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Autore: imstillbreathjng    24/06/2013    2 recensioni
Jennifer trascorre la sua vita nella tranquilla cittadina di Brighton, fin quando un sabato molto piovoso non si imbatte di una strana collanina, che la trasporterà in un mondo completamente diverso dal suo, dove l'aspettano guai,imprevisti e...un ragazzo molto originale.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno - "That 16th march"

Il liceo di Brighton non era qualcosa di grandioso: un vecchio edificio grigio contornato da un giardino non troppo curato. Poco lontano da lì, c'era un campo da calcio, attorno al quale correvamo nelle ore di educazione fisica. Era grande e verde ed era di certo il posto preferito dagli alunni.

'' Dove correte? La campanella non è ancora suonata! '' mentre il nostro coach di corsa campestre gridava queste parole dall'altra parte del campo, un suono rigido e ben conosciuto risuonò per tutta la scuola, giungendo fino alle nostre orecchie.
'' Ci vediamo lunedì, coach! '' gridai, correndo via verso l'entrata della scuola, insieme alle mie compagne.
Il coach fece una faccia arrabbiata che avrebbe dovuto significare '' me la pagherete '' , ma ricordava solo Garfield arrabbiato, quindi  al pensiero scoppiai a ridere mentre le mie amiche mi guardavano stranita.
'' Niente '' feci ancora sorridente con un'alzata di spalle, continuando a correre in mezzo alle quasi perenni pozzanghere di Brighton schizzandomi i pantaloni. Essendo una cittadina britannica, era più che ovvio che la pioggia ci fosse un giorno sì e uno no. Ma io, la pioggia, la odiavo lo stesso.
'' Ci vediamo domani Jen! '' gridò Kate mentre si allontanava a grandi passi insieme a Jane, che di solito tornava a casa a piedi con me.
'' Ciao! '' le gridai dietro leggermente offesa, mentre la sua figura spariva all'interno dell'autobus.
'' Fantastico '' mormorai. '' Adesso mi tocca andarmene da sola e sotto la pioggia ''
Tirai su il cappuccio e cominciai a camminare verso casa, rassegnata. Le strade erano vuote, solo qualche auto passava, schizzando l'acqua delle pozzanghere verso i marciapiedi.
Mentre camminavo, qualcosa attirò la mia attenzione. Era una specie di collanina incastrata nella copertura di un tombino, e ci mancava poco che la calpestassi e la facessi cadere direttamente lì.
La raccolsi e la guardai attentamente. Era fatta da una cordicella viola chiaro che la faceva diventare automaticamente una collanina, completata da un ciondolo che assomigliava a tutto e per tutto ad un orologio, color argento ma senza lancette.
''E' carina'' pensai indossandola. Pensai che, anche dopo tutti gli avvertimenti di mia madre, non fosse un gran pericolo raccogliere un'innocua collanina da terra.
Ma era tutt'altro che innocua. Successe tutto in un attimo. Ancora osservando la collanina, poggiai il piede a terra per continuare a camminare, ma caddi per terra. Feci per rialzarmi, ma quando guardai in basso notai che al posto dell'asfalto nero delle strade di Brighton c'era il pavimento di un vicolo pieno di ciottoli.
'' Ma che.. '' iniziai a dire, ma fui interrotta da uno strano rumore. Alzandomi, arrivai alla fine del vicolo e mi guardai intorno. Una macchina che avevo visto solo nei libri di storia avanzava a ritmo costante lungo la strada, insieme ad altre simili. Tutte insieme facevano tantissimo rumore, oltre a lasciare una scia grigiastra e abbastanza puzzolente dai tubi di scappamento. Tutt'intorno c'erano alti edifici scuri, non poi tanto diversi da quelli che conoscevo, ma con qualcosa di strano che mi faceva capire di non essere nello stesso posto in cui avevo raccolto la collanina. La pioggia continuava a cadere scrosciante, bagnandomi la tuta da corsa e i capelli.
