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Autore: smarsties    24/06/2013    8 recensioni
Ci troviamo nella Spirale, esattamente nel mondo di Wizard City - o almeno, è qui che avrà inizio la nostra storia.
Malistar, ex professore della scuola della morte, è riuscito a fuggire dalla grotta in cui era stato imprigionato per aver compiuto alcune azioni in passato.
Il preside McLean, colto alla sprovvista, invierà sette novellini di sette scuole di magia diverse, nella speranza che riescano sia a seguire le lezioni e sia a sconfiggere questa grande minaccia.
Saranno messi a dura prova più volte - alcune delle quali porteranno a scelte molto importanti - e parecchi imprevisti attenderanno loro. Ma, nonostante questo, riusciranno a salvare l'intera umanità?
(Storia ispirata al videogame Wizard 101, alcune cose sono state romanzate da me).
***
STORIA SOSPESA
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Tutti i professori condussero i loro allievi ai loro dormitori, due torri in pietra. Uno è per i ragazzi, l’altro per le ragazze.
Courtney entrò nel dormitorio femminile. C’èrano forse un’infinita di letti a castello e delle scrivanie sulle quali studiare.
L’edificio aveva più piani, tre per l’esattezza.
Avrebbe potuto benissimo scegliere dove dormire ma il destino, meglio conosciuto come Chris McLean, aveva già deciso al posto suo.
Si sarebbe dovuta cercare il suo letto da sola, dato che qualcuno non si era degnato minimamente di dire a tutti la disposizione delle camere.
Al primo piano non ebbe molta fortuna, salì al secondo.
Finalmente, la ragazza trovò un foglietto con sopra scritto il suo nome e la sua scuola. Wow, il destino era veramente intelligente!
Sopra ogni letto c’èra un’uniforme identica per tutti, con i colori della propria scuola. Nel suo caso, quindi, viola e gialla. Comprendeva anche un cappello dello stesso colore e una bacchetta. La sua aveva un manico giallo e, all’estremità, c’erano tre stelle: una più grande e due piccole.
Lei avrebbe dormito sopra.
La sua compagna di letto ancora non era entrata.
Courtney afferrò il foglietto sopra l’altra uniforme.
“Gwen, scuola della morte.”
Una ragazza dalla pelle cadaverica e dai capelli neri, con delle ciocche blu notte e gli occhi neri si avvicinò a lei.
-Finito a frugare tra la mia roba?- le chiese ironica.
L’altra, accortasi della sua presenza, si voltò di scatto, lanciando il foglietto chissà dove.
-Ehm, sì. Scusami.-
Cominciamo bene l’anno.
-Sono Gwen.-
-Courtney. A quanto pare, dormiremo insieme.-
Due mani, una ambrata e una fin troppo chiara, si strinsero saldamente.
-Di che scuola sei?-
-Della tempesta. Tu della morte, giusto?-
-Perspicace.-
Scoppiarono a ridere.
-A essere sinceri, non ho visto la tua scuola venendo qui.-
Gwen si sedette sul suo letto, seguita a ruota da Courtney.
-Non piacciono neanche a me le storie noiose, quindi cercherò di riassumere il tutto.- iniziò la gotica, se così può essere definita. –L’ex insegnante della morte, per qualche strana ragione, ha spostato la nostra scuola e quella dell’armonia, in posti sconosciuti. E mentre voi starete a Ravenwood, noi studieremo in due edifici dell’area comune.-
Come mai un ex professore dovrebbe spostare la scuola dove ha insegnato in un posto dimenticato? Bah.
Intanto, nel letto di fronte, si era sistemata una biondina, bassa di statura, dalla pelle candida e dagli occhi azzurri come il ghiaccio.
Prese la sua uniforme e, agitando la bacchetta, se la infilò. Era verde scura e bianca.
A Courtney parve subito una tipa strana.
Era distaccata. Mentre tutte le altre parlavano e si era formato un vociare quasi insopportabile, lei se ne stava in disparte a fare yoga.
Anche Gwen l’aveva notata.
-Che ne dici se … - stava per proporre.
-No, Gwen.- la precedette la sua amica.
-Perché no?-
-E’ … è strana, ecco!-
-Non sei proprio Miss Socievole.-
-Non mi piacciono le persone … -
-Strane?-
-Sì.-
Gwen roteò gli occhi.
-Come vuoi.-
 
