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Autore: ImBritIrish    24/06/2013    1 recensioni
Lei ha affrontato tanto nella vita. Troppo per una ragazza di soli 17 anni. Quella storia andava avanti ormai da quattro anni. Ma forse quella era fine o forse no. Forse qualcuno l'ha salvata o forse no...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov Niall. 
 
Stavamo cantando l'ultima canzone, quando mi voltai verso il backstage e vidi Jake che dava piccoli schiaffetti a Stella. Feci segno a Lou che mi sarei spostato più verso di loro, e annuì. 
 
Tolsi l'auricolare e lo sentì. 
 
-E' svenuta! E' svenuta! Portatemi dell'acqua!- 
 
Lasciai immediatamente il palco e andai da loro portando la bottiglina d'acqua. I ragazzi sul palco si guardavano tra di loro ma continuarono a cantare. 
 
-Niall finisci il concerto! Non avrebbe voluto questo lei. Vai. E' solo svenuta per le troppe emozioni di oggi..- -Ma...- -Vai. Non preoccuparti.- 
 
Afferrai il microfono e mi riunì agli altri. 
 
Finimmo di cantare, di fare i ringraziamenti, l'inchino e via. 
 
Andai dietro le quinte e non li trovai. Cercai per tutti i camerini e le sale, ma non c'erano. Uscì fuori dal teatro, nemmeno lì. Poi pensai. Il tourbus. Corsi lì ed entrai. Stavano lì sani e salvi. Lei era sveglia che rideva, mentre J gli passava una pezza bagnata e la sventolava per farle aria. 
 
-Hey..- dissi.  Mi sorrise come segno di risposta. -Com'è finito il concerto?- Sussurrò. -Bene. Bene.- Restammo a guardarci senza parlare. Noi riuscivamo a comunicare anche tramite uno sguardo. -Ehm io esco un po'. Niall continua a farle aria.- Mi diede il cartoncino che usava come ventaglio e andò. -Allora come stai?- -Ha detto J che sono svenuta per la pressione bassa. Il calore di tutte le luci e la poca aria che circolava, le emozioni. Ha detto che ho solo bisogno di un po' di riposo. Niente di grave insomma. Tu invece, come stai?- -Ora bene.- 
 
Sorrisi e mi misi al suo fianco. 
 
Salirono anche gli altri, ridemmo a scherzammo per distrarci un po'. Poi ci tranquillizzammo. Zayn e Harry si addormentarono. Louis giocava con la xbox. Josh era al pc, J leggeva, i chitarristi ascoltavano musica e Liam andava avanti e dietro per il bus. 
 
-Niall vieni un po' qui a farti una partita con me, mi son scocciato di giocare da solo.- -Arrivo Lou!- 
 
Scombinai giocosamente i capelli di Stella e andai. Le si avvicinò prontamente Liam. Non sarebbe rimasta da sola fortunatamente. Era stano però vederli mentre ridevano e scherzavano. Mi sentivo strano sapendo che la causa del suo sorriso non ero io. 
 
-Concentrati Horan!- Venni richiamato da Lou. 
 
Cosi non guardai più nella sua direzione e mi concentrai nel gioco. 
 
Qualche ora dopo arrivammo in albergo. Si era addormentata e Liam la stringeva e l'accarezzava. Mi si chiuse lo stomaco. 
 
Andiamo Horan ragiona, è il tuo migliore amico Liam. Non perdere il cervello! 
 
-Siamo arrivati. La porto in camera.- Sorrisi a Liam e mi avvicinai a lei per prenderla ma lui mi fermò. -Non ti preoccupare. Mi aveva già avvertito che se si fosse addormentata la dovevo portare io sopra.- Mi sorrise innocentemente. Ero dispiaciuto, più che arrabbiato. -Oh. Ok.- 
 
Feci un finto sorriso e andai. 
 
Arrivai al ristorante dell'albergo mi sedetti accanto ad Harry. 
 
-Stella mettiti accanto a Niall!- Urlò Louis. -Harry mettiti tu accanto a Stella.- Sussurrai. -Perchè?- -Per favore.- -Ok.- Mi guardò interrogativo e face cambio posto. -Scusa Lou...- -Niall non fare il bambino.- -Vuole Liam, che stia vicino a lui.- Sospirò e sorrise. 
 
Come immaginavo, accanto a lei si mise Liam. 
 
Finito di mangiare andai in camera, mi riempì la vasca e feci un lungo e rilassante bagno caldo. 
 
