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Autore: Inganno    25/06/2013    2 recensioni
Tutte le sere Alice immaginava a come potesse essere quel colore che sua nonna le descriveva con tanta nostalgia, non riuscendo neppure lontanamente ad immaginare che sarebbe stata lei a riportarlo agli uomini.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio spezzato

I

l buio regnava oltre quella porta. Alice era in grado di scorgere solo alcune ombre, che riusciva parzialmente ad illuminare grazie alla flebile luce del lumino. Avanzò di qualche passo, e tastò con la punta delle dita la corteccia dell’albero più vicino. Era ruvida, eppure la ragazza fu pervasa da una piacevole sensazione. Prese a respirare a pieni polmoni, all’interno dei quali filtrava ossigeno purissimo. Riusciva ad avvertire odori mai provati prima, e Alice si sentì libera davvero. Si tolse le scarpe e sentì l’erba punzecchiare piacevolmente i piedi nudi. Per Blu invece era diverso, perché il gatto veniva “da fuori”, non aveva vissuto sempre segregato in quella camera, anche se non rivedeva quel mondo da anni ormai.

“Blu, andiamo” ordinò Alice, una volta essersi rimessa le scarpe. Il fedele animale eseguì gli ordini, e i due presero a camminare senza conoscere la loro destinazione.

Nonostante questo, padrona e animale riuscirono in poco tempo a giungere in città. Si sentivano schiamazzi in sottofondo, ma Alice non vedeva altro che desolazione. Ogni finestra era chiusa, così come le porte. Sembrava non esserci anima viva, eppure quel silenzio era rotto da un leggero vocio che la ragazza non riusciva a rintracciare.

“Blu” sospirò Alice accorgendosi di aver perso di vista il gatto.

“Blu!” esclamò nuovamente, sempre senza superare il tono del parlato. E poi un miagolio.

“Mi hai spaventato!” lo riproverò lei, aspettando inutilmente che si avvicinasse. La padrona gli fece cenno di tornare, ma il gatto si ficcò nuovamente nell’angolo da cui era sbucato. Alice si avvicinò, e fece in tempo a vedere Blu sparire in quel lungo e stretto corridoio. I due edifici che formavano l’angusto passaggio erano vicinissimi l’un l’altro, e se Alice non fosse stata davvero magra, non sarebbe mai riuscita a passare. Nonostante questa sua caratteristica, la ragazza incontrò ugualmente qualche difficoltà, tant’è che giunta a metà tragitto si sentì mancare il fiato. Si pentì di essere fuggita, iniziò a respirare più velocemente, ma le mura impedivano ai polmoni di gonfiarsi a pieno. E l’ansia aumentava, e una singola lacrima le scivolò dal suo occhio blu. Poi sentì un rumore che la fece tornare lucida. Era ancora viva, anzi, lo era per la prima volta. Alice realizzò allora che un passaggio stretto non potesse impedirle di assaporare la sua libertà, così risucchiò lo stomaco il più possibile e continuò ad avanzare, passo dopo passo. L’ultimo mezzo metro lo superò con un repentino balzo, e la giovane finì a terra, così come gli occhiali. Guardava il suolo, che sembrava brillare di rosso. Strisciò verso le lenti, le inforcò e si rialzò. E rimase esterrefatta da ciò che vide.

 

Avevo detto che avrei scritto di più, in parte è vero, perché l’ho fatto, ma non era quello che avevo in mente… Ma stavolta perché mi sono organizzato il lavoro, e dal prossimo capitolo ci sarà una differenza abissale… Quindi, preparatevi!

 

  
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