 
Fu un moro dagli occhi verdi, con la chitarra sulla spalla e a dir poco carinissimo ad entrare per primo nel dormitorio maschile.
Si fiondò immediatamente alla ricerca del suo letto e non fu molto difficile.
Si trovava verso il fondo, al primo piano.
Lesse prima il foglio.
“Trent, scuola dell’armonia.”
Posò poi lo sguardo sull’uniforme.
Era dei colori della sua scuola, arancione e bianca ed era, a detta sua, semplice.
Qualcuno lo fece sobbalzare.
-Salve, mio compagno di letto, io sono Harold, un novellino della scuola della mitologia. E’ un vero piacere conoscerti.-
Sì voltò ed eccolo. Aveva dei capelli color carota e portava degli occhiali dalle lenti verdi che facevano sembrare i suoi occhi dello stesso colore.
-Salve, io sono Trent e sono della scuola dell’armonia.-
Intanto, poco più avanti, si sistemò un ragazzo dai capelli bruni. Sì, lo stesso che aveva interrotto il discorso di Chris.
Lanciò un’occhiata di disgusto all’uniforme, che infilò in fretta e lesse il foglietto del letto del suo “futuro compagno”.
-Chi diav0lo è Duncan?- chiese.
Neanche due secondi dopo, la porta sbatté contro il muro e ne entrò un ragazzo dagli occhi acqua marina e con un paio di piercing sopra la faccia. I capelli erano nascosti da un cappuccio.
Che fosse lui? Optiamo per un sì.
Non salutò nessuno e si diresse al suo letto.
Afferrò l’uniforme e se la mise. Il cappello lo lanciò chissà dove, mostrando la sua cresta verde fluo.
-Ti senti realizzato, adesso?- gli chiese il suo “compagno”.
-Sì, non immagini quanto.-
-Bah, contento te … -
Poi, vide la sua bacchetta.
-E io dovrei usare questa? Manco se mi pagate!- esclamò.
L’altro vide la sua. Era marrone e aveva, all’estremità, una pallina gialla.
-Concordo, fanno vomitare!-
-Ce solo un problema, come li facciamo gli incantesimi?-
-Ma che diavolo ne so io!-
Gesticolando, per sbaglio, dalle sue mani uscirono due fiamme che, per poco, non uccisero Duncan.
-Ma sei scemo? Stavi per bruciarmi!-
-No, sono John! Almeno adesso sappiamo come fare le magie.-
A Trent, intanto, le cose non andavano meglio.
Harold gli stava raccontando TUTTA la sua vita e del perché era venuto a Ravenwood.
Prima che potesse rispondergli male, qualcuno lo salvò.
-Ma lo hai notato che non glene frega nulla?-
Fu il bruno a parlare.
-Potevi  anche dirmelo, amico.- disse Harold. –Sai, una volta, quando avevo … -
-Basta!- urlarono i due.
-Le tue storie sono davvero pietose, sfigato.- aggiunse Duncan.
-Non mi interessa la tua opinione.-
-Vuoi vedere che ora ti faccio fuori?-
Il ragazzo gli si avvicinò minaccioso.
Trent sospirò. Si preannunciava un anno molto lungo.
 
 
Era notte fonda.
Due soldati sorvegliavano attentamente la caverna della Bocca Del Drago.
Il cielo era sereno e si vedevano anche le stelle.
Ad un certo punto, però, si oscurò tutto e inizio a diluviare.
Poi anche qualche fulmine.
Era una tempesta vera e propria e non si trattava di qualcosa di naturale.
Ci fu un botto e le due guardie caddero a terra.
Dalla caverna, uscì, a passi lenti, un uomo dalla lunga barba nera.
Ghignava soddisfatto e, con un gesto del suo scettro, si volatilizzò.
A pochi metri da lì, qualcuno assistette alla scena; era preoccupatissimo.
 
