Come ho detto anche precedentemente, Nami non è stupida :-P basta questo per introdurre questo capitolo ;-)
***
Arrivati alle porte della base, Nami si accovacciò dietro
delle
casse e sbirciò oltre il bordo. Nessuno in
vista…merda! Probabilmente avevano
Rufy e Zoro sotto strettissima sorveglianza. Ed era così;
quei due avevano
totalizzato quasi 50.000.000 di Berry. In compenso però
sarebbe stato più
facile entrare.
Intuì che Sanji
pensava le stesse cose; lui era dall’altra
parte della piccola base. Saltando furtivamente su pile di casse e
barili, si
diresse verso l’ingresso e provò ad aprire i
cancelli, aspettandosi qualunque
tipo di resistenza. Ma con sua grande sorpresa, i cancelli si aprirono
molto
facilmente, a tal punto che quasi perse l’equilibrio.
Sicurezza bassa qui eh,
pensò.
Attraversò
furtivamente le varie sale, nascondendosi a volte
dietro gli angoli ogni volta che la pattuglia passava per il corridoio;
si
diresse verso l’esterno di una stanza con una finestra.
Guardò attraverso il
vetro e vide Rufy legato ad una sedia, di spalle a lei, affiancato da
due
soldati e con un terzo soldato seduto ad una scrivania (presumibilmente
uno dei
superiori dei rapitori). Non poteva sentire molto attraverso il vetro,
ma si
rese conto che l’uomo probabilmente stava facendo
l’interrogatorio a Rufy. Lui scuoteva
la testa, probabilmente indicando che non aveva intenzione di
rispondere.
Appena iniziò a
pensare a un piano per poterlo salvare,
qualcuno dietro di lei parlò: “mi scusi
signorina…”
Nami si girò e
vide un giovane che alzò la visiera del cappello
per vederla meglio; dietro di lui, appoggiati al muro,
c’erano una scopa e un
secchio. Doveva essere un ragazzo delle pulizie.
“Miss, mi
dispiace ma i civili non sono ammessi qui. Devo chiederle
di andare via al più presto.”
Lei rispose: “oh
mi dispiace signore, volevo solo dare un’occhiata
attorno! Non ho mai visto l’interno di una base della marina,
sembra così
interessante!”
Il ragazzo delle pulizie
sembrò sorpreso. “Beh miss, ad
essere sinceri, non è tutto così eccitante qua
dentro. Ad ogni modo, come ho
detto prima, deve andare via:”
“Oh”
Nami lo interruppe, “non vedevo l’ora di vedere
tutta
la base! Potrebbe per caso…” si piegò
leggermente in avanti, mettendo più in
mostra il seno “…farmi da guida?”
Il ragazzo si tinse di
rosso. “ehm, dovrei chiedere ad un
superiore se posso…”
“Oh,
è lui uno dei tuoi superiori?” disse Nami puntando
dietro di lui. Quel ragazzo sfortunato ebbe solo il tempo di girarsi
indietro
per vedere, che fu colpito alla testa dal Clima Takt di Nami. Lo
trascinò via e
lo posò in un ripostiglio per le scope. Mentre si dirigeva
verso la stanza dove
era Rufy, la porta si aprì e lui uscì. Aveva i
polsi ammanettati ed era
affiancato da due soldati. Lei si nascose e furtivamente li
seguì.
***
I soldati portarono Rufy
in una cella fatta di Algamatolite.
Fu buttato dentro e i soldati (assieme a tanti altri) tornarono alle
loro
posizioni originarie. Nami fece capolino da dietro l’angolo,
contando i soldati,
e concludendo che erano troppi per un attacco diretto; se avesse potuto
usare
le palline metereologiche in qualche modo, poteva liberarlo facilmente.
Ok, pensò, ho
le Heat Ball, le Cool Ball e le Thunder
Ball…l’aria
qui dentro è a temperatura giusta…proviamo a
generare una tempesta.
Posizionò il
bastoncino del calore sul Clima Takt,
sussurrando “Heat Ball!”. Numerose sfere rosse
uscirono fuori e si
posizionarono sopra le guardie. Si guardarono attorno confusi.
“Sono solo io
che lo sento…” disse uno di loro,
“oppure
inizia a fare parecchio caldo qui dentro?”
“Si, hai
ragione!”
Un’altra guardia
controllò nella cella. “Non preoccuparti,
non ti chiederemo nulla…”
Mentre parlavano, Nami
sistemò di nuovo il Clima Takt e sussurrò
“Cool Ball!”. In quel momento, delle sfere blu
fluttuarono sopra le guardie,
unendosi alle Heat Balls. Le guardie si guardarono intorno, ma non
videro
nulla; nel frattempo si stava formando una nuvola nera.
Ed ecco il tocco finale:
“Thunder Ball!” sussurrò. Altre sfere
scoppiettanti di colore giallo uscirono dal Clima Takt. Appena si
unirono alla
nuvola, da dietro l’angolo urlo “Rufy! Allontanati
dalle sbarre!”
“Nami!”
esclamò. Notò la nuvola e annuì,
dirigendosi verso
il muro più lontano della cella. Le guardie si voltarono
verso la fonte della
voce, alzando le loro armi, ma in quel momento un fulmine li
colpì, facendoli
cadere a terra. Rufy corse alle sbarre e sorrise.
“Ciao
Nami!” disse felicemente. “Come sei entrata
qui?”
“La sicurezza
è davvero scarsa qua, ma non ha importanza.” Prese
le chiavi della cella e delle manette dalla tasca di una delle guardie
svenute.
Aprì la porta e Rufy saltò fuori.
“Puoi liberare
anche le mie mani?”. Si girò e lei gli tolse
le manette. Si toccò i polsi e disse: “Grazie!
Adesso andiamo!”
Nami si mise davanti a
lui. “Ti guido io. Sei quasi come
Zoro in fatto di orientamento.”
“ok,
ok”
Nami e Rufy sfrecciarono
tra le stanze, senza avere nessun
problema, fino a raggiungere l’ingresso. Una dozzina di
guardie li aspettavano
con le pistole puntate.
“Fermati,
Cappello di Paglia! Abbiamo visto cosa hai
combinato a quelle guardie! Ti stavamo aspettando!”
Nami alzò le
mani. “Come cavolo avete fatto ad arrivare qui
prima di noi!?”
“Noi viviamo in
questa base! Conosciamo tutte le scorciatoie
meglio di chiunque altro!” disse una guardia puntando la
pistola contro Rufy. Gli
altri lo seguirono e gli puntarono contro la pistola.
“Cappello di Paglia!
Metti le mani in alto!”
Rufy rispose:
“NO!”
“Non
costringerci a sparare, Monkey D. Rufy!”
“NO!”.
Rufy si mise davanti Nami. “Spostati, me la vedo io,
ok?”
Lei annuì e si
spostò.
“Quello era il
tuo ultimo avvertimento, Cappello di Paglia!”.
Le guardie iniziarono a sparare, ma Rufy catturò tutti i
proiettili nel suo
corpo e li spinse fuori a tutta forza, contro le guardie. In
un’istante, si
ritrovarono tutti a terra.
“Andiamo,
Nami!”. Rufy la afferrò, se la mise sulla schiena
e corse verso la porta, distruggendola. Portò Nami in quel
modo fino al porto.
“Rufy…”
disse nel suo orecchio, “grazie per avermi salvata.”
“Beh,”
rispose “sei stata tu a salvare me! Siamo pari,
giusto?”
Lei
scosse la testa. “Penso
che ero io ad essere in maggiore pericolo, per cui ti devo un favore
ora.”
“Nami, siamo
pari!”
“No, non lo
siamo…”. Tacque improvvisamente. Rufy si
voltò
per guardarla e la vide con le guance colorate di rosso.
“Nami?”
Lei lo guardò,
evidentemente distratta. “Oh, ehm…Rufy, ti
dirò tutto sulla nave…”
Lui la strinse e
continuò a correre. Usopp li vide, agitò
una mano e gridò. Appena salì sulla nave (assieme
a Sanji, che per qualche
strano motivo portava Zoro sulle spalle), Nami si accorse di una cosa,
ed era
molto preoccupata per ciò che aveva appena realizzato.
Aveva capito l’enigma di Robin.
***
Nel
prossimo capitolo vedrete cosa è successo a Sanji e Zoro :-D