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Autore: AngelBauer    24/06/2013    3 recensioni
Salve! Mi presento sono AngelBauer e mi sono iscritta da poco in questo sito.
Quindi questa è la mia prima storia.
Prima di tutto è un crossover, tra il mio telefilm preferito, Smallville, e Twin Princess.
La protagonista è Fine, una ragazza che, a causa di un ignoto destino, dovrà affrontare pericoli e minacce che la metteranno a dura prova. Ma non sarà da sola ad affrontare tutto ciò, verrà aiutata da una particolare squadra e i misteri saranno all'ordine del giorno.
Spero di avervi incuriosito e che leggiate la mia storia.
Besos
Angel
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Fine, Nuovo Personaggio
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il ritorno di un re
 
‘Correva, correva senza sosta, fin quando non inciampò nel suo lungo abito nero, sporco di sangue, del suo sangue. Sentì il suono di altri passi avvicinarsi sempre di più. Si rialzò aggrappandosi all’elegante parete di quel lussuoso palazzo e continuò a correre fin quando non si bloccò spaventata dal cielo che quella sera era più maestoso che mai. Ma come sapeva non era il cielo a bloccarla, ma lei… La luna. La luna rossa!
Lo sentì arrivare sempre più vicino... Quel passo deciso che avanzava a tempo di un pendolo di un grande orologio. Era dietro l’angolo. Si fece coraggio. Strinse più forte che poteva il pugnale nella sua mano destra, pronta a guardare in faccia la morte, una morte che portava lo stesso colore di occhi. Grigi, per la prima volta freddi e spenti, di tutto il suo essere.
Iniziò a sudar freddo, il suo addome cominciò ad andare su e giù con molta velocità una lacrima si permise di scorrere sulla sua guancia. Ma lei dovevo essere forte e non lasciar vedere a nessuno le sue debolezze.
Con un rapido gesto della mano la spazzò via. Aspettava che lui arrivasse, ma qualcosa la fece girare dalla parte opposta, un lamento affannato. Ricominciò a correre, la sua corsa si fermò in un giardino pieno di rose. Queste, non appena sentirono al sua presenza, iniziarono a mutare. Il loro rosso scarlatto rientrava all’interno del fiore lasciando al suo posto un colore nerissimo. 
La sua mano volle posarsi su una di quelle rose che apparivano senza vita mentre cercava di afferrarne una, ma prima che potesse sentire la sua morbidezza, un altro lamento la riportò a quella che sembrava la realtà.
Nell’ombra di quella notte, che nemmeno la luna con la sua luce poteva penetrare, riuscì a vedere distesa per terra, oltre il roseto, una sagoma, ma non riuscì ad identificarla. Voleva correre in quella direzione ma non ci riuscì, i suoi piedi sembravano come incollati al prato. Uno strano senso di vuoto le perforò lo stomaco. Non capendo il motivo di tutto questo iniziò a piangere. Le sue lacrime cadevano per terra formando un enorme pozzanghera. Si sporse per guardare la sua immagine nel riflesso e quello che vide la lasciò esterrefatta…’
 
