Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: PhoenixQuill    26/06/2013    6 recensioni
Neanche qui, Fred è morto. E' inutile, io non riuscirò mai ad accettare la sua morte. E tutto inizia grazie ad uno "sbaglio" di Hermione.
Dal testo: "(Fred) non cercava più il piacere. Il piacere lo annoiava. Sentiva di aver bisogno di qualcosa di nuovo, di una nuova folata di vento."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                          4 - Cioccolato, limone e oro.


Hermione aveva le mani tra i capelli. Non era possibile tutto quello. Proprio no. 

Quella mattina si era alzata di buon ora e, ben attenta che zia Demetria non la vedesse scomparire nel nulla, si Smaterializzò al Paiolo Magico. Lì, presa la bacchetta, la picchettò sul muro di mattoni, che, in pochi secondi, le mostrò l'entrata a Diagon Alley. 

La fine di agosto era sempre un periodo frenetico per centinaia di ragazzi che andavano e venivano dai negozi, accompagnati dai poveri genitori stremati con in mano pacchi e buste di ogni genere. Gli studenti di Hogwarts, poi, si fermavano anche dalla gelateria di Florian Fortebraccio, rilevata dal figlio, oppure, come facevano la maggior parte di loro, si dirigevano ad un negozio con una grande insegna che recitava: "Tiri Vispi Weasley". 

L'anno prima, quando era stata nominata Caposcuola, aveva requisito centinaia di loro prodotti, con svariate proteste da parte degli studenti. Non seppe nemmeno lei quante lettere di sdegno mandò ai due proprietari del negozio, che, puntualmente, non rispondevano mai. 

Passò anche quel negozio e fece finta di non notare il sorriso malandrino che le rivolse uno dei gemelli, avendola intravista dalla vetrina. 

Poi, a passo spedito, si diresse in biblioteca, dove, per sua fortuna, non c'era nessuno. Fu così libera di recitare: "Accio documenti su Elizabeth Macmillan". 

Quelli, svolazzando dai loro scaffali, si depositarono lievemente sulle sue mani. Hermione li scrutò torva e si sedette ad un tavolo lì vicino.

Ciò che lesse le faceva man mano venire la pelle d'oca. 

Elizabeth Macmillan non solo era un genio di quelli coi fiocchi, ma aveva vinto così tante gare da essere quasi rinomata nell'ambiente. Premio per la migliore traduzione di Rune Antiche, Premio per la miglior Trasfigurazione e Premio per la miglior Pozione.

Hermione credette di sentirsi male.

Con le mani tra i capelli, e ancora scioccata dalla rivelazione, depose gli articoli di giornale ai loro posti. 

"Ragiona, Hermione, ragiona." Si disse fra sé e sé. "Come può un essere o, meglio, una cosa come Elizabeth Macmillan essere un genio? Ci può essere una spiegazione. Ci deve essere una spiegazione." 

Così pensando, uscì dalla biblioteca, salutando la donna seduta al tavolo che sorseggiava un caffè. 

La luce del sole, forte a quell'ora della mattina, costrinse la ragazza a coprirsi la fronte con le mani.

"Dovresti provare i nostri Cappelli con Visiera Rinfrescante!" Le disse una voce, alle spalle.

"Piuttosto che provare un tuo prodotto, rifaccio gli esami dei M.A.G.O." Le rispose sprezzante Hermione. 

Fred le si avvicinò. "Cosa ci fai qui?" Le chiese. 

Hermione fu presa da un tremendo imbarazzo. "Io? Piuttosto tu! Mi aspettavi fuori dalla biblioteca, per caso?" 

"Non crederti così importante, Granger. Ero qui di passaggio. Perché non sei andata da Biliuccio?" Le chiese ancora, per punzecchiarla. 

"Si da il caso che Ron stia al Ministero, per il corso Auror. Lui non perde il suo tempo dietro ad alcuni giochi da strapazzo!" 

Fred rise ancora. "Tutto ciò che sai dire è questo? Giochi da strapazzo? Insomma, le tue lettere ne dicevano di cotte e di crude. Mi aspettavo di meglio, signorina Granger. Credo che sarò costretto a darti T, Troll!" 

