Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: hugmeciastin    25/06/2013    14 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Original Video - More videos at TinyPic


Chloe's Point of View:
 
Rimasi impassibile nel soggiorno di Justin, non sapendo che altro fare.
Era gratificante, però, sapre che ero finalmente da qualche parte, con un tetto sopra la testa.
Avevo dovuto dormire in una foresta, porca puttana.
Dio solo sa che tipo di creature si erano potute arrampicare su di me mentre dormivo.
Conclusivamente, gli ultimi due giorni erano stati un inferno per me. Dovevo solo trovare un modo per cancellare tutto dalla mia mente. La mattinata era stata dura, ma le ultime due ore avevo fatto un pisolino e una doccia.
Justin mi aveva raggiunto e avevamo dormito insieme.
Dopo aver capito che non riuscivo a dormire, sono scesa giù a ripulire tutto il casino che avevano fatto i Venom.
Ci sarebbe voluto un po' di tempo. C'era sedie rovesciate, vetri frantumati. Dovevo pur ripulire in qualche modo, nonostante la vista non fosse delle migliori.
Entrai in cucina e iniziai a rimettere le sedie sulle loro gambe. Le misi sotto il tavolo, quando sentii un colpetto alla mia spalla.
"Ehi, ripuliamo dopo." Justin gracchiò stancamente. "Voglio portarti fuori a colazione."
Venne davanti a me e si strofinò gli occhi, appena sveglio dal suo pisolino.
"Sei sicuro? Forse è meglio se mettiamo apposto prima." Suggerii, infilando l'ultima sedia sotto il tavolo.
"Io ho davvero tanta fame. Non abbiamo mangiato per un giorno intero!" Lui si mise le mani in tasca.
"Se insisti..." Infondo ero d'accordo con lui. Avevo bisogno di mangiare.
"Non ci vorrà molto. Fidati di me." Afferrò le chiavi dell'auto. "Mangeremo alla tavola calda e poi torneremo subito a casa."
"Va bene." Risi.
"Vado a prendere il portafoglio prima." Mi diede una spalla sulla spalla, andando verso le scale. "Non l'ho preso, quindi dovrebbe essere nella mia stanza."
Immediatamente, un pensiero veloce mi venne in mente.
"Justin, aspetta!" Strillai, facendolo girare.
"Che succede?" Fece una pausa, guardandomi e fermandosi.
"Grazie." Gli sorrisi, passando una mia mano tra i capelli.
"Per cosa?" Lui ridacchiò.
"Per tutto."
"Ricordati solo che ora sei mia. Ti ho presa." Disse, prima di salire su per le scale.
Un sorriso si diffuse per tutta la mia faccia, andai davanti allo specchio in soggiorno per sistemarmi un po' i capelli. Non avrei mai pensato di arrivare a questo punto con lui, ma, naturalmente, il tipo di rapporto che abbiamo è assolutamente bipolare. Un minuto prima litighiamo, e il minuto dopo? Ci comportiamo come se niente fosse successo nelle nostre vite. Il nostro era un rapporto strano, ma comprensibile.
Circa dopo un minuti lo vedi scendere giù, massaggiandosi le tempie. Sapevo che qualcosa non andava.
"Chloe?" Ansimava, guardandosi intorno. "Hai visto un portafoglio nero qui in giro? Non lo trovo da nessuna parte!"
Il mio cuore si bloccò.
"No."
"I Venom..." Strinse i pugni.
"Cosa?" Chiesi, non capendo.
"L'hanno preso loro cazzo." Prese le chiavi dalla tasca, aprendo la porta d'ingresso.
"Justin, che hai intenzione di fare? Andare a riprenderlo da loro?" Scossi la testa.
"Io?" Ridacchiò nervosamente. "Non da solo, tu vieni con me. Non posso lasciarti qui da sola."
Tornò dentro casa, tirandomi per il braccio destro.
"E se Damien mi vede?" Mi morsi l'interno della guancia, sperando Dio che Damien non mi vedesse.