Mi sentivo osservato. Ma ero sicuro che non ci poteva essere nessuno. Erano tutti giù nella hall a paralre. Aprì gli occhi giusto per essere sicuro di sbagliarmi, quando vidi una figura accanto la vasca. Mi spaventai. Creandole una forte risata. 
 
-Che ci fai qui?- -Volevo chiederti che ti ho fatto.- Disse finendo di ridere. -Niente. Ora puoi andare.- Mi guardò sconvolta. -Niente? Horan non ti ho fatto niente?- -No.- -E allora perchè ti comporti cosi?- -Niente. Ora va.- -Non mi muovo di qui fin quando non mi dici che stai passando!- Urlò isterica. -Devo asciugarmi. Esci.- -No.- 
 
Si avvicinò alla porta chiudendola a chiave e mettendosela nel reggiseno. 
 
-Io non ho problemi ad uscire dalla vasca tutto nudo con te davanti.- Sottolineai il ''tutto nudo''. -Neanche io ho problemi. Non sei il primo che vedo nudo.- Fece un sorriso sfacciato. -Bene.- 
 
Uscì dalla doccia, e lei non abbassò lo sguardo, non si mosse. Non fece niente. Era come impassibile. 
 
Presi un'asciugamano e iniziai ad asciugarmi i capelli. 
 
-Mi dici che stai passando! Per favore.- 
 
Non provò a studiare il mio corpo, fece restare il suo sguardo fisso sul mio volto. 
 
Misi i boxer e presil il phon ma lei mi staccò la spina. 
 
-Dammi la spina.- -No.- -Dammela.- Scoppiò in una fragorosa risata. -Stai attento ai doppi sensi, Horan.- Disse continuando a ridere. -Stupida, intendevo la spina.- Mi unì anche io alla risata. -No. Non te la do la spina. A meno che non mi dici che ti sta succedendo.- -Lasciami in pace e vai da Liam!- Le urlai in pieno volto. 
 
Restò spaventata da quel mio gesto. Lui era solito urlarle in faccia. 
 
Con la testa china si spostò con la sedia a rotelle verso la porta. -No..aspetta. Io non volevo.- -Vado via. Non preoccuparti.- Aprì la porta e la bloccai. -Lasciami andare. L'hai detto tu che devo andarmene. Lo sto facendo.- Non le dissi niente. L'abbracciai. Iniziò a piangere. -Ti prego. Non dirmi più quelle cose. Ti prego.- Disse continuando a piangere. -Non lo farò. Piccola non lo farò.- 
 
Iniziò a stringermi anche lei. Si calmò e mi aspettò in camera sua. Dove la raggiunsi un'ora dopo. 
 
Era stesa sul letto, mentre Jake le cambiava le fasciature. Non l'avevo mai vista completamente senza. Ora non ne aveva nemmeno intorno al braccio 
 
-Strano vero?- Mi chiese lei sorridendo. -Si. Non ti avevo mai vista senza.- -Lo so.- -Dai che tra poco non le avrai più.- -Meno male J. Non ce la faccio più a vedermi con queste cose.- Rise. -Posso...- -Certo vieni.- Mi avvicinai di più a lei. 
 
Era sul letto in intimo aspettando che Jake le mettesse le nuove bende. 
 
Senza pensare inizia a toccarle tutti i tagli, le cicatrici e i lividi che aveva. Non disse nulla, non mi respinse, mi lasciò fare. La voce di J mi riportò alla realtà. 
 
-Devo rimetterle le bende...- -Oh si scusa.- Mi allontanai e aspettai che finisse. -Ecco fatto. Io vado un po' in camera, che sono stanco. Ci vediamo ragazzi.- -Ciao J.- Dicemmo in coro. 
 
Mi posizionai accanto a lei che restava in silenzio. Come se dovesse dirmi qualcosa ma non voleva. Sorrisi. Le presi il pigiama e glielo infilai. Poi parlò. 
 
-Perchè prima mi hai urlato di andare da Liam?- 
 
Le sistemai le coperte e poi mi sedetti ai piedi del letto dandole cosi le spalle. 
 
-Liam mi ha detto che prima di addormentarti nel tour bus gli hai detto che doveva essere lui a riportarti in camera. Poi ti diverti con lui. Quindi se andavi da lui stavi meglio.- -Ma io glielo avevo detto perchè sapevo che avresti preteso di portarmi tu sopra. E già ti eri stancato abbastanza, non voglio pesarti ancora. Cosi avevo pensato che se per una volta lasciavo fare a qualcun altro era meglio.- 
 
Mi voltai verso di lei e mi misi al suo fianco. 
 