Hermione contrasse il viso in una smorfia. Ripensava ancora ad Elizabeth Macmillan e alla fama di genio che la circondava. 

Per non parlare del fatto che sta con Fred... Cosa hai detto?!, pensò, e arrossì lievemente. 

Fred, più alto di una spanna di lei, la guardava sottecchi. Ancora si chiedeva perché l'aveva seguita, quando aveva sentito George dire che la Granger "è qui, a Diagon Alley. Chissà perché." 

Ancora si chiedeva perché aveva notato come i suoi capelli non fossero più tanto crespi come a scuola e come fosse cresciuta, ma non solo in altezza. Per carità, Hermione Granger era sempre stata responsabile, ma dopo il viaggio alla ricerca degli Horcrux, era maturata, era più... donna.

"Ti offro un gelato, Granger. Il figlio di Florian, Carl, è bravo." 

Hermione incontrò le sue pupille marroni e si ritrovò ad accettare. 

Lo stesso Fred si sorprese alla sua risposta e, insieme, si diressero al negozio che faceva angolo. 
 

 

"Ferma qui." Fred si alzò e andò vicino al bancone, dove gli si stagliavano davanti un oceano di gusti. 

"Ma se non ti ho detto nemmeno quali gusti voglio!" Lo rimbeccò Hermione. 

Il gemello si fermò e le disse: "Sono sicuro di poter indovinare." E le sorrise. 

Una sensazione di calore si impossessò di Hermione. 

Oh, mio Dio, Hermione, sta' calma, calma. 

Osservò il profilo di Fred. A parte il naso un po' più grande rispetto al resto del volto, non c'era niente che non andasse. I suoi ventun'anni gli regalavano, poi, una barba rossiccia che copriva i lineamenti più spigolosi del mento. E il sole gli colpiva i capelli rossi, di un rosso più scuro di quello di Ron. 

Fred ritornò al tavolo dove la ragazza lo aspettava. Le porse il gelato e lei tese una mano, con le dita leggermente affusolate e la pelle candida. 

"Cosa hai preso?" Gli chiese, guardando male quel rosso a pallini verdi e il giallo striato di blu. 

"Ravanello di campagna e peperone delle Pianure Blu." Rispose, portando alla bocca un cucchiaino di gelato color miele. 

Hermione sollevò lo sguardo, preoccupata. Ravanello e peperone! 

"Non ne hai indovinato nemmeno uno!" Strepitò. 

"Io non ti ho mai detto che ti avrei portato i tuoi gusti preferiti. Su, assaggia." Agguantò un altro cucchiaino di gelato color porpora, questa volta. 

Ancora diffidente, la ragazza afferrò il cucchiaino e prese un po' di ravanello. 

Non farlo, non farlo!, urlava la sua parte razionale. 

Un gelato non ha mai ucciso nessuno, no?, sussurrava una parte di sé che non pensava di avere. 

Portò alla bocca la porzione e... Sembrava buono. Lo assaporò fino in fondo, per poi farlo scivolare lungo la gola. Sapeva di cioccolato. 

Poi, prese un po' di peperone e lo mangiò. Sapeva di limone. 

Il due perfetto, cioccolato e limone, anche se in realtà quelli erano peperone e ravanello.

Il risultato fu, quindi, che lo mangiò tutto, boccone dopo boccone senza alcuna protesta. 

Fred la osservava, sornione. 

"Allora? Erano buoni?" Le chiese, osservandola ancora. 

Portò alla bocca anche l'ultima parte di peperone e annuì. 

"Hai appena testato un prodotto Weasley, Granger." 

A quelle parole, Hermione impallidì e guardò allarmata la coppetta. 

"Cosa c'era nel gelato?" 

Fred rideva sotto i baffi, guardando quel volto contorcersi al solo pensiero di quello che poteva aver aggiunto. 

"Fred Weasley, cosa c'era nel gelato?" Gli chiese ancora, assolutamente perentoria. 

