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Autore: Hey_Styles    26/06/2013    1 recensioni
"Mi hanno detto che amarti è inutile Harry.Mi hanno consigliato di starti lontana. Mi hanno detto che mi avresti portato solo guai e così è stato, ma io confido in te Harry, io ti amo."
Lo amavo come lui amava me.
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Oggi ci riprovo. >> Ero decisa, questa volta nessuno mi avrebbe fermata. Sarei stata più attenta e più veloce in modo che nessuno si sarebbe accorto di me.

Uscii dalla mia stanza facendo molta attenzione. Non volevo svegliare i miei genitori e andai in cucina muovendomi come la pantera rosa.
Erano le sei e il grande orologio giallo della cucina batteva in pieno silenzio. Attraversai il corridoio buio cercando di non inciampare nel lungo tappeto marrone o nei mobili. Arrivai alla porta e lentamente l’aprii. Un vento freddo attraversò il mio corpo facendomi rabbrividire e dopo averla chiusa alle mie spalle guardai ancora una volta, un’ultima volta, la mia casa a due piani, con il tipico stile inglese.

<< E’ ora.>>

 Sussurrai tra me e me, con l’ansia che mi stava divorando lo stomaco, con la paura di non potercela fare.
Attraversai di fretta e furia il vialetto in pietre del mio giardino e dopo aver chiuso il cancello, guardai attentamente la strada.

 Nessun pericolo.

  Sospirai.

Londra era cambiata. Era cambiata perché non era abitata. In realtà lo era, ma non da noi, non da noi essere umani. Un giorno si aprì un varco: un grande buco nero, da cui uscirono licantropi, demoni, vampiri e zombie. All’inizio erano pochi, ma chi puo’ sfuggire alla velocità di un vampiro o di un licantropo? Chi puo’ sfuggire ad un morso di uno zombie o al bacio di un demone? Nessuno e nessuno che in quel momento si trovava a Londra è riuscito a tornare a casa. Penserete che io sono pazza ad andare lì, ma lo faccio per scappare, scappare da tutto e da tutti.

Iniziai a camminare a passo svelto lungo il marciapiede per arrivare al centro di Londra, dove alcuni miei amici mi aspettavano per prendere al metro sottomarina insieme e scappare.
Il treno ci avrebbe portato in Francia. Nessuno stato o nazione del mondo aveva aiutano noi londinesi, hanno preferito lasciarci morire.

 Vidi la metro  qualche metro più avanti a me e intravidi anche Niall che mi faceva segno di andare, andare via.
Mi avvicinai aumentando il passo quando intravidi il morso di uno Zombie sul suo braccio sinistro. I suoi capelli biondi ero scompigliati e gli occhi azzurri arrossati da delle lacrime che continuavano a scendere lungo il suo viso. Stava resistendo, aveva lottato per avvisarmi, mi stava invogliando ad andarmene, che lui stesso mi avrebbe potuto far del male. Iniziai a piangere e ad indietreggiare. Non potevo, non volevo lasciarlo, ma dovevo.
Iniziai a correre, dovevo ritornare indietro,ma molti zombie già erano usciti dalle loro tane, era troppo tardi. Girai in un vicolo e mi lasciai trasportare dalle mie gambe che correvano senza una meta precisa, poi mi fermai. Vicolo ceco.

Questo è un incubo, non sta accadendo davvero. Non ho perso il mio migliore amico e non sto per morire.

Con i pugni chiusi picchiai contro il muro che mi stava vietando la vita e mi accovacciai sulle mie gambe in attesa che la morte venisse a prendermi e fu in quel momento che qualcosa iniziò a muoversi tra i cassonetti color platino, qualcosa di nero che con molta abilità si spostava, cercando di non farsi vedere.
Mi alzai di soprassalto e cercai di capire cosa fosse. Non era di certo uno zombie.
Un’ombra nera si levò dinanzi a me, avvolta da un lungo velo nero che poi sparì lasciando intravedere un giovane ragazzo, forse qualche anno più grande, dagli occhi azzurri e il capelli scuri.