-Ti ho già detto che tu per me non sei un peso. Non lo sei e non lo sarai. Fin quando non dirò io di essere stanco lascia che ti aiuti io.- -Tu non dirai mai di essere stanco. Tu vorrai sempre aiutarmi.- -Non è vero.- -E' invece si. Perchè ti senti in colpa per tutto quello che mi è successo.- 
 
Mi lasciò senza fiato. Non potevo essere un libro aperto per lei. Non potevo essere capito cosi velocemente. 
 
Sospirai. 
 
-Devi essere solo orgoglioso di te stesso. Perchè è grazie a voi se ora sono ancora viva.- 
 
Mi abbracciò e mi schioccò un bacio sulla guancia per poi sorridere. 
 
-E non spogliarti mai  più d'avanti a me. Metti a dura prova i miei istinti.- Ridemmo. -Mmmh buono a sapersi.- 
 
Diede un leggero schiaffetto sul mio braccio e si fece rossa in viso. 
 
Restammo ancora un po' cosi a ridere e scherzare, quando poi non so nemmeno come mi addormentai. 
 
Ormai era un' abitudine. Noi due che dorimivamo in camera insieme. Infatti i ragazzi ogni volta che mi dovevano svegliare o altro sapevano sempre dove trovarmi. Come tutte il resto delle sere, anche quella volta stetti con lei. Non facevamo nulla di male, solo dormivamo. 
 
Ma quella mattina il risveglio fu diverso, lei non era al mio fianco. Al suo posto c'era una foto, io che dormivo e lei che faceva una faccia buffa, dietro c'era una scritta: NON VOLEVO SVEGLIARTI. SEI COSI BELLO QUANDO DORMI. :D xx Ps:ABBIAMO 10 GIORNI LIBERI. DIVERTITI. IO AVRO' UNA SORPRESA PER VOI QUANDO CI RIVEDREMO. 
 
Ormai eravamo in tour da ben 20 giorni. 20 giorni di puro stress. Interviste, promuovere la campagnia, incontri, foto, fan, concerti, prenditi cura di Stella, il ginocchio che ogni tanto mi dava problemi. Si, credo che questi dieci giorni serviranno parecchio. 
Da:Leeyum.
Scendete siamo tutti a fare colazione. Xx
E cosi andai al ristorante dell'albergo. Salutai tutti e mi accomodai afferrando un cornetto caldo ripieno di marmellata di ciligie. 
 
-Dov'è la nostra piccolina?- -E' partita.- Dissi sorridendo. -Partita?- Mi domandarono in coro, uno più sconvolto dell'altro. -Si partita...- -E perchè non ci hai svegliati? Volevamo salutarla.- -Già anche io volevo salutarla.- -Eh?- -Non ha svegliato nemmeno me. Mi ha lasciato con questa foto.- Gliela mostrai e sospirarono. -Beh almeno a te ha lasciato la foto. A noi nemmeno quella.- 
Disse dispiaciuto Harry. E proprio in quel momento suonarono i loro telefoni. 
Da:Piccola.
Volevo scusarmi di non essere passata a salutarvi, ma stavate dormendo e mi dispiaceva svegliarvi per una cosa cosi stupida. Giuro che appena ritorno mi faccio perdonare. Ci vediamo tra dieci giorni ragazzi. Vi voglio bene. Xx 
 
Sorrisero quando lessero il messaggio. Era strano. Che sorpresa mai avrebbe potuto avere per noi? Eravamo tutti cosi curiosi. Ma dovemmo salutarci anche noi, essendo che dovevamo prendere strade differenti. 
 
Ci salutammo e abbracciammo e poi ognuno per la sua strada, pronti per dieci giorni di puro relax. 
 
Pov Stella.
 
-Home sweet home.- Dissi entrando con la sedia a rotelle in casa. 
 
Non c'era praticamente anima viva. Ero da sola. Cosi andai in camera, posai la valigia e poi chiamai Jake. 
 
-Dove sei?- -A casa...- -Devi dormire?- -Non posso, tra mezz'ora devo andare in ospedale.- -Mi passi a prendere? Sto da sola e mi scoccio.- No, in realtà ero terrorizzata dalla solitudine. -Certo. Fatti trovare pronta.- -Va bene.- 
 
Nel giro di dieci minuti ero già con lui ridendo e scherzando. Poi si incupì. 
 