 
-Ora ci spieghi perché ci hai convocati alle due di notte?-
Drake fulminò Chris.
Tutti i professori erano in camicia da notte e, alcuni, avevano persino le occhiaie.
-E’ una questione grave, anzi gravissima.-
-Che è successo?- chiese Lydia.
Si sedettero tutti attorno ad un tavolo.
-Malistar è riuscito a fuggire. –sussurrò McLean.
Per un attimo, rimasero tutti immobilizzati.
-Cosa? Come ha fatto?- si riprese Muhlinda.
-Non ha importanza, noi dobbiamo catturarlo e rinchiuderlo, prima che faccia qualche danno.-
-Posso contattare alcuni dei diplomati, ci penseranno loro.- propose Cenerino.
-No, Remo, non accetteranno mai. Ormai, si credono dei montati solo perché hanno finito i corsi, non torneranno mai a Wizard City.-
-Non vorrai mica chiedere ai novellini?- si intromise Dalia.
-E’ l’unica soluzione!-
-Ma non sono pronti!- ribatté Arturo Campobello.
-Qualche altra idea?-
Ci fu così tanto silenzio che si sentirono i grilli.
-Ho già scelto i “fortunati”, li convocherò domattina.-
 
 
Anche se quello era il suo primo giorno, Courtney già odiava le lezioni del professor Burrasca.
Non che fosse noioso ma non faceva altro che saltare tra un banco e l’altro!
E non era l’unica a pensarlo. Lei poggiava la testa sulla mano mentre il suo compagno di banco si era addormentato, letteralmente!
Quella mattina, stava svolgendo una lezione sulla storia della magia.
La ragazza, per puro sbaglio, sbadigliò.
Non l’avesse mai fatto, il professore stava “saltando” verso di lei.
Diamine!
Appena le avrebbe rivolto la parola, si sarebbe dovuta inventare qualche scusa credibile, del genere “Mi scusi, questa notte non ho chiuso occhio per l’emozione.” Oppure “Il temporale di ieri notte mi ha spaventata.”
No, troppo ridicolo!
Optò per la seconda.
Per sua fortuna, però, il professore se ne fregò di lei e si avvicinò al suo compagno.
-Scott, sveglia!- disse scuotendolo dolcemente.
-E’ già ora di colazione?- chiese lui ancora con gli occhi impastati di sonno.
Aveva i capelli rossi, gli occhi neri ed era il tipico menefreghista della situazione.
-Puoi gentilmente spiegare alla classe ciò che stavo dicendo?-
-Ehm, ecco … -
Gli altri trattennero una risata a stento. La ragazza, invece, tentò di contenersi. Insomma, il professore era sempre sul suo banco!
A graziare il rosso, ci pensò l’arrivo di un ospite inaspettato in classe, Chef Hatchet.
-Chi di voi è Courtney?- chiese.
Sì alzò un po’ preoccupata.
-Io!- disse con un filo di voce.
-Devi seguirmi, ti vuole il preside.-
Ovviamente, ci furono i soliti commentini idioti.
Burrasca la guardò e annuì sorridendo.
La ragazza seguì il cuoco fino a fuori dalla classe.
-Bene, ora puoi continuare a spiegare.- riferì a Scott. –Aspetta, mi pare che tu non avevi nemmeno cominciato!-
Il ragazzo si fece un segno della croce. La sua fine era giunta.
 
