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Autore: x_oursecret    24/06/2013    0 recensioni
- E di noi, cosa mi dici? - Mi chiese tornando serio.
- Noi…noi siamo la cosa più importante della mia vita. - Dissi sinceramente tutto d’un tratto.
- Io avevo paura di cimentarmi in una nuova storia, ma non so perché sentivo il bisogno di averti vicina. -
- Adesso mi hai vicina, sempre. - Gli strinsi la mano e lo rassicurai.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Dai, May spegni questo stereo, ho sonno. - Urlai cercando di superare il volume dell'aggeggio che era posto sulla nostra scrivania, al fianco del mio letto, otturando le orecchie con il cuscino. Era venerdì mattina, la stanza era illuminata dai leggeri raggi sole che attraversavano le grigie nuvole, faceva molto freddo; eravamo tra gli 8-9 gradi ma ormai ero abituata al clima londinese, anche se ci vivevo da soli 3 mesi. Cercai di abbassare il volume con gli occhi socchiusi, ma non trovavo la manovella -Come caspita si chiude 'sto coso-stavo per innervosirmi sul serio. May sapeva quanto odiavo essere svegliata in questo modo, mi urtava i nervi ma lei puntualmente me lo faceva, stavo seriamente pensando di cacciarla di casa.
 - Aaaaaaaaand live while we're young! - Quella pazza scatenata si gettò di peso su di me ed iniziò a cantarmi quella canzone nelle orecchie urlando come una papera, tirai le coperte fin sopra la testa per non sentirla e non darle retta ma come suo solito iniziò a farmi il solletico; il mio punto debole. Iniziai a ridere come una matta, mi uscivano le lacrime dagli occhi e non respiravo
 - Basta, bastaaa! Ti prego. - La supplicai tra una risata ed l’altra quasi senza fiato.
 - La smetto solo se ti alzi… -
 - Ma come rompi le scatole! - Dissi asciugandomi le lacrime. Io e May eravamo migliori amiche sin da piccole, abbiamo sempre frequentato le stesse scuole e gli stessi corsi, condividevamo  tutto. Per me era quella sorella che non ho mai avuto, quella persona di cui ti puoi fidare ad occhi chiusi perchè sai che non ti tradirà mai; su questo ci avrei messo la mano sul fuoco. Condividevamo anche l'amore per l'Inghilterra, per questo all'età di 15 anni ci promettemmo di andare a vivere insieme a Londra una volta finito il liceo. Inizialmente tutto risultava difficile, non era certo facile iniziare una nuova vita, trovare un nuovo lavoro ma soprattutto una nuova casa giusta per noi e per la nostra situazione economica ma ci mettemmo di impegno e così eccoci qui in un piccolo appartamento di due piani ad Ealing, una piccola periferia della capitale inglese. Nella nostra casa c'erano le nostre foto, i nostri ricordi e tanti CD…altra passione in comune: la musica. Ascoltavamo ogni tipo di musica, ma soprattutto inglese ed americana: da Rihanna a Rita Ora, da Ne-yo a Conor Maynard, da Justin Bieber ai One Direction. May andava matta per quei cinque ragazzi, era una stalker. Avevamo due lavori che non ci toglievano molto tempo...o meglio il tempo lo trovavamo sempre. Io lavoravo come commessa in un negozio d'abbigliamento per bimbi, mentre May lavorava in un piccolo bar a Piccadilly Circus,a pochi passi dal mio negozio.
 - Su dormigliona, alzati. - May era quel tipo di persona che non aveva paura di niente e di nessuno, era sfacciata a volte anche troppo per i miei gusti ma sapeva tirarti su di morale, consigliarti e farti stare bene. Alta, magra, capelli rossi lunghi, occhi scuri...insomma una ragazza normale,in un certo senso. Il suo armadio era zeppo di magliette di tutti i tipi e di tutti i colori, jeans e scarpette a bizzeffe...era capace di svaligiare un negozio intero.
- Ma lo sai che rompi proprio? - Mi guardò con sguardo di sfida, la capii al volo.
 - Scherzaaaavo, andiamo su! - Le saltai sulla schiena, ma lei mi fece cadere…la minacciai con lo sguardo così May iniziò a correre fin giù la cucina mentre io la inseguivo. Eravamo diciottenni ma insieme eravamo peggio di due bambine.
- May non farmi sprecare energie altrimenti devo andare di nuovo a dormire. - Le dissi piegandomi su me stessa con il fiatone.
- Vabbè, dai. Adesso te le faccio riacquisire con la colazione! Ho fatto i pancakes, per la prima volta. -
- Sai ho visto Starbucks qui dietro, penso che andrò a farmi un giretto lì stamattina… -
- Grazie - Iniziai a ridere mentre May si faceva sempre più nervosa, poi le diedi un bacio sulla guancia. Finimmo la colazione, al dire il vero i pancakes non erano male…un po' bruciati ma buoni. Attaccai i miei lunghi capelli in uno schifoso codino, mi rimboccai le maniche del pigiama e iniziai a sistemare tutta la cucina, mentre la rossa era di sopra a prepararsi. Canticchiavo una vecchia canzone e muovevo a ritmo le gambe. Dovevo distrarmi in qualche modo. Dopo una decina di minuti, la cucina tornò come nuova e raggiunsi May di sopra. Dopo una mezz'ora, il tempo di una doccia calda, uscii dal bagno e iniziai a cercare qualche indumento caldo visto che la giornata era abbastanza fredda. Indossai un jeans stretto con sotto delle calze rosa, una felpa grigia con le mie converse grigie, capelli sciolti un filo di trucco e via per un altra giornata al negozio. Quella settimana il mio turno era di pomeriggio. Cambiavo i turni ogni settimana, mentre May lavorava sempre dalle 16.00 alle 21.00.Uscimmo di casa e percorremmo tutta la strada insieme, mangiammo un panino al volo in un piccolo pub a due passi dalla piazza centrale di Piccadilly, bella come sempre. Le strade bagnate, quel leggero vento che ti accarezzava il volto, il sole che continuava a giocare tra le nuvole e le molte persone che la popolavano.
- Abbiamo fatto abbastanza schifo per oggi, sarà meglio andare a smaltire adesso. - Affermai mentre May bevve il suo ultimo sorso di CocaCola.
- Lillywithes? -
-Sì. –P agammo il conto, uscimmo dal locale e camminammo per circa 10 minuti. Passammo quasi tutto il pomeriggio lì, tra una risata e l'altra. Amavo quelle giornate, basta davvero poco per farti sorridere. Arrivai a lavoro giusto in tempo, svolsi tutte attività che mi toccavano…la clientela, la cassa e tutti i conti, proprio a me che ero negata per queste cose. A fine giornata rimisi in ordine il reparto neonati, marcai il cartellino di chiusura e uscii dal negozio. Si gelava davvero. Strinsi il cappotto al petto per cercare più calore e abbassai di più il cappello sulle orecchie. Camminavo a passo lento per non scivolare facendo attenzione alle pozzanghere, fin quando fui urtata da una bicicletta che mi fece perdere l'equilibrio facendomi precipitare per terra.
- Ehi! - Urlai, ma il conducente non si degnò nemmeno di uno sguardò e lo vidi sparire nel nulla. Cercavo di alzarmi, ma avevo la caviglia che mi faceva tanto male. Nella caduta avevo messo male il piede. Mi accasciai su me stessa, massaggiandomi la caviglia mentre sentivo qualcuno avvicinarsi a me.
- Serve aiuto? -
- Magari. - Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo dagli occhi azzurri, alto, magro e dalle guance rosse che mi guardava con uno sguardo preoccupato. Indossava un cappotto grigio scuro, una sciarpa colorata che gli copriva il volto e un cappello dello stesso colore del cappotto, dai cui si intravedevano i suoi capelli castano-biondo. Era vestito quasi come se si volesse nascondere da qualcosa, ma a me metteva abbastanza paura. Mi afferrò la vita con le mani per tirarmi su
- Dai, poggiati a me. - Senza replicare, mi appoggiai a lui esprimendo il mio dolore in minuscoli versi.
- Grazie. -
- Fa tanto male? -
- Abbastanza. -
- Vuoi che ti porti in ospedale? -
- No, non c'è bisogno. Grazie.. - Gli dissi mentre ci avviavamo verso un muretto.
- Puoi lasciarmi qui, grazie. -
- Come ti muovi? Fammi capire. -
- Con una sola gamba. -
- Dai, ti accompagno a casa. - Ci pensai un po' su, in effetti con una caviglia in questo stato e con il freddo che faceva, casa mia era ciò che desideravo di più. Il mio sesto senso diceva che potevo fidarmi di quell'essere, non sbagliavo mai. Mi aiutò a sedermi in macchina, lui mi raggiunse poco dopo. Accese il motore.
- Comunque, piacere. Niall. - Si girò di scatto verso di me, sorridendomi.
- Ludo. -
 

  
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