-Che c'è?- Non mi rispose subito. 
 
Restò ad osservare la strada difronte a lui che scorreva lenta, essendo che non stavamo correndo. 
 
-Niente...- Scosse la testa e sorrise. Tenendo lo sguardo fisso d'avanti. -Che succede?- Sospirò. -Non mi piace andare in macchina. Tutto qui.- Rise. -Perchè?- -Lunga storia. Non ci pensare. Dai dobbiamo scendere, siamo arrivati. Tu sei pronta che tra poco lo togliamo.- Disse indicando il gesso. -Certo che si. Non vedo l'ora che passino questi altri pochi giorni.- Ridemmo.
 
Arrivati in ospedale, mi lasciò libera di girovagare per i vari reparti. Ormai ero come una di famiglia lì. Chiunque incontrassi mi conosceva e mi salutava. Stavo uscendo anche dall'ultimo reparto dell'ospedale, quando mi scontrai con qualcuno. -Oddio scusi!- Mi voltai verso chi avevo colpito e la vidi. -Che ci fai qui?- -Soliti controlli.- Sorrise nervosa. -Tu non li fai qui i controlli.- -Non li facevo. Ora vengo qui.- Si sistemava i capelli più verso il volto in modo da nasconderlo. Poi notai uno strano particolare. -Perchè indossi gli occhiali da sole? Oggi non c'è nemmeno l'ombra del sole.- -Non c'è un motivo.- -Dimmelo!- Le afferrai il braccio, ma poco dopo sfuggì dalla mia presa. -Non sono fatti tuoi.- E scappìò via. 
 
La seguì fin quando non mi ritrovai sulla cima delle scale. La vidi fuggire via e non potevo fare niente. 
 
-Se hai bisogno di aiuto io ci sono!- Urlai mentre continuava ad andare via. 
 
Ritornai in quel reparto e chiesi informazioni su di lei. Nessuno me le dava, cosi mi venne un'idea. 
 
-Shannon! Shannon!- -Che c'è?- La feci avvicinare e le feci segno di abbassare il tono di voce. -Mi puoi prendere la cartella di Noemi Polino?- -No. C'è la privacy.- -Era la mia migliore amica. So praticamente tutto di lei.- -Beh per chiedermi questo, tutto non lo sai.- -Tu sai qualcosa che io non so?- -No, sono solo un'infermiera. Ma se lei ha bisogno di aiuto la dottoressa che la tiene in cura sarà disponibile a darglielo.- Detto questo se ne andò, lasciandomi lì da sola. 
 
Mi guardai in giro e notai che non c'era nessuno. Cosi mi intrufolai nell'ufficio in cui ho visto uscire Noemi. E proprio mentre stavo per leggere la sua cartella qualcuno aprì la porta. 
 
-Cosa fai?- -Ehm..ehm..- -Esci subito!- Mi ordinò. -Si..- E cosi andai. 
 
Ma non finisce qui. Io riuscirò a leggere quella cartella. 
 
Ritornai nei piani inferiori e Jake ero più incazzato che mai con me. 
 
-Solo perchè sei di casa ormai qui non ti obbliga a scavare nelle cartelle degli altri e ad entrare negli uffici degli altri dottori. Soprattutto se poi quel dottore è la caporeparto!- -Scusami, è che ho visto Noemi ed è stata misteriosa, volevo solo sapere cosa le stesse succedendo.- -Se vuole te lo dirà lei. Ma tu non fare più una cosa del genere.- -Ok. Scusami.- -Ed ora fai la brava e vai in camera tua, che vengo tra poco per farti i controlli. Ok?- -Ok...- 
 
E cosi feci come mi disse, appena fui in camera mia il telefono squillò. Era uno di loro. 
 
-Perchè non mi hai salutato?- -Si, ciao Lou.- Risi. -No, io dicevo prima di partire. Perchè non mi hai salutato?- -Stavate dormendo. Non volevo svegliarvi. Vi ho mandato un messaggio però.- -Ci faccio tanto con il messaggio guarda!- Disse leggermente incazzato. -Avanti non fare l'offeso e goditi questi giorni di riposo e di lontananza da me.- -Lo farò. E mi dici la sorpresa?- -No. Che sorpresa sarebbe? Ti dico solo che vi piacerà e che la vedrete direttamente al concerto.- -Ma andiamo! Io sono curioso.- -Mi dispiace Lou.- 
 
Credo che persone migliori non avrei potuto incontrare. Idoli migliori non avrei potuto avere. 
 