 
-Ci deve essere un errore, non ho fatto nulla di grave.- tentò di spiegare Courtney, mentre seguiva Chef.
La condusse fino al cancello in ferro, davanti al palazzo della presidenza.
-Entra qui dentro, io vado a prendere gli altri.- ordinò prima di sparire in direzione di Ravenwood.
Altri? Chi altri?
A quanto pareva, non era l’unica ad essere nei guai.
Una volta davanti all’ingresso, fu costretta a fermarsi.
Davanti a lei c’erano due ragazzi. Uno aveva i capelli bruni, come i suoi, l’altro li aveva mori, con una cresta verde.
-Prego, amico, entra prima tu!- disse il primo.
-No, insisto, prima tu!- rispose l’altro.
-No, tu!-
-Tu!-
-Sono gentile, ti cedo il posto!-
-No, prego!-
All’interno, Chris guardò la scena scuotendo la testa.
Poi, con un gesto della bacchetta, ingrandì la porta.
-Perché non passate entrambi?-
-Ottima idea!- dissero in coro.
Courtney entrò dopo di loro, alzando gli occhi al cielo.
I maschi sono tutti idioti!
Oltre ai due stolti, nello studio c’era anche Gwen.
-Anche te nei guai?- le chiese.
-Meglio qui che in classe, a sorbirsi la lezioni di storia della magia del professor Burrasca.- sussurrò l’altra.
-A chi lo dici. Il professor Cenerino è la noia fatta persona!-
Intanto, entrò anche Trent.
Si avvicino a Gwen, i due si sorrisero timidamente.
La porta sbatté nuovamente contro il muro, lasciando entrare altre due persone.
-Dawn, lo sapevi che noi maghi della mitologia veniamo chiamati evocatori?-
Harold stava facendo una testa tanto alla bionda, la stessa che, il giorno prima, si era messa a meditare sul letto.
-Non vedi che non gliene frega niente?- esortò “cortesemente” John.
La ragazza era troppo buona per dirgli di starsi zitto.
-Siamo tutti?- chiese poi, in tono angelico, a Chris.
-Che vuoi da noi?- aggiunse Trent.
Il preside era seduto alla scrivania, aveva uno sguardo serioso.
-Diciamo che è una storia lunga. Malistar, ex insegnante della morte, dopo aver commesso guai in passato, è stato rinchiuso in una caverna. Ieri notte, in qualche modo, è riuscito a fuggire.-
-Tutto qui? Possiamo anche andare adesso.- disse John dirigendosi verso la porta.
-Aspetta! Il vostro compito è quello di trovarlo, sconfiggerlo e di riportarlo qui, nel minor tempo possibile.-
I ragazzi si immobilizzarono.
-Noi? Ma siamo dei novellini, non ne siamo capaci!- spiega Courtney.
-Sono sicuro che ce la farete, altrimenti potrete utilizzare l’infermeria di Wizard City.-
-Wow, grazie!- disse Duncan, con l’eccitazione di un vecchietto.
-Posso commentare l’uniforme?- chiese Harold cambiando discorso.
-No, non puoi!-
 Chris, con un gesto della bacchetta, consegnò tre copie di una carta magica a ciascuno. Erano degli incantesimi della loro scuola.
-Vi saranno utili.-
-Ci hai dato tre copie dello stesso attacco? Che diavolo ci facciamo!- commentò John.
-Le vostre bacchette contengono un altro incantesimo, dei meteoriti che non sprecano pepite.-
-Cosa sono le pepite?- chiesero in coro.
-Le pepite sono necessarie per combattere. Ne guadagnate una per turno e, in base a quante ne avete, potete utilizzare gli incantesimi. Quando diventerete più forti, vi saranno consegnate altre carte. Capito?-
Un piccolo momento di riflessione.
-Tutto chiaro.- riferisce Gwen a nome di tutti.
-Inoltre, avrete a disposizione un cellulare magico. Vi servirà per comunicare a distanza e la cosa migliore e che possono fare anche delle videochiamate.-
Allo schiocco di dita di Chris, nelle mani di ciascun ragazzo apparve un piccolo “gioiello.”
-Che forza!- commenta Harold.
-Vedo che ti piacciono tanto i colori delle scuole.- dice Duncan fissando il suo telefono color bianco e azzurro.
-Sì, tanto! Per muovervi, potrete utilizzare questa mappa.-
Il direttore consegnò una cartina di Wizard City a Courtney.
-Da dove iniziamo?- chiede Trent.
-Mi hanno detto che sono state avvistate strane cose a Via Unicorno, potreste cominciare da lì.-
-Allora, muoviamoci!- esclamò Dawn. –Prima arriviamo e meno tempo ci mettiamo!-
-Dimenticavo di darvi questa lettera.- li fermò Chris, dando una busta bianca a Gwen. –Datela al soldato Tenaglia, alle porte di Via Unicorno. Vi lascerà passare.-
 
