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Autore: Sexy_Shit    24/06/2013    3 recensioni
vanitoso, misterioso e scontroso, il ragazzo sbagliato per lei, eppure, così dannatamente giusto. ma Megan non è una ragazza qualunque e non si lascerà incantare facilmente dal lato di seduttore di Zayn, bensì scaverà a fondo, trovando il vero lui. e lei? riuscirà a stare bene, finalmente?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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C'era un rumore. Un rumore fastidioso che continuava a ripetersi. Sembrava un...campanello. Mi alzai di malavoglia e andai in cucina. Erano le quattro di pomeriggio. Schiacciai il pulsante del citofono – chi è? - chiesi assonnata.

- siamo le stronze: apri! -

- non ci penso nemmeno. - dissi trattenendo una risata.

- oh, e andiamo... - intervenne Clare – abbiamo il gelato! -

- un Kg di gelato al cioccolato fondente, il tuo preferito. - aggiunse Dana.

Io appoggiai la schiena sulla porta, sorridendo tra me e me – perchè dovrei aprirvi? -

- perchè... - iniziò Clare.

- siamo le tue migliori amiche e ti vogliamo un sacco di bene e vogliamo essere sicure che stai bene! -

- e vogliamo consolarti, asciugarti le lacrime e prendere in giro il kamikaze pakistano insieme a te! - aggiunse Clare, con la sua innocenza, facendomi scoppiare a ridere.

Chiusi la comunicazioni e aprii la porta d'ingresso, aspettando che salissero le scale. Quando sentii bussare mi affacciai all'occhiello, guardandole attraverso la lente che distorceva leggermente le loro figure.

- Megan...tesoruccio! -

risi ancora e aprii la porta, cercando di guardarle severamente.

- oh, almeno ridi. Visto Clare? La prima fase della missione è riuscita con successo! -

- oh, ma smettila! - dissi, dandole una pacca sulla spalla.

Clare mi saltò al collo.

- mi dispiace che pensi che ti abbiamo ignorata Meg! Perchè non è così! - strillò.

- già. Abbiamo solo cercato di far ragionare il terrorista, ma quella testa di cazzo non vuole aprire le orecchie. -

- davvero, non c'è bisogno che lo infastidite. Ora non ci sono più ne misteri ne incomprensioni, è stato chiarissimo. -

- oh, Megan... -

Dana si avvicinò, abbracciandomi forte. Anch'io la strinsi, cercando di trattenere quelle schifosissime lacrime.

- piengi, se vuoi. Ti aiuterà a sfogare. Io ho pianto giorno e notte quando Matt mi ha lasciata e penso che se non avessi pianto avrei ammazzato qualcuno. E noi non vogliamo spiacevoli incidenti, vero Meg? - disse sorridente, asciugandomi le piccole lacrime che non avevano nemmeno fatto a tempo a scendere.

Io annuii, tirando su col naso.

- hey, allora l volete questo gelato, sì o no? - chiese scocciata Clare, impegnata ad aprire la confezione, con scarso successo.

Dana rise e corse a darle una mano. Andai a sedermi a tavola. Dopo aver fatto le parti, Clare mi spinse l'intera vaschetta sotto al naso.

- ti conosco Meganuccia. So per certo che in questi giorni hai seguito una dieta a base di aria fritta e acqua, perciò, mangia. -

io feci una smorfia e afferrai il cucchiaio, iniziando a giocherellare con il gelato.

- allora, fatto qualcosa di interessante ultimamente? - domandò Clare, rivolta a me.

- ho pianto. - risposi bruscamente – ho vomitato, e ho dormito un sacco. -

- e quel Victor? È passato, vero? - chiese Dana

Notai che questa volta lo aveva chiamato per nome. Forse si stava sforzando per essere gentile.

- sì. -

- che avete fatto? - chiese guardandomi negli occhi.

Mise in bocca una cucchiaiata di gelato.

- abbiamo parlato. -

Non accennai ai fatti accaduti. Avevo prima intenzione di parlare direttamente con Victor. Però, ripensando alla scena, avvampai. Chissà che impressione gli avevo fatto, rimanendo lì impalata senza dire nulla.

- lui...è carino, a preoccuparsi per te. -

- ed è carino anche fisicamente! - civettò Clare.

- sta zitta, arpia! - l'ammonì Clare.

- cercavo di tirarle su il morale. -

- non mi sembra l'argomento adatto. -

- e perchè no? È davvero sexy e se vanno d'accordo è anche meglio. Magari ci scappa la... -

- Clare smettila! Non vedi che è distrutta? -

- io non... -

- mi ha baciata. - dissi interrompendo la loro discussione.

Improvvisamente nella stanza ci fu un silenzio assordante. Uno di quei silenzi, che fanno male alle orecchie. Tenni fisso il mio sguardo sul gelato dentro alla vaschetta, giocando nervosamente con il cucchiaio. Clare scoppiò a ridere improvvisamente.

- wow. - esclamò Dana senza troppa enfasi.

- e quindi? - chiese Clare, assetata di pettegolezzi.

- e quindi niente. - troncai io.

Non avevo la minima idea di che sentimenti provassi in quel momento. Volevo solo chiudermi in bagno e non pensare più.

- ...vi dispiace...lasciarmi sola? Scusate, è che...non me la sento di parlarne... -

- bè, basta che cambiamo discorso! -

- Clare, vuole stare sola. - intervenne Dana, che percepiva la mia instabilità.

Io la ringraziai con uno sguardo. Clare mi saltò di nuovo addosso, stringendomi forte a se.

- fatti forza ranocchietta. - disse, baciandomi le guance.

- mangia, mi raccomando... - disse Dana abbracciandomi a sua volta, come una madre in ansia.

- si mamma. - risposi stando al gioco.

