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Autore: _ayachan_    10/01/2008    17 recensioni
Naruto e Sakura: il giardino dell’Eden; i fratelli Uchiha: il serpente e la mela… Il peccato originale: il tradimento.
"Tutto ciò che credevo sicuro, si sgretolerà tra le mie mani...
Il mio passato, il mio presente, e il mio futuro...
Chi sono io?
Naruto o Kyuubi?"

[Pairing: cambieranno in corso d'opera, anche drasticamente! Threesome, in ogni caso. Molte]
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'eroe della profezia' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Naruto-44

Capitolo quarantaquattresimo

L’unico uomo



Shikamaru arrivò a Suna in meno di tre giorni, rischiando per questo un infarto. Quando raggiunse le alte mura rossicce che circondavano il villaggio, i ninja di guardia insisterono per farlo sedere all’ombra e dargli un integratore vitaminico, convinti che altrimenti avrebbero avuto il suo cadavere sulla coscienza; lui provò a rifiutare, ma la corsa attraverso il deserto lo aveva sfiancato al punto che non riuscì ad opporsi. Fu quindi costretto a perdere mezzora per riprendersi, circondato dai ninja che tiravano un sospiro di sollievo, e poi qualcuno ebbe la bella idea di chiedergli cosa ci facesse nel Paese del Vento.
«Se cerchi l’Hokage, non è ancora tornato dal tuo villaggio» gli fecero notare.
«Lo so» rispose lui, svuotando in fretta la seconda brocca d’acqua e rialzandosi in piedi. «Sono qui per un’altra faccenda. Grazie per l’ospitalità, ma adesso devo proprio andare»
Le guardie lo lasciarono partire, senza fare commenti, ma quando fu fuori portata d’orecchio, tutte e due ghignarono.
Shikamaru Nara era diventato famoso a Suna. E se non era lì per un messaggio o una missione urgente... allora era lì per una persona.
«Dici che torna vivo?» chiese uno dei due ninja.
«Io punto sul no» rispose l’altro.
«Vada per il sì, per me»
Si strinsero la mano, senza rancore.
Per quel che li riguardava, c’erano esattamente le stesse possibilità che il ragazzo vivesse o morisse.
L’ignaro, però, non poteva saperlo; e neppure gli interessava. Corse attraverso Suna, ignorando la sua anima pigra che si lamentava per l’eccessiva attività fisica, fino a raggiungere il palazzo del Kazekage. Un mese prima avrebbe dato un braccio per non raggiungerlo mai, e ora invece avrebbe voluto abitarci di fianco.
Arrivato all’ingresso, si fermò e riprese fiato, asciugandosi il sudore dalla fronte.
«Cerco... Temari» ansimò, maledicendosi perché non sapeva già dove trovarla.
Vide un brillio furbo negli occhi delle guardie, e capì che svelare la sua meta così in fretta lo avrebbe portato un passo più vicino alla morte, dato che Temari aborriva lo spargersi della notizia dei loro ‘rapporti stretti’ – e glielo aveva fatto capire chiaramente quando aveva scagliato il comodino oltre il letto, diretto alla sua testa.
Ma morire gli sarebbe anche andato bene, se prima l’avesse vista.
Al momento sembrava un pensiero dotato di una sua logica.
«In teoria non dovremmo dirtelo...» sussurrò una guardia in tono cospiratorio, facendosi più vicina. «Ma è a casa sua, da quella parte» indicò una via traversa. «Prosegui per trecento metri, poi, sulla destra, vedrai una grande casa rossa. Non puoi sbagliarti, sopra la porta è scolpito il simbolo della Sabbia»
Ah già.
Ovviamente, se stava male, non poteva essere al palazzo del Kazekage.
«Grazie» bofonchiò, sentendosi discretamente stupido, e si avviò lungo la strada che gli avevano indicato.
Sì, ecco, ora c’era un problema.
Nei due giorni e mezzo che aveva impiegato per arrivare fin lì si era immaginato mille volte e in mille modi diversi il suo incontro con Temari. Ma avveniva sempre, invariabilmente, nel palazzo del Kazekage.
Insomma, non era preparato alla sua casa.
In più ci si mettevano anche le parole di Ino, che all’improvviso gli rintronavano in testa, e il suo coraggio veniva meno.
«Sei un idiota, perché lei non ti ama!»
Forse era vero.
Forse era davvero un idiota, e lei non lo amava.
Ma in fondo non importava.
«Sono io che ho bisogno di andare là e vederla»
Era lui che voleva vedere Temari.