Spaesata, corsi verso l'edificio che mi ricordava di più il mio ''mondo'': un appartamento al piano terra con un'insegna colorata ed un campanellino attaccato alla maniglia della porta. Assomigliava proprio ad negozio che avevo già visto, una volta, mentre camminavo in giro per Brighton. Mi chiesi come fosse possibile che si trovasse in un luogo che non assomigliava affatto alla mia città natia.
Non appena la mossi verso il basso, il campanellino tintinnò felice.
L'interno dell'appartamento era tappezzato da caramelle di tutti i tipi, che coprivano quasi completamente le pareti color tortora. Dietro al bancone di legno però, non c'era nessuno.
'' Salve.. c'è nessuno? '' dissi ancora confusa.
Una donna dai capelli rossi fluenti ma tenuti fermi dalla lacca si posizionò dietro al bancone. Indossava una camicetta bianca messa dentro alla gonna lunga aperta color panna. Impegnata a squadrare la donna nei minimi dettagli, la sua voce mi fece sobbalzare.
 '' Mi dica '' disse la donna con un sorrisetto abbastanza finto. Ricordava una di quelle riviste patinate degli anni '60 che avevo visto qualche volte tra quelle di mia madre, che le collezionava.
'' Salve - ripetei - può dirmi dove mi trovo? Non conosco questo posto e temo d'essermi persa.. '' In realtà temevo di essere impazzita, ma non potevo certo gridarlo ai quattro venti, altrimenti sarei stata sbattuta in manicomio seduta stante.
'' Oh.. - disse la donna - Certo, questa è Brighton! '' concluse con lo stesso sorrisetto di prima, anche se un po' più  incerto.
Guardai stranita la donna. Di tutte le cose che stavo pensando al momento, solo di una  ero completamente certa: quello strano posto non era il paese in cui vivevo da ormai 18 anni.
'' No, credo si sbagli. Io vengo da Brighton, e questa sicuramente non è la città in cui sono nata '' dissi convinta.
'' Oh '' rispose semplicemente la donna. '' Beh forse stiamo parlando di due città diverse con lo stesso nome '' continuò sempre sorridente.
Vederla sorridere alla mia confusione mi fece infuriare, così le ringhiai contro un '' Beh allora grazie '' e girai i tacchi, diretta verso la porta. Probabilmente avrebbe pensato che fossi completamente pazza, ma al momento non poteva importarmene di meno. Camminai per qualche metro lungo le strade di quel paese sconosciuto e poi decisi di sedermi sul marciapiede.
Le macchine erano lente, squadrate e dai colori spenti, mentre l'acqua scrosciante le colpiva. Come cavolo avevo fatto a trovarmi in un guaio del genere?
'' Cosa ci fai qui seduta? '' domandò una voce maschile qualche minuto dopo,da sopra la mia testa.
Sobbalzai e mi alzai istantaneamente in piedi.
Un ragazzo che sembrava avere i miei stessi anni - se non di meno - se ne stava, con un sopracciglio alzato per di più, davanti a me.
Aveva capelli biondi,quasi rossi, spenti dalla mancanza del sole, al contrario di due occhi color del cielo che brillavano nella mia direzione. Aveva un ombrello nero con il manico di legno a coprirlo dalla pioggia.
'' Ma non ti puoi fare i cazzi tuoi, tu? '' risposi, con la mia solita finezza innata mentre mi alzavo spolverando i pantaloncini da corsa.
Il mio interlocutore strabuzzò gli occhi. '' Ma che gentile. Ti avevo solo fatto una domanda ''
Ne approfittai per non bagnarmi e scivolai sotto il suo ombrello. Era abbastanza ampio, quindi ci copriva comodamente entrambi, senza che ci fosse il bisogno di stare appiccicati.
Solo allora mi accorsi del suo abbigliamento. Aveva una camicia bianca e un cardigan indossato sopra ad essa, dei pantaloni marrone scuro e delle scarpe dello stesso colore.
''Mi sembra di essere in Hairspray. Solo che qui non canta nessuno, che barba'' pensai.
