Ipnosi
[Anna
Rita]
Sono
inquieta. Molto.
-
Maman, non ti preoccupare. È solo una seduta
d’ipnosi, sai che sono scettico in
proposito, molto scettico – mi dice con
un sorrisetto arrogante.
Già,
lui e la sua fede incrollabile per la scienza.
Speravo
rifiutasse questa seduta, ma Micol è stata molto dolce
quando glielo ha chiesto
e lui non ha saputo dirle di no, è talmente preso, talmente
innamorato di lei
che non saprebbe rifiutarle niente.
È
tale e quale a suo padre … Cristiano.
Già,
Cristiano.
Ho
dei sensi di colpa piuttosto consistenti nei suoi confronti. Infatti,
pur di
liberarmi dalla sua affettuosa e costante presenza, gli ho scaricato
addosso la
verità così e quella verità pesa assai
più di un macigno.
Se
le cose fossero andate come dovevano andare, mi sarei portata questo
segreto
nella tomba e né Ricky né Cristiano avrebbero mai
saputo la verità.
Sono
stata così sciocca, avrei dovuto scegliere Cristiano, ma
Claudio mi aveva
abbagliata con la sua folgorante presenza ed io ero così
giovane.
-
Signora, starò molto attento con suo figlio,
cercherò di essere il più delicato
possibile – mi dice l’uomo che Micol ha portato con
sé, strappandomi ai miei
pensieri.
Quest’uomo,
Firas credo si chiami, mi dà l’impressione di
essere pericoloso, ancorché si
mostri benevolo nei confronti di Micol, che di certo in questa sua
indagine
dev’essere stata molto, ma molto poco
ortodossa.
[Micol]
Anna
Rita è molto inquieta e pensierosa, ma io non
riesco a capire perché, come lei non riesce a capire
perché sia necessario
sottoporre Ric ad ipnosi.
Crede
che la connessione tra il feroce mal di testa
di Ric e la telefonata di Claudio sia troppo fragile, troppo
inconsistente,
anzi crede che il mio sia solo odio per colui che ha trattato il mio
Ric peggio
di una bestia.
Come
farle capire che il mio istinto non ha mai
sbagliato in certe occasioni?
[Firas]
Sono
qui, nella casa protetta, e mi sento addosso
gli occhi di Anna Rita, che mi scrutano e mi giudicano. Mi sento quasi
a
disagio, perché, per quanto io possa essere delicato, la
mente di Riccardo
subirà uno stress la cui entità
dipenderà da quanto profondamente è stato
nascosto ciò che sa, perché lui
sa.
Da
ciò che mi ha raccontato Micol, Riccardo Seri ha
mostrato i sintomi di chi è stato manipolato per anni,
probabilmente da
Claudio, che non è affatto uno sprovveduto né una
devota anima pia, anzi,
tutt’altro.
Sì, ho
indagato su di lui, su insistenza di Micol, e aveva ragione a diffidare
di lui,
al solito l’istinto della mia piccola shapirit
s’è rivelato essere nel giusto,
ma ora bando alle ciance, non c’è tempo da perdere.
-
Signor Seri, anzi Riccardo … - accidenti,
chiamarlo per nome non mi è affatto semplice –
accomodati sul divano, è ora di
iniziare.-
Annuiscono.
Tutti
e due, Micol e Riccardo.
La
loro empatia m’infastidisce, ma ora non devo
pensarci.
Percepisco
che l’aria s’è fatta tesa e penso che
Anna Rita potrebbe staccarmi la testa a morsi se faccio male a suo
figlio.
Questa donna mi piace sempre di più.
[Micol]
-
Firas, non indugiare oltre –
Lo
esorto, lo sprono, ma mi prende alla sprovvista
vedere il mio mentore a disagio, disagio probabilmente dovuto ad Anna
Rita.
Dovrebbero darle un premio solo per il pressing.
[Riccardo]
A Micol
sfugge un risolino dovuto chissà a quali pensieri, spero
solo siano pensieri
non troppo sconci.
Mi rilasso
sul divano, come da istruzioni di Firas, ormai talmente concentrato su
di me da
dimenticarsi del resto del mondo. Sono molto scettico a proposito di
questa
seduta di ipnosi, ma Micol mi ha quasi supplicato in ginocchio ed io ho
ceduto.
-
Riccardo, chiudi gli occhi, fa respiri lenti e profondi. Lenti e
profondi.
Segui solo la mia, solo la mia
voce
– mi dice Firas e mentre la sua voce profonda mi culla mi
lascio andare, alla
ricerca del mio centro di tranquillità interiore.