Mi pizzicò una guancia e uscì con Clare che la seguiva. Mantenni il sorriso fin che non chiusi la porta. Poi mi appoggiai contro il legno spesso, lasciandomi cadere a terra. Forse Clare non aveva del tutto torto. In fondo, Victor era dolce e comprensivo ed era davvero bello. Perchè non...

sbuffai e mi coprii il viso con le mani. Chissà se lui mi pensava mai. Probabilmente ora era a casa, insieme alle sue sorelle. Certo che mi sarebbe piaciuto rivedere Safaa e Doniya. Magari anche Walyha. In fondo, era passato parecchio tempo, forse su madre aveva cambiato atteggiamento. Avevo sempre desiderato avere una sorella, ma mia madre, ogni volta che glielo dicevo, mi ripeteva che io ero la prima e ultima. E che se non ci fossi stata nemmeno io, forse la sua vita sarebbe stata migliore. Sbadigliai e mi alzai, dirigendomi al bagno.

 

* * *

 

 

Zayn's pov

mi svegliai di soprassalto con il cuore che batteva a mille. Mi sedetti sul letto e presi un respiro, calmandomi. Avevo fatto un sogno. O un incubo, non ricordo. Uno di quei sogni che vanno bene fino ad un certo punto, fino a quando non cadi nel vuoto. Perchè era così che mi sentivo: caduto nel vuoto. Mi passai una mano sulla fronte sudaticcia e poi tolsi di mezzo le coperte, alzandomi dal letto. Quel letto era decisamente troppo grande: che diavolo me ne facevo di un letto a due piazze quando dormivo da solo? Una volta ci portavo le ragazze, ma ora non aveva senso. Mi sentivo un idiota insensibile. Cieco, sopratutto. Cieco e pure sordo. Se solo avessi cercato di vedere quello che lei veramente provava. Se solo avessi ascoltato i continui avvertimenti di Liam. Ora starei con li su quel letto. La bacerei ovunque. Le toccherei quelle labbra rosee e piene e farei un bagno in quelle pozze d'acqua cristallina che sono i suoi occhi. Ma non posso fare nulla di tutto ciò. Perchè sono un coglione. Preso da un impeto di rabbia chiusi il pugno così forte da far diventare le nocche bianche, e tirai un pugno al muro. Rimasi immobile, con i denti digrignati, fissando la mia mano insanguinata sulla superficie bianca. Che bel contrasto di colori. Sangue rosso che si riversa lentamente su una superficie bianca e immacolata. Io ero il sangue, denso e viscoso, come il petrolio; lei, il bianco, puro e immacolato. Doniya entrò di corsa in camera. Non distolsi lo sguardo dalla mia mano nemmeno un secondo, ma sapevo che era lei. Era l'unica che si preoccupava di me in quella casa.

- oh, Zayn... -

Si avvicinò a me e mi cinse le spalle con un braccio.

- vieni con me. -

Mi guidò fuori dalla stanza e mi portò in bagno. Chiuse la porta a chiave e iniziò a frugare nell'armadietto dei medicinali. Tornò da me con garze, cotone e disinfettante.

- siediti. -

Mi sedetti con lei sul bordo della vasca da bagno. Inumidì un pezzo di cotone con l'alcol disinfettante e iniziò a tamponare sulle nocche della mano. Bruciava, ma non mi dimenai: era la punizione che meritavo per averla fatta soffrire così tanto.

- Zayn... - sospirò fermandosi.

Io la guardai per la prima volta negli occhi, ma non riuscii a vederla. C'era una specie di nebbia che mi impediva di metterla a fuoco. La vidi allungare una mano per accarezzarmi una guancia.

- non piangere, fratellino... -

Non piangere. Non piangere?

Voltai il viso, spostando la sua mano. Ora piangevo, addirittura.

- è per Megan, vero? -

Mi asciugai le lacrime cercando di ignorare la voce di mia sorella.

- io...bè, non so bene cosa sia successo, ma...a me era sembrato una ragazza tanto cara...non pensavo che fosse come le altre... -

- lei non è come le altre! - urlai alzandomi in piedi – sono io il problema, qui. Sono uno stronzo, cieco, bastardo...forse non basta ancor per descrivere quanto faccio schifo. -

- ma se tu... -

- lei era venuta per dirmi quello che provava. Per dirmi che mi amava. E io l'ho mandata via. Le ho detto che non avevo tempo per lei. -

Doniya abbassò lo sguardo, sospirando. Tornai a sedermi accanto a lei. Prese una garza e cominciò ad avvolgerla sulla mia mano.

- ...eri confuso... -

- non cercare di giustificarmi. -

Sospirò ancora e si alzò, uscendo dalla stanza. Mi alzai anch'io e scesi al piano di sotto. Mi infilai le nike nere e abbassai la maniglia della porta per aprirla.

- dove credi di andare, signorino? -

Nel sentire la sua voce severa mi vennero i nervi a fior di pelle. Questa volta, il pugno l'avrei tirato a lei.

- da Liam. - risposi senza voltarmi.

- e quanto intendi stare via? L'ultima volta non ti si è più visto per cinque giorni. È tutto per colpa di quella puttana... -

Mi voltai e la guardai dritto negli occhi.

- non azzardarti a chiamarla in quel modo, capito? -

Ero a pochi centimetri dal suo volto, e sentivo benissimo che non provava un briciolo di paura. Mi prese la mano ferita e la portò all'altezza del volto per esaminarla.

- che ti sei fatto? -

Mi liberai bruscamente dalla sua presa.

- non sono affari che ti riguardano. -

Aprii la porta e uscii. Liam era l'unico che poteva farmi sentire meglio, dopo avermi rinfacciato quanto sia stato stupido.

  
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