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Autore: bsalvatore    26/06/2013    6 recensioni
Caroline ed Elena Gilbert.
Due sorelle molto diverse, il giorno e la notte, il sole e la luna.
La prima è ingenua, frizzante di sogni, ma vulnerabile, spesso incompresa e sottovalutata.
L'altra è coraggiosa, determinata, ma se si trovasse a dover scegliere tra amore e famiglia?
Due sorelle divise per l'amore del Re d'Inghilterra.
Dal capitolo 10:
“Amate la musica?” chiese la ragazza speranzosa.
“E voi amate respirare?” rispose l’uomo senza pensare e infatti si riprese subito cercando di notare qualcosa tra i suoi occhi.
Lei sorrise.
Era davvero quello che sentiva sempre quando si parlava di musica: era la sua aria, il suo respiro.
E ora sembrava che quel respiro lui glielo avesse tolto, era stato così diretto e sincero … non se lo sarebbe aspettato da lui.
Damon invece era rimasto abbagliato da quel sorriso e soprattutto si era sentito felice di averla fatta ridere.
Elena lo osservava un po’ perplessa e per qualche istante, che sembrava intriso di magia, i due si guardarono occhi negli occhi.
Poi il Re si diresse verso il piano, sfiorandolo con un dito, esattamente come faceva sempre Elena ...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alaric Saltzman, Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era una splendida notte quella.
Il cielo era limpido e di un blu meraviglioso.
Le stelle brillavano indisturbate nell’immensità dell’universo e Caroline le osservava, bramando il giorno in cui avrebbe brillato anche lei come loro.
 
Sarebbe diventata la stella più luminosa di tutta Londra, anzi di tutta Inghilterra.
Si sentiva tranquilla ora che sapeva che anche la sua rivale era arrivata a Palazzo.
 
Lo aveva scoperto poche ore prima, da una cameriera che aveva torturato fino a farla parlare.
Ora la gara sarebbe iniziata e avrebbe vinto lei, ad ogni costo.
 
Perché era così che lei concepiva la vita e in fondo se lo meritava, dopo la morte dei suoi genitori, dopo un’ intera vita nell’ombra, se lo meritava.
 
Avrebbe giocato tutte le sue carte e alla fine avrebbero scelto lei.
Lei era perfetta per diventare Regina, non certo come la sorella che invece avrebbe dovuto aprire un orfanotrofio per applicare le sue doti caritatevoli.
 
Caroline sorrise a quel pensiero, davvero perfido.
Del resto era sempre stato così con Elena, cercava di comportarsi da buona sorella, ma gli avvenimenti del passato tornavano sempre puntualmente a tormentarla.
 
Un rumore la ridestò dai suoi pensieri.
La ragazza si guardò intorno, ma non vide nessuno.
Non c’era ragione di preoccuparsi, in fondo si trovava nelle residenza del Re, non avrebbe potuto trovare luogo più sicuro.
 
Un altro rumore, uguale al primo.
Caroline si tranquillizzò quando si rese conto che il rumore proveniva dal Palazzo, dai piani superiori.
 
Alzò gli occhi e vide un uomo appoggiato al balcone.
Probabilmente doveva trattarsi di una delle camere regali, che non si trattasse di …?
 
Guardò attentamente l’uomo.
Era giovane, ma certamente più grande di lei.
Aveva dei begli occhi, capelli opportunamente sistemati, anzi davvero pettinati bene.
 
Al giorno d’oggi era davvero difficile trovare dei gentiluomini così ben pettinati e ben vestiti.
Indossava un completo chiaro di tweed e Caroline trovò che gli stava molto bene.
 
La ragazza sorrise, il suo sesto senso le diceva che era lui il Re.
Aveva un’eleganza senza eguali, lo si vedeva dal modo in cui la stava guardando.
 
Un momento: la stava guardando.
Se ne era accorta solo allora, che i suoi occhi molto simili ai suoi la stavano squadrando da capo a piedi.
 
Ella continuò a sorridere anche se le gote le si stavano colorando e l’uomo ricambiò il sorriso.
“Caroline!”
 
La voce di zia Jenna interruppe quel magico momento e il Re si ritirò nelle sue stanze, lasciando la ragazza con un sorriso da ebete stampato in viso.
 
La zia se ne accorse: “Caroline? State bene? Avete una strana espressione.”
La bionda annuì e si riprese velocemente: “Torniamo dentro zia, non credete di essere stata fuori abbastanza?”
 
La donna arricciò le sopracciglia: “Ma Caroline … siete stata a voi a insistere che volevate uscire a prendere una boccata d’aria, ricordate?”
 
Caroline fece finta di non aver sentito e si diresse verso l’entrata, seguita dalla zia che stentava a capirci qualcosa: quella era stata decisamente una bella giornata, ma ora aveva bisogno di riposare.
 
 
La luce entrava flebile dalla finestra e passava attraverso le tende rosse nella grande stanza dove Elena e Caroline stavano ancora dormendo.
 
Si svegliarono quasi contemporaneamente e mentre le cameriere aggiustavano loro i rigidi corsetti Elena attaccò discorso: “Siete tornata tardi ieri? Io mi ero già addormentata.”
 
“Ho preferito non svegliarvi, io e zia Jenna siamo state a camminare a lungo nei giardini” rispose Caroline tralasciando il racconto dell’incontro.
 
Elena sicuramente avrebbe sminuito il tutto, dicendole che poteva non trattarsi del Re e che se anche fosse stato così lui non poteva sapere chi era lei.
 
Se lo sarebbe tenuta per se come un segreto e, se se la fosse sentita, lo avrebbe raccontato a Jenna, ma non a Elena, non le avrebbe permesso di comportarsi da guastafeste anche questa volta.
 
“Avete visto che bella giornata?” domandò la bruna.
La bionda sorrise: “Dovremmo andare a fare una bella passeggiata.”
 
“Prima però dobbiamo fare colazione” puntualizzò Elena.
“Se proprio volete …” rispose Caroline sbuffando.
Le due ragazze uscirono dalla stanza e si diressero verso la Sala da pranzo, ma prima passarono alla porta di Jenna.
 
“Buongiorno Jenna!” salutò vivacemente Caroline.
Le altre due sorrisero, ormai ci stavano facendo l’abitudine alla costante euforia che aveva assalito la bionda da quando si trovavano a Palazzo.
 
“Buongiorno a voi! Andiamo a fare colazione” rispose la donna e poi, avvicinandosi ad Elena così che sentisse solo lei: “E speriamo di non fare brutti incontri” disse alludendo alla mattina precedente, quando avevano incontrato il conte Tanner.
 
 
Trovarono facilmente la Sala, solamente grazie alle doti orientative di Caroline, la quale aveva ormai memorizzato quasi tutta la mappa del Castello, così da prepararsi in attesa che quella diventasse ufficialmente casa sua.
 
Chiacchierarono un po’ del più e del meno e poi si diressero come aveva proposto Caroline a fare una passeggiata in giardino.
Elena aveva lasciato andare avanti le altre e se la prendeva comoda nella sua passeggiata mattutina.
 
“Perdonate se non vi ho accolte come dovuto questa mattina.”
Elena sorrise riconoscendo subito la voce profonda che stava alle sue spalle e che si stava giustificando: “ma ho dovuto occuparmi di affari.”
 
“Ma certo, lo comprendo benissimo Principe Stefan” rispose la ragazza sorridendo e voltandosi verso il suo interlocutore.
Il ragazzo ricambiò il sorriso e, tendendole un braccio, la invitò a proseguire il sentiero che stava percorrendo: “Per un po’ non penserò a questioni politiche.”
 
E in effetti egli era appena tornato da una lunga ed estenuante riunione che di certo non si era conclusa come speravano lui e suo zio.
 
Il Re era appena tornato, ma già di prima mattina aveva dovuto occuparsi del suo Regno.
Era stata indetta una riunione speciale e l’addetto alle finanze aveva dichiarato che la bilancia nazionale era in perdita.
 
Tutti erano d’accordo che sarebbe stato necessario ridurre le spese per le feste ed i banchetti, ma il Re non aveva voluto sentire ragioni: era necessario alzare le tasse e questo solo ed esclusivamente in previsione delle sue imminenti nozze.
 
Neanche Tanner era parso particolarmente contento della decisione, proprio lui che era sempre d’accordo con il loro amatissimo e stimatissimo Re, come diceva lui.
 
La popolazione non se la cavava certo benone, c’erano molti disoccupati, ma ora era meglio non pensare a queste cose, si sarebbe goduto la passeggiata, al suo incontrollabile fratello ci avrebbe pensato poi.
 
 
Anche Vicki si era alzata di buon mattino e questo non era certamente un bene, sicuramente era dovuto all’aria regale e perfettina che si respirava in quel posto.
 
Si era vestita in fretta perché non aveva intenzione di passare il suo tempo rinchiusa in una stanza, si sarebbe goduta un po’ il posto, pertanto decise di saltare la colazione e di fare una visitina del Castello.
 
Cominciò a gironzolare per diverse sale, tutte quante disabitate, i domestici dovevano essere in vacanza, forse?
Rise al pensiero, figurarsi se in un posto del genere i poveri domestici si meritassero una pausa.
 
Improvvisamente sentì dei passi e voltandosi rivide il ragazzo del giorno prima: il suo nome era Jeremy.
“Sapete, non dovreste trovarvi qui” le disse gentilmente.
 
“Lo immaginavo, qui non si può fare proprio niente, però avevo voglia di sgranchirmi le gambe.”
“Bhè allora avreste dovuto andare in giardino.”
 
“Oh, ci sono già stata ed è noioso. Qui è più divertente.”
“Ma è vietato” disse Jeremy come una cosa ovvia.
“Appunto per questo. E poi in giardino c’è Elena e non ho voglia di parlare con lei.”
 
Il ragazzo corrucciò le sopracciglia: “Lady Gilbert è simpatica.”
“Sì certo, ma non ho voglia di cominciare un lungo discorso su la nostra goffaggine da adolescenti e le nostre insicurezze. Però se mi ci accompagni tu … forse potrei sopportarla …” gli propose con malizia.
 
“Mi dispiace, ma ho da lavorare. Buona giornata signorina Donovan.”
Vicki venne lasciata sola dal ragazzo in quell’immenso Palazzo.
 
Ci era rimasta male, era innegabile, ma si sarebbe rifatta presto, nel frattempo poteva andare a cercare quel tal Lockwood del giorno prima, con lui si sarebbe sicuramente divertita di più.
 
 
Elena stava rientrando nel Palazzo, aveva appena terminato la passeggiata con Stefan, il quale la aveva dovuta lasciare per impegni improrogabili, così aveva detto.
 
“Elena” una voce molto dolce la chiamò.
“Matt!” constatò la ragazza sorpresa “siete qui.”
Il biondo sorrise: “Sono venuto per accompagnare Vicki, anche se lei non ne è molto entusiasta.”
 
Elena sorrise: “Lo so, lo posso immaginare. Ieri le ho parlato e si notava il suo disappunto in tutta questa storia.”
“Già … non sei venuta a salutarmi prima di partire.”
 
La ragazza arrossì imbarazzata e dispiaciuta: “Oh Matt … mi dispiace, ma avevo saputo tutto così in fretta … avrei voluto, davvero, ma dovevamo partire …”
 
Il ragazzo la guardava attentamente negli occhi e per quanto cercasse di apparire arrabbiato, egli riusciva soltanto a perdersi nei suoi occhi nocciola che amava fin da piccolo e dalle labbra rosee che bramava da tanto tempo.
 
“Certo, capisco. Comunque la mattina stessa della partenza ero passato …” venne interrotto da Elena “lo so, me lo ha detto Bonnie.”
 