Nel palazzo del Kazekage o a casa sua, alla fine era irrilevante. Lui voleva vederla.
Aumentò il passo, scrutando attentamente ognuna delle case sulla destra.
Cento metri.
Accidenti, erano tutte rosse.
Duecento metri.
Ma quella del Kazekage doveva essere più grande delle altre, la sua famiglia aveva sfornato ben due capi villaggio, i soldi avrebbero dovuto uscirgli dal... da tutte le parti.
Trecento metri.
Perché, perché si perdeva in pensieri cretini?
Quattrocento metri.
Ehi.
Era mica quella indietro?
Shikamaru fece dietrofront in fretta, e si accorse che in effetti aveva oltrepassato l’immensa casa rossa con la clessidra scolpita al di sopra della porta. Si diede dell’idiota, e si fermò davanti all’ingresso.
Inspirò a fondo.
«Razza di imbecille che non sei altro! Dovevi proprio aprirla quella porta, eh?! Non potevi svegliarmi e avvisarmi, no! Dovevi fare il figo con la donna nel letto! Sei un demente! Un minorato mentale! E ancora più stupida sono io che ti ho dato retta! Non farti vedere mai più davanti ai miei occhi, o la prossima volta ti tiro dietro il ventaglio! E non sto scherzando!»
No. L’ultimo ricordo che aveva di Temari non lo incoraggiava.
Poteva sperare che fosse tanto malata da non riuscire a sollevare pesi?
Deglutì a vuoto.
Avanti Shikamaru” si disse. “Cerca di ricordare come fa tuo padre a cavarsi dagli impicci con mamma...”
Scappando.
Beh... sarebbe stata una buona opzione...
...Ma lui non poteva scappare, quella volta. Non voleva farlo.
E allora non gli restava che andare avanti a testa alta, e sperare in un’illuminazione geniale al momento opportuno. Desiderò intensamente che i suoi duecento punti di Q.I. sprizzassero scintille come un fuoco d’artificio.
Sulla porta della casa rossa c’era un grande batacchio pesante, scolpito ancora una volta a forma di clessidra, e lui lo usò per bussare. Il suo colpo rimbombò all’interno, tanto forte da essere udito anche fuori, e si spense in un’eco profonda.
La serratura scattò.
La porta si aprì silenziosa, senza cigolare.
Sulla soglia comparve una graziosa domestica, che gli rivolse un sorriso cortese e chiese: «Sì?»
All’improvviso, Shikamaru si sentì la bocca completamente secca.
«Ehm... Temari» riuscì ad articolare alla fine, e quando vide negli occhi della cameriera lo stesso brillio di comprensione degli altri ninja, desiderò sprofondare fino all’inferno, in quel preciso istante e per sempre.
«Oh, entri, entri pure» cinguettò la ragazza, facendosi da parte. «La signorina Temari è in casa, gliela chiamo subito»
«Ehm... no, aspetta» la fermò lui. «Forse è meglio se mi accompagni da lei... non andare sola»
Non ti voglio sulla coscienza”
La domestica arrossì di piacere alla proposta, ansiosa di tendere l’orecchio e poter distribuire notizie fresche a chiunque fosse disposto ad ascoltarla, e fece strada a Shikamaru tutta contenta.
«In questo momento dovrebbe essere nella sua stanza» spiegò salendo le scale in marmo lucente. «Ultimamente ci passa un sacco di tempo, la vedo uscire così di rado...»
Quindi la notizia della malattia non è di pubblico dominio?” si chiese lui seguendola. Ad ogni gradino il suo cuore accelerava un po’ di più, minacciando davvero di fermarsi per sempre, e le sue orecchie smisero di ascoltare le chiacchiere vuote della domestica quando raggiunsero il primo piano e iniziarono a percorrere il corridoio.
Alla fine, com’era ovvio, si fermarono davanti a una porta assolutamente anonima, uguale a tutte le altre.
E fu lì che Shikamaru iniziò a pensare di aver fatto un grosso errore.
La domestica alzò il pugno per bussare, ma lui la fermò.
«Ehm...» si schiarì la voce. «Per caso... Temari tiene quel suo grosso ventaglio in camera?»
«Ma certo»
«Oh. Allora, quando avrai bussato, fatti indietro»
La ragazza gli lanciò un’occhiata perplessa, ma il desiderio di scoprire come si sarebbero evolute le cose era più forte di ogni altra cosa, e così bussò delicatamente.