<< Ciao piccola. >> Mi sussurrò girandomi in torno e osservandomi. Non era molto alto, ma comunque avevo paura di quella figura che ora mi osservava immaginandomi sicuramente come il suo pranzo di oggi. Non mi feci molti problemi nel chiedermi cos’era, ma egli ci girò in torno chiedendomi varie volte se avessi paura di lui. 
Si. Avevo tremendamente paura di lui. 

<< Sono un demone e... mi chiamo Louis.>>
Sussurrò d'un tratto avvicinando le sue labbra morbide  al mio orecchio.
Rabbrividii a quel contatto.
Non c’era, forse, morte peggiore. Continuava a ripetere se fossi nervosa, se avessi paura. Ma io non ne avevo. Non dovevo aver paura di lui, dovevo apparire forte e testarda, ma il mio tremare non lasciava intendere la mia finta calma.
<< Non sembra>>   Sussurrò ancora.
Suffiava nelle mie orecchie facendomi rabbrividire.
Persi il controllo. Gli urlai di sparire, provavo a colpirlo muovendo le braccia, ma lui se la rideva e trovava divertente che io non lo riuscissi a colpire.
Ogni volta si dissolveva per poi apparire da qualche altra parte.
<< Mi sono stancata! >>  Urlai, soffocata, ormai ,da un pianto irrefrenabile.

Lo sentii dietro di me e sentii sussurrare il suo “anche io”.

Louis, portò il suo braccio destro intorno al mio collo, stringendolo,quasi soffocandomi.
Provai a liberarmi, ma era troppo forte per me ed io ero troppo debole.

<< La tua anima è così pura ed impaurita. Perché dovrei lasciarti andare? Sei così buona. >>

 Appoggiò le sue labbra sul mio collo e le trascinò fino alla mia guancia,lasciando una scia umida e leccando quelle poche lacrime che avevano, ancora, il coraggio di scendere lungo il mio viso.

Era arrivata la fine.

Mi stavo arrendendo, non sarei potuta scappare dalla presa di un demone,ma all'improvviso una forte luce bianca si fece strada tra i vicoli, fino ad arrivare a noi. Non riuscivo a capire cos’era. Era forte, accecò sia me che Louis che pronunciò qualcosa,qualcosa riferito agli angeli, ma non capii.

Un angelo non poteva esser venuto a salvarmi.

Caddi a terra, il demone era scomparso.

Ancora un po' incosciente aprii gli occhi e li roteai per il forte mal di testa che mi aveva colpito. Qualcuno mi si avvicinò e mi trovai davanti un ragazzo moro, alto e muscoloso. Aveva i ritratti di un cucciolo di cane e un po' di barbetta che gli spuntava sulle guance. Una luce bianca, forte, come quella nel vicolo lo avvolgeva.

<< Hey Evelyn ti sei svegliata >>
Sorrise questo ragazzo dagli occhi scuri.

Spaventata mi scostai da lui e solo dopo avermi guardato in torno capii di essere in camera mia.
Gli chiesi cosa fosse, se era li per aiutarmi. Avevo ancora paura, paura che qualcun altro potesse farmi del male.

<< Non aver paura di me. Sono il tuo angelo custode, piacere, Liam. >>
Sorrise nuovamente porgendomi la mano che io strinsi un po' incerta.
Il suo sorriso  ti ispirava fiducia, che ti faceva dimenticare le cose brutte e ti apriva un nuovo mondo luminoso.
Non ci volle molto tempo ad abituarmi alla presenza di Liam al mio fianco. Anche se mi vietava di uscire da sola, lo faceva solo per il mio bene. Ormai non riuscivo a frequentare nemmeno la scuola, ma una donna di nome Alicia, nonché professoressa di matematica, aprì la sua casa come scuola, accogliendo noi poveri adolescenti, che avevamo diritto almeno ad una vita sociale.


SPAZIO AUTRICE. 

CIAO RAGAZZI. 
QUESTA E' LA MIA PRIMA FF E VORREI LA LEGGESTE IN TANTI. CONTINUO AL PIU' PRESTO. 
FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE CON UNA RECENSIONE. 

BACI <3

MAR.

       

  
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