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Autore: conteedilmare    26/06/2013    9 recensioni
"Se la prossima volta vieni con il costume, ti faccio guidare la vela." Si passa una mano fra i capelli e mi guarda con la solita aria solare.
"Sono una frana."
"Perché dici questo se non ci hai mai provato?"
"Perché sono una frana in tutto." Abbasso il capo, grattandomi la nuca con aria imbarazzata.
Cala il silenzio per qualche secondo, momento in cui spero che smetta di guardarmi o che cambi discorso.
"Cosa intendi con 'tutto'?"
"A partire dalle relazioni con gli altri essere umani di questo pianeta e a finire con ogni tipo di sport." Sorrido debolmente.
"Nah, sei solo un po' acida!" Ride.
"Gentile, Shelley." Lo schizzo leggermente, allungando la mano e facendola arrivare oltre la tavola da surf.
Lo vedo bloccarsi di colpo e guardarmi come se fossi un'aliena. D'istinto mi giro per vedere cosa ci sia dietro di me, ma dalla sua affermazione capisco.
"Non mi hai chiamato più 'Coso'!" Esclama.
"Non farci l'abitudine."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Shelley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. I hate everyone.




 

"Allyson, sbrigati!"

Sento la voce di mia madre richiamarmi per la terza volta, dal piano inferiore e capisco che fingere di non sentire non mi farà restare a casa o non mi aiuterà a sgattaiolare via da quella che mia madre chiama "vacanza".

Facile per lei, no?

Spedisce me e mio fratello Chris in quel paesino sperduto nei pressi di Liverpool da papà, soltanto perché vuole godersi l'estate con il suo "fidanzato".

È dal divorzio dei miei genitori che in casa nostra, non c'è più quell'equilibrio di sempre.

Papà se ne è tornato nel suo paese da ormai due anni e chiama me e Chris una volta a settimana ma nella maggior parte dei casi finisco per dire i soliti "ciao, tutto bene, buonanotte" e attaccare.

Mia madre, invece, finge di aver sempre del lavoro extra da fare con David, il suo collega, ma io e mio fratello ci siamo ormai fatti un'idea di cosa intenda per "lavoro".

Gli unici ad accorgersi della mia esistenza, oltre Chris, sono Bridget e Jaymi, nonchè i miei migliori amici e sottolineo, unici amici.

Siamo i soliti tre sfigatelli della scuola, soltanto perché la gente che mi circonda è troppo stupida per capire che fra un eterosessuale ed un omosessuale come Jaymi, non c'è nessuna differenza che meriti di essere vista come una critica.

Loro non sanno chi è realmente Jaymi e si aspettano che avere un migliore amico gay sia come in quelle commedie americane, dove lui ti accompagna a fare shopping, ti aiuta a truccarti e ti da consigli su come conquistare i ragazzi. No, non è assolutamente così.

Loro sono troppo superficiali per capire. Sono un ammasso di copie fatte con la fotocopiatrice, che si basano sull'apparire e sul gettare merda sulle persone che fino a cinque minuti prima, sono state loro amiche.

E come questi, ci sarebbero tantissimi altri motivi per i quali appaio come una sedicenne perennemente mestruata e acida.

Uno di questi, è il totale menefreghismo di mia madre verso quelli che dovrebbero essere i suoi figli, proprio come in questo momento che pur di stare con il suo "fidanzatino", sta per scaricare sua figlia lontana dai suoi amici per due mesi e mezzo.

"Arrivo." Mi alzo pigramente dal letto e dopo aver afferrato la valigia, scendo le scale senza dar importanza ai miei piedi che si posano con troppa fiacchezza sulle scale.

Mia madre è in giardino a riempire l'auto con le nostre cose, mente Chris mi aspetta sulla soglia della porta.

"Almeno fingilo un sorriso!" Mi rivolge la sua battuta ridendo e anche se gli lancio un'occhiataccia, in realtà lo ammiro perché riesce sempre ad essere solare.

"Avanti Ally, vi divertirete! C'è il mare!" Interviene mia madre, con aria entusiasta.

"Yuppi." Dico sarcastica ed impassibile, ma lei mi ignora e mi sfila la valigia dalle mani.