«Signorina Temari? C’è un ospite per lei»
Dall’interno provenne il suono ovattato di una sedia che si sposta, e poi passi quasi impercettibili.
Shikamaru vide la maniglia della porta abbassarsi con un misto di orrore e trepidazione, e fece spostare la cameriera un poco più indietro.
Infine, la porta si aprì.
E se la trovò davanti.
Gli occhi di Temari erano esattamente uguali a quelli che ricordava, grigio-verdi e dalle ciglia lunghe, e i capelli erano raccolti come al solito, biondi e crespi.
Strano.
Non sembrava particolarmente pallida, o sbattuta, o dimagrita.
Anzi, a voler essere pignoli gli sembrava in salute più che ottima, come se fosse appena tornata da un centro di bellezza.
Ebbe meno di un secondo per ammirarla.
Poi la porta gli fu sbattuta in faccia.
Shikamaru sospirò.
«Sign...!» tentò la domestica, delusa dalla prematura fine del suo aneddoto per la comunità, ma lui tese una mano e le fece segno di stare zitta.
«Ora puoi andare, ci penso io» borbottò.
La luce negli occhi della ragazza si riaccese, insieme a una vena di nuova ammirazione. «Ehm... buona fortuna!» sussurrò emozionata, e lui rispose che gliene sarebbe servita parecchia.
Bussò piano, quasi stancamente.
«Temari? Sto per entrare» avvisò, e, cauto, aprì uno spiraglio.
Attese la bomba a mano, ma quella non venne. Allora, leggermente riconfortato, ebbe il coraggio di aprire del tutto ed entrare.
La stanza era grande ma semplice, essenziale; c’era un letto dalle coperte color ocra, un armadio, una scrivania. Sul piano di legno antico c’era un foglio mezzo scritto, e la sedia era spostata, con il risultato che andava a piegare un angolo dello spesso tappeto che copriva il pavimento. Tutto lo stile, in generale, era riconducibile a quello dello studio del Kazekage.
Temari in quel momento stava transitando dall’armadio al letto con aria corrucciata, e sulle coperte c’era una valigia aperta.
«Che stai facendo?» le chiese Shikamaru, richiudendo la porta e – madornale errore – dimenticando di controllare che la cameriera se ne fosse andata davvero.
«Mi sembra evidente» rispose lei aspra, cacciando un mucchio di vestiti nella valigia.
«Vuoi andartene? E dove?»
«Dove? Oh, non importa!» prese l’unico peluche nella stanza, appoggiato al cuscino, e lo ficcò malamente tra una maglietta e un reggiseno. «Ma suppongo che dovrò scappare, una volta che avrò ucciso il Kazekage e il suo nobile fratello»
Shikamaru faticò, faticò davvero a trattenere il sorriso. Ad ogni istante che passava gli sembrava decisamente meno malata che mai, e la cosa... era esilarante, a ben vedere.
Anche se sapeva che lei stava probabilmente fingendo.
«Solo perché Kankuro me lo ha detto?» ribatté, infilando le mani in tasca.
«Gli avevo espressamente vietato di farlo. Gli avevo detto che non volevo, gli avevo detto che se ti fossi presentato davanti ai miei occhi avrei ucciso te e lui... ma quello fa sempre di testa sua. Anche quando avevo quattro anni e mi piaceva quel bambino, lui si è messo in mezzo e ha rovinato tutto!» prese una manciata di kunai e li gettò sopra i vestiti e il tigrotto di pezza. «Ah già, dovrò far fuori anche te» ricordò all’improvviso.
Shikamaru sbuffò, di umore molto più leggero. Era sopravvissuto al primo incontro, e lei parlava di ucciderlo ma non degnava di un’occhiata i kunai nella valigia... le previsioni sembravano abbastanza rosee.
«Sei sempre la solita super-donna, eh?» commentò, studiando con interesse i suoi tentativi di richiudere la valigia che esplodeva. «Vuoi fare tutto da sola, superare tutto da sola... Ma non sei sola»
Si avvicinò, la scostò gentilmente, e si piegò sulla valigia. «Io... capisco che sia difficile» disse, sforzandosi di far combaciare i bordi e le cerniere. «Cambierà tutto, Kankuro me lo ha detto... ma non devi dimenticarti di me. Io ci sarò sempre, e...» piccola pausa per uno sforzo maggiore, il primo centimetro di cerniera. «...anche se questa malattia dovesse sfigurarti, o... avere danni permanenti... io sarò sempre al tuo... fianco! Oh! Fatto!»