-Ella ci sono visite per te.- Salutai Lou e attesi per la visita. 
 
Appena mi videro mi abbracciarono e fecero tremila domande. 
 
-Il tour è una bomba, le persone non mi hanno fischiato o cose cosi quando ho detto la mia storia, anzi mi hanno capita ed aiutata. Ci sono stati alcuni miei svenimenti, ma niente di grave. I ragazzi sono stati super disponibili. Con loro non potevi stare un attimo ferma. Sono mitici. A casa ho delle cose che mi hanno detto di darvi e che dovete aprire quando io non ci sono. E che potete venire quando volete voi, gli farebbe piacere. Non potete immaginare le cretinate che facciamo e che fanno.- 
 
Restammo per un sacco di tempo a parlare, gli raccontai tutto nei minimi dettagli, ogni loro abitudine, tutto quello che facevano, o dicevano. Il suono della loro risata, le voci, gli occhi. Di quanto fossero perfetti. 
 
-Mi dispiace ma ora Stella deve fare delle visite.- -Certo. Ti veniamo a prendere appena hai finito. Che abbiamo anche noi una sorpresa per te.- Li salutai e andai da Jake. 
 
Pronto a togliermi il gesso e a vedere se ero guarita. Fece tutte le radiografie e le analisi e un paio d'ore dpo avemmo i risultati. 
 
-Allora sono felice di dirti che puoi toglierti il gesso, ma..- -Nemmeno il tempo di esultare che già c'è un ma...- -Ma devi mettere fasciature e fare degli esercizi. La gamba non puoi sforzarla più di tanto. Per le ferite devi continuare cosi però metti questa crema su quelle più grandi. Ed è tutto.- -Va bene, va bene. Almeno non ho bisogno dell'aiuto degli altri.- -Dai un altro paio di giorni ed è risolto. Ovviamente se fai gli esercizi e la cura come si deve è tutto risolto.- -Lo farò. Ora però torno a casa. Se vuoi venire anche tu per cena. Vieni.- Lo salutai ed andai.
 
Arrivammo a casa e iniziai subito a fare gli esercizi mentre Alex e Damon preparavano la cena e disfacevano le valigie. Faceva male, però andava bene cosi. Se questo significava guarire allora era ok. 
 
Finiti gli esercizi raggiunsi gli altri due a tavola. Chiamai Jake e mi disse che non sarebbe venuto. Cosi cenammno e andammo a dormire. E la prima giornata di riposo era finita. 
 
Le giornate successive furono tutte simili. Svegliati, fai gli esercizi, fai colazione, vai da J, torna a casa, fai gli esercizi, pranza, riposati, fai gli esercizi, cena, sistema le ferite e vai a dormire. 
 
Il nono giorno iniziò uguale agli altri, fin quando non andai da Jake in ospedale. 
 
-Allora vogliamo vedere se riesci a camminare senza nessun tipo di aiuto?- Annuì. 
 
Volevo farcela. Non ne potevo più di avere fasciature, e gesso, e tutta quella roba vicino la gamba. Avevo bisogno di ritornare come prima. 
 
-Dammi le mani. Inizi con me e poi continui da sola. Va bene?- -Ok.- 
 
Cosi appoggiai i sostegni vicino al muro e diedi le mani a J. Ero in ansia. Se non ce l'avessi fatta? Dovevo continuare ad usare quei cazzo di sostegni che non sopportavo più. 
 
-Dimmi se ti fa male.- -Ok.- 
 
Nessun dolore, nessun tipo di dolore. Jake mi lasciò continuare da sola. 
 
-Guarda! Guarda! Guarda! Posso camminare anche senza sostegni! Guarda!!- Ero strafelice. Finalmente potevo togliermi tutta quella roba. Corsi tra le braccia del mio dottore preferito, che mi sollevò da terra e mi fece girare. -Sono felicissimo per te! Dobbiamo dirlo subito ai ragazzi!!- -No, aspettiamo domani sera al concerto.- Ci abbracciammo ancora e mi mise giù. -Non sforzarlo però. Ricorda che oggi è il primo giorno che cammini senza sostegni. Andiamoci piano.- -Va bene. Ora però torno a casa a piedi.- -Avverti tuo fratello.- Mi urlò mentre io uscivo dall'ospedale.
 
Tutti mi dicevano ''Auguri'', ''Finalmente non ti lamenti più.'', ed erano felici per me. 
 
Chiamai Alex e continuai a camminare. Mi sentivo seguita. Osservata. Avevo paura. Si era da tanto che non camminavo da sola, ma non credevo che fosse cosi strano. 
 
-Ale, mi sento seguita.- -Tranquilla sarà solo il fatto che ti eri abituata a stare sempre in compagnia.- 
 
Io prima di tutto questo camminavo sempre da sola e la sensazione non era affatto questa. 
 
Mi voltai e vidi una strana figura dietro di me che continuava a camminare. Era più o meno della mia altezza, aveva i capelli lunghi e mossi, era giovane, era una donna. 
 
-Tesoro ora devo tornare a lavoro. Scusami. E non preoccuparti.- -Va bene. A dop Ale.- -A dopo.- E staccò. 
 
La donna si stava avvicinando sempre di più a me. L'ansia era sempre di più. Chi era? Che voleva da me? Mi bloccai e mi voltai verso di lei. 
 
-Che vuoi? Perchè mi segui?- -Stella sono Rose.- 
 
Si tolse l'enorme cappello che le copriva il volto e la riconobbi. 
 
-Dio mio mi hai fatto prendere un colpo. Che vuoi da me?- -Andiamo in quel bar, ti offro qualcosa e parliamo.- Acconsentì. 
 
Dopo aver ordinato e fatto passare un paio di minuti finalmente mi disse cosa volesse da me. 
 
-Voglio ritornare con Alex.- -Non devi dirlo a me questo.- -Aiutami.- -L'hai abbandonato nel momento del bisogno. E so come ci si sente ad essere soli quando ti  vedi il mondo crollare addosso. E non è affatto bello, credimi.- -Lo so, ma io non volevo abbandonarlo.- -Ma l'hai fatto. Non saprei come aiutarti...- -So che avete bisogno di un aiuto finanziario, io potrei darvelo.- -Non abbiamo bisogno della tua carità.- Mi alzai di scatto innervosita. -Non voglio farvi la carità, mi sono espressa male.- -Poco importa. Se lo ami trovi il modo per riconquistarlo, non chiedi aiuto a me e non usi i soldi. Il suo amore non te lo puoi comprare. Ciao Rose.- 
 
Presi le mie cose e andai a scuola di Damon. Aspettai un po' prima di vedere la sua figura uscire. Appena mi vide mi venne incontro e mi abbracciò. 
 
-Andiamo al mcdonalds solo io e te?- -Si!- Disse felice. 
 
Era da tanto che non trascorrevamo un po' di tempo insieme senza avere pensieri per la testa. 
 
Ci accomodammo al tavolo e iniziammo a parlare e a fare strane faccie usando le patatine. 
 
Ogni tanto qualcuno si avvicinava per salutarmi e chiedermi come stavo. Inizialmente mi spaventai poi mi ricordai che ormai la mia storia la sapevano in tanti. 
 
Finito andammo al parco giochi. Ci accomodammo sul prato e restammo a fissare il cielo. 
 
Poi parlò. -Come stai?- -Sto bene. Non si vede?- Dissi ridendo. -Si. E' stupendo riavere la vecchia te.- Sorrisi imbarazzata. -E con i ricordi?- -Sono ancora lì. La notte si fanno vivi, ma trovo sempre il modo per cacciarli via.- -Se tornassi indietro cambieresti qualcosa?- -Solo una cosa.- -Cosa?- -Non farti venire a conoscenza di quello che stavo passando.- 
 
Delle piccole lacrime scesero lente sul mio volto, toccando poi l'erba. 
 
Era l'unica cosa di cui mi pentivo. Lui non avrebbe mai dovuto sapere. 
 
-Sai oggi a scuola abbiamo parlato di idoli...- -Sul serio?- -Si.- -E tu chi hai detto?- -Te.- Mi si fermò il cuore in gola. -Me?- 
 
Perchè proprio me? Perchè dovrebbe prendere esempio proprio me? Io sono debole e insicura, faccio scelte sbagliate e poi non so reggere le conseguenze. 
 
-Si tu. E' grazie a te che ho capito che anche da soli si può portare avanti qualsiasi cosa. Che ognuno è forte a modo suo. Che si devono proteggere sempre le persone a noi care. Io so che se ho bisogno di qualcuno tu ci sei. Sei la persona che mi da forza nonostante tutto.- 
 
Voleva farmi piangere? No perchè ci stava riuscendo. 
 
