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Autore: rolly too    08/01/2008    8 recensioni
[Ci era mancato davvero poco. Questa volta avevano davvero rischiato di morire tutti.] I ninja della Sabbia e quelli della Foglia affrontano una pericolosa missione per recuperare Sasuke, infiltrandosi nel covo di Orochimaru. Vari pairing.
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Decimo capitolo!

 

Kakashi si era risvegliato la mattina dopo, e, nonostante fosse ancora stanco, aveva insistito perchè lo dimettessero subito, convincendo medici e infermieri più con minacce che con altro.
Shino era stato operato durante la notte. La ferita alla schiena era stata provocata con un kunai, che fortunatamente non era stato avvelenato. Aveva perso molto sangue, ed era questo che preoccupava di più i medici, che si prodigavano per rimetterlo in piedi nel minor tempo possibile.
Hinata aveva ripreso conoscenza dopo poche ore dall'arrivo in ospedale, e così Anko, che si era sentita meglio non appena il segno maledetto aveva smesso di bruciare. La spalla di Gaara era stata curata da Shizune, e, poiché il ragazzo aveva perso molto sangue, avevano deciso di ricoverarlo.
Tsunade aveva cercato nuovamente di convincere i ragazzi a descriverle la missione, ma loro si erano sempre rifiutati.
Nel frattempo, Jiraya, di ritorno da una missione, aveva assicurato che Orochimaru si era spostato nel Paese del Riso, e che probabilmente aveva fatto ritorno al Villaggio del Suono.