Poggio la testa sul bordo della porta, osservando il punto più lontano del giardino dal quale si avvicinano due sagome che riconoscerei fra mille.

"Siamo venuti a salutarti." Bridget mi strofina una mano sulla schiena, in segno di incoraggiamento e mi rivolge uno dei suoi sorrisi perfetti; i tipici sorrisi di una sedicenne graziosa.

"Mi mancherai, Bee." L'abbraccio, mentre la mia testa sprofonda fra la sua chioma bruna.

"E anche tu, Jaymi." Gli sorrido e mi lascio avvolgere dalle sue braccia, mentre il mio orecchio aderisce al suo petto, come al solito.

Mia madre saluta i due e dopo aver chiuso la porta di casa a chiave, entra in macchina pronta a partire.

Io e Chris la raggiungiamo dopo aver finito con i saluti e sento come se mi stessi perdendo, ad ogni passo in più.

"Non farti mangiare dai ragazzi di Liverpool, eh." Mi urla Jaymi.

"Tranquillo, mi aspetta un'eccitantissima estate alle prese con mio padre e le sue carte da burraco." Rispondo sarcasticamente ed entro in macchina, mentre vedo Bridget e Jaymi ridere per la mia battuta.

 

 

Sono chiusa in quest'auto da tre ore, tartassata dal caldo soffocante di fine giugno e le canzoni degli anni '70 di mia madre, nonostante io abbia il volume delle cuffie al massimo.

Ma quello della sua radio lo supera e sento un misto fra "Back for you" dei One Direction, provenire dalle mie cuffiette e una delle canzoni lagnose dei "suoi tempi", come li definisce lei.

Nella mia famiglia, non ho nemmeno la libertà di scegliere la musica da ascoltare in auto, perché mia madre odia i One Direction ed è stata così gentile da dirmi che avrebbe preferito cavarsi gli occhi invece di accompagnarmi al loro concerto del mese scorso, e come sempre sono stata la sfigata che è rimasta a casa perché non capisce quanto sia importante per me.

Quando finalmente scendo dall'auto e sento di essermi liberata del calore opprimete, eccolo che si ripresenta mentre mio padre mi soffoca con uno dei suoi abbracci.

Appena entro nella sua casa, mi volto verso mio fratello e senza aggiungere altro, corriamo verso il piano superiore per prendere la stanza migliore.

Sento mio padre ridacchiare mentre Chris mi supera, perciò decido di passare al piano B: la minaccia.

"Christopher Carter, se vuoi che non ti strizzi le palle, lasciami la stanza più grande." Dico, con un tono soffocato dal fiatone.

Arrivo all'ultimo scalino e mi ritrovo in un corridoio con tre porte ed un ulteriore scala all'estremità.

"Ti lascio questa, ma solo perché ci tengo ad avere la capacità di riprodurmi, in futuro." Chris ride ed esce dalla prima porta che mi affianca.

Ci entro incuriosita e mi sento rincuorata dalla grande finestra che si trova accanto alla scrivania.

La apro e resto a fissare la spiaggia che mi si presenta davanti.

Devo ammettere che è un paesaggio meraviglioso. Il mare sembra esitare nel voler bagnare quell'infinità di sabbia, mentre si ritira velocemente e ricomincia ad allargarsi verso la riva.

La spiaggia risplende sotto il sole cocente e ospita pochissime persone; è quasi del tutto vuota.

Per lo meno, avrò meno persone da odiare in questo posto isolato.

"Ragazzi, scendete!"

Lascio la borsa sul letto, afferrando solamente il cellulare e ripercorrendo le scale.

 

 

Se c'è una cosa certa, è che mio padre ama questo paesino sperduto.

E sapete perché lo so? È tutto il pomeriggio che ci porta in giro, come se potesse importarmi qualcosa dei suoi negozietti preferiti o le scorciatoie per arrivare prima nelle piazze.

Ma il momento tanto atteso, è finalmente arrivato: il ritorno.

Sta per riaprire il cancelletto di casa e quasi riesco a sentire il mio computer portatile urlarmi "prendimi, Allyson, prendimi!".

Ma ad un certo punto si volta verso me e Chris come se stesse per dire la cosa più eclatante di sempre.

"Ehi, non vi ho fatto vedere la spiaggia."

Dannazione!

"Oh, ma certo!" Fingo un sorriso e rivolgo un'occhiata disperata a mio fratello.

Aggiriamo la villa di mio padre dall'esterno, fin quando percepisco i primi granelli di sabbia e mi tolgo i sandali, legandoli al passante dei pantaloncini a jeans.

Attraversiamo la spiaggia, fino ad arrivare alla riva umida dove tre ragazzi ed una ragazza stanno giocando a palla. Devo ammettere che almeno questo, è un posto magnifico.

"Lì infondo c'è il porto, ogni tanto io ed io signor Shelley andiamo a pescare. Gran uomo il signor Shelley." Sorride compiaciuto, guardando verso l'orizzonte.

Fingo di ascoltarlo come ho fatto per queste ultime tre ore, mentre cerco di scansare il pallone di questi quattro tipini che affogherò nel mare, se non la smetteranno di farla rimbalzare nelle mie vicinanze e schizzarmi.

Quando mi volto per fulminarli con lo sguardo, sento un colpo alla testa e perdo l'equilibrio, finendo per cadere sulla riva della spiaggia e sporcarmi di acqua e sabbia.

"Ma vaffanculo!"

"Oddio, scusa, sei caduta?" Uno dei ragazzi si avvicina, porgendomi la mano ma non ho nessuna intenzione di afferrarla, dato che devo ancora rivolgergli uno sguardo.

"No sai, avevo solo voglia di vedere se l'acqua è davvero bagnata come dicono!" Rispondo sarcastica e finalmente riprendo l'equilibrio.

"Oh, George! Lui è il figlio del signor Shelley, di cui vi parlavo!" Esclama entusiasta mio padre.

Volto la mia testa verso il ragazzo e vedo una massa di capelli mossi e un paio di occhi color nocciola, salutare mio padre e rivolgersi a me e Chris.

"Io sono Geroge." Sorride, porgendomi la mano ancora sporca di sabbia. "Tu sei?"

"Qualcuno a cui non interessa il tuo nome." Rispondo e rivolgo un sorriso sarcastico, mentre cerco di scrollare via la sabbia dai pantaloncini.

"Si chiama Allyson, non farci caso. Io sono Chris." Interviene mio fratello e gli stringe la mano.

"Scusa, ancora, Allyson." Ripete, avvicinandosi e gesticolando con la mano che sorregge la palla sporca di sabbia bagnata.

"Senti, Coso, tieni quel pallone lontano da me." Concludo e mi allontano, con lo scopo di ritornare a casa e cambiarmi il prima possibile.

"Mi chiamo George!" Mi urla mentre attraverso la spiaggia, ma lo ignoro e proseguo per la mia strada.

 

 

Ehi Jaymi,

Mi avevi raccomandato di non lasciarmi mangiare dai ragazzi di Liverpool, ma ho rischiato di rovinare i pantaloncini di Bridget per uno squilibrato di cui non ricordo neanche il nome.

Mio padre ha portato me e Chris in giro per tutto il pomeriggio, parlando delle ultime cose di cui mi interessa in assoluto.

L'unica cosa positiva, è che ho una camera spaziosa e luminosa, che si affaccia su una spiaggia magnifica, di cui allegherò una foto alla fine di questa e-mail.

Salutami Bee e sappiate che vi vorrò bene anche quando sarò in carcere per aver ammazzato qualcuno qui.

Un abbraccio,

-La vostra Ally.

 

 

Buonanotte(?) gente :)
Non fate caso all'ora, ma non riesco a dormire ed ho pensato di scrivere per la prima volta qualcosa sugli Union J, in particolare George. Ma in seguito arriveranno anche Josh e JJ, mentre Jaymi è già comparso.
Morivo dalla voglia di pubblicarla e dure ragazze su twitter, mi hanno spinta a farlo ahahahahah.
Anche se "My Dilemma" non è completa, ho il tempo di gestirle entrambe.
Spero che vi piaccia.
Un bacio,
-Ems :)

 

  
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