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Risuonano
le note del Bolero, di Ravel, e non so più distinguere se
l’hanno messa davvero
o se è un mio ricordo (il cervello fa strani scherzi, a
volte). Vuoi vedere che
questa boiata dell’ipnosi funziona davvero?
- Bene,
Riccardo sei un cameraman, sei andato alla festa di compleanno del
piccolo
Ricky, che compie 6 anni. Stai inquadrando la casa, le scale, la porta
ed ora
sei nel grande appartamento. Cosa vedi, signor cameraman?
- Ci sono
parecchi bambini, io sono contento, allegro. Sto giocando con un uomo,
un uomo
potente e gentile, Cristiano, un gigante buono. Claudio è in
disparte, parla
sommesso con la mia tata e lei ride e fa la sciocca.
[Anna
Rita]
Firas
ci ha spiegato che avrebbe iniziato da un ricordo felice e quale
ricordo più
felice di una festa di compleanno per un bambino di sei anni?
Ma
quello che è emerso già non mi piace, da come
Riccardo parla, capisco che
Claudio s’è scopato anche la tata. Spero solo che
non si sia fatto vedere dal
mio bambino.
La
seduta prosegue tranquillamente, evidentemente il subconscio di mio
figlio non
ha registrato il collegamento che ho fatto io ed è un bene.
[Micol]
La seduta
prosegue e ci spostiamo di palo in frasca fino al primo giorno in
cui Claudio le ha date di santa ragione a Ric … e
assolutamente senza motivo.
- Stavo facendo
un disegno, disegnavo le tre rune che andavano a formare lo
yawe, il simbolo di chi è disposto a dare tutto se stesso
per la Causa – dice
Riccardo, mentre disegna il tatuaggio di Sofia, di François
e di tutti quei
maledetti. Sento un formicolio alla base della schiena.
- Quale Causa?
- La Sola ed
Unica, la Causa che accomuna ogni singolo Confratello.
Io e Firas ci
guardiamo, incapaci di reagire. Siamo completamente basiti.
Avevamo le risposte davanti a noi per tutto questo tempo e non ce ne
siamo mai
accorti, ma poi Firas si riprende e continua: - E perché
Claudio ti ha
picchiato? Era solo un disegno –
Dio, quanto invidio il suo
autocontrollo.
[Firas]
Sono
esterrefatto, ma devo lasciare le mie perplessità ad un
momento più
opportuno. Sento Riccardo rispondere:- Nessuno deve sapere, specie la
mamma,
altrimenti lei rovinerà tutto.
-
Tutto cosa?
-
Scoprirà che Claudio ha partecipato alla fondazione della
Confraternita e
i suoi viaggi in giro per Roma, a Oslo, Chicago, Ginevra e Parigi non
sono
missioni dell’esercito, ma viaggi per l’Idea,
all’inizio solo per dislocare le
varie basi operative e successivamente per controllare il corretto
andamento
delle cose. Sapendo, denuncerà tutto alle
autorità competenti e se lo farà
verrà uccisa.
Capisco
perché Claudio ha dovuto manipolarlo. Se Anna Rita avesse
saputo di
questa cosa, l’avrebbe fatto secco, prima che potessero
ucciderla.
[Anna
Rita]
IO
LO AMMAZZEREI. FORTUNATAMENTE HA AVUTO LA DECENZA DI AMMAZZARSI DA SOLO.
[Firas]
Anna
Rita sembra fuori di sé, per ciò che Claudio ha
fatto al figlio.
Intanto,
Riccardo continua a parlare della Confraternita, spiattellandoci
tutto. Evidentemente Claudio se lo portava appresso quando questi pazzi
hanno
messo in piedi la baracca.
Purtroppo
non sa chi è il Principe, evidentemente costui è
stato abbastanza
furbo da non farsi mai vedere in faccia durante i comizi, per mantenere
al
sicuro la propria identità e per raggiungere tale obiettivo,
cosa c’è di meglio
dell’anonimato?
Lentamente
faccio tornare in sé Riccardo, che serberà il
ricordo di tutto
il colloquio.
Faccio
cenno a Micol di andare a prendergli da bere, dato che avrà
la gola
secca.
Lei
capisce e dopo pochi minuti dalla cucina si sente il rumore di un
bicchiere che cade a terra e si rompe. La raggiungo, mentre Riccardo
rimane
esausto sul divano.
-
Micol, non lasciarlo mai solo. Non so come possa reagire al fatto di
aver
sempre saputo e di non aver fatto niente, anche se non poteva fare
niente.
Chiaro? – le dico dopo averla raggiunta in cucina.