-Io spero davvero che Naruto decida di non ripartire...- aveva mugugnato Kankuro mentre giocherellava con un kunai.
-Gliel'abbiamo promesso.- gli aveva ricordato Kiba. -Lo sai che lui ci tiene.- aveva aggiunto.
-Sì, lo so, certo. Però in fondo è tutto inutile. Rischiamo solo di farci ammazzare.- aveva brontolato il giovane di Suna.
-Devi calcolare che per Naruto Sasuke è come un fratello. Non riesce a sopportare di vederlo mentre si rovina la vita.- aveva commentato Lee, e Neji aveva annuito.
-E' stato il suo primo amico.- aveva constatato lo Hyuuga.
-Non lo metto in dubbio.- aveva ribattuto Kankuro. -E so quanto è importante questa missione per Naruto. Lui è un mio amico, e gli devo molto. Per questo non ho intenzione di rinunciare. Però per quanto mi riguarda rimane soltanto uno sforzo inutile.- aveva detto abbassando lo sguardo.
-Dobbiamo affrontarla ugualmente.- aveva replicato Kiba. -Siamo ninja, non dimentichiamolo.- aveva aggiunto.
-Forse- aveva risposto Kankuro -hai ragione. Ma quello che io sto cercando di dire è semplicemente che questa è un'impresa folle.- aveva concluso Kankuro, osservando la sorella che, credendo di non essere vista, lontano dai ragazzi, abbracciava Shikamaru.
-Ehi, Kiba...- aveva esclamato improvvisamente Kankuro.
-Ora che vedo mia sorella con Shikamaru, mi è venuta in mente una cosa...- aveva continuato abbozzando un sorriso.
-Cosa?- aveva domandato il ragazzo confuso.
Uno sguardo di Kankuro era bastato per far capire a Neji e Lee a cosa si riferiva il giovane di Suna, che aveva ripreso:
-Quando le ragazze non erano ancora arrivate, e noi eravamo nel Paese del Riso, tu hai giurato che se ne fossi uscito vivo avresti detto tutto a Hinata...- aveva continuato.
L'Inuzuka era arrossito.
-Sei un disgraziato!- aveva esclamato scoppiando a ridere insieme a Kankuro e Lee, mentre Neji si era limitato ad un sorriso malinconico.
-Gliel'hai detto?- aveva domandato Lee.
-Fatti miei. Impiccioni che non siete altro! Un minuto fa parlavamo della missione e adesso com'è che v'interessa sapere se ho detto qualcosa a Hinata oppure no?- aveva chiesto.
-Avevo bisogno di un argomento più felice.- aveva spiegato Kankuro scrollando le spalle.
-Gliel'ho detto, ma adesso fatevi gli affari vostri!- aveva esclamato Kiba.
-E lei? Eddai Kiba, dimmi qualcosa!- aveva pregato.
-Fatti gli affari tuoi.- aveva ripetuto Kiba, rifiutandosi di dire altro.
Erano rimasti silenziosi, ognuno immerso nei propri pensieri.
Kiba aveva alzato lo sguardo al cielo. Che impiccioni. Eppure, in una qualche maniera gli aveva fatto piacere che gliel'avessero chiesto. Si era sentito un ragazzo normale, senza troppi pensieri riguardo a ninja leggendari o traditori.
Quella mattina aveva parlato con Hinata.
Lei era appena uscita dall'ospedale, e lui la stava accompagnando a casa.
-Kiba-kun...- aveva iniziato lei, con un tono che lasciava intendere che voleva rimproverarlo, seppur con dolcezza, per qualche suo comportamento.
Il ragazzo l'aveva guardata, in attesa della continuazione della frase.
-io vorrei sapere... Perchè tratti sempre male Naruto-kun? Perchè cerchi sempre di bisticciare?-
Lui aveva abbassato lo sguardo. Ricordava quello che aveva promesso nel tempio, in presenza di tutti gli altri ragazzi. In presenza anche di Naruto, che però sembrava aver ignorato il suo giuramento. Ricordava le parole di Neji, che gli assicurava che la cugina non aveva occhi che per lui. Ma del resto, quanto potevano contare le parole del ragazzo? Hinata non avrebbe potuto mentirgli? in fondo, era di Naruto che si preoccupava maggiormente... era lui che spiava di nascosto, ed era davanti a lui che sveniva o che balbettava.
Avrebbe preferito tacere, non rispondere a quella domanda, ma qualcosa dentro di lui gli diceva che non era il caso di tenersi ancora questi segreti, diceva che forse avrebbe fatto bene a parlare.
-Perchè sono geloso.- aveva risposto quindi con semplicità. La ragazza l'aveva guardato interrogativa, chiedendo spiegazioni.
-Sono geloso perchè tu ti preoccupi sempre per lui, e tutti sanno che ti piace e che lo ammiri, e lui è così stupido che non se ne rende conto. Io ti voglio bene, Hinata-chan, e sono felice se tu sei felice. Pertanto, se tu vuoi continuare a correre dietro a Naruto, io non posso che sperare che lui si accorga di te e che ricambi i tuoi sentimenti. Però non puoi impedirmi di essere geloso, perchè vorrei che tu dedicassi anche a me un po' delle attenzioni che invece riservi solo a lui. Io... tu mi piaci, Hinata-chan. Tanto. E ci tengo a te, sei la persona più importante che esista. Ecco...- aveva spiegato tutto d'un fiato.
Hinata aveva spalancato gli occhi chiari per lo stupore, poi gli si era avvicinata improvvisamente, e aveva posato le sue labbra morbide su quelle screpolate del ragazzo, prima di correre verso la propria casa senza voltarsi indietro, lasciandolo solo, scioccato, in mezzo alla strada.
