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Autore: CrazyFantasyWriter    25/06/2013    1 recensioni
Sono Kate, Kate Huster, ho diciotto anni, non sono particolarmente bella e non ho avuto una vita facile e ricca di sorprese, ma quello che mi è successo il giorno del mio sedicesimo comlpleanno ha dell'incredibile. Ti dico solo che ero alla stazione di Londra con i miei volumi della saga di Harry Potter. Vuoi sapere cosa mi è successo? Inzia a leggere, questa storia fa per te!
(Questa è la mia seconda ff e la scrivo in parallelo con "Il settimo anno" spero sarete clementi!)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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I giorni passarono e io non ebbi più l'occasione di parlare con Hermione, continuavo a imparare nuovi incantesimi e, anche se avevo qualche difficoltà, ero riuscita ad arrivare al livello della maggior parte della classe, ma ciò non migliorava il mio umore. Dovevo parlare con Ron, era l'unica soluzione. Ero triste e sola, può sembrare strano, ma mi sentivo peggio di quando ero scappata di casa. La notte continuavo a sognare mio padre, lo vedevo ovunque e avevo provato più volte a scrivergli una lettera, poi però, quando immaginavo la sua reazione una volta che l'avrebbe ricevuta, gettavo il foglio di pergamena nel caminetto della Torre di Grifondoro e mi immergevo nello studio per svuotare la mente e concentrarmi su qualcos'altro.

Finalmente arrivò il momento che tutta la scuola aspettava: la partita dei Grifondoro contro i Serpeverde.

Sapevo cosa sarebbe successo dopo quella partita e forse il bacio di Ron e Lavanda mi spaventava più del fatto di dover affrontare il ragazzo, ma cercai di non darlo a vedere.

Come tutti gli studenti quella domenica mattina, nonostante la temperatura rigida uscii dal castello e presi posto fra i miei compagni di casa sugli spalti dello stadio.

Vidi Harry e UrquHart, il nuovo Capitano dei Serpeverde darsi la mano e la partita comiciò.

La mia squadra vinse, ma non mi stupii conoscendo già il risultato. Terminata la partita la squadra fece il giro dello stadio soffermandosi di fronte al gruppo di Grifondoro dove c'ero anche io. Per un momento credetti che Ron non mi avesse vista, era sorridente e scherzava con Neville, poi scostò un po' lo sguardo e mi fulminò con lo sguardo.

“Siete stai bravissimi!” esclamai alla squadra.

Harry mi fece un grosso sorriso, come gli altri giocatori, Ron invece non disse nulla e scese in picchiata, scese dalla scopa e si diresse verso gli spogliatoi.

Il Prescelto fece un espressione dispiaciuta e io alzai una spalla in segno di noncuranza guardando il rosso allontanarsi.

* * *

Tornata nella Sala Comune con gli altri Grifondoro trovammo una sorpresa, la stanza era stata tutta addobbata a festa: c'erano ghirlande e coccarde rosso-oro e leoni dorati appesi alle pareti.

Avevo letto molto delle vittorie della squadra, ma mai avrei immaginato il fracasso che creavano gli studenti.

La squadra era al centro della Sala e molte ragazze sghignazzavano e ridevano istericamente ogni volta che Harry apriva la bocca, stavo guardando proprio loro quando una figura mi coprì la visuale.

Alzai lo sguardo e vidi che il ragazzo che si era parato di fronte a me era Ron.

“Che vuoi?” chiesi stancamente: non avevo nessuna voglia di litigare.

Lui non disse nulla ma continuò a fissarmi negli occhi.

Poi, improvvisamente, senza pensare che cinquanta persone ci circondavano, senza ricordare l'atteggiamento che avevamo avuto l'una nei confronti dell'altro ci abbracciammo.

Io non dissi niente e Ron non mi chiese scusa, ma quel contatto valeva più di mille parole.

La folla intento emetteva gridolini di approvazione, avrei voluto baciarlo lì, davanti a tutti, poi ricordai che c'era anche Hermione, in fondo eravamo diventate amiche, non volevo farla soffrire.

“Usciamo?” mi chiese Ron come se mi avesse letto nella mia mente.

“Si” mormorai io e lo seguii fuori dalla Sala.

Attraversammo svelti il ritratto e ci ritrovammo nei corridoi deserti.

“Vieni” disse Ron trascinandomi dalla mano.