Un violento sospiro, il cuore che le batteva all'impazzata e gli occhi lucidi. Fine si era svegliata improvvisamente dall’incubo appena fatto. Istintivamente strinse i pugni e solo allora si accorse della calda mano nella sua, che la stringeva forte, per darle sostegno.
Gli occhi cirenei di Pitt lentamente lasciarono il panorama per posarsi sul volto, ancora assonnato, della giovane. Non appena le sue iridi si mescolarono con quelle scarlatte di Fine, un sorriso sereno apparve sul volto di quest’ultima. Sapeva che quegli occhi non potevano perdere la loro vita e lei sarebbe stata sempre lì, pronta ad evitare che ciò accadesse…
-Hai di nuovo fatto lo stesso incubo, eh?-
-Già! Erano due settimane che non lo facevo- rispose Fine sorpresa scrutando il paesaggio fuori dal finestrino.
Era uno stano luogo, conoscendo il percorso a cui già una volta era andata incontro. Il paesaggio si presentava molto terrestre. Sembrava un classico lungomare costeggiato da numerosi alberi, con cortecce quasi beige e le foglie verdi chiare. Si era preparata ad un milione di stelle scintillanti nell’immenso blu notte dello spazio. Ma solo adesso ricordava che il treno doveva fare prima uno scalo.
-Adesso vado dalle ragazze, ma ti lascio in buona compagnia!- Pitt fece un occhiolino e alzò lo sguardo al ragazzo appena entrato nel vagone. Il sorriso di Fine ampliò nel vederlo sorridere.
Mentre Pitt si alzava ed usciva dal suo posto accanto il finestrino, l’ultimo ragazzo prese il posto adiacente a quello di Fine e non appena i loro occhi si incontrarono i due giovani ebbero un sussulto ed una strana sensazione allo stomaco, come quasi tutte le volte che si vedevano.
Fine amava quegli occhi così puri da sembrare due diamanti, erano di un azzurro che le ricordava inesorabilmente il suo cielo privato, come li chiamava da bambina, gli occhi di Rein.
Prima di parlare il giovane si sposto un ciuffo biondo, caduto in avanti, facendo passare le dita tra i capelli lucenti. 
-Banale e scontato chiederlo ma… Tutto bene?- chiese con occhi dolci ed uno sguardo apprensivo.
-Adesso va meglio!- trattenendo una piccola risatina, si sporse in avanti per avvicinarsi al suo viso.
Il biondo fece la stessa cosa e non appena fu vicino al viso di Fine le lasciò un dolce bacio su quella fossetta che si era formata al suo sorriso, proprio vicino il labbro.
Man mano che il treno si alzava verso il cielo continuando la sua corsa, più il pericolo di tornare aumentava.
Una lunga chioma ondeggiata di rosa passò accanto ai sedili con molta grazia, facendo volteggiare il suo semplice abito bianco, puro come la ragazza che l’indossava. 
-Posso disturbare?- chiese quasi mortificata.
-Quando vuoi Princess!- e subito Josh con un allegro sorriso fece spazio alla ragazza appena arrivata.
-Dove hai lasciato quei due?- chiese Fine con sguardo curioso. Ci fu uno scambio di occhiate d’intesa tra le due, occhi rossi che andavano a contrasto con un paio viola intensi. Gli occhi di Grace non erano da considerarsi scuri per quanto lo potevano apparire, erano sempre pieni di luce e gioia.
-Tra quanto arriviamo?- chiese Grace.
-Tra un mezz’oretta- rispose la rossa lanciando uno sguardo al finestrino vuoto, i due compagni di viaggio si guardarono un secondo negli occhi per poi tentare di distrarre la loro amica. Senza nemmeno pensarci due volte Grace strinse Fine in un dolcissimo abbraccio, mentre l’altra si faceva coccolare, Josh guardava con occhi dolci la scena. Non avrebbe mai pensato che questa missione li avrebbe portati a diventare più uniti di una squadra, ormai la loro era da considerarsi una famiglia!
 
Nel piccolo salottino, nel palazzo solare calò il silenzio non appena le grandi porte si spalancarono, facendo entrare la famiglia reale del regno della luna.
Tutti i regnanti si erano riuniti lì, in attesa dell’inizio del consiglio.
La regina Maria ed i suoi figli salutarono e andarono a sedersi su un piccolo divano, mentre un uomo si faceva avanti. C’era chi si guardava intorno e chi scrutava i movimenti con curiosità.
Il suono fastidioso del cucchiaino che sbatteva contro il piattino da thè rendeva quel silenzio ancora più pesante. Ma ciò nonostante la regina Camelia non cessava quel girotondo tra tazza e cucchiaino.
Occhi dorati, proprio come due luminose lune, scrutavano i dintorni di quella piccola stanza. Pian piano si posavano su delle figure familiari.
Si chiedeva cosa fosse successo in tutti questi anni. Le sue domande erano tante ma potevano aspettare. La cosa che gli importava adesso era avvertirgli della minaccia che incombeva.
In quel momento nessun sovrano sapeva cosa dire, non sapevano nemmeno se era il caso di dire qualcosa. Una cosa assurda.
Il più coraggioso fu il re Toulouse, che andò incontro al suo ultimo ospite porgendogli educatamente la mano. I suoi occhi erano lucidi e per quanto tentasse di nasconderlo, il suo sorriso ampliò dinnanzi a Stiven. Proprio per la loro grande amicizia, di cui tutti erano a conoscenza, nessuno si sorprese nel vedere un caloroso abbraccio tra i due.
Adesso che erano tutti riuniti si poteva dare inizio al fantomatico consiglio. Il re Stiven parlò.
-Sarebbe il caso che voi rimaniate qui. Non è un posto per giovani principi e principesse questo. Inoltre non potreste capire è complicato…- rivolse queste parole agli sguardi un po’ delusi dei giovani. A Stiven dispiaceva più che a tutti non poter rivelare la verità. Era consapevole che ormai i principi erano pronti a prendere in mano i loro regni ma non poteva permettere che assistessero alla riunione. C’erano troppi segreti che tutti preferivano far rimanere tali.
-Io invece credo che sia il caso che restino!- la regina Yumal impose il suo volere –Un giorno saranno loro a portare avanti tutto il pianeta e dovranno conoscere i pericoli a cui potrebbero andare incontro.- A quelle parole ci fu un consenso quasi generale.
E così tutti si incamminarono per il corridoio che portava al salone del consiglio. Le possenti porte solcarono il pavimento in un semicerchio, aprendosi in una luminosissima stanza. Non appena tutti presero i loro rispettivi posti la riunione cominciò. Ma nessuno a parte i più grandi dei principi si accorse della mancanza di uno di loro…
 
Il treno fermava la sua corsa sbuffando al suo arrivo in stazione. Le porte si aprirono e scesero tutti i passeggeri. Il sole picchiettava sulle lenti scure di Fine che si guardava intorno riconoscendo quel posto. Così come riconobbe quell’odore tipico
I cinque ragazzi si diressero all’uscita accompagnati da un venticello che sembrava alzatosi solo per guidarli in quella giusta direzione. La verità!
 