Lee aveva sospirato. Quella mattina aveva visto Neji che parlava con Tenten, ma era troppo lontano per poter ascoltare le loro parole, e gli era bastato notare lo sguardo sorpreso della ragazza per intuire che non sarebbe stato saggio chiedere delucidazioni al riguardo.
Neji aveva incontrato Tenten nella piazza del villaggio, e l'aveva raggiunta.
La ragazza l'aveva guardato.
-Come sta Hinata?- aveva domandato con un'espressione che lo Hyuuga non era riuscito a decifrare.
-Non so...- aveva risposto lui scrollando le spalle. -Credo che si sia ripresa, ma a dire il vero non mi interessa più di tanto.- aveva aggiunto abbassando la voce. Tenten aveva sorriso malinconica. Sapeva che Neji aveva superato ormai da un paio d'anni il suo odio verso Hinata, ma in qualche modo faticava ancora a mostrarsi gentile nei suoi confronti. Forse era gelosia quella che lo spingeva ad essere sempre freddo e distaccato quando le parlava, forse altro. Lee lo ripeteva in continuazione, quando il ragazzo non c'era. “E' geloso della famiglia di Hinata. Vorrebbe averne una anche lui, ma non lo ammetterebbe mai.” diceva, ma Tenten non gli credeva. E se in realtà il comportamento di Neji nei confronti della cugina non fosse stata gelosia, ma imbarazzo? Forse il ragazzo era innamorato di Hinata, e si sentiva in colpa per averla ferita. Se fosse stato così, per lui non sarebbe stato conveniente farlo sapere in giro: come l'avrebbero presa al clan, venendo a sapere che un ragazzo della casata cadetta era innamorato di una ragazza della casata principale? Più Tenten ci pensava e più si convinceva che era davvero così, che Neji era davvero innamorato della cugina, e che era per questo che si comportava in modo così distaccato.
-Stai piangendo, Tenten?- aveva domandato improvvisamente il ragazzo, e alla giovane era parso di sentire una nota di agitazione nella sua voce.
-No, no assolutamente.- aveva risposto in fretta asciugandosi gli occhi con una mano. -Mi è andata della polvere negli occhi...- aveva aggiunto con un sorriso. Lui l'aveva guardata annuendo, ma era evidente che non le credeva.
-Ti riaccompagno a casa... ti va?- aveva chiesto dopo qualche istante di silenzio. Tenten aveva annuito abbozzando un sorriso.
-Tenten.... perchè piangevi?- aveva domandato dopo un po' Neji, camminando accanto a lei.
-Non piangevo.- aveva ripetuto la ragazza, ma il giovane aveva scosso il capo.
-Non mentirmi, Tenten... Perchè piangevi?-
-Io... nulla...- aveva mormorato la ragazza abbassando lo sguardo e accelerando il passo. Ma Neji si era fermato, e l'aveva afferrata per un braccio. Non appena Tenten aveva percepito la presa delicata di Neji, la sua mano calda a contatto con la sua pelle, aveva sentito il cuore farle male. L'idea che il ragazzo fosse innamorato di Hinata la tormentava sempre di più, facendola soffrire.
-Tenten, dimmi perchè piangevi.- aveva detto serio. -Ti prego.- aveva aggiunto.
Ed era stato proprio quel “Ti prego” mormorato a mezza bocca, con lo sguardo abbassato, a convincere Tenten a parlare.
-C'è... un ragazzo...- aveva iniziato con un sospiro -a cui voglio molto bene.- aveva continuato cercando di non incontrare lo sguardo di Neji. -Ma lui non mi degna di uno sguardo e credo che gli piaccia un'altra.- aveva aggiunto velocemente, arrossendo imbarazzata e umiliata. L'aveva fissato. -Sei contento, ora?- aveva domandato con la voce che le tremava.
Neji le si era avvicinato.
-Chiariamo alcune cose.- aveva sospirato serio. -Primo. Non è vero che non ti degno di uno sguardo, ma tu non te ne accorgi perchè io sono troppo vigliacco per ammetterlo. Secondo. Io voglio molto bene a Hinata, ma non sono innamorato di lei. E' mia cugina... e basta. Terzo. Anch'io ti voglio molto bene.-
Tenten aveva sbarrato gli occhi, aveva fatto un passo indietro e poi nuovamente uno in avanti, si era portata una mano alla testa e aveva scosso il capo, incredula, davanti allo sguardo attento di Neji.
-Non... io... cosa? Come... Chi... Come sai che mi riferivo a te?- aveva chiesto dopo qualche secondo di smarrimento.
-Lee...- aveva spiegato. -Non prendertela con lui.- aveva aggiunto in fretta.
La ragazza l'aveva guardato interrogativa.
-Bè, durante la missione, quando voi non eravate ancora arrivate, abbiamo litigato. Così, nella rabbia mi ha detto che sono un idiota, e che non capisco né i tuoi sentimenti né i miei. Quando ci siamo chiariti mi ha raccontato tutto. Perchè hai pensato che mi fossi innamorato di Hinata?-
-Perchè...- aveva iniziato la ragazza, interrompendosi subito dopo. -Non lo so. Davvero non lo so.- aveva aggiunto scrollando le spalle, ed era sicura di aver visto le labbra di Neji curvarsi  in un lieve sorriso.

