Il suono della sveglia mi fece sobbalzare, come ogni giorno quella fastidiosa suoneria metallica mi perforò i timpani. Odio alzarmi tanto presto, tutti si abituavano prima o poi, ma non io, io non sono tutti. Mi rigirai infastidita nel letto, nascondendo la testa sotto il piumone e abbracciando il mio tenero cuscino. Lui si che è un vero amico, un caldo e morbidoso amico. Dopo circa venti minuti mi alzai, imprecando ovviamente, per il clamoroso ritardo ormai quotidiano. Stranamente oggi avevo uno strano presentimento, c'era qualcosa che mi turbava, ma lo ignorai e ancora scalza corsi in bagno, mi feci una doccia veloce per svegliarmi, che non servì a molto purtroppo. Presi una maglia larga, bianca e nera e un pantalone nero a sigaretta, poi infilai le mie converse bianche, presi la mia borsa, incurante del fatto che non si abbinava e mi precipitai fuori. Camminai dritta verso quello schifoso edificio grigio, conosciuto anche col nome "scuola". Per me aveva solo un nome: Inferno. ***** Quel giorno la professoressa Callison si gettò in classe a precipizio. I suoi movimenti di solito non erano affrettati; si faceva un vanto particolare della sua calma. Quel giorno era diversa, in tutta la scuola infatti Miss Callison era famosa per la sua calma e il suo broncio, sì, la Callison era sempre imbronciata, con la luna storta insomma; mai un sorriso che non somigliasse a una smorfia, mai uno sguardo sereno, mai. Ma oggi era tutt'altro aveva un aspetto più curato del solito, i suoi biondi capelli erano raccolti in un'elegante cipolla, le labbra valorizzate da un velo di gloss e ome se ciò non bastasse, rullo di tamburi.... sorrideva! Pensavo di non vivere abbastanza per poter vedere le sue labbra piegate in un sorriso, quell'atteggiamento però, così diverso dell'abituale, mi fece insospettire. In tre anni di liceo non era mai stata allegra, doveva sicuramente essere successo qualcosa, e la cosa principale è che io morivo dalla curiosità. "Avanti sputa il rospo Cal" cominciai a dire dentro la mia testa, ero anche diventata pazza, perfetto. Poi all'improvviso rispose alla mia richiesta silenziosa e probabilmente anche a quella dei miei compagni. -Allora ragazzi oggi sono di buon umore questo perchè mi avete stupita. Sì mi avete lasciata piacevolmente sorpresa.- iniziò. Piacevolmente sorpresa? Ora si che mi incuriosiva. -Vedete, ho corretto i test sulla letteratura inglese e in particolare ce ne sono due che mi anno colpito, non so se ne siete al corrente ma ogni anno in questa scuola i migliori alunni vengono premiati, e quest'anno il premio è una borsa di studio per un trimestre a Oxford!- fece lei, piena di entusiasmo. Aaah allora ecco di cosa si trattava, io non desideravo andare a Oxford, non ne avevo l'esigenza. C'è chi avrebbe dato la vita per un posto lì ma io no. Questo perchè avevo sempre avuto grosse difficoltà ad ambientarmi, non mi andava proprio a genio l'idea di lasciare la mia casa, a Liverpool, di fare tre mesi lì per poi ritornare e dimenticare tutto però rimasi calma eravamo trenta e sicuramente non mi avrebbero scelta, certo che no. -Allora avranno il privilegio la signorina Wendy Payne e il signor Niall Horan.- perfetto mi dissi non solo la mia vita era penosa a Liverpool, ora ci mancava anche Oxford per di più con quello lì, Niall James Horan, il mio peggior incubo.