Poi un'idea mi balenò in mente.
 Era davvero una cosa da psicopatici, mi vergognavo solo a pensarla, ma dovevo provare. Mi ritornò in mente il ciondolino trovato vicino al tombino e la sua forma ad orologio..
'' Va bene.. Okay.. Adesso puoi rispondere alla mia, di domanda? '' dissi rispondendo alla precedente affermazione del biondino.
'' Tu non ha risposto alla mia '' continuò lui, beffardo.
'' Uff.. Ma cosa te ne frega? Sono io quella che è stata mandata in un'altra epoca, qui! '' ecco, l'avevo detto. Adesso avrebbe chiamato l'ambulanza e sarei andata direttamente in manicomio.
'' Che? Comunque va bene , come vuoi. Io sono Conor, Conor Maynard '' disse il ragazzo, invece, non troppo sorpreso come mi ero invece immaginata.
Sollevata del fatto che non mi avesse preso per pazza - o almeno che non ci avesse fatto poi così tanto caso - decisi di prenderlo in giro. Roteai gli occhi e poi dissi:
''  Ma quando? ''
'' Quando cosa? '' replicò lui guardandomi con aria interrogativa.
'' Quando te l'ho chiesto? '' risposi fintamente seccata.
Improvvisamente scoppiò a ridere.
'' Cacchio ridi? '' gli sibilai, mentre invece un sorriso mi spuntava sulle labbra.
'' Nulla, lascia perdere '' fece lui continuando a ridere ma non guardandomi in faccia.
''Nulla.. Ma come parlano, qui?'', pensai alzando ancora una volta gli occhi al cielo.
'' Quale sarebbe la tua domanda? '' fece ritornando improvvisamente serio.
'' Che giorno è oggi? '' dissi inchiodandolo con gli occhi.
'' Il sedici marzo. Beh, credo che la nostra conversazione sia finita.. o no? '' aggiunse ammiccando verso il mio sguardo assassino.
'' Il sedici marzo di quale anno?  '' continuai, come se non avermi detto l'anno fosse stata la cosa più stupida che una persona potesse fare.
'' Il 1962, mi sembra ovvio '' rispose con un sorriso da ebete.
'' Il millenovecento che? '' dissi sbarrando gli occhi. ''Oh porca paletta '' mormorai ancora scioccata. '' Mi stai prendendo per i fondelli ''
'' No, te l'ho detto. Il 1962 . Adesso devo andare, è arrivato l'autobus. Se vuoi parlare ancora io vado al Brighton High School '' disse lui facendo l' occhiolino.
Lo guardai con aria diffidente e poi lo vidi girarsi e incamminarsi verso il marciapiede opposto.
'' Comunque..! '' feci, per chiamarlo.
'' Si? '' disse lui rivolgendo ancora una volta lo sguardo a di me.
'' Forse.. Verrò '' dissi titubante. Avevo mille domande in testa al momento, e se era proprio il caso di parlare con qualcuno avrei parlato col biondino. Almeno lui non aveva pensato che fossi psicopatica, come aveva invece probabilmente pensato la signora del nogozio di dolci.
Lui mi sorrise, questa volta con un vero e proprio sorriso che mi fece girare la testa.
Smettila Jen, stai semplicemente andando fuori di testa. Non c'è bisogno di prendersi anche una cotta per persone inesistenti. E irritanti. E stupide. E con occhi bellissimi..
BASTA!

'' Allora a presto ragazza Spaccatempo '' disse il ragazzo continuando a sorridere e strappandomi dai miei pensieri. Poi si girò e  sparì dentro all'autobus  appena arrivato.



#spazioautore
buonaserabuonasera(?)
nientee,volevo solo dirvi che questa è una storia un po' diversa da quelle che ho scritto fino ad adesso.. e che presto mi metterò a lavoro per un bel banner HEHEHE
solo che è molto difficile trovare qualcuno che rispecchi Jennifer çç (secondo me)
se avete qualche idea mandatemi un messagino (?) o contattatemi su twittah! @proudofskillza
e poi, ultimo ma importantissimo: fatemi sapere cosa ne pensate! recensiterecensiterecensite.
e qui vi mando un bacetto alla clio (per capirmi guardatevi clio makeup lol) e vi saluto.
SHAAAAO.

  
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