Hallo!!!
Scusate la lunga attesa! Ci tenevo soltanto a dire che per il momento non sono
a casa, e non sarò a casa per un bel po’, quindi non potrò aggiornare molto
presto e spesso, ma comunque farò del mio meglio! Promesso!!!
A presto!!! Ah!!! Viel Danke!!!
Hilf Mir fliegen…. Vier
Ich will nicht, daß
du nur ein anderer Traum bist…
“Bill! Bruder!!!”
Sentii la voce di Tom sopra di me. Aprii gli occhi. Mio
fratello sorrideva, una mano sulla mia spalla nuda.
“Finalmente! Sono ore che ti
chiamo!!!” continuò con voce allegra. Lo sguardo ed il
sorriso che aveva sempre quando mentiva.
Io risi. Tom non
sarebbe mai cambiato. Sentii una gioia immensa pervadermi a questa
consapevolezza.
“Non mentire!” esclamai
“Hai quello sguardo!!!”
“Non capisco a quale
sguardo ti riferisci…” iniziò, fingendosi stupito, poi mio fratello rise. Anche
il mio viso si piegò in un sorriso.
Mi stiracchiai
lentamente, spostai la coperta e mi alzai. Mi resi improvvisamente conto che mi
trovavo in salotto e non nella mia stanza.
Un secondo dopo
ricordai tutto il resto. Il litigio. La mia fuga alla statua di Bismarck. La strana ragazza. L’incubo. Il sorriso di lei. La luce.
Gettai un’occhiata
all’altro divano. Era vuoto. Nessun segno che qualcuno ci avesse dormito.
Sgranai gli occhi, iniziando a chiedermi se il ritmo di vita che sostenevo da
quando eravamo diventati famosi non mi avesse fatto impazzire. Del tutto.
Fissai il divano con un espressione talmente interdetta che Tom mi guardò
preoccupato.
“C’è qualcosa che non
va, Bill?” domandò.
Non sapevo cosa dire. E
se in realtà mi ero soltanto addormentato sul divano, stanco dopo l’ultimo
concerto, e avevo sognato tutto?!? Il litigio e il
resto? Questo almeno avrebbe spiegato il normale atteggiamento di Tom. Mi
fissai la mano. Mi sembrava di sentire ancora il tocco della pelle di lei
contro la mia. Il suo sorriso, mentre mi assicurava che sarebbe andato tutto
bene…
Avevo sognato? Non era
reale?
Improvvisamente mi
ricordai che io e Georg avevamo lasciato le sue cose in giro. La borsa per
terra, le scarpe all’ingresso, il suo cappotto, gettato non so dove. Se era
reale, doveva esserci qualcosa!
Scattai come una molla,
in direzione dell’ingresso. Passando gettai un occhiata
vicino al divano. Keine Tasche… Scheiße… pensai.
Non era un buon segno.
Lasciai Tom alle mie spalle. Mi guardava sconvolto, probabilmente si stava
chiedendo se non ero diventato completamente matto. Al momento la cosa non mi
sembrava rilevante. Era indispensabile che capissi, prima di preoccuparmi degli
altri. Sfrecciai davanti a Georg che usciva dal bagno, una maglia nera su un
paio di boxer con dei cagnolini. Totalmente preso dai miei pensieri non mi
fermai nemmeno per prenderlo in giro. Lui se ne accorse, si stupì e mi afferrò
al volo per il braccio, trattenendomi.
“Ehy! Cos’è tutta questa fretta, stamattina? Di solito, prima di aver bevuto tre caffè non sai nemmeno chi sei…”
chiese.
Gli gettai un occhiataccia. Dovevo sapere, se ero pazzo o meno, e lui
mi stava solo facendo perdere tempo!
“Schwanz,
laß mich gehen,!” risposi. Lasciami! Ripetei anche nella mente.
Georg mi lasciò
immediatamente. Sconvolto. Ricominciai a correre, verso l’ingresso. Prima di
girare l’angolo, sentii ancora la sua voce. Parlava con Tom.
“Tom, ich weiß, daß es unmöglich
scheint, aber Bill sagte gerade ‘Schwanz’!”
Mi venne da ridere
all’idea che il mio amico fosse così sconvolto solo per avermi sentito dire una
parolaccia.
Giunsi all’ingresso.
Frenai. Iniziai a guardarmi intorno. Nulla. Aprì gli armadietti. Niente.
“Schwanz…schwanz…SCHWANZ!” ripetei, come se fosse una litania.
Gustav uscì dalla
cucina, un toast imburrato in mano.
“Sbaglio o hai detto
qualcosa, Bill?” domandò con calma.
Lo guardai esasperato,
non sapendo cosa dire. Avrei dovuto rivelare ai miei amici che ero impazzito
completamente, dunque?!?
“Vuoi un toast?” chiese
ancora Gustav, vedendo che non rispondevo.
Risi. Accidenti…pensai.
Un sogno. Solo un sogno. Accidenti!!!!
Poi
una voce femminile alle sue spalle disse “Gus! Wo ist Marmelade?”
Sgranai gli occhi,
riconoscendo la sua voce. Investii Gustav in pieno, fissando davanti a me, come
se stessi avendo una visione.
Lei si voltò. Stava
sulla punta dei piedi. Le mani in un armadietto, alla ricerca della marmellata.
Sorrisi. Era reale. Era lì, davanti a me. Se avessi allungato la mano avrei
potuto facilmente sfiorare la sua, come la notte passata..
Lei mi fissò, poi arrossì, sorrise imbarazzata e disse “Guten
Tag, Bill…” immediatamente si voltò, si sistemò una
ciocca di capelli dietro ad un orecchio, gli occhi fissi sull’armadietto.
Non capii. Avevo forse
fatto qualcosa di male che non ricordavo? La fissai preoccupato, attanagliato dai
dubbi.
Gustav mi scansò,
mordendo il toast. Si avvicinò a lei, aprì un altro armadietto e le porse la
marmellata. Poi si voltò verso di me.
“Sei sicuro che non vuoi un toast?” domandò ancora prima di aggiungere “Ha, solltest jedenfalls anziehen... Du könntest dich erkranken!”
Sgranai gli occhi e
capii. Ero talmente preoccupato di scoprire se lei esistesse davvero da
dimenticare che non portavo altro che i boxer! Arrossii violentemente e corsi
fuori dalla cucina verso la mia stanza. “Entschuldige
mich!” urlai, scusandomi.
Mentre correvo,
oltrepassai Georg e Tom che si avvicinavano alla cucina.
“Ma Bill ha intenzione
di fare il maratoneta se ci va male con la musica?” domandò Georg ridendo.
“Nein…”
rispose Tom. Dalla sua voce capii che stava sorridendo compiaciuto “Es weiß, daß einige
Dinge nicht weglaufen können...”
Entrai nella mia stanza
e afferrai i primi vestiti puliti che trovai, infilandoli. Nella testa le
parole di mio fratello “Lui sa che da alcune cose non possiamo scappare…”
Per Loryherm:
Hallo! Grazie per i tuoi complimenti, sei stata molto
gentile però per me tutto ciò è strano. Quando scrivo, sinceramente non penso,
agisco. Per questo vengono trasmesse sul foglio solo determinate cose. So che
probabilmente sembrerà bizzarro, ma per me è così. Sinceramente, nemmeno io so
cosa succederà nel prossimo capitolo..
Per qualsiasi domanda
comunque sono qui! Spero di non averti offesa^^! Und Viel
Danke!