“Già … volevo dirti che questa storia non avrebbe gravato assolutamente sul nostro matrimonio e ti volevo chiedere se eri ancora intenzionata a posticiparlo.”
 
La ragazza abbassò la testa e si guardò le mani che si stavano contorcendo l’una con l’altra: “Matt, io … non mi sento ancora pronta, sono molto segnata dal lutto e …” venne interrotta: “Capisco Elena, capisco.”
 
Il ragazzo indietreggiò un momento e poi se ne andò, lasciandola sola nel grande e freddo corridoio, freddo come il suo cuore in quel momento, deluso e rattristato.
 
Elena fece un respiro profondo.
Non aveva fatto nulla di grave, gli aveva solo chiesto di posticipare un po’ la data delle nozze, non di annullarle, era il minimo dopo una perdita così addolorante.
 
Non riusciva però a convincersi che la sua scelta fosse stata giusta, lo aveva fatto soffrire e lei non voleva questo.
Si sentiva a pezzi e solo una cosa l’avrebbe tirata su di morale: suonare il suo amato pianoforte.
 
Ricordava benissimo dove si trovava, non era difficile, glielo aveva mostrato ieri Stefan e le aveva anche dato il permesso di suonarlo.
Pertanto, stanca e sconfortata, decise di rendersi felice in qualche modo e si diresse verso la Sala della musica, così l’aveva chiamata il Principe.
 
 
Come previsto non le ci volle molto per trovarla e non appena si trovò di fronte il maestoso pianoforte a coda in vernice nera del Palazzo, si sentì rincuorata.
 
Vi si avvicinò con cautela e prima lo sfiorò con un dito.
Poi suonò una nota con lo stesso dito e soltanto quel semplice suono fu in grado di scaldarle il cuore.
 
Sentì una porta chiudersi.
Si voltò improvvisamente, trovandosi di fronte un uomo dalla pelle diafana e un bellissimo sorriso.
 
Ma non fu il sorriso a farle morire le parole in gola nello stesso istante in cui anche la nota si esaurì, furono i due oceani che aveva all’altezza degli occhi.
 
Quel blu, unito all’emozione di aver messo mano su un pianoforte dopo giorni, le fecero sussultare il cuore, facendole perdere un battito.
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutte!
Premettendo che non avevo intenzione di mettere oggi l’incontro, ho comunque cambiato idea perché mi stavo rompendo di scrivere delle varie peripezie di Vicki, mi sto davvero rompendo del suo personaggio.
 
Chi sarà l’uomo incontrato da Elena? (mi sento scema a fare questa domanda, ormai lo avrete capito tutte).  
Comunque lascerò i commenti a riguardo nel prossimo capitolo, perché l’incontro non è ancora finito (ovviamente, sennò che incontro è se dura così poco?) e non voglio spoilerare.
 
Volevo però soffermarmi sui pensieri di Caroline all’inizio del capitolo, vuole diventare Regina certo, ma che altro? Voglio dire, perché ce l’ha tanto con Elena? Si tratterà semplicemente di pura gelosia? Ma per cosa? Lo scoprirete solo vivendo (e leggendo).
 
Come avete letto è stata Caroline ha incontrare Damon per prima, a questo mi sono voluta attenere al telefilm e poi comunque ci sono delle cose che vedrete (leggerete) nel prossimo capitolo e mi serviva che andasse così.
 
Il povero Matt l’ha presa un po’ male la decisione di Elena e vabbè … se ne farà una ragione, infondo la vuole sposare perché brama le sue labbra eh … si sarebbe dovuto accontentare … ecco sto di nuovo spoilerando, bene.
 
Volevo chiedervi se vi sembra che abbia messo troppi discorsi diretti, sono noiosi? Oppure li trovate discorsivi? Ve lo chiedo perché ho davvero tante insicurezze, ma a quanto vedo questa storia vi piace e questo mi rende contenta e felice!
 
Grazie ancora per le recensioni e come al solito rinnovo il mio invito a farmi sapere cosa ne pensate.
Baci.
 
 
 
  
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