Shikamaru si raddrizzò, e contemplò soddisfatto la sua opera: le cerniere della valigia sembravano sul punto di cedere e la stoffa era bitorzoluta e tesa, ma era indubbiamente chiusa.
A quel punto si voltò verso Temari.
«Mi permetterai di restarti vicino?» le chiese, serio, e non gli sarebbe importato, anche se lei non lo avesse amato. Voleva solo starle accanto.
Lei lo fissò ad occhi spalancati.
Aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse. Incrociò le braccia sul petto, gesticolò a vuoto, tornò a incrociarle. Lo oltrepassò, arrivò alla scrivania, prese il foglio che stava scrivendo, lo rimise giù, e raggiunse l’armadio.
Mentre Shikamaru si chiedeva se la sua malattia non compromettesse l’uso della ragione, lei si voltò bruscamente e lo fissò, con sguardo indagatore.
«Esattamente... che cosa ti ha detto Kankuro?» chiese in tono casuale.
«Ehm... che eri malata...» rispose lui, improvvisamente insicuro. «...Che non saresti guarita, che la tua malattia si sarebbe trascinata per tutta la vita... che non saresti mai più stata la stessa...»
Temari sbatté le palpebre, e poi chinò la testa, una mano a coprire gli occhi.
«Quella testa di...» mormorò, e l’ultima parola andò persa nel borbottio. Lentamente, risollevò il capo e inspirò a fondo.
«Shikamaru. Io non sono malata. Sono incinta»
E in quel momento le cerniere della valigia cedettero, e i kunai volarono da tutte le parti, insieme ai vestiti e al malcapitato tigrotto di peluche.


Da tre giorni non lo vedeva.
Da quell’infausto abbraccio che stava per trasformarsi in bacio, Sakura si era tenuta lontana dalla stanza di Sasuke. Aveva passato tutto il suo tempo nel laboratorio al pianterreno, aveva sintetizzato un nuovo, blando calmante, e ne aveva prodotto in quantità industriali. Aveva studiato le analisi dell’Uchiha, ne aveva fatte altre, aveva provato a fare ragionamenti strani per arrivare a una nuova soluzione, e aveva anche passato tante ore a fissare il cielo fuori dalla finestra, con la testa completamente vuota.
Ma questo né Sasuke né Naruto potevano saperlo.
Il biondo non poteva sapere nemmeno dell’abbraccio.
Eppure, nella stanza dell’Uchiha all’ultimo piano dell’ospedale, l’atmosfera era molto più che gelida.
«Mi sembra che tu stia meglio» commentò Naruto, a qualche passo dal letto.
«Sì» rispose Sasuke, senza staccare gli occhi dal libro che stava posato sulle sue ginocchia, e che trattava di economia.
«Le cure di Sakura hanno effetto, eh»
A quelle parole l’Uchiha si irrigidì impercettibilmente, e lui lo notò.
«Mh...» mormorò vago, stringendosi nelle spalle.
Naruto rimase in silenzio per qualche istante, ad occhi bassi.
Da quando Sasuke era tornato a Konoha, ormai quasi due mesi prima, in sua presenza non aveva mai fatto o detto nulla che lasciasse intendere che stava con Sakura. Non un gesto d’affetto, non un cenno di troppo, sempre la distanza giusta e il tono giusto.
Nemmeno lui sapeva perché l’aveva fatto.
Forse perché inconsciamente sapeva che Sakura si sarebbe trovata a disagio, o forse... perché aveva paura di scoprire la reazione di Sasuke.
Ma quel giorno aveva bisogno di conoscerla.
Sentiva che era la chiave di tutto.
«Sai... io e Sakura stiamo insieme» disse, studiando l’Uchiha di sottecchi. «Lei vive con me»
Sasuke smise di far scorrere gli occhi sulla pagina.
Sapeva benissimo che Naruto e Sakura stavano insieme, era stata lei stessa a dirglielo. Ma probabilmente Naruto non ne era al corrente, e quindi si aspettava una reazione.
«...Ah sì?» disse, cercando di mantenersi più neutro possibile, e riprese a leggere.
«Sì» replicò Naruto, con forza. «Io la amo. E anche lei mi ama»
«Ah... bene» un commento vago, disinteressato.
«Anche tu dovresti innamorarti di qualcuno, velocizzerebbe la tua guarigione»
Sasuke fece un sorriso sprezzante, e alzò gli occhi neri a incontrare i suoi azzurri. «Stai suggerendo una delle infermiere?» chiese sarