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Autore: Allegra_    25/06/2013    5 recensioni
"Noemi, per tutti conosciuta come Noe, è una sedicenne fiorentina che ha solo un pilastro portante nella sua vita: l'amore che provano verso di lei i suoi amici ed i suoi familiari, i quali la sostengono sempre e la accompagnano in ogni sua mossa.
Ma il suo equilibrio inizierà a rompersi man mano dopo la separazione dei suoi genitori ed il suo trasferimento a Torino, città nella quale Noe imparerà cosa significa amare ed essere amata davvero."
Spero vi piaccia, mi sono impegnata davvero molto per scriverla, quindi lasciate una recensione se avete cinque minuti, ve ne sarò grata
Genere: Commedia, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 33
Carpe Diem

 

Carpe Diem.
In latino significa cogli l’attimo.
È un po’ come dire “vivi alla giornata”, “sii felice oggi perché non sai mai cosa può capitarti domani”, “ non lasciarti sfuggire un’occasione perché al 99% delle probabilità non ti si presenterà più”.
Io non avevo mai creduto in questo detto.
Se hai una bella voce, potresti diventare una cantante oggi come domani, se ad un ragazzo interessi davvero non smetterà di pensare a te in un secondo, se hai le carte giuste per vincere una partita di poker il tempo non cambierà nulla.
O almeno questo è ciò che pensavo.
Forse però non era sempre così.
Dopotutto chi poteva assicurarti che un tremendo mal di gola non ti avrebbe portato via la tua meravigliosa voce, che una qualsiasi ragazza si sarebbe presa il tuo spasimante, che qualcuno ti avrebbe rubato le carte ??
La vita è imprevedibile, incerta.
È per questo che si chiama così.
Se fosse tutto prevedibile e piatto si chiamerebbe film.
Se potessi controllare tutto ciò che accade con una tastiera si chiamerebbe fan fiction.
Se andasse tutto bene si chiamerebbe favola.
Ma la verità è che la vita non è niente di tutto ciò.
Può spuntare l’arcobaleno in mezzo alla tempesta, puoi iniziare a piangere dalle risate, puoi odiare chi un momento prima eri convinta di amare, puoi sbagliare tutto e perdere in un secondo tutto ciò che avevi.
È per questo che bisogna cogliere l’attimo, godersi il momento perché poi non sai mai cosa potrà succedere.
Solo che spesso noi uomini abbiamo bisogno di prendere una forte batosta per capire il nostro errore.
Ci occorre percepire le cose con i nostri sensi per crederci, provare esperienze per poterle definire reali.
Spesso abbiamo soltanto bisogno di sentirci totalmente parte del gioco.
Ed io non facevo eccezione e non ne faccio tutt’ora.
Ho avuto bisogno di sentire l’errore sulla mia pelle per comprenderlo a fondo.
Ho avuto bisogno di sentirmi quanto di più sbagliato ci fosse, lontana dalla persona che amavo e dall’essere felice.
Poi però ho capito, e quella frase che prima mi sembrava senza senso è diventata il mio motto di vita.
Carpe Diem.

***

<< Mi raccomando tesoro >> mio padre quella mattina sembrava davvero deciso a non lasciarmi partire << Non avvicinarti troppo ai ragazzi, chiamami ogni sera, non avvicinarti troppo ai ragazzi, non drogarti, non bere, non avvicinarti troppo ai ragazzi, non fumare, non parlare con gli sconosciuti, non avvicinarti troppo ai ragazzi, stai attenta e non avvicinarti troppo ai ragazzi !! >>
Risi divertita quando sentii due braccia forti cingermi i fianchi da dietro.
<< Non si preoccupi signor Guardia, ci sarò io a controllarla >> sorrise divertito e alquanto ironico Francesco.
<< In effetti è proprio la tua vicinanza che mi preoccupa, Fra’ !! >> rispose mio padre con un tono misto tra lo scherzoso e il serio, facendomi letteralmente scoppiare a ridere.
<< Ma se sono un angioletto io !! >> il ragazzo sporse il labbro inferiore a mò di cucciolo indifeso con l’unico risultato di farmi ridere ancora di più, e con me mio padre.
<< Tieni le mani a posto, ragazzo !! >> raccomandò un’ultima volta quest’ultimo prima di chiudere definitivamente la porta e lasciarci da soli sul pianerottolo.
Fra’ aveva insistito per venirmi a prendere quella mattina in modo da stare almeno pochi minuti insieme prima della partenza, ed io non potevo essere più contenta.
Infatti, dopo nemmeno un secondo che il terzo incomodo per eccellenza ebbe chiuso la porta gli allacciai le braccia al collo sorridendogli maliziosa.
Le nostre labbra si sfiorarono appena, mentre le sue mani avevano già cominciato a scendere lungo la mia schiena.
<< Alt !! >> esclamai come un sergente imitando poi la voce di mio padre << Tieni le mani a posto, ragazzo !! >>
Si morse il labbro inferiore divertito.
<< Certo principessa, non ti sfiorerò nemmeno per sbaglio >> sorrise stupido iniziando dopo nemmeno un attimo a baciarmi con foga.
<< Chissà perché non ti credo neanche un po’ >> mormorai divertita mentre, senza allontanarci mai di un solo millimetro, ci avviavamo all’interno dell’ascensore.
Era così bello poter scherzare, ridere, giocare con lui.
Era appagante riuscire ad essere me stessa senza vergognarmi di nessun aspetto della mia personalità.
Per conquistare Fra’ avevo provato di tutto: dall’essere acida, all’incoerente, alla dolce, alla maliziosa.
Ma adesso era mio e sapevo che qualunque atteggiamento avessi avuto non se ne sarebbe mai andato.
Così ero semplicemente Noe.
E quel giorno gli avrei dimostrato tutto l’amore che provavo per lui, perché finalmente avrei preso coraggio e avrei rotto con Stefano.
Nulla avrebbe potuto fermarmi.

***

L’aeroporto di Torino era immenso.
Non avevo viaggiato tanto in vita mia a dirla tutta, ma per me era il più bello del mondo, perché vi ero entrata stringendo la mano del mio fidanzato clandestino, e vi sarei uscita allo stesso modo, ma con il mio ragazzo ufficiale a quel punto.
Era passata circa un’oretta dal nostro arrivo, e con la mia classe ci trovavamo di fronte ad uno dei bar, aspettando che le hostess ci dicessero di accomodarci all’interno dell’aereo.
Hill era venuta a salutarci, ma poi era stata costretta a correre a scuola per non perdere una giornata di lezioni.
Dodo e Mic erano seduti a sbaciucchiarsi, mentre io chiacchieravo con Giò e stringevo la mano a Ste’.
Non mi piaceva quel contatto: era estraneo, fastidioso.
Desiderai in quel momento la pelle di Fra’ come mai prima d’allora.
<< Ragazzi, abbiamo un piccolo problema >> esclamò la professoressa dirigendosi verso di noi.
<< Aria di guai >> mormorò il ragazzo accanto a me.
E sapevo che era così.
La signora Russo, nostra docente di filosofia, non si agitava mai, eppure in quel momento lo sembrava parecchio.
<< L’aereo non può volare per un guasto al motore, pertanto saremo costretti a partire tra due ore, con il prossimo volo per Londra >> ci informò ostentando tranquillità.
Due ore in aeroporto.
Beh, non era mica una tragedia!
La Russo si allontanò insieme ad altri due professori, e noi tutti ci guardammo spaesati.
Avevamo decisamente bisogno di un passatempo.
<< Che ne dite se facciamo un gioco? >> propose Giò rivolgendosi direttamente al gruppo.
<< Per me va bene. Un, due, tre, stella ? >> tentò Mario, uno dei miei numerosi ed idioti compagni di classe.
<< Ma anche no! >> sbottò Mic arricciando le labbra stranita.
Perfetto: la mia migliore amica avrebbe fatto capire a tutti che dei ragazzi di 16 anni non possono mettersi a fare giochi come i bambini di prima elementare!
<< Facciamo “obbligo o verità”? >> sorrise invece quella lasciandomi di stucco.
E ovviamente tutti annuirono contenti.
Come ci ero finita io in quella marmaglia di idioti?
<< Io non gioco! >> dichiarai subito alzando la mano con enfasi.
Quando ad un tratto una voce scimmiottò la mia affermazione.
<< Dai Noe, non fare l’asociale! >> esclamò Fra’ sorridendo.
Stefano lo trucidò con lo sguardo, mentre io risi appena.
<< Ok, gioco anche io >> tentai di mostrarmi entusiasta divertendo tutti.
<< Perfetto, inizia Mic >> decretò Giorgio << Obbligo o verità?>>
<< Verità>>
Il ragazzo sembrò pensarci su prima di porre la domanda << Chi è più figo tra me, Dodo e Vincenzo?>>
<< Non c’è paragone! >> rise quella << Ovviamente il mio Dodino!>>
Si sporse a baciarlo e tutti scoppiammo a ridere per la scenetta e il nomignolo assurdi.
<< Adesso tocca a Fra’>> sorrise Mario continuando il gioco, visto che Giò era troppo occupato a prendere in giro Edoardo per occuparsene.
<< Obbligo >> scelse subito il ragazzo.
<< Scegli la ragazza con le labbra più invitanti e baciala>> affermò malizioso Mario.
Che cosa? Assolutamente no!
Insomma, Fra’ doveva guardare solo le mie di labbra!
Ora che ci pensavo, sarebbe stato bellissimo baciarlo dopo circa un’ora che eravamo stati costretti a separarci, poter sentire di nuovo la sua lingua a contatto con la mia.
Ma d’altra parte, speravo che scegliesse chiunque altra, per evitare che Stefano potesse avere un qualsiasi sospetto di noi due.
E mentre ero così combattuta sulla decisione da sperare che prendesse, lo vidi chiaramente camminare nella mia direzione.
<< Noe >> sorrise rivolgendosi a Mario.
What? Oh mio Dio, quel ragazzo era incorreggibile!
Come aveva potuto scegliere me?
<< Non esiste proprio!>> Stefano saltò in piedi fronteggiando il ragazzo.
<< Che c’è? Hai paura che con un solo bacio riesca a portartela via? >> lo provocò Francesco ghignando.
<< Lei è mia, se non ti è chiaro >> affermò sicuro Ste’.
<< Sapevi che la convinzione fotte la gente?>> rise il moro spostandosi un ciuffo di capelli dagli occhi con uno sbuffo.
Il ragazzo stava per replicare quando la voce di Giò si fece spazio nell’aria ormai troppo silenziosa, poiché in tensione palpabile.
<< è soltanto un gioco ragazzi, calmatevi! >> esclamò tranquillo << Fra’, dalle questo bacio e finiamola qui >>
Stava per avvicinarsi a me quando uno dei pochi neuroni in lui rimasti gli ricordarono che forse anche io dovevo avere un’opinione.
<< Per te va bene?>> mi chiese con aria all’apparenza strafottente, ma le sua labbra nascondevano una supplica.
Ti prego, baciami.
<< Si, tanto è solo un gioco >> ribadì ad alta voce per fare il modo che Ste’ lo capisse.
Così venne verso di me, fermandosi a pochi centimetri dal mio corpo.
Con una mano spostò una ciocca dei miei capelli dietro l’orecchio accarezzandomi la guancia lentamente, per poi poggiare la bocca sulla mia.
Sembrava voler fare tutto con estrema dolcezza, non capivo perché.
Piano schiuse le labbra e con la lingua leccò le mie che aprii lentamente, lasciando che i nostri sapori venissero nuovamente a contatto.
Doveva aver fumato una sigaretta, dato che il suo solito gusto di menta era mischiato a quello del tabacco.
Le nostre lingue si toccarono e iniziarono a rincorrersi come loro solito, senza lasciarsi per un solo minuto.
Appoggiai le mani sulle sue spalle sollevandomi sulle punte per poter approfondire meglio il bacio, mentre riuscivo a percepire lo sforzo che stava facendo per lasciare le sue ferme sui miei fianchi ed evitare che salissero ad accarezzarmi la schiena e poi scendessero a stringermi il sedere.
Un finto colpo di tosse fin troppo rumoroso bastò a farci interrompere bruscamente il contatto e ad allontanarci piano.
Non mi piaceva terminare un bacio in quel modo.
Amavo quando le labbra si staccavano lentamente, con le lingue che ancora si accarezzavano, quando prima dell’allontanamento vero e proprio scattavano sempre due o tre baci a stampo.
Fra’ si leccò le labbra in maniera assolutamente sexy ed io mi imbambolai a guardarlo senza neppure rendermene conto.
<< Scusate, vado a prendere una boccata d’aria >> mormorò Stefano alzandosi si colpo e dirigendosi verso l’uscita dell’aeroporto.
Lo seguii ancora scombussolata da quel meraviglioso bacio.
<< Ste’!>> lo chiamai faticando a tenere il passo con lui, ma non si voltò nemmeno per un secondo.
<< Ste’! >> continuai, ottenendo però sempre lo stesso risultato.
Così decisi di correre per raggiungerlo, fermandomi davanti a lui e bloccandolo.
<< Mi dici che ti prende? Era solo un bacio per uno stupido gioco! >> esclamai scocciata.
<< Un bacio per uno stupido gioco, Noe? >> sbottò irritato.
Annuii convinta.
<< Beh io non credo che un bacio del genere lo si possa definire dato per gioco! Soprattutto considerando i soggetti! >>
<< Che cavolo significa?>> non capivo a cosa alludesse.
Che sospettasse qualcosa?
<< Fra’ ti spoglia con gli occhi ogni santa volta che ti guarda! Era palese la voglia che avesse di approfondire quel bacio in mille altri modi e le sue mani stavamo sui fianchi solo perché c’ero io davanti! Lui prova qualcosa per te, e non è soltanto desiderio fisico! >> buttò giù nero dalla rabbia.
Aveva capito la verità, o almeno una buona parte di essa.
Mi sentivo totalmente stupida ad aver sottovalutato la sua intelligenza.
Era quello il momento giusto per dirgli la verità, avrei dovuto prendere coraggio e parlare.
Ma non lo feci e fu quello il mio più grande errore, soprattutto viste le frasi che seguirono a quello sfogo.
<< Io so che tu non provi niente per lui, amore mio >> esclamò avvicinandosi a me << Ma ho bisogno di sentire che sei solo e soltanto mia, ho bisogno di capire che non vuoi altri che me >>
Deglutii profondamente.
<< E come ?>>
<< Voglio fare l’amore con te, Noe >>
 



Piccolo Angolo Di Luce
Hola!! Chiedo perdono per il ritardo nel postare questo nuovo capitolo, ma ho appena finito l’esame e la roba da studiare era davvero tanta!
Adesso che siamo in estate però aggiornerò con molta più frequenza, prometto!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, come vedete Noe non ha colto l’occasione per dire la verità a Stefano, e adesso lui le ha detto che vuole la prova del suo amore.
Che cosa farà lei? Vi lascio immaginare.
A presto, un bacino <3
xoxo

   
 
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