-Allontaniamoci un po' da qui...- aveva mormorato Shikamaru fissando gli occhi verdi di Temari. -Tuo fratello cerca di ucciderci con lo sguardo.- aveva aggiunto indicando Kankuro con un cenno del capo.
-Non stiamo facendo nulla di male!- aveva esclamato indignata la ragazza, quasi come rivolgendosi al fratello, che, troppo distante da lei, non avrebbe potuto sentirla.
-Dillo a Kankuro quando mi farà fuori...- aveva commentato Shikamaru sarcastico. -Dai, andiamo via da qui.- aveva aggiunto con tono di supplica.
Lei aveva annuito sorridendo. -Va bene...-
Si erano incamminati per una delle stradine di Konoha.
-Spero che questa missione finisca presto...- aveva brontolato il ragazzo dopo un po'. -E' una grande seccatura.- aveva aggiunto con uno sbadiglio.
Temari aveva abbassato il capo.
-Io invece spero che continui ancora a lungo.- aveva mormorato. Shikamaru l'aveva guardata incredulo.
-Perchè?- aveva domandato. Lei aveva sorriso malinconica.
-Perchè quando la missione sarà finita io dovrò tornare a Suna con i miei fratelli, e potrò venire a Konoha solo ogni tanto. Invece ora siamo sempre insieme.- aveva spiegato mentre il ragazzo l'abbracciava sorridendo malinconico.