-Sono stato prigioniero della Checkmate!- 
Così aveva ricominciato a ricordare tutte le brutte esperienze, quelle che voleva dimenticare. Quelle che lo avevano portato lontano dalla sua famiglia. Ma Stiven doveva farsi coraggio per superare questo dolore, conosceva bene la sua posizione su questa scacchiera, non era più una semplice pedina. Adesso era portatore di rivelazioni importanti, dalle quali dipendeva il futuro del suo pianeta.
-Per tutto questo tempo?- disse meravigliata la regina Elsa che non riusciva ad immaginare uno spirito libero come quello del re Stiven chiuso in una prigione per otto lunghi anni.
-Papà ma cosa stai dicendo? Noi ti credevamo morto! Abbiamo visto…- il pugno di Shade si strinse al ricordo di quel giorno che cambiò la sua vita. I suoi occhi erano attenti ai movimenti del padre, aspettava una risposta, un chiarimento, ma stavolta voleva la verità e non voleva essere trattato come un ragazzino.
-Hanno inscenato la mia morte… -
-Chi?- domandò di getto Rein presa dalla discussione.
-Sono dettagli irrilevanti Rein, lascia stare!- ordinò il re Toulouse con una strana luce negli occhi. Rein non seppe quasi decifrare quella luce. Ad un primo impatto sembrava paura.
-E il merito del mio ritorno va solo ad una giovane squadra di promettenti eroi- un sorriso più sincero che strano del solito comparve sul suo volto per poi continuare – Dovete sapete che mi hanno liberato con una facilità impressionante, anche se ammetto di averli indirizzati bene-.
Un ragazzo della servitù entrò in maniera educata inchinandosi e, non appena scorse il gesto del capo del re che lo invitava a parlare, disse:
-Sono appena arrivati dei giovani che chiedono udienza. Abbiamo provato a spiegare loro che siete occupati ma non sentono ragioni-.
-Lasciali passare.- Stiven alzando il braccio per invitarli ad entrare. Cosa che sconvolse la sala. Modi di fare molto “aperti” per così dire.
-Per-rmesso?- disse una voce titubante che proveniva da dietro la porta e i padroni di casa educatamente accolsero questi nuovi ospiti inaspettati. Anche se la mente di Toulouse aveva già capito le intenzioni di Stiven. Mancava solo un dettaglio… il più importante. Non si aspettava nessuno di così importante varcare quella soglia.
Una giovane dai lunghi capelli marroni si fece avanti seguita da altri giovani.
Alla vista di quei inaspettati ospiti rimasero tutti sorpresi. Non credevano che un giorno sarebbe tornata. Dopo tanto tempo Fine era tornata ed era proprio lì... Davanti ai loro occhi. A Rein venne quasi voglia di piangere. Gli era mancata la sua frizzante sorellina. Ma la cosa che più sconvolgeva era la presenza di un'altra figura femminile, simile ad una persona che tutti credevano morta da tempo. Nessuno credeva che ci fosse una persona identica a lei. Alla principessa Grace. Eppure era lì davanti ai loro occhi. Stessa cosa valeva per Fine.
Finalmente era tornata e il cuore le scoppiava dalla gioia non appena vide la sua famiglia. Pitt salutò “Elsa e Toulouse”, come li aveva sempre chiamati lui, con un cenno del capo ed un sorriso, dato che per lui non era il momento di perdersi in questo genere di “affettuosità”. Ma si dovette ricredere.
Il rumore dei piedi della sedia che venivano tirati all’indietro con un gesto per niente principesco fece voltare i presenti verso la principessa dai capelli turchesi, che con gli occhi lucidi guardava solo lei. La sua amata gemella. Ma rimase ferma li, forse bloccata dalla troppa paura di sapere che i suoi sentimenti erano cambiati. Se solo si fosse spinta in quell’abbraccio avrebbe saputo che era quello che Fine aspettava da troppo tempo ormai.
Ma la loro “rimpatriata” non era la sola. Shade scrutava ogni lineamento di quel ragazzo alla quale la “sosia” di Grace si teneva stretta al braccio. Non poteva crederci…
-Josh?- chiese molto contuso.
-Ah ciao Shade- si rivolse a lui con un luminoso sorriso per poi continuare –Ciao zia Maria- già le sorprese sembravano non finire più.
Fine finì di scrutare la sala e commentò in un modo banale con un –Salve!-
 
 
 
 
 
L’angoletto di Angel
Mi scuso, so di aver perso molto tempo con questo capitolo e come penso tutte capirete gran parte della colpa è della scuola. Spero che vi sia piaciuto!
Ringrazio tutte voi. Tutte quelle che sono arrivate fin qui a leggere… Sarà stata dura per voi lo so xD
A presto

Angel ♥
  
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