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Autore: WtFerdie    24/06/2013    2 recensioni
"Prendi l'autostrada per l'inferno, poi la scalinata verso il paradiso."
Sono Megan, una ragazza di 16/17 anni. La mia vita è semplicemente un'inferno, tra quei bastardi dei miei compagni e mia madre (se così la posso definire). L'unica cosa positiva sono Laura, il mio migliore amico James e Sally.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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 Non riuscivo a dormire. Io ero dalla parte del muro, lui era su un fianco abbracciato al cuscino. Non so dire se facesse tenerezza o fosse semplicemente patetico. Rimasi a fissarlo. C’era la luce della scrivania accesa per Josie, quindi lo vedevo bene.
Poco dopo si svegliò.
“Come mai sei sveglia?”
“Non riesco a dormire…” guardai l’orologio digitale sulla cassettiera: 5:00. “ti ho svegliato io?”
“Nah, mi prudeva il naso. Se vuoi dormire devi…”
“Cosa?”
“Spegnere il cervello! Se pensi rimani sveglia.” si girò dall’altro lato.
“Secondo te, se mia mamma lo viene a sapere che sei qui, mia madre mi terrà rinchiusa a casa a vita?”
“Solo due anni. Una volta maggiorenne te ne puoi andare.”
“Ma…”
“Tranquilla, abbiamo anche corrotto la Pulce.”
 
Mia madre arrivò e James era già in stazione. (Avevamo fatto colazione insieme, ma quando uscì non mi salutò nemmeno.)
“Che avete fatto ieri sera tu e Josephine?”
“Abbiamo mangiato la pizza e siamo andati al luna park”
“Quanto hai speso?”
“Venti.” Più altri quindici…
Josie si svegliò e scese in cucina.
“Meeeeeg, dov’è Je” si fermò non appena vide mia madre.
“Je,cosa..?” Assunse l’espressione di una che aveva capito; era pronta a farmi un’infuriata. Poi mi venne in mente una scusa.
“J-Jessica! La bambola che le ho comprato ieri.”
Si girò verso la piccola. “Stavi dicendo Jessica?”
Annuì. La presi per mano.
“Vieni, cerchiamo la tua Barbie.”
Stavo sudando freddo.
 
La portai in camera.
“Grazie, Josie, mi hai salvato la vita.” le scompigliai i capelli.
“Non la voglio chiamare Jessica!”
Risi.
“Puoi darle il nome che vuoi. Ti va una cioccolata calda?”
“Siiii!” corse saltellando in cucina. L’avevo scampata bella!
Le preparai la cioccolata promessa. Finita di berla aveva i baffi di cioccolato.
“Buona, Megan!”
Mia madre prese il suo pc e lo infilò in borsa.
“Vado al lavoro. Poi facciamo i conti…” Aveva capito comunque.
“Accompagno Josie e poi vado a suonare da Laura.”
Uscì.
 
Per strada la neve era ancora alta e sotto c’era nascosto uno strato di ghiaccio. Neanche fossimo in Alaska! Josie scivolò e prese una botta alla gamba. Mi toccò portarla in braccio, come se la chitarra in spalle non bastasse…
  
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