-Dovresti smettere di insistere così, Naruto...- aveva sbuffato Sakura guardando l'amico che si allenava.
-No!- aveva esclamato lui asciugandosi il sudore dalla fronte con la manica. -Devo migliorare! Devo migliorare e battere Sasuke, o non riuscirò a farlo tornare indietro.- aveva ansimato.
Sakura gli si era avvicinata e l'aveva afferrato con forza per le spalle.
-Non capisci che non serve a niente sfinirsi in questa maniera? Dovresti riposare, invece che continuare ad allenarti così!- aveva esclamato.
Il ragazzo l'aveva fissata serio, poi le si era avvicinato.
-Non posso, Sakura-chan.- aveva detto serio. -Io ho promesso che avrei riportato indietro Sasuke. Te l'ho promesso. Come potrei trovare il coraggio di guardarti in faccia se fallissi di nuovo?- aveva chiesto.
Lei gli aveva posato una mano sulla spalla.
-Non sei stato l'unico a fallire. In questa missione ci sono anch'io. Se Sasuke non tornerà al villaggio avremo fallito tutti e due.-
Naruto aveva abbassato lo sguardo.
-Forse. Però io vorrei davvero che lui tornasse indietro. Sasuke è il mio migliore amico...- aveva aggiunto mentre la voce gli si incrinava.
-Io sono sicuro che lui sa che sta sbagliando. Quando abbaimo combattuto, nel covo, lui non sembrava convinto di quello che stava facendo!- aveva esclamato mentre iniziava a piangere.
-Ma non vuole tornare perchè è troppo orgoglioso!- aveva aggiunto quasi gridando.
-Naruto...- aveva mormorato Sakura mentre cercava le parole giuste per consolare l'amico.
-E' come se una parte di lui volesse tornare a Konoha, e l'altra non volesse perchè sarebbe come ammettere di aver sbagliato!- aveva urlato Naruto tra le lacrime.
-Ed è una cosa estremamente stupida.- aveva aggiunto a bassa voce.
Sakura l'aveva fissato.
-Sì, hai ragione. Ma tu non devi esagerare. Sasuke è uno stupido, tu non lo sei. Cerca di capire. Se continui ad allenarti in questo modo, senza riposare mai, finirai per essere sfinito quando partiremo nuovamente, e se fosse così non saresti d'aiuto.- aveva detto dolcemente.
Naruto aveva annuito ascigandosi le lacrime con la manica.
-Sakura-chan...-
-Che c'è?-
-Vieni a mangiare il ramen con me?- Sakura l'aveva fissato. Com'era possibile che un secondo prima piangesse disperato per il suo amico e che subito dopo pensasse al ramen? Aveva scosso la testa esasperata, sorridendo.
-E va bene!- aveva acconsentito. -Ma mettiamolo in chiaro fin da subito: offri tu!- aveva aggiunto mentre si dirigevano verso il chiosco del ramen ridendo e scherzando.

Due giorni dopo, quando Gaara era stato dimesso dall'ospedale, si erano trovati tutti davanti all'accademia per decidere cosa fare della missione.
-Chi stiamo aspettando?- aveva domandato Temari dopo qualche minuto di attesa.
-Sakura.- aveva risposto Naruto, seduto a terra accanto a Kiba.
-Ha detto che sarebbe andata a vedere come sta Shino, prima di raggiungerci.- aveva spiegato quest'ultimo. La ragazza di Suna aveva annuito.
Dopo qualche minuto Sakura era arrivata correndo.
-Scusate se vi ho fatto aspettare.- aveva detto avvicinandosi.
-Notizie di Shino?- si era informata Hinata.
Lo sguardo di Sakura si era rabbuiato.
-Sì, e cattive per giunta.- A quelle parole, Kurenai era trasalita.
-Tsunade-sama ha deciso di toglierlo dalla missione, perchè questa notte le sue condizioni sono peggiorate. Ha la febbre alta e sicuramente non si riprenderà prima di una settimana.- aveva spiegato la ragazza.
-Quindi partiamo senza di lui?- aveva chiesto Gaara fissando Naruto.
Il biondo aveva sgranato gli occhi, ricambiando lo sguardo del giovane di Suna.
-Credevo che non voleste più partire!- aveva esclamato. -Pensavo che voleste convincermi a rinunciare!- aveva aggiunto tra il sollevato e il commosso.
-Quanto sei sciocco, Naruto...- aveva sbuffato Anko.
-Ti abbiamo fatto una promessa, baka.- aveva aggiunto Kiba, e Choji aveva annuito.
-Abbiamo giurato che avremmo continuato la missione finchè non saremo riusciti a portare indietro Sasuke.- gli aveva ricordato.
-Quindi... Quando partiamo?- aveva domandato Neji.
-Stasera.- aveva risposto Naruto. -Ma prima andiamo a trovare Shino.- aveva aggiunto con un sorriso.

Quando erano arrivati all'ospedale, i medici li avevano condotti in una stanza piccola e buia, dove Shino riposava. Non appena si era accorto della loro presenza, aveva afferrato con foga gli occhiali scuri che erano posati sul comodino e li aveva indossati prima che potessero vedere i suoi occhi.
-Ah! Shino, questa era la volta che ti vedevo in faccia e tu ti nascondi!- aveva esclamato Naruto ridendo non appena se n'era accorto.
-Non mi nascondo.- aveva ribattuto secco il ragazzo mentre si sedeva sul letto, con i cuscini dietro alla schiena. -Non aspettavo visite.- aveva aggiunto con voce atona.
-Bella considerazione che hai di noi!- aveva esclamato Kiba.
-Già! Credevi davvero che non saremmo passati a salutarti?- aveva chiesto Choji sorridendo.
-State per ripartire, quindi?- aveva domandato l'Aburame.
-Esattamente.- aveva affermato Naruto. -Peccato che non puoi venire...- aveva aggiunto pensieroso.
Shino non aveva risposto, e Kiba era scoppiato a ridere.
-Ecco, Naruto! L'hai fatto arrabbiare!- aveva esclamato.
Shino si era voltato verso di lui, senza dire una parola, e anche Hinata aveva sorriso, notando lo sguardo sorpreso del biondo.
-Kiba-kun ha ragione...- aveva mormorato.
-Arrabbiare? E perchè mai? Non mi sembra arrabbiato.- aveva commentato guardando l'Aburame, che era rimasto silenzioso.
-E' furibondo.- aveva spiegato Kiba vedendo che il compagno di squadra non aveva nessuna intenzione di parlare. -Per questo non parla più. Lo fa sempre!- aveva esclamato.
Erano rimasti con il ragazzo pochi minuti, poi se n'erano andati.

-Si ricomincia.- aveva sbuffato Kankuro mentre uscivano dal villaggio,e Shikamaru aveva annuito.
-Ma sono sicuro che questa è la volta buona.- aveva commentato mentre si avvicinava correndo a Temari.
-Crede davvero che riusciremo a portarlo indietro?- aveva domandato Kankuro rivolgendosi al fratello, che, correndo poco distante da lui, aveva sentito tutto.
-Naruto è molto determinato.- si era limitato a commentare il ragazzo, e Kankuro aveva annuito.
-Mi chiedo se questo possa bastare.- aveva detto scuotendo la testa.