"Capirà che non ti avrei ucciso in entrambi i modi. Non sei sicura in questa casa." Mi tirò di nuovo per il braccio.
"Io non ti lascio qui da sola."
"Che vuoi dire che questa casa non è sicura?"
"Nessun luogo è sicuro per te, Chloe!" Sbottò. "Non posso perderti di vista, cazzo."
"E se non hanno preso loro il tuo portafoglio?"
"Non ci resta che scoprirlo. Basta mantenere la calma."
"Va bene." Mormorai, mordendomi innocentemente il labbro.
Jay mi prese per mano e mi portò fuori casa. Era la terza volta che mi teneva per mano oggi.
Non so se faceva parte dei sentimenti che provava per me, o se faceva tutto solo per proteggermi.
"Andiamo." Mi sorrise calorosamente,  tenendo la portiera della macchina aperta per me.
 
Arrivammo al magazzino dei Venom. Ricordavo tutto di questo posto, perchè era qui il luogo in cui ero stata portata quando mi avevano rapito, all'iniziò. Eppure me l'ero cavata ogni volta.
Non è normale.
Essere di nuovo al magazzino dei Venom, mi fece pensare a come Damien aveva preso la mia (non) morte.
Era la sua prima priorità uccidermi. E lo farà, appena mi vedrà ancora viva con Justin.
Questo lo renderà ancora più furioso, avevo paura.
"Sto per morire, Justin?" Mormorai, guardando la casa.
"No, per niente." Lui mi accarezzò la spalla sinistra. "Mantieni la calma. Non permetterò a nessuno che ti tocchi. Basta seguire ciò che faccio io, va bene?"
"Justin... per favore."
Avevo paura, il cuore mi batteva fortissimo.
"Chloe, andrà tutto bene. Non ti accadrà niente. Te lo prometto." Mormorò, facendo del suo meglio per confortarmi.
"Sei sicuro?" Chiusi gli occhi, pregando che effettivamente ogni cosa andasse bene, come aveva detto lui.
Me l'aveva detto anche questa mattina che le promesso non sono state fatte per essere infrante.
Ed essere in quel magazzino con lui era l'ultima prova.
"Sii positiva."
"Positiva."
Con questo, sentii la macchina spegnersi e il suono della portiera di Justin aprirsi e chiudersi.
Non volevo scendere da quella macchina per nessun motivo al mondo. Sentii la portera accanto a me aprirsi. Guardai fuori per vedere Justin che mi aspettava. Non potevo lamentarmi, quando l'avevo conosciuto, avevo dovuta aprirla io la portiera. Era piuttosto donnaiolo. Vedere il cambiamento era interessante.
Feci un passo fuori dalla macchina, sentendo le ginocchia diventare gelatina.
Iniziammo a camminare fino alla porta, Justin girò lentamente la maniglia e mi mise dietro di lui.
Entrò dentro e un silenzio quasi rilassante ci accolse. Non sembrava esserci nessuno.
Sospirai per fortuna, raggiungendo Justin.
"Non c'è nessuno qui, vedi? Non c'era niente di cui avere paura." Mi sorrise.
"Esatto." Mi rassicurai, annuendo.
"Andrò al piano di sopra e prenderò il mio portafoglio, okay?" Mi guardò negli occhi. "Puoi restare qui."
"Va bene." 
Iniziò a correre su per le scale. Mi guardai intorno, non c'era niente, dei divani, dei tavoli da gioco e una cucina minuscola. Puzzava tutto di acqua di colonia, fumo e pesce andato a male.
Non riuscivo a stare qui, pensando che ero stata anche torturata nel seminterrato.
Improvvisamente, sentii un paio di mani che mi presero da dietro. Venni trascinata su uno dei tavoli.
Iniziai a sentirmi soffocare. Aprii gli occhi per vedere uno dei membri dei Venom.
"Che cazzo ci fai qui, piccola troia?" Sputò. "Perchè cazzo sei ancora viva?"
Lui fece un fischio. Ben presto, tutta la banda corse nella stanza, come se fosse una sorta di chiamata d'emergenza. Gemetti dalla paura, cercando di sfuggire dalla presa alla gola.