-E lo so che questo che stai vivendo è una cosa stupenda per te, però mi manchi. Mi manca svegliarmi e correre da te e darti il buongiorno. Mi manca quando la domenica ti svegli prima di me e mi prepari la colazione e me la porti al letto. Mi manca il modo in cui mi sento bene se tu mi abbracci. E' da tanto che non lo fai. Ma come mi hai insegnato tu se è felice qualcuno a cui noi vogliamo bene lo siamo anche noi.- Sospirò. Non parlai non sapevo che dire. -Non ti preoccupare. Io starò qui e ti aspetterò. Sei mia sorella, ci sarò sempre per te.- 
 
Si voltò verso di me e mi guardò con un sorriso che poteva illuminare il mondo. Ma sapevo che quello era un sorriso solo per non piangere. Cosi lo afferrai tra le mie braccia e lo strinsi forte a me. 
 
-Io non sono andata via per sempre.  Io ci sono. Sono qui, sempre. Io non vado via, io non andrò mai via. Fin quando tu vorrai io ci sarò.- 
 
Gli scompigliai i capelli e poi lo presi per mano. 
 
-Torniamo a casa, ti va?- -Si. Sono super stanco.- 
 
Lo presi in braccio e lui si addormentò sulla mia spalla. 
 
 
Arrivati a casa lo portai nella sua camera e dopo averlo cambiato, gli rimboccai le coperte e gli diedi la buona notte. Mi gettai sul mio letto, con lo sguardo fisso su una foto dove eravamo tutti e tre più felici che mai. 
 
-Hey...- 
 
Il suo tocco sulla mia spalla mi fece ritornare alla realtà. 
 
-Hey.- Dissi voltandomi. -Dobbiamo preparare le valigie, domani parti ricordi?- Sorrisi svogliatamente. -Si ricordo.- Dissi secca. -Che succede?- -Niente.- 
 
Mi alzai di scatto dal letto, e iniziai a preparare tutto. 
 
-Ale qui ci sono le lettere che mi hanno dato i ragazzi per voi. Non so cosa c'è scritto, mi hanno detto che sono in italiano però.- 
 
Se le prese e andò lasciandomi lì da sola. 
 
Chissà cosa avevano scritto in quelle lettere. 
 
Finì di prepararmi i bagagni, mi lavai e andai a dormire. Era stata una bella e lunga giornata quella, ma domani sarà peggio. 
 
Pov Alex.
 
Lettere da parte dei One Direction. Cosa mai potevano dirmi? Le aprì entrambe, erano diverse l'una dall'altra. Misi quella per Damon sul suo comodino e poi andai nella mia stanza per leggere con più tranquillità quello che mi avevano scritto. 
 
''Ciao Alex, siamo tutti e cinque a scrivere questa lettera. Vogliamo arrivare diritti al punto, senza troppi giri di parole, sarebbero inutili. Noi sappiamo che fai due lavori per mantenere Stella e Damon e la casa con tutte le spese. Tramite un nosto amico siamo venuti a conoscenza che sei anche dietro con il pagamento della casa e delle bollette. Cosi avevamo pensato di aiutarti. Non prenderla come se ti stessimo facendo la carità, prendila come un prestito che potresti scontare lavorando per noi. Come? Beh vedi avremmo bisogno di qualcuno che ci faccia da manager. Mi spiego meglio. Come tu sai abbiamo tutti delle famiglie a casa che ci aspettano, e che vogliono spesso nostre notizie, cosi ti chiediamo di aggiornarli ogni qual volta Stella o uno di noi ti dirà un nostro spostamento. Che ne dici? Sarebbe un lavoro meno impegnativo e più pratico. La casa comunque è pagata per un altro paio di anni, e per le bollette non te ne devi preoccupare per un bel po'. Ti ripetiamo che non devi prendere questa come della carità. Volevamo solo farvi sentire più liberi, e con meno pesi sulle spalle. Loro sanno quanto hai fatto e fai e farai per loro. Noi ti volevamo rendere il tutto più facile, almeno per un po' di tempo. Non dire niente a nessuno, sarà un nostro segreto. Ti ringraziamo per averci fatto capire tante cose. Continua cosi!!'' 
 
-Baci, One Direction- Dissi terminando di leggere la lettera. 
 