-Accidenti, ci mancava solo questa...- aveva mormorato Kakashi fermandosi improvvisamente.
Tutti l'avevano imitato, e soltanto Naruto si era lanciato in avanti, furioso, ma Anko l'aveva trattenuto per un braccio.
-Voi!- aveva gridato il ragazzo dimenandosi. -Maledetti bastardi! Che cosa ci fate qui?- aveva urlato.
-Come sei maleducato...- aveva commentato sarcastico Kisame. -Noi abbiamo fatto un sacco di chilometri per trovarti, sai, Naruto? E tu ci ringrazi così? Sei proprio maleducato...- aveva ripetuto portando una mano alla sua spada.
-Aspetta, Kisame.- aveva brontolato Itachi, senza staccare gli occhi dal ragazzo, che urlava insulti e cercava di liberarsi dalla salda presa di Anko.
Si era rivolto a Kakashi.
-Mettiamola in questo modo. Voi ci lasciate Naruto e noi non solo vi lasciamo passare, ma vi portiamo anche Sasuke. Orochimaru è forte, ma non può competere con noi.- aveva proposto, e Kakashi aveva fatto una smorfia di disgusto perfettamente riconoscibile anche da sotto alla calzamaglia scura.
-Non ci contare.- aveva replicato.
Itachi si era voltato verso Kisame.
-Adesso puoi attaccare.- aveva detto. -Ma fai attenzione, perchè sono tanti.- aveva aggiunto sottovoce, in modo da farsi sentire solo da lui.
-Fate attenizione.- aveva detto Kakashi ai ragazzi mentre Kisame si avvicinava. -E' forte.-
Kurenai era stata la prima. I suoi genjutsu erano serviti solo per poco contro lo shinobi, che calava rapidamente la sua spada cercando di colpirla, senza riuscirci, a causa dello stordimento lasciato dalle illusioni. Itachi, nel frattempo, guardava. Naruto aveva avuto un fremito di rabbia. Credeva talmente tanto nella potenza di Kisame da permettersi di non intervenire? Perchè non faceva nulla? Perchè stava fermo? Era lì, con il suo sharingan ipnotico, immobile. Che avesse in mente qualcosa? Poco importava: il ragazzo si era liberato dalla presa di Anko con violenza, e si era scagliato contro l'Uchiha, accecato dalla rabbia. Perchè, in fondo, era colpa sua. Lui aveva massacrato la famiglia di Sasuke. Lui l'aveva convinto di essere troppo debole, era lui la causa del sogno di vendetta di Sasuke.
Aveva cercato di colpirlo con calci e pugni, ma lo shinobi li aveva evitati senza particolare fatica. Itachi aveva creato delle copie con cui si erano dovuti misurare i compagni di Naruto, ma non avevano incontrato grandi difficoltà nel distruggerle. Poi, la Volpe aveva preso il sopravvento su Naruto, e solo allora aveva potuto notare una nota di agitazione momentanea negli occhi di nuovo scuri dell'Uchiha. Il biondo era tornato in sé a quella visione. Che succedeva? Perchè Itachi aveva disattivato lo Sharingan? Poi se n'era accorto. Gaara giaceva a terra, di fronte all'Uchiha, a poca distanza da Naruto. Morto. Gaara è morto. La frase era rimbombata con violenza nella mente di Naruto. Aveva spostato lo sguardo di nuovo su Itachi. Alle sue spalle, Kankuro stava immobile, sdraiato a terra con il volto coperto di sangue, il segno della spada di Kisame sulla fronte. Naruto si era guardato intorno, confuso.
Neji a terra. Lee a terra. Kiba a terra.
Le macchie di sangue che si allargavano da ogni corpo si erano ormai congiunte fino a formarne una sola. Aveva sentito in lontananza quello che sembrava l'urlo di Temari.
Temari a terra. Hinata a terra. Tenten a terra.
Si era voltato ed aveva visto il sangue schizzare dal corpo ferito di Anko, che era caduta su un Kakashi senza vita. Le lacrime gli erano salite agli occhi e un senso di gelo l'aveva invaso, sostituito quasi all'istante da un gran calore. Aveva sentito il chakra che si espandeva dal suo stomaco in tutto il corpo, quasi animato di vita propria, rabbioso. Non aveva cercato di fermarlo. Ed era stato quando aveva sentito una forza che non gli apparteneva scorrergli nelle vene che aveva attaccato Itachi. Non aveva visto quello che lo shinobi aveva fatto, non aveva sentito quello che aveva detto. L'aveva attaccato ripetutamente, con tutta la rabbia che aveva in corpo. Si era allontanato qualche secondo da lui, Kisame lottava, con chi? Erano tutti morti... L'aveva colpito. L'aveva colpito fino a che, sanguinante, non l'aveva ferito con la sua spada. Il sangue non aveva fatto in tempo ad iniziare a scorrere, che la ferita si era rimarginata. Si era scagliato nuovamente contro Itachi, colpendo qualcos'altro mentre gli si avvicinava, ma che importanza aveva? Tutti erano morti... Se si voltava a destra o a sinistra vedeva i cadaveri dei suoi amici. Se guardava avanti non vedeva nulla. Ma sapeva che Itachi era lì, era di fronte a lui, succube dei suoi colpi. Si stava forse difendendo? O magari lo stava attaccando? Forse entrambe le cose... Ma non riusciva a vederlo. Improvvisamente, un urlo. “Scappa, smetti di combattere e scappa, sciocco! Così ti ammazza!” Ma chi aveva gridato? E soprattutto, a chi? Nessuno poteva parlare con lui... I morti non parlano e i suoi amici erano morti. I suoi amici, che lui aveva convinto ad affrontare quella missione folle. Quelli che credevano in lui, che avevano accettato di seguirlo, chi sbuffando e chi chiamandolo pazzo, che lo prendevano in giro e che lo incoraggiavano. Non ne era rimasto nessuno. La rabbia era aumentata. Era tutta colpa di Itachi, solo colpa sua! Era colpa sua se Sasuke voleva diventare più forte, per questo se n'era andato, per questo i suoi amici erano morti! Aveva sentito la sua mano affondare nel petto di Itachi, aveva sentito il suo cuore battere contro le sue dita, e poi, più nulla.
Si era voltato furibondo verso Kisame, ma non l'aveva colpito. Lo shinobi non l'aveva attaccato. Aveva raccolto in fretta il corpo di Itachi e si era dileguato.
Naruto si era guardato intorno piangendo. Cadaveri. Guardava e vedeva solo i suoi amici a terra, morti. Aveva sentito l'energia venir meno, con la stessa rapidità con cui era arrivata. Si era lasciato crollare a terra, senza accorgersi di tutto quello che accadeva intorno.