"Rick, ma che diavolo? Porta la piccola puttana a Damien!" Sentii da lontano.
"Bene, bene, bene... Sembra che abbiamo un'intrusa qui." Un ragazzo biondo familiare entrò in soggiorno.
"Hai qualcosa di dire in tua discolpa?" Mormorò uno dei membri con i capelli castani.
Era Jett, il ragazzo che era andato a litigare con Jusin davanti a casa sua.
Improvvisamente, sentii Justin scendere le scale.
"Che cazzo sta succedendo?" Sibilò. "Lasciala andare!"
Presto mi sentii inchiodata al muro da Rick. Notai che fumava una sigaretta. Fece un tiro e poi mi esalò il fumo in faccia. Arricciai il naso.
"Jay..." La voce di Jett si spense tornando seria.
"Jett..." Disse Jay. Vidi gli altri due membri avvicinarsi a me. Mi lasciai sfuggire un gemito, cercando di rendere evudente che volevo uscire di qui.
"Non sono venuto qui per questo." Disse Justin, era incazzato nero.
"E allora che cosa sei venuto a fare?" Chiese Jett, avvicinandosi a Justin.
"Sono venuto a prendere il mio cazzo di portafoglio." Justin mormorò.
"Vedo che hai anche portato un amico con te." Jett tese la mano verso di me.
"Sapevo che si era tenuto la ragazza con sè." Disse il biondo.
"Perchè non ci presenti alla tua piccola amica, Jay?" Ridacchiò Jett.
"Vi ho già incontrati tutti." Mormorai, chinando la testa verso il basso.
"Presentacela, Jay. O la faccio saltare in aria, cazzo." Jett attaccò Justin alla parete.
"Come si chiama?" Inclinò la testa di lato.
"Te la presenterò.. solo quando avrai pulito la mia cazzo di casa per me." Justin rimase calmo, come se niente stesse succedendo.
Ben presto, vidi due ragazze sconosciute in piedi davanti alla porta del soggiorno.
Una con lunghi capelli neri e una bruna. Sembravano le puttane dei Venom. Anzi, o erano davvero.
Erano uscite dal buco per godersi un po' di divertimento. E per divertimento intendo vedere Justin a pezzi.
"Immagino che tu voglia che io chiami Damien in questo." Jett si strinse nelle spalle. "Una volta che saprà che non hai ucciso la ragazza, sarai fottuto. Lo sai?"
"Voglio dire, voglio sapere il nome della ragazza." Disse uno dei membri.
"Voi tutti sapete chi sono. Smettete di giocare e smettetela con queste stronzate." Ringhiai.
"Quanto sei irritante. Non penso che Jay riesca a gestire una ragazza come te, o meglio ancora.. Lui non riesce a gestire nessuna ragazza." Mi esalò il fumo in faccia. "Guardatevi, seduti qui, pronti ad essere uccisi. Che disastro hot."
"Fai quello che Jett ti ha chiesto di fare, fottuta figa." Il biondo urlò.
Justin ed io eravamo entrambi con le spalle al muro.
"Chloe, questi sono Jett, Connor, Rick, Marvin e Nick. Sono i membri dei Venom, escluso mio fratello, Damien."
Li indicò uno a uno ogni volta che diceva il loro nome.
Sembravano tutti stronzi con Justin, tutti tranne il membro con i capelli neri, Nick. Se ne stava in un angolo a farsi i fatti suoi. I suoi capelli ricadevano sulla sua fronte ed era difficile dire che lui facesse parte di questa band.
"E' un piacere conoscervi." Annuii.
"Hai già succhiato il cazzo di Jay?" Mi chiese Rick, ridacchiando. Le mie guance diventarono rosse dall'imbarazzo. Ben presto, l'intera stanza si riempì di risate, ma non sentii una sola parola provenire da Nick.
"Se ne ha uno." Aggiunse Connor.
"E' solo un'amica." Borbottò Justin.
"Oh, davvero?" Connor si fermò. "-Perchè qui in giro non è solito fare amicizia con i nemici."
"Lei non ha fatto nulla di male." Justin sputò.
Improvvisamente, la ragazza bruna si avvicinò a me. Mi spinse ancora contro il muro e mi guardò negli occhi.
Le sue labbra erano rosse veleno.
"Tu non sei di qui, sorella." Mormorò, ondeggiando la testa più vicino a me e guardandomi negli occhi con occhi pieni di morte. "Cosa ti rende figa a pensare di poter rimanere con Jay? Huh -"
"Serena?" Jett la interruppe.
"Cosa?" Gridò, girando la testa.
"Vai con May nell'altra stanza."
"Ma..."
"Vai." Jett le comandò.
Scosse la testa e si avvicinò all'altra ragazza per poi salire le scale.
"Lasciateli andare." Sentii una voce profonda dall'altro lato della stanza.
Era Damien.
"Damien, ma che diavolo?" Uno dei membri, Marvin chiese sorpreso.
"Lasciateli andare. Li state stressando." Damien inalò un tiro dalla sua sigaretta, guardando la scena.
"La ragazza doveva essere morta." Jett puntò un dito contro di me.
"No, va tutto bene. Il mio fratellino, ovviamente, è venuto qui per un motivo." Damien sorrise. "Giusto, Jay?"
"Avevo bisogno del mio portafoglio." Dichiarò Justin.
"Oh, bene." Damien ridacchiò. "Devo averlo scambiato per il mio." Si mise la mano in tasca, prendendo un portafoglio di pelle nera. Lo posò sul palco della mano di Justin.
"Grazie." Mormorò Justin, tirandomi via da quella gentaccia. "Andiamo via da qui."
Mi mise un braccio dietro la schiena e mi portò fuori casa. Il mio stomaco si sentiva a disagio.
Io mi sentivo a disagio. Volevo solo andare a fare colazione e poi tornare a casa a dormire.
Era un miracolo che fossi ancora viva. Ma cerchiamo di essere reali, Justin, il ragazzo che avrebbe dovuto uccidermi, è l'unico motivo per cui sono ancora viva. Strano, lo so.
Uscendo da quella casa, notai un volto familiare.
Una ragazza con dei lunghi capelli castani che non smetteva un attimo di sorrider.
Era strana, ma mi faceva entrare una strana sensazione di calore nel mio cuore.
Quello che non capivo era... che ci faceva una ragazzina così innocente nel magazzino dei Venom?
"Come va, Violet." Justin la salutò con nessuna emozione.
"Ehi, Jay! Che bello vedervi di nuovo!" Sorrise allegramente. I suoi denti erano brillanti come il sole.
"Sei qui per visitare tuo fratello?" Chiese Justin, stringendomi più vicino a lui.
"Già." Lei annuì. "Non l'ho visto per tutto il giorno."
"Fai con calma." Justin sorrise. Era preoccupato per non so cosa, potevo vederlo.
"Lo farò! Mi fermo a casa tua qualche volta in questa settimana." Strillò, aprendo la porta di casa.
"Suona bene." Justin continuò a camminare, facendo scomparire tutto a un tratto quel suo sorriso dolce.
"Chi era?" Chiesi curiosa.
"Oh, Violet? E' la sorella di Nick." Dichierò, prendendo la chiave e sbloccando la macchina.
"Ah, credevo fosse la sorella di Dean."
"No, però ogni tanto lavora con ui."
Nick. Lui era l'unico in quella banda che non voleva staccare la testa a me e a Justin.
Entrammo in macchina, mise la chiave nel nottolino e partimmo per la tavola calda.
"Sembra carina." Aggiunsi.
"Sì, è carina. E' figa." Accelerò.
Erano passati pochi minuti e Justin non mi aveva detto una sola parola.
Era incazzato nero. Odiavo vederlo così. I suoi muscoli erano tesi, le vene spuntavano fuori dal suo collo.
Non riuscivo a resistere.
Credevo di essere malata.
