fior di labbra e mi diressi velocemente in bagno, meno male che era vicino alla nostra stanza.

Salve salvino:)
Eccomi di nuovo qui finalmente.
Ho revisionato il capitolo, per gioia mia e di molte altre di voi (spero) Dylan non se ne va.
Evviva Dylannie(?)
Spero vi piaccia, recesite e se avete domande fatevi sentire(?) ahah:)

Un bacio.
Em

  
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