-Che ti hanno scritto?- -Hey se potevi saperlo non ti avrebbero detto di dirci di leggerle da soli. Sono fatti nostri. Solo ringraziali il più possibile.- 
 
L'abbraciai e andai da Damon che si era svegliato. 
 
-Piccolo che c'è?- -L'hai letta?- -Solo le prime righe per vedere se era uguale..- -E' uguale?- -No.- -Leggi..- 
 
''Ciao piccolo, come stai? Noi qui alla grande. Tua sorella rompe un po' però dai è tenera. Senti un po' che ne diresti di venire quest'estate da noi? Potrete stare tutti e tre insieme e potremo decidere ora dove andare e cosa fare. Potresti deciderlo proprio tu. Non diciamo niente a Stella le facciamo una sorpresa. Non sai quanto ci abbia parlato di te e di tuo fratello e di quanto le mancavate. Ci dispiace avervela portata via. Solo che ci è sembrata la persona adatta per questa cosa che stiamo facendo, e poi volevamo portarla un po' via da quei ricordi. Speriamo che non ci odi. Giuriamo di riportartela presto. Tu intanto scegli la meta per quest'estate. E mi raccomando che sia un bel posto! Ps:Tua sorella ti vuole bene e non si dimentica di te. A presto piccolino!'' 
 
Corse ad abbracciare la sorella che lo guardò interrogativa e ricambiò poi l'abbraccio. 
 
Ci mettemmo ognuno nel proprio letto e ci addormentammo. 
 
Trascorremmo la mattinata del giorno dopo come se poi non ci saremmo visti per anni, quando invece dovevamo aspettare pochi mesi. 
 
Si fecero le tre di pomeriggio e Jake venne a prendere Stella. La salutammo, le facemmo le nostre raccomandazioni e la lasciammo andare. Era strano come ci mancava a distanza di poco tempo. 
 
Stavamo facendo una partita alla play quando bussarono alla porta. 
 
-Arrivo!!- 
 
Urlai andando a passo svelto. 
 
Aprì e non c'era nessuno, solo uno scatolo con una busta dentro. 
 
-Chi è?- Chiese Dam. -Bho, qualcuno che ci manda questo...- 
 
L'aprimmo e trovammo una foto in cui c'erano i ragazzi in uno studio televisivo. 
 
-Che significa?- -E' un'intervista. L'intervistatrice gli sta chiedendo perchè fanno tutto questo e loro rispondono che lo stanno facendo per avere più fan e soldi..- -Non ci crederai mica?- -No. Ma è strano. Chi e perchè vuole farci credere tutto questo?- -Non lo so..- 
 
C'era qualcosa di familiare in quella scrittura. Eppure non riuscivo a capire di chi fosse. 
 
-Forza preparati che ti accompagno a nuoto. Io vado a lavoro, raggiungimi lì quando hai fatto.- -Come sempre Ale, come sempre.- -Si.- 
 
Gli accarezzai i capelli e andammo. 
 
Per tutto il giorno non feci altro che pensare a quella scrittura, a quella foto e a quelle parole. Ero distratto da quello che successe, infatti il capo mi sgridò un bel po' di volte. 
 
-Salve, desidera?- -Ritornare con te.- Alzai lo sguardo verso la cliente ed era lei. -Che ci fai qui?- -Ti voglio parlare.- -Non qui, non ora. No.- Feci per andarmene ma lei mi fermò. -Una chiacchierata. So che hai bisogno di una mano, io potrei pagarti tutte le spese e cosi ritorneremmo insieme..- -Non ho bisogno della carità della gente. Mi sto facendo il culo in quattro per far star bene i miei ragazzi, ce la faccio da solo!- Urlai attirando l'attenzione di tutti i presenti. -Bianchi nel mio ufficio, ora!- Guardai schifato Rose e andai dal capo. 
 
Mi fece la raminzina per tutto quello che era successo quel giorno e mi disse che se succedeva di nuovo una cosa del genere mi avrebbe licenziato. Chiesi scusa e continuai la mia giornata lavorativa, ma questa volta c'era anche Dam. 
 
Stanchi tornammo a casa e senza nemmeno cenare ci addormentammo sul divano. 

 
Spazio scrittrice.
E siamo arrivate al penultimo capitolo.
Beh le cose per Stella si stavano mettendo bene,
si era ripresa, non aveva più gesso o fasce, con i ragazzi 
tutto bene e la famiglia andava avanti sempre meglio.
Vedremo nel prossimo ed ultimo capitolo, cosa succede.
Potrebbe stupirvi. 

 
  
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