"Jay..." Lo chiamai, preoccupata.
"Oh, mi hai chiamato Jay. E' un inizio." Lui sorrise, parcheggiando la macchina nel parcheggio della tavola calda.
"Voglio sapere una cosa." Gli dissi, preoccupata.
"Cosa?" Sputò.
"A cosa stai pensando?" Mi misi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Sembri così.. disgustato."
"I Venom mi hanno fatto incazzare." Mormorò, senza neanche guardarmi.
"Non lasciare che ti fottano la mente. Sai che ti hanno sputtanato, ma non cambierai per questo." Provai a rallegrarlo. Non volevo andare a mangiare con lui al mio fianco tutto incazzato. Sapevo bene di cosa era capace quando era  davvero arrabbiato.
Slacciai lentamente la mia cintura di sicurezza. Lo vidi fare lo stesso.
"Da quando vuoi tirarmi su il morale?" Chiese.
"Da quando ti ho visto così tanto arrabbiato." Mi fermai. "Mi fa venire il mal di testa."
"Non posso farne a meno. Passo tutta questa merda ogni fottuto giorno grazie alla banda." Si strinse nelle spalle, appoggiandosi al sedile e cercando di rilassarsi.
"Non puoi fargli vedere che ti hanno fatto incazzare, Jay. Questo è il problema!" Strillai. "Se continui a dargli la soddisfazione, non smetteranno mai."
"Loro continueranno sempre a chiamarmi 'fallimento', non gliene frega un cazzo."
"Questo significa che vedono qualcosa in te. Loro ti vedono prepotente o intimidatorio. Questo è il motivo per cui probabilmente ti fanno tutte quelle cose."
"Intimidatorio? Mio fratello fa parte della band, Chloe. Mi vedono come un debole, nient'altro."
"Non lo so, Jay. E' solo la mia opinione." Dissi, mordendomi il labbro inferiore.
"Immagina di essere nei miei panni per un giorno, Chlo." Mi aveva chiamato con uno dei suoi soprannomi. Venne fuor come una specie di 'Chlow'.
"-E come sarebbe?" Inclinai la testa da un lato.
"Seguire gli ordini di un gruppo di persone che ti buttano merda addosso da mattina a sera." Borbottò. "Persone che trovano ogni modo per prenderti in giro."
"Non sei il solo a essere così sotto pressione." Sospirai. "Hai visto tutto quello che ho passato la notte scorsa? E ancora non è finito niente."
"Sei una ragazza forte, ma non sai niente della merda ci cui mi occupo." Disse infastidito.
"Possiamo non iniziare con il confronto tra le nostre vite?" Urlai.
"Ti stavo solo informando." Fece una pausa, leccandosi le labbra. "Ho fallito."
"E perchè?" Mi spostai sul sedile, cercando di vederlo in volto più chiaramente.
"Per cominciare, avevo promesso che nessuno ti avrebbe toccato o fatto del male."
"Ma questo non è niente!" Dissi.
Non è che non era niente. Ma tanti mi avevano mancato di rispetto tante volte, ed ero abituata alla sensazione.
"Ti hanno toccata e hanno cercato di soffocarti cazzo, così da far venire mio fratello per poi ucciderti." Alzò le mani in aria. "Non è chiaro okay." Sussurrò aggrottando le sopracciglia.
"Va tutto bene. Tuo fratello ci ha lasciati andare." Cercai un pizzico di speranza in tutta questa situazione. "Va tutto bene."
"Tu non sai neanche cosa diamine staranno tramando dopo averci visto di nuovo insieme." Ringhiò, cercando di uscire dalla macchina.
"Guardami, Jay." Misi la mia mano sulla sua coscia, facendo del mio meglio per calmarlo.
Lui si voltò a guardarmi.
"Lo sto facendo." Disse irritato al massimo.
"Chiudi gli occhi, fai un respiro profondo e conta fino a tre."
Subito, chiuse gli occhi, fece un respiro e poi si fermò, segno che stava contando nella sua testa fino a tre.
La sua gamba tremava. Capivo che dovevo fare di più per calmarlo.
Avvicinai la mia faccia alla sua. I nostri nasi si sfiorarono e le mie labbra si scontrarono contro le sue.
Immediatamente il mio corpo diventò caldo, costringendomi così a gemere sulle sue labbra e a staccarmi da lui subito dopo.
"Non ho finito con te." Sussurrò contro le mie labbra.
Mi prese la fraccia tra le mani e scontrò di nuovo le labbra contro le mie. Lo baciai ripetutamente, sentendo il corpo esplodere dal calore. Mi portò a cavalcioni su di lui e scivolò con il suo corpo più avanti nel sedile, lasciandomi così il permesso di avvolgere le mie gambe intorno alla sua schiena. Cominciò a baciarmi e a succhiarmi il collo. Poi, fece scorrere il suo naso fino alla mascella, per poi baciarla.
Era il mio punto debole. Passai le mie dita tra i suoi capelli, tirandoglieli leggermente.
Di colpo, fece scivolare le mani sotto la mia maglietta, cercando di sganciarmi il reggiseno.
Stranamente, non lo fece. Fece scendere le mani, sfiorandomi la schiena e facendomi venire i brividi, fino al mio culo, per poi riiniziare a lasciarmi dei baci umidi sul collo.
Trovai di nuovo le sue labbra e si unirono subito alle mie. 
Sentii il suo inguine strofinare contro il mio.
Lo volevo. Volevo davvero con me stessa quel bacio. Che mi stava succedendo?
Era la sensazione più casuale al mondo.
Capii che quello che stavo facendo era sbagliato da una parte, ma non riuscivo a smettere.
Era come se il mio corpo avesse completamente bisogno del suo e avesse il controllo sui miei pensieri.
Era attrazione fisica.
..Vero?
Ero consumata dalla passione.
"Justin..." Gemetti, spostandomi leggermente da lui e facendo sfiorare i nostri inguini.
Mi accarezzò la pelle del collo con il suo naso, massaggiandomi il sedere.
"Piccola..." Sussurrò sul mio collo. "Fallo di nuovo."
Guardandolo negli occhi, feci ruotare i miei fianchi facendo sfiorare le nostre intimità.
Mi sentivo calda, eccitata.
"Dio Cristo, piccola mia..."
"I-io..." Balbettai senza fiato.
"Tu cosa, tesoro?" Disse, baciandomi di nuovo.
"Ho solo tanta fame." Provai a cambiare argomento, facendomi uscire da questa situazione fuocosa.
In realtà, non volevo.
"Andiamo a mangiare, allora." Lui piegò la testa in direzione della tavola calda.
"Potremmo farlo." Mi spostai da lui e mi rimisi a sedere sul sedile. Mi lasciai sfuggire un sospiro, fissando il soffitto della vettura e giocherellando nervosamente con le mie mani.
"Prima di andare però..." Tirò fuori le chiavi dal nottolino.
"Cosa?"
"Mi hai baciato per prima." Si leccò le labbra, assaporando il gusto che era rimasto delle mie. "Sai cosa significa, vero?" Mi disse, mordendosi il labbro inferiore e facendomi l'occhiolino.
"Che non sei così male come pensavo?" Ammisi.
"Tu mi piaci davvero tanto, Romano."
 
Ho dato un bacio al ragazzo che avrebbe dovuto uccidermi. Fantastico.
Era stato tutto così strano. Brad mi avrebbe ucciso, i Venom avrebbero ancora più voglia di uccidermi.. ma l'avevo voluto. Non me ne pentivo.
Era sbagliato tutto quello che avevo fatto ed era l'ultima cosa che mi sarei aspettata di fare.
Ma.. Le sue labbra..
 
 
 
OH GOSH
ci tengo a darvi qualche chiarimento: ancora non stanno insieme, Chloe ha bisogno di chiarirsi un po' le idee,
mentre Justin le ha già mooooolto chiare, e lo sappiamo.
Ho fatto il trailer, uhuhh.
addieu
  
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: hugmeciastin