 
-Secondo la mappa, Via Unicorno dovrebbe essere oltre quel ponticello.-
Courtney alzò per un attimo lo sguardo e indicò un ponte in pietra.
-Certo. Se ci fidiamo di lei, ci perderemo sicuramente.- ridacchiò Duncan.
-Cuciti il becco!-
Poco dopo, i ragazzi si ritrovarono davanti un uomo grassoccio, dai capelli biondi, che indossava un abbigliamento da soldato.
-Nessuno può passare, è vietato l’accesso a Via Unicorno. E’ piena di fantasmi!- urlò bloccandoli.
-Cosa? Ma noi dobbiamo passare!- esclamò John. –Apri quel maledetto cancello!-
-Che ne dici di adottare un’altra strategia?- gli sussurrò Courtney. –Ci manda il direttore McLean.- disse poi, riferita al soldato.
Gwen gli stese la busta.
-Sembra in regola, passate pure! Fatela vedere al soldato Cornelio, all’interno.-
 
 
-Questo posto è meraviglioso!- esclamò Dawn girandosi attorno. –E’ così colorato!-
Ad attrarre l’attenzione di John fu, invece, un’altra cosa, un edificio enorme circolare in pietra.
-Che cos’è quello?- chiese.
-Questa è l’arena dei combattimenti.- rispose una voce incognita, con un accento spagnolo.
Si girò e si ritrovo davanti … un cavallo? Già, proprio un cavallo.
-Chi diavolo sei?-
-Io sono il maestro Carlos, l’esperto delle lotte mago contro mago.-
-Che cosa sarebbe?-
-E’ una lotta in cui un mago può sfidare un suo amico.-
-Che cosa figa!-
A richiamarlo, ci pensò Courtney!
-John, vieni qui! Abbiamo trovato il soldato!-
Cornelio era grassoccio ma, a differenza dell’altro, aveva i capelli neri, quasi del tutto rasati. Anche lui aveva la stessa divisa.
-Cosa ci fate qui, maghi inesperti?- chiese. –Andate via, è pericoloso!-
-Ci manda McLean.- spiegò Gwen stendendogli la lettera.
Lui la lesse velocemente.
-Allora voi siete i nostri salvatori!-
-Siamo già famosi.- sibilò Duncan.
-Tanto per iniziare, che ne direste di levare dalla circolazione un paio di Anime Perdute? Tornate da me, appena finito.-
I ragazzi si incamminarono verso un parco, con al centro una fontana a forma di unicorno.-
-Ora capisco perché si chiama Via Unicorno.- disse Trent.
Poco dopo, un sentiero si popolò di spettri verdastri che si avvicinavano a loro, con fare minaccioso.
-Credo ce l’abbiano con noi!- riferì Dawn.
Harold consultò velocemente il suo libro, dove erano illustrati tutti i tipi di non morti.
-Sì, quelle sono le Anime Perdute!-
-Ora che facciamo?- chiese Courtney.
-Come che facciamo? Le attacchiamo, ovvio!- rispose John.
-Saranno forti, però. E’ la nostra prima lotta!- aggiunse Duncan.
Il bruno estrasse dal suo mazzo una carta.
Con un gesto delle mani, evocò un Gatto di Fuoco che, in un attimo, fece fuori  uno dei fantasmi.-
-Dicevi, cresta verde?-
-Come mi hai appena chiamato, scusa?-
-Calmatevi!- li bloccò Dawn.
Courtney si avvicinò ad un altro spettro.
-Dai, che stiamo aspettando? Facciamoli fuori!-
A poco a poco, ogni ragazzo trovò il suo avversario.
 
 
 
 
 

Angolo dell’autrice:
Ok, so di aver scritto (un poco) in aramaico la parte in cui Chris illustra come combattere ma non sapevo spiegarlo meglio!
Bene, che ne pensate? Avete capito di quale scuola fa parte ognuno?
Beh, non credo sia complicato ç_ç
Tre recensioni nel prologo sono più che sufficienti, mi accontento e sono ottime per cominciare :3
So che ho aggiornato dopo PIU’ di una settimana ma portare avanti due long non è facile.
Allora, siccome in questa storia uso il passato remoto e nell’altra il presente, segnalatemi ogni tipo di errore che riscontate. Io ho ricontrollato già, eh xD
Ora devo lasciarvi.
Ci sentiamo presto.
 

Solluxy <3
 

  
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