[Riccardo]
Appena il
mio agente del Mossad preferito torna mi fiondo sull’acqua
che mi offre, ho
veramente tanta sete, ho parlato per molto tempo. L’orologio
mi annuncia che
sono passate due ore abbondanti da quando abbiamo iniziato la seduta.
So
già che
Micol mi starà appiccicata come un francobollo ad una
lettere affrancata, ma
devo trovare un modo per rimanere solo stasera.
Devo fare
una visita.
A
Cristiano.
Il
principe.
Mio padre,
il mio vero padre, è il capo di una setta.
Perfetto.
Micol,
Firas, la mamma credono che io non sappia chi è il capo
della Confraternita,
quello che ha dato l’ordine di uccidermi ed è
meglio così.
Stanotte
il paparino avrà visite: ho appena trovato il modo per
liberarmi di Micol,
anche se non mi piace affatto usare il sesso per sfiancarla a tal punto
da
farla crollare di sonno, ma devo farlo.
Lo diceva
anche Machiavelli: nelle azioni di tutti
li uomini, e massime de' principi, dove non è iudizio da
reclamare, si guarda
al fine.*
[Cristiano]
La
natura de' populi è varia; ed è facile a
persuadere loro una cosa, ma è difficile fermarli in quella
persuasione.*
La
Confraternita si sta sgretolando tra le mie
mani, ho perso di vista i miei motivi per andare troppo dietro alle
manie di
grandezza di Claudio, e di quella pazza di Sofia.
Troppi
omicidi, troppi estremismi, troppa
violenza, le cose non erano certo nate in questo modo, almeno non per
me, volevo
il potere e il rispetto di tutti, avevo perso la donna della mia vita,
e volevo
solo la mia rivincita, sulla vita e sul mondo, dire che le cose mi sono
sfuggite di mano sarebbe troppo comodo, e troppo vigliacco, decisamente
non da
me. Solo una volta in vita mia sono stato un codardo, e ne ho pagato il
prezzo
ogni giorno.
La
mia creatura, la Confraternita, è nata dal
mio desiderio di potere e onnipotenza, molto presto ho scoperto che
soldi e
potere, si ottengono molto più velocemente e facilmente in
barba alla legge e
al rispetto per l’identità altrui.
Ho
capito che la stima guadagnata sul campo
costava più del rispetto ottenuto attraverso la paura.
Ho
scoperto che la gente è ignorante e
arrabbiata, mette in vendita la sua anima per pochi spiccioli pur di
sentirsi
parte di qualcosa.
Ho
compreso che i soldi, per molti, valgono più
di una legge.
Mi
sono accorto di come la gente segue la strada
del più forte, mai quella del più saggio.
Sono
stato forte, e poco saggio, con Claudio abbiamo
cavalcato quest’onda, inizialmente infrangere i limiti mi
dava fastidio, poi ad
un certo punto ho smesso di riconoscere il confine tra bene e male, era
la mia
vita, la mia famiglia, la mia creatura.
Uccidere
per difenderla sembrò così giusto…
questo pensiero di Claudio era cosa semplicemente vero, che mi avvidi
di
ordinargli di uccidere chiunque per noi fosse un pericolo, diretto o
indiretto.
Ho
ucciso mio figlio per questo motivo.
Non
voglio esemirmi da quelle che sono le mie
responsabilità, ma ora, senza Claudio mi sembra tutto
così troppo…
Ginevra
è persa, i giovani adepti dopo la morte
di Michel hanno cominciato ad allontanarsi e vista la mancata nuova
assegnazione sono ormai fuori controllo, da Oslo, Chicago e Parigi sto
ricevendo segnali sconfortanti, c’è agitazione
nell’aria, alcuni suicidi
sospetti; ammortizzare le perdite avute in Algeria è stato
molto oneroso, i
mercenari costano e coprire la morte di quelle persone per evitare che
potessero essere ricollegate a noi è stato dispendioso,
oltre a dover radere al
suolo la nostra prigione perché ormai compromessa.
Mi
sento stanco, dopo tanto tempo sento il peso
della mia età, delle mie scelte, delle mie azioni.
Può
la morte di un figlio portare a un tale
grado di coscienza?
Può
Riccardo avermi ridato la coscienza che
avevo messo a tacere?
Scuoto la testa e mi scolo il
whisky, ormai
caldo, che tengo in mano da un po’.
* Citazioni da Il Principe di Machiavelli
Siamo tornate, perdonate il ritardo con il quale torniamo da voi, speriamo davvero che questo capitoli ripaghi in qualche modo la lunga attesa alla quale vi abbiamo sottoposto.
Sempre grazie a chi ci legge continuando a seguirci.
Vi ricordo il link al nostro
gruppo... per spoiler, foto, e noi due autrici... Otherwise-good's Corner