-Dimmi che puoi fare qualcosa...- una voce triste parlava lentamente, cercando di non tremare.
-Non lo so. Sembra molto grave.- una voce rassegnata. Chi poteva essere?  Sentiva un respiro flebile accanto a lui.
-Non prendertela con Naruto, non l'ha fatto apposta... Non credo che si sia reso conto di quello che stava facendo.- di nuovo la voce rassegnata. Chi era?
-Lo so... ma...- la voce triste era stata interrotta dalle lacrime.
Naruto aveva aperto gli occhi.
-Naruto!- Sakura l'aveva abbracciato rapidamente.
-Come stai?- aveva chiesto preoccupata. Naruto non aveva risposto. Si era guardato intorno. C'erano tutti. E sembravano tutti vivi. Ma allora, cosa aveva visto? Cosa aveva fatto? Sakura si stava occupando di Kankuro. Coperto di sangue, con il volto sfigurato da graffi e lividi, sembrava morto. Allora Naruto aveva capito. Il respiro che sentiva mentre era privo di sensi era il suo.
Kakashi e Asuma gli si erano avvicinati e l'avevano aiutato ad alzarsi.
-Vieni, Naruto...- aveva detto gentilmente Asuma. -Lasciale stare.- aveva aggiunto guardando Temari, che puliva piangendo il volto del fratello dal sangue.
L'avevano portato vicino ad un piccolo bosco. Vicino a degli alberi, Gai cercava di occuparsi dei suoi allievi, tutti e tre feriti. Poco distante, Kurenai si occupava di Kiba, mentre Hinata fasciava con cura delle profonde ferite che aveva riportato Anko. Gaara, Shikamaru e Choji, lì vicino, erano stati affidati alle cure di Ino, che aveva le braccia fasciate e sangue rappreso sul viso. Anche Asuma e Kakashi sembravano essere feriti, ma meno gravemente degli altri.
-Cosa è successo?- aveva chiesto Naruto agitato.
-Non ricordi nulla?- aveva domandato Asuma, poi aveva guardato Kakashi, che aveva annuito.
-Quello che mi ricordo non ha senso. Eravate morti tutti.- aveva brontolato Naruto. -Chi li ha feriti così? Itachi e Kisame?- aveva domandato nuovamente il biondo indicando gli amici.
Kakashi aveva scosso il capo.
-Tu hai ucciso Itachi.- aveva detto.
-Questo lo ricordo.- aveva brontolato Naruto. -Ma non capisco quello che è successo a loro.-
Asuma aveva sospirato, mentre Kakashi iniziava a raccontare.
-Sei stato tu, Naruto. Quando ti sei lanciato contro Itachi lui ti ha intrappolato in un'illusione... Io non so cosa hai visto, ma improvvisamente il potere della volpe ha preso il sopravvento su di te. Hai iniziato a coprirti di chakra, fino a formare il Manto della Volpe. Hai continuato ad aumentare la tua potenza fino a quattro code, e per noi è stato impossibile avvicinarti. Volevamo fermarti. Il tuo chakra ci ha feriti. Chi era più vicino, come i gruppo di Gai, o Gaara, ne è stato colpito in pieno. Ora il tuo chakra scorre nel loro corpo come se fosse un veleno.- aveva spiegato osservando gli occhi dell'allievo riempirsi di lacrime.
-E Kankuro?- aveva domandato. -Ho ridotto io così Kankuro?- aveva domandato iniziando a piangere senza ritegno. Asuma aveva annuito posandogli una mano sulla spalla.
-Kankuro ha cercato di allontanare Gaara da te, e tu l'hai colpito. Gli avevamo detto di rimanere lontano, ma lui voleva aiutare suo fratello.- aveva mormorato. -Ma lo sappiamo che non hai fatto apposta, Naruto, lo sappiamo, non devi fartene una colpa!- aveva aggiunto con enfasi.
-Questo non basta!- aveva gridato Naruto, e tutti l'avevano fissato.
-Non basta affatto sapere che non ho fatto apposta! Vi ho feriti... Tutti quanti! Voi dovreste odiarmi e costringermi a tornare indietro! Perchè non mi odiate?- aveva urlato.
Nella radura era calato un silenzio doloroso e imbarazzante, ma poi Tenten aveva parlato, mentre un rivolo di sangue le colava dalla bocca.
-Perchè ti vogliamo bene, Naruto.-
-Non dovreste...- aveva mormorato il biondo. -Vi ho quasi uccisi!- aveva ripetuto tra le lacrime.
Temari gli aveva posato una mano sulla spalla, avvicinandoglisi da dietro.
-Smettila, Naruto.- aveva detto con gli occhi pieni di lacrime. -Devi smetterla immediatamente di dire queste sciocchezze.- aveva aggiunto mentre si avvicinava a Gaara e aiutava Ino a medicargli le ferite.
Quando avevano finito, Temari aveva lasciato che il fratellino si poggiasse a lei, che gli era dietro, e l'aveva cinto con le braccia. Erano rimasti silenziosi per tutta la giornata. Naruto aveva continuato a piangere, inconsolabile, fino a che Kiba non gli si era avvicinato barcollando e sputando sangue ad ogni passo.
L'aveva guardato negli occhi, costringendolo ad alzarsi. Naruto l'aveva fissato.
Il rumore secco dello schiaffo era risuonato tra i ninja con chiarezza. Qualcuno aveva annuito.
-Non comportarti da idiota, Naruto. Sappiamo che ti dispiace per quello che hai fatto, ma non ce l'abbiamo con te. Siamo tutti vivi.- Naruto aveva fatto per rispondere, ma Kiba gliel'aveva impedito, alzando la voce. -Anche Kankuro è ancora vivo. L'unico morto che devi piangere è Itachi e lui non merita davvero le tue lacrime.-

 

Ecco! Spero che vi sia piaciuto, commentate, mi raccomando! Mi dispiace informare che non sono ancora riuscita a riscrivere tutta la fic, quindi purtroppo non riuscirò più a stabilire la data degli aggiornamenti: cercherò comunque di mantanerli abbastanza regolari.... Comunque sia:

ringrazio tantissimo Giuli@, lunapi71, bambi88, Sakura niichan, Cassie-chan, arwen5786 e Valery_Ivanov che hanno recensito lo scorso capitolo, grazie infinitamente!

Ringrazio anche chi legge soltanto.

Bacioni,  rolly too

   
 
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