“Ma cos...” cercai di dire, ma lui non disse nulla e mi trascinò giù per le scale.

Corremmo fino a un aula vuota.

“Puoi dirmi perchè mi hai portata qui? I corridoi erano vuoti” dissi con un strano misto fra lo scocciato e il divertito.

Lui nemmeno mi ascoltò e disse:

“Sono stato un idiota” non guardava me, ma si fissava nervoso i piedi.

“Meno male che l'hai capito...”

“Già” rise.

“Tutto quello che ti ho detto quella sera era vero”

“Lo so, mi spiace. Ma perche non mi hai mai detto che...”

“Per la miseria Ron! Siamo solo a Novembre ci conosciamo da poco o almeno, tu mi conosci da poco”

“Però hai voluto confidarti con me e io mi sono arrabbiato... che scemo” disse e questa volta alzò lo sguardo verso di me.

“Ormai quello è passato, dobbiamo pensare al presente.

Ron annuì e si avvicinò a me.

Gli sorrisi e lui mi sorrise.

“Posso vedere i... libri?” mi chiese incerto.

“I libri sono sette, uno per ogni anno, Silente mi ha proebito di far leggere o anche vedere i libri, ma credo che non dovrebbe essere un problema se ti facessi sfogliare gli altri”

* * *

Con incantesimo di disillusione che mi aveva insegnato a fare Hermione riuscimmo a tornare nella Sala Comune.

Ero quasi arrivata in cima alle scale che portavano al dormitorio quando Ron disse:

“C'è un incantesimo, i ragazzi...”

“Lo so, aspettami li”

Raccattai i volumi che avevo nascosto sotto il baldacchino e tornai da Ron, insieme andammo nel dormitorio dei maschi.

Era come l'avevo sempre immaginato, solo molto, ma molto più grande.

Il rosso mi mostrò il suo letto e io mi misi a gambe incrociate con i libri in grembo, Ron si mise di fronte a me.

“Ecco” dissi seria porgendogli il primo libro: Harry Potter e la pietra Filosofale.

“Straordinario...” commentò Ron girando pagina dopo pagina.

“Ci siamo tutti...” disse dopo un po' prendendo un altro libro.

“Sei sempre stato il mio personaggio preferito” confessai e appena pronunciai quelle parole sperai che lui non le avesse sentite.

Lui mi sorrise e mi chiese:

“Come mi descrivono tutti i libri, anche gli altri due, puoi dirmelo vero?”

“Si, credo di si” sorrisi anch'io.

“Allora, come mi descrivono?”

“Ho letto che sei geloso, irascibile a volte diventi scontroso e insopportabile, in particolare quando gli altri ti nascondono qualcosa, altre sembri un completo idiota, ma...” mi tremò un po' la voce “Mi piaci perchè sei divertentissimo e sei stato l'unico a capirmi davvero”

Ron tacque.

Avevo sbagliato tutto, non dovevo dichiararmi, che figura...

“Io non ho letto nulla di te, però posso descriverti ugualmente”

Tirai un sospiro di sollievo e mi misi ad ascoltare.

“Sei simpatica, coraggiosa...” mi prese una mano, “Intelligente, delicata, timida, bella...”

Non lo feci finire e lo baciai come mai avevo baciato un ragazzo.

“Se bastava così poco per fartelo fare avrei detto prima quelle cose” scherzò Ron.

Gli diedi una leggera spinta sulla spalla.

“Allora siamo di nuovo amici” mi chiese tornando serio.

“No” dissi io, mi avvicinai di nuovo a lui e premetti le mie labbra sulle sue.

“Ok, hai vinto, non saremo più amici” disse lui e mi baciò ancora, “mai più”

* * *

Ormai era tardi e rischiavo di essere vista dagli altri ragazzi, così decisi di andare nel dormitorio femminile, fu pensando a poco prima che mi addormentai.

La mattina dopo svegliandomi e vedendo Hermione che si rigirava nel suo letto realizzai di doverle dare delle spiegazioni e di doverle dare a Harry e a tutti i Grifondoro e i ragazzi che credevano che io e Ron fossimo solo semplici amici.


NOTA: 
non succede molto in questo capitolo, ma Ron e Kate si mettono insieme, mica è una cosa da poco....   xD spero vi piaccia!!!!  
Vi è sembrato troppo sdolcinato? Fatemelo sapere!

  
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