"Oh, niente. Tra un po' cadrai in un sonno profondo e ti risveglierai sotto forma di libro. Il libro Mostro dei Mostri!" Fred rideva ancora, ma, guardando quel volto sull'orlo di una crisi di nervi, aggiunse: "Una speciale polverina che cambia i colori ai gelati. In realtà erano cioccolato e limone, ma mi sembravano spenti e così l'ho aggiunta." 

Hermione, tornando alla realtà, si tranquillizzò, ma questo non risparmiò una bella tirata d'orecchie al gemello, che, per scappare da  lei, andò a pagare. 

La ragazza non urlava più, quando tornò. Aveva le mani incrociate al petto e le gambe accavallate. Le si sedette affianco.

Su un angolo della bocca, era sporca di cioccolato. La polverina aveva terminato il suo effetto. 

"Sei sporca, sai, Granger? Lì, sull'angolo della bocca." Hermione si portò un fazzoletto sull'angolo sbagliato e Fred, dandole dell'imbranata, lo prese e le ripulì l'angolo giusto. 

Fu un attimo. Tutto, non solo la mano, ma il suo corpo intero, protestava per ritoccare quella pelle, quella bocca, anche solo quell'angolo di bocca sarebbe andato bene. 

Non ci aveva pensato fino a quel momento, ma la sera che avevano passato insieme una settimana prima, ora sembrava oro. Oro come la sua presenza, oro come i suoi occhi, oro come la sua bocca.

La sua mano era lì, sulla guancia -lo sentiva anche lui- arroventata della ragazza.

Ma, riportato alla realtà, riportato al fatto che quella davanti a lui era la fidanzata di Ron, scostò la mano. 

Hermione, caduta dalle nuvole -belle nuvole, pensò dopo-, ritrasse il suo sguardo da quello del gemello. Cosa stava succedendo? 

"D-devo andare al negozio. George avrà sicuramente bisogno di me." Si affrettò a dire. 

"Oh, sì, e sicuramente mia zia mi starà cercando. Grazieperilgelatociao." Sputò tutto d'un fiato Hermione e si allontanò.

"Ma ti pare?" Sussurrò, poi, Fred, osservandola un'ultima volta. 


 

"Si può sapere dove diavolo sei stato tutto questo tempo?!" George vide, finalmente, rientrare Fred, scomparso per una buona oretta. 

"Ero... Ero con la Granger." Rispose. 

"Ah." Disse, non curandosi delle parole appena uscite dalla bocca del fratello. Ma, non appena metabolizzò, alzò un sopracciglio e chiese: "Con la Granger?!" 

"Ho testato la Polvere Cambia-Colori." Rispose. Sembrava un sonnambulo. 

"Ah, sì? E com'è andata?" Fred non aveva mai quell'espressione da... ebete! Che la Granger lo avesse stregato? 

"Bene... Eccellentemente, direi." 

Fred sparì nel magazzino e lasciò George solo, con una marea di persone che dovevano pagare alla cassa. 

Il cassiere che avevano prima li aveva abbandonati, perché era stato preso in un gruppo di studio.

"Studio!" Biascicava disgustato ogni volta. 

"George!" Una ragazza alta, di colore, lo tirò fuori dai suoi pensieri. "Ti vedo in difficoltà." 

Angelina Johnson era davanti a lui e gli agitava una mano, come per svegliarlo da tutto quel lavoro. 

"Ciao, Johnson!" La guardò per un attimo e chiese: "Johnson, ce l'hai un lavoro?" 

Quella arrossì e disse: "No, mi hanno licenziata e-" 

"Sei appena stata assunta. Centocinquanta galeoni al mese. Buon lavoro!" George la accompagnò dietro al bancone, dove decine di clienti la assalirono. 

"Questa me la paghi, George Weasley!" Strepitò. 

 

-SPAZIO AUTRICE-

*Ehm, ehm* Duuuunque, i ringraziamenti a tutti sono d'obbligo. Grazie, grazie, grazie!

A domani (sempre se tutto va bene) con il prossimo capitolo!

Un bacione, 

PhoenixQuill

P.s. I gusti erano cioccolato e limone perché volevo qualcosa di contrastante, un po' come i sentimenti di Hermione ora. 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: PhoenixQuill