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Autore: conteedilmare    27/06/2013    3 recensioni
"Se la prossima volta vieni con il costume, ti faccio guidare la vela." Si passa una mano fra i capelli e mi guarda con la solita aria solare.
"Sono una frana."
"Perché dici questo se non ci hai mai provato?"
"Perché sono una frana in tutto." Abbasso il capo, grattandomi la nuca con aria imbarazzata.
Cala il silenzio per qualche secondo, momento in cui spero che smetta di guardarmi o che cambi discorso.
"Cosa intendi con 'tutto'?"
"A partire dalle relazioni con gli altri essere umani di questo pianeta e a finire con ogni tipo di sport." Sorrido debolmente.
"Nah, sei solo un po' acida!" Ride.
"Gentile, Shelley." Lo schizzo leggermente, allungando la mano e facendola arrivare oltre la tavola da surf.
Lo vedo bloccarsi di colpo e guardarmi come se fossi un'aliena. D'istinto mi giro per vedere cosa ci sia dietro di me, ma dalla sua affermazione capisco.
"Non mi hai chiamato più 'Coso'!" Esclama.
"Non farci l'abitudine."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Shelley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Windsurf.




 

Ciò che amo di più dell'estate è il poter passare metà giornata a dormire e l'altra metà a fingere di non star dormendo e qual è il posto migliore per poter fare tutto questo, se non il paesino sperduto di tuo padre?

Nonostante il mio sonno pesante, un senso di prurito al livello del gomito mi sveglia leggermente, ma sono troppo pigra per sciogliere quella posizione e grattarmi.

Quando sembra placato, ecco che ricompare al livello della coscia questa volta, accompagnato da un ronzio fastidioso, che sento vicinissimo.

Zanzare. Le mie peggior nemiche, dopo gli esseri umani.

Sventolo freneticamente le mani, con l'intento di cacciar via l'insetto, ma quando il suono sembra essersi placato, ritorno nella posizione di prima ed eccolo che ricompare.

Succede la stessa cosa per altre tre volte, fin quando maledico tutto, mi alzo e mi chiudo in bagno per lavarmi ed infilare il costume.

La parte di spiaggia che riesco a vedere dalla mia finestra è poco ospitata ed il mare è un po' più agitato rispetto a ieri.

Scendo in cucina, ponendo svogliatamente una tazza di latte nel microonde e accendendo la televisione al primo canale che mi capita.

Afferro il pacco di biscotti che mio fratello ha lasciato sul tavolo e mi siedo, per far colazione in Santa pace senza zanzare molestatrici.

"Ally! Ally!"

Come non detto, prima le zanzare e poi il moscone: mio fratello.

Chris entra dalla porta principale in costume mezzo bagnato, sporcando il pavimento di sabbia.

"Vieni a vedere!" Mi incita, con la stessa aria entusiasta che gli ho visto quando a dieci anni, papà gli ha comprato la bicicletta, prima che io gli forassi le ruote.

"Credi che possa davvero esserci qualcosa di talmente importante a tal punto da staccarmi dai miei biscotti, di prima mattina?" Alzo un sopracciglio e ne addento uno.

"Prima mattina? Sono le undici! Sbrigati, ti aspetto." Prende posto al mio fianco e si appropria del telecomando, come al solito.

"Per me le undici sono prima mattina, ok? Ok. Avevo intenzione di non svegliarmi nemmeno per il pranzo, ma poi è arrivata una troia di zanzara." Mi lamento.

Lo sento ridacchiare e cambiare canale a suo piacimento.

"Tu lo sapevi che in questo posto facevano anche windsurf? George ha detto che sono un gruppo abbastanza numeroso e che fra mezz'ora cominciano l'allenamento." Ha ancora l'espressione entusiasta dipinta sul volto e so che non vede l'ora che io finisca la mia colazione, per accompagnarlo in spiaggia.

Perciò, lo accontento.

Prendo la mia borsa da mare, infilando iPod, un libro ed un telo da mare per poi uscire di casa, attraversare la veranda e ritrovarmi in spiaggia.

Chris non perde l'occasione per farsi un bagno, che non è il primo a giudicare dal suo costume.

Decido di stendermi sul mio telo con le cuffie e prendere un po' di sole, visto che la mia carnagione è facilmente confondibile con una mozzarella.

Mi rilasso.

Sento la pelle accaldarsi sotto il sole e un venticello fresco, scompigliarmi i capelli e dare un senso di sollievo al mio corpo ormai caldo.

Ma forse non è la giornata giusta per stare tranquilla.

Quando qualcuno mi sfila via una cuffia, riportandomi alla realtà, sollevo lo sguardo e socchiudo gli occhi per il sole e per focalizzare la sagoma accanto a me.

"Ehi Allyson!" Mr. Coso .
"Che c'è, Coso?" Chiedo, per arrivare dritta al punto e ritornare alle mie cuffie.

"Dobbiamo allenarci e ti devi spostare, per favore. Questa parte della spiaggia ci serve per trasportare le tavole." Mi spiega, sorridendo.

Lo squadro dalla testa ai piedi e mi alzo, sbuffando, mentre trascino il mio asciugamano più distante.

Mentre mi perdo nella vista del mare ed il cielo separati dall'orizzonte, vengo distratta da delle risatine e delle voci dietro di me e solo in quel momento noto un gruppo di ragazzi e ragazze, affiancati al muretto della spiaggia.

Fra questi, riconosco George e i suoi due amici di cui mi parlava Chris, dei quali non ricordo nemmeno i nomi ma sono convinta che comincino entrambi con la J.

Oltre a loro tre, ci sono altri quattro ragazzi e cinque ragazze, tutte quante con uno chignon ben fatto e soltanto quando li vedo trasportare le tavole da surf, ne capisco il motivo.

Dopo averle portate a riva, osservo George che senza difficoltà si mette in piedi sulla tavola e tenta di reggere la vela, muovendola avanti e dietro con le braccia dopo averla alzata. Si allontana sempre di più, fino a diventare un piccolo segno in quell'immenso azzurro.

Tutti gli altri fanno la stessa cosa, ma alcuni trovano difficoltà nel reggere la vela e noto come un uomo calvo e muscoloso stia cercando di aiutarli, evidentemente il loro allenatore.

Non capisco come facciano ad arrivare così lontano e devo ammettere che è uno sport affascinante e... sono bravi.

 

 

Dopo un'ora, la riva della spiaggia è occupata da tredici tavole e apparentemente, si stanno prendendo una pausa.

Vedo Chris, Mr. Coso ed una ragazza, avvicinarsi.

"Visto? Non è magnifico?" Mio fratello prende posto sul mio asciugamano e mi guarda, aspettando una risposta che gli dia soddisfazione.

"Già. Non ho mai visto nulla di simile, sembra difficile." Commento, rivolgendomi più a George che agli altri due.

Mi alzo per sgranchirmi le gambe e trattengo uno sbadiglio.

"Non è difficile, basta farci l'abitudine." Mi risponde George.

Ci avviciniamo tutti e quattro alla riva e lascio i miei piede a mollo nell'acqua salata.

"È fantastico, non so, mi incuriosisce." Sorrido e mi stupisco di me stessa.

"Vuoi provare?" Ricambia il sorriso, ma viene interrotto dalla ragazza che si intromette.

"George, smettila. Lo sai che non possiamo portare nessuno che non sia del corso, sulla tavola. Lei non è addestrata e non può. Le è bastata una pallonata di ieri per buttarla a terra, immagina cosa potrebbe succedere in acqua." Ridacchia, sull'ultima parte del suo intervento, con una punta di irritazione.

Poso una mano sul fianco e la squadro, sollevando il sopracciglio destro.

"Senti Cosa, non avrei accettato ancor prima di sentire la tua predica." Sbuffo, mentendo e me ne ritorno sul mio asciugamano, con la noia che prende il sopravvento su di me.

 

 

Sono le sei del pomeriggio ed io sono chiusa in camera mia, a scrivere un'e-mail per Bee, cercando di evitare di scendere e fare brutte visite e per "brutte visite" si intende l'amichetta di George che istiga i miei istinti aggressivi.
Ho quasi concluso la mia e-mail, quando sento qualcosa scontrarsi contro la mia finestra con poca forza e mi precipito ad aprirla, pronta a castrare il deficiente che si diverte a rischiare di rompere il vetro.

Quando noto George, mi sporgo un po' di più per farmi vedere e lo fulmino con lo sguardo.
"Coso, hai finito di cercare di abbattere la mia finestra?" Domando, con un tono di voce infastidito.
Lo vedo zittirmi e farmi segno di uscire.
Chiudo la finestra e passo un po' di tempo a spostare lo sguardo dal computer alla porta, dalla porta al computer, per decidere se continuare a scrivere a Bridget o raggiungere lo squilibrato che mi ha buttata, accidentalmente, a terra con un pallone.
Strano ma vero, scelgo la seconda.
"Che c'è?"
Apro la porta di casa e come immaginavo, me lo ritrovo davanti; troppo prevedibile.
"Vieni!" Afferra la mia mano, ma subito l'allontano per evitare quel contatto e continuo a seguirlo, disinvolta.
Raggiriamo la villetta e arriviamo in spiaggia, che a quest'ora è più deserta del solito ma non mi dispiace, meno gente c'è, meglio è per la mia sanità mentale.
Noto la tavola e la vela di George sulla riva e credo di aver capito le sue intenzioni.
"Se Cosa lo verrà a sapere, te lo rinfaccerà per il resto dei tuoi giorni." Sbuffo, a braccia conserte.
"Oh, andiamo!" Mi afferra il braccio e mi porta in acqua, mentre cerco di scrollarlo via.
Lo vedo rifare la stessa operazione di stamattina e mettersi in piedi sulla tavola, sotto il mio sguardo curioso.
"Siediti lì." Sorride, mentre mi indica un punto accanto ai suoi piedi.
"Se mi fai cadere, ti ammazzo. Questi pantaloncini sono della mia amica e se si bagn.."
"Ally, 'sta zitta e sali!" Ride.
In genere non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, forse perché non sono molto a contatto con la gente se non Jaymi e Bee, ma questa volta lo ascolto senza ribattere e prendo posto sulla tavola a braccia incrociate.
"Guai a te, ho paura delle altezze." Dico, mentre osservo la riva allontanarsi dal nostro campo visivo.
"Oh, al massimo anneghi, nulla di più." Gli tiro un pizzico sul piede e lo sento urlare un "ahi" e ridere.
Il mare è bellissimo e il modo in cui si unisce con l'azzurro del cielo, visto da qui, è ancora più affascinante.
Arrivati ad una certa distanza, lo vedo lasciare la vela e sedersi di fronte a me, con i piedi immersi nell'acqua.
"Se la prossima volta vieni con il costume, ti faccio guidare la vela." Si passa una mano fra i capelli e mi guarda con la solita aria solare.
"Sono una frana."
"Perché dici questo se non ci hai mai provato?"
"Perché sono una frana in tutto." Abbasso il capo, grattandomi la nuca con aria imbarazzata.
Cala il silenzio per qualche secondo, momento in cui spero che smetta di guardarmi o che cambi discorso.
"Cosa intendi con 'tutto'?"
"A partire dalle relazioni con gli altri essere umani di questo pianeta e a finire con ogni tipo di sport." Sorrido debolmente.
"Nah, sei solo un po' acida!" Ride.
"Gentile, Shelley." Lo schizzo leggermente, allungando la mano e facendola arrivare oltre la tavola.
Lo vedo bloccarsi di colpo e guardarmi come se fossi un'aliena.
D'istinto mi giro per vedere cosa ci sia dietro di me, ma dalla sua affermazione capisco.
"Non mi hai chiamato più Coso!" Esclama.
"Non farci l'abitudine."
  
 

Ehi Bee,
non ci crederai mai ma sulla nostra spiaggia, c'è un corso di windsurf e oggi il tipo che mi ha travolto con la palla, mi ha portata sulla sua tavola.
Non  farti strane idee ma, non so, mi sono divertita. E' stato... bello(?)
Forse perchè il mare era bello, ma i suoi amichetti non mi stanno molto a genio. E comincio a pensare che lui non deve essere molto diverso, sono i suoi amici, no?
Lo sappiamo entrambe che non fa bene, fidarsi subito della gente e  anche se sono lontana da voi da  due giorni, mi mancate tanto.
Se ci tenete alla mia sanità mentale, venite a trovarmi il prima possibile.
Un bacio,
-La tua Ally.




 

Buongiorno, belle :)
Ho appena sfornato il secondo capitolo e l'ho pubblicato, come avevo promesso.
Grazie mille per le recensioni, i preferiti ed i seguiti! 
Fra poco metterò il banner anche per questa Fanfiction!

Spero che vi piaccia :)
-Ems.

 
  
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