Fanfic su attori > Josh Hutcherson
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Autore: irispaper29    24/06/2013    2 recensioni
“Ma perché cerchi sempre di sorridere?”
“Perché sono i sorrisi ad illuminare il mondo”
Alexandra sembra una normalissima comune ragazza orfana, che studia e lavora tre stagioni su quattro, mentre l’estate la passa, nonostante ella abbia ben ventanni, al Campo Mezzosangue, un campo estivo che si paga le spese coltivando e vendendo fragole.
Invece la sua vita non era mai stata normale, ma almeno prima riusciva a fingere che lo fosse. Invece la sua vita viene stravolta e comparirà un piccolissimo dettaglio. Un dettaglio così piccolo che sembrerebbe insignificante, mentre invece è di grande valore, perché cambierà la sua vita. Sembrerebbe un dettaglio senza nome, ma non è così. È una persona. Una persona di nome Josh Hutcherson.
[Josh compare dal secondo capitolo, il primo è un prologo, una specie di "finestra" sul mondo della protagonista, che vi consiglio di leggere comunque, per capire la sua psicologia].
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un pranzo a base di salsicce grigliate e formaggio, Josh mi chiede di seguirlo, così mi alzo. Chiama un taxi e così passiamo ben più di un ora sul sedile di una macchina gialla.
:-Josh, dove stiamo andando?-chiedo, nervosa. Non ho avvertito Chirone, credo che quando torneremo, sarò nei pasticci. Non può trattenermi, in quanto maggiorenne, ma immagino che non gli faccia piacere il mio viavai.
:-Stiamo andando a trovare un mio amico-dice lui semplicemente. –Te lo voglio presentare.
:-Chi?-chiedo, curiosa. –Avan?
:-No-dice lui, sogghignando. –Ma ti farà impazzire.
E non diciamo altro, fino a che, dopo cinque minuti, dico:-Dimmelo.
:-No-dice lui, secco.
:-Per favore-lo supplico
:-No-ripete, con lo stesso identico tono secco.
:-Devo fare la faccia da cucciolo, Josh?-lo minaccio scherzosamente.
:-Non la sai fare, la faccia da cucciolo, Alex-dice lui.
:-Oh, si invece-dico, addolcendo il mio sguardo e facendo la sua stessa, identica faccia da cucciolo.
:-La risposta è…no-dice, illudendomi per qualche misero secondo. –Come vedi, io so resistere alle facce da cucciolo. Dovresti imparare anche tu.
:-Uffa!-sbuffo, facendo così svolazzare una ciocca di capelli.
:-Devi avere pazienza-dice lui, sogghignando.
:-Sono pragmatica ed iperattiva, non ho pazienza-dico. –Non più, almeno. Ho aspettato dolorosamente ben sedici anni per poter uscire dal Campo, sai? Un attesa straziante.
:-Beh, aspettare un’altra oretta al massimo male non ti farà-dice, ridendo.
:-Già, come no…-dico.
:-Non devi prendertela-dice, stringendomi la mano. –È che non ti voglio rovinare la sorpresa.
:-Va bene-dico, semplicemente, troppo stanca e annoiata per discutere, anche perché io sono quel tipo di persona che si addormenta sempre, in macchina. Un motivo in più per non permettermi di guidare, immagino.
Stiamo zitti per un po’, mentre io mi lego le mani con un elastico per capelli nel tentativo di tenermi occupata, per non addormentarmi, e anche per la mia iperattività, e, all’arrivo, Josh paga il taxi, per poi mettersi il cappellino da baseball e gli occhiali da sole.
Scendo anche io dal taxi, e mi ritrovo davanti un edificio di dimensioni sorprendenti, l’insegna bianca, in corsivo, con la scritta per me poco leggibile. Nonostante la mia passione per la lettura, e il mio esercizio, sono pur sempre una semidea con un problema deficit dell’attenzione, iperattività, e soprattutto, dislessia. Il problema persiste soprattutto nelle insegne e in quelle al neon, oltre che per le scritte in corsivo.
:-Josh, che c’è scritto?-chiedo, cercando di decifrare l’insegna, anche se, al momento, riesco a leggere solo: “Ranned's tedutis”. Cosa mai potrà significare davvero?
:-Lo scoprirai dopo-dice lui, e così mi pare evidente. Ha preparato tutto per bene, ben a conoscenza della mia fastidiosa dislessia.
Mi fa entrare, e saliamo con l’ascensore, che ci porta fino al trentesimo piano di quest’enorme grattacielo. La segretaria, una donna con i capelli biondi corti e gli occhi azzurri, che indossa dei pantaloni neri, delle scarpe a punta grigie e una camicia a righe verticali nere.
:-Salve, in cosa posso esservi utile?-ci chiede, sorridendo, gentile.
:-Abbiamo un appuntamento con il signor Danner-dice Josh.
:-Il suo nome?-chiede la donna, cortese.
:-Josh Hutcherson-risponde lui, serenamente.
:-Si, lei è in lista.  Entri pure, signor Hutcherson-dice lei sorridendo, dopo aver smanettato un po’ su quel suo computer.
Entriamo così nello studio di quello che credo sia il signor Danner, un uomo con la pelle abbronzata, i capelli scuri, e la barba corta.
:-Buongiorno-ci saluta cortesemente l’uomo, e all’improvviso lo riconosco.
:-Oh dei del cielo…-mormoro, stupita. –Josh, mi hai portato da Michael Danner? Il fam…
:-…il famoso stilista che ha creato anche alcuni abiti per Jennifer?-continua la mia domanda, divertito dalla mia faccia, incredula. –Si, direi proprio di si. Io e lui ci conosciamo da un po’.
:-Chi è la tua amica, Josh?-chiede lo stilista, curioso.
:-Oh, lei è Alex, la mia ragazza-dice lui, e io quasi arrossisco.
:-Mi creda, è davvero un piacere incontrarla, signor Danner-dico, sorridente, stringendogli la mano.
:-Via, via, basta con queste formalità, per cortesia-dice lui, sorridente. –Mi fanno sentire vecchio, e io ho solo trent’anni. Comunque, se mi posso permettere, sei davvero ancor più bella di quanto immaginassi, Alex, nonostante Josh mi abbia parlato così bene di te.
Sorrido, perché è molto gentile, e perché, lo ammetto, mi piacciono un pochino i complimenti, e decido così che mi andrà a genio, ora e anche in futuro.
 
***Josh***
Pazienza.Ecco di cosa mi sono armato prima di uscire. Tanta pazienza. Alex è una curiosona, lo so bene. Ed è anche troppo ansiosa, quindi mi pare sottointeso che mi farà delle domande. Ma io sono una persona determinata, e quando dico una cosa, la mantengo, sempre.
Mi viene da ridere quando, impaziente, mi chiede dove stiamo andando. Potrei essere davvero una specie di oracolo, tipo quello di Delfi. Ma, nonostante tutto, compresa la sua dolcissima faccia da cucciolo, a cui ho resistito con fatica, non le dico nulla.
Quando entriamo, la vedo stupita, a bocca aperta, letteralmente. Mi allontano un attimo, per rispondere al telefono, che sta squillando, lasciando Michael e Alex chiacchierare. E mi fa molto piacere.
:-Pronto, Avan?-chiedo.
:-Josh, qui è tutto pronto-dice lui. –Tu a che punto sei?
:-A buon punto, sono riuscito a sviarla-dico, un po’ orgoglioso. Non le voglio mentire, e questo non è mentire. È che, altrimenti, prevedrebbe troppo presto la sua sorpresa, e non voglio. Il mio piano è perfetto. Si è lasciata ingannare per bene dalla falsa pista che ho scelto per sviarla.
E, dopo, sarà talmente contenta che non potrà fare a meno di ammetterlo. E la vedrò sorridere talmente tanto che non si potrà mai scordare di questo giorno. Mai.


 
Nota dell’autore: Salve, ecco il nuovo capitolo. Mi scuso per il ritardo, vi prego, non zappatemi, ma ho avuto alcuni problemi con il computer, che mi ha cancellato tutto il capitolo e ho dovuto riscriverlo. E, lo so, è un po’ cortino, ma altrimenti dove la mettevo la suspance?
E vorrei ringraziare ehjhutch_ per questa sua altra bellissima recensione. Recensite anche voi, gioie!
Ho inoltre aggiunto una foto della segretaria e dello stilista Michael Danner (chiaramente inventato).
Comunque, cosa starà tramando Josh? Da quel che sto scrivendo, mi pare un ottimo stratega. Che sia un figlio di Atena? Haha, no, questa è una balla, lo ammetto.
Comunque, spero che vi piaccia. Un bacio, buonanotte, e, mi raccomando, divertitevi in queste vacanze, gioie!
   
 
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