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Autore: PhoenixQuill    24/06/2013    8 recensioni
Neanche qui, Fred è morto. E' inutile, io non riuscirò mai ad accettare la sua morte. E tutto inizia grazie ad uno "sbaglio" di Hermione.
Dal testo: "(Fred) non cercava più il piacere. Il piacere lo annoiava. Sentiva di aver bisogno di qualcosa di nuovo, di una nuova folata di vento."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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                                                     2 - Una zia irritante, un concorso e due medaglie al valore.


Quella metà agosto fu forse uno dei periodi più caldi di quell'anno. Non si sentivano neppure più canticchiare gli uccelli, né una sola mosca si azzardava a poggiare una zampa fuori dalla propria tana ombrosa. 

Immaginarsi, quindi, quanto caldo potesse fare in una casetta a schiera del centro di Londra, con una cassetta delle lettere sul quale era dichiarato: "Granger".
Hermione, chiusa nella sua stanza, aveva applicato un Incantesimo Rinfrescante alla finestra, in modo che da lì spirasse una lieve brezzolina che le potesse dare tregua. 
Non poteva, però, applicarlo all'intera casa. Da lì a qualche giorno, infatti, era arrivata sua zia Demetria. Si vedevano una sola volta l'anno e alloggiava rigorosamente a casa sua, perché "non posso mica andarmi a fidare di quella gentaglia che popola i motel!"
La ospitavano solo in memoria del defunto marito di lei, lo zio Oliver, che rallegrava le giornate di tutti con le sue battute. Ma solo per questo. L'unico sentimento che muoveva quella donna non solo nel'animo di Hermione, ma anche in quello dei suoi genitori, era disgusto.
La ragazza si riferiva a lei come "zia Percy", collegandosi volutamente al cognato1. I due condividevano gli stessi gusti e la stessa parlantina aulica. Perfino gli occhi erano piccoli e incavati come quelli di Percy. 
Per non parlare dei suoi gesti. Prima che potesse imboccare un solo cucchiaio di una qualunque pietanza, controllava, adagiando leggermente le labbra sul cibo, se la temperature fosse adatta, se il cibo non fosse né troppo caldo né troppo freddo. Quando doveva andare in bagno, utilizzava metri di carta igienica, perché "i batteri che si annidano sul bordo della tazza sono innumerevoli e non vorrei che intaccassero il mio già debole sistema immunitario". E, quando uscivano tutti insieme per una giornata al mare, non poteva mancare il suo ombrello bianco con alcune frange rosa appese, la sua crema "per la mia povera pelle! Potrebbe disidratarsi!" e un orrendo costume intero color porpora, con su scritto "Regina delle acque". 
"La maledizione del trio d'oro!" Disse Ron, una volta, ridendo come un matto. 
"Di cosa stai parlando?" Gli chiese Hermione, seduta affianco a lui e furente, perché la zia le aveva chiesto come avesse fatto a trovare un fidanzato. 
"Beh, pensa un po'. Io ho mia zia Muriel che non può essere definita un'icona della simpatia, Harry ha sua zia Marge, non contando i Dursley, e tu.. Beh, tu hai zia Percy!" Iniziò a ridere, accompagnato da Harry. 
"Perché non la gonfi un po'?" Suggerì, sghignazzando ancora. Harry, invece, era piegato in due dalle risate. 
Per ribattere, lei sbuffava ogni volta. La cosa peggiore, però, non era avere zia Demetria a casa. No, la cosa peggiore era avere zia Demetria a casa e non poter utilizzare la magia. 
Sì, perché zia Demetria era una babbana della peggior specie. Pettegola, grassa e irritante, incredibilmente irritante. 
"Hemioneeee!" Per di più, sbagliava a pronunciare il suo nome. "La r, nei nomi,difficilmente si legge dalle mie parti. Sai, ci sembra così... Insulsa." 
Un po' come la tua nascita, pensava la ragazza. 
Lasciò la sua freschissima stanza per immergersi nell'afa che avvolgeva quella casa. Perfino i mobili sembravano gridare aiuto.
"Sì, zia?" Chiese, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi falsi. 
"Mi annoio così tanto. Perché non fai venire qui il tuo Roman?" Chiese, arricciando le labbra. "Su, fagli una chiamata e digli di venire!" 
I coniugi Granger impietrirono. La madre tanto perché sapeva che Ron non era abituato alla vita senza magia, il padre tanto perché "Hermione non ha un fidanzato. Ha solo un amico del cuore." 
"Ron non può venire, oggi. Lavora." Si inventò sul momento. Ricordava l'ultima volta che Ron aveva utilizzato un telefono. "Ma, sai, zia... Ci sarebbe un'altra persona che ti vorrei far conoscere!" Hermione girò la situazione a suo favore. 
Un sorriso di soddisfazione le si dipinse precariamente sul volto.
"Davvero?" Zia Demetria si voltò verso di lei, compiaciuta. 
"Sì. Si chiama Tom Riddle, ma noi lo chiamiamo Voldemort. Sono sicura che sarà felicissimo di incontrarti!" 
I signori Granger si lasciarono sfuggire un sorrisino, mentre zia Demetria gonfiava il petto, convinta di aver simpatizzato con la nipote. 


 
Ma, al peggio non c'è mai fine. 
Sempre durante una di quelle giornate afose, mentre il signor Granger leggiucchiava un giornale e la moglie pensava a pulire gli ultimi piatti (cosa che le dava fastidio, visto che si era abituata ad un gesto della bacchetta di Hermione per avere tutto rassettato), si udì un sonoro crak!. 
Hermione, che conosceva fin troppo bene quel rumore, si alzò dal comodissimo divano su cui si era stravaccata e raggiunse la stanza, giusto in tempo per vedere sua zia levare un urlo altissimo.
"C-c-c-c-c-cosa è successo?" Guardò ancora il ragazzo che si era ritrovato davanti, mentre le sorrideva compiaciuto, dicendo di chiamarsi "Ron Weasley, signora, molto piacere!" 
Al suo lato, una pronta Ginny Weasley sussurrò un incantesimo che fece dondolare avanti e indietro la zia, fino a farla finire, faccia in terra, svenuta. 
Il signor Granger alzò un occhio dal giornale e biascicò: "Cosa le avete fatto?"
Ginny, che sussurrò un incantesimo per issare su di una sedia il corpo inerme della zia, rispose: "Ha giusto perso conoscenza. Niente di cui preoccuparsi, signor Granger." Gli sorrise, mentre, di malavoglia, il signor Granger lasciava il suo giornale sul tavolo e controllava le pupille della parente. 
"Questa vecchia megera!" Sussurrò, facendo sorridere Ron, Harry e Ginny. 
Hermione, piazzatasi davanti a tutti, prese la bacchetta, gliela puntò e scandì: "Obliviate!" 
Una leggera brezzolina colorata si levò davanti a loro, per poi scomparire nella punta della bacchetta. "Non ricorderà nulla. Voi tre, andate nella mia stanza! Vi raggiungo tra un po'!" 
Il gruppo non se lo fece ripetere due volte e, salutato gentilmente gli altri due componenti della famiglia, salirono le scale. 
Aspettarono pazientemente che la zia, a cui stava fuoriuscendo un rivolo di bava dalla bocca, si svegliasse. 
E infatti, dopo pochi minuti, con un sussulto, si ridestò.
"Zia!" Esclamò la signora Granger, falsamente interessata alla sua salute. 
Quella si guardò intorno. Osservò la cucina linda e pulita e lanciò un'occhiataccia ad Hermione. 
"Cosa è successo?" Chiese, boccheggiando un po'. Era sudata e le facevano male le braccia. 
"Sei svenuta, zia. Dev'essere stato il caldo!" Il padre di Hermione la portò nel salone e la aiutò a sistemarsi sul divano. 
La ragazza, dal canto suo, si limitò a salire le scale e a raggiungere i tre che avevano fatto irruzione nella sua cucina. 
"Si può sapere cosa avevate intenzione di fare?" Gli sillabò, a tono di rimprovero. Dai suoi occhi uscivano fulmini.
"Non guardare me ed Harry in questo modo! E' stato Ron ad insistere... Diceva che aveva imparato e che ci avrebbe fatti Smaterializzare sulla soglia di casa tua!" Ginny stringeva le mani di Harry, che la guardava con ammirazione. 
Erano innamorati, niente da dire. 
Hermione si rivolse al suo fidanzato, che, con le mani davanti per difendersi da lei, bisbigliò: "Pensavo di aver imparato! Tu non hai mai sbagliato?" 
A quelle parole, la mente della ragazza ritornò ad alcune settimane prima. Il corpo di Fred, il suo respiro, le sue dita, la pelle fremente.
Arrossì e riuscì a malapena a ribattere: "No." 
"Però, hai visto che faccia? Non ne ho mai vista una più brutta della sua!" Harry iniziò a ridere, ripensando ai grandi occhi neri ripassati da un forte tratto di matita, altrettanto nera, che si dilatavano e alle mani, con unghie rigorosamente laccate di rosso, attorcigliarsi intorno alla bocca. 
Anche Hermione si lasciò prendere dalle loro risate e iniziò a ridacchiare con loro. 
"Ma non siamo qui per far prendere uno spavento a tua zia!" Sentenziò Ginny, dopo un po'. Prese una lettera da una tasca e la porse all'amica. 
"Cos'è?" Chiese, prima di notare il timbro del Ministero stampato sul foglio di pergamena. 
"Sono arrivate oggi. La prima è per partecipare ad un concorso..." Buttò lì Ginny. 
"Concorso? Che concorso?" La mente di Hermione stava già prefigurando come sfruttare la situazione. Aprì la busta e ne estrasse un volantino, che iniziò a librarsi a mezz'aria e, con tono solenne, pronunciò: "Se hai tutti i M.A.G.O., incluso Aritmanzia e Rune Antiche, sei gentilmente invitato dal Ministro ad un concorso, il cui vincitore potrà aspirare ad una carriera Ministeriale di tutto rispetto. Cordiali saluti, il Ministro della Magia Kingsley Shacklebolt."
Da sotto le scale, la ragazza sentì la madre urlare: "Hermione, abbassa il volume della televisione!", insieme ad una sfumatura di avviso. La zia avrebbe potuto sentire. 
"Sapete una cosa? Credo proprio che parteciperò. Ho bisogno di un lavoro, no?" Li scrutò uno per uno, trovando negli occhi di tutti la loro approvazione. 
"E poi, ci potremmo vedere tutti i giorni!" Esclamò Harry. "Il corso per Auror non è ancora terminato, certo, ma quando lo finiremo, io e Ron saremo quasi sempre lì, no?" Harry le mandò un sorriso, mentre il viso di Ron si illuminava. 
"E l'altra pergamena?" Chiese Hermione, guardando il secondo foglio. I destinatari erano "Frederick Andrew Eric Weasley e George Martin John Weasley." 
"E' una medaglia al valore per Fred e George!" Ron sbuffò, quando la sorella lo disse. Anche lui aveva avuto una medaglia al valore, alla fine della guerra, ma con lui anche Fred, salvatosi miracolosamente grazie ad un incantesimo scudo pronunciato all'ultimo secondo, e George. 
"Un'altra? E per quale motivo?" Si insospettì Hermione. Prese la lettera e trovò facilmente l'oggetto della lettera, scritto in alto.
"Medaglia al valore per aver fatto in modo, durante la guerra, di non far perdere il sorriso alla gente." 
"E' per il loro negozio di scherzi." Ginny confermò la tesi che si era delineata nella mente di Hermione. "Erano gli unici, durante la guerra, che risollevavano il morale agli altri, grazie ai loro scherzi." 
Hermione scrutò ancora quelle parole che le danzavano davanti. 
Chi mai avrebbe detto che Fred e George, i gemelli più squinternati che avesse mai conosciuto, avrebbero ricevuto, non una, ma ben due medaglie al valore? 
Si rigirò ancora la lettera tra le mani, come fosse maledetta, e poi la poggiò sulla scrivania. 
"Quindi, daremo una stupidissima festa in onore di Gred e Forge." Concluse Ron. "E tu, ovviamente, sei invitata. E' dopodomani sera." 
"E il concorso? Quand'è?" Chiese, ricordandosi di non sapere la data.
Harry e Ron si guardarono negli occhi e, insieme, dissero: "Dopodomani pomeriggio." 
"Perfetto." Hermione fece una smorfia e si sedette affianco ai suoi amici. "Allora. Cosa mi raccontate?" 

1 Cognato per modo di dire. Ron ed Hermione non sono ancora sposati. 
 
-SPAZIO AUTRICE-
Non è un capitolo assolutamente inutile, avanti capirete :P
Grazie a quanti hanno commentato e a quanti hanno messo la mia storia tra le seguite, le preferite e le ricordate!
Un bacione a tutti, 
PhoenixQuill
 
P.s. I secondi nomi di Fred e George sono i veri secondi nomi di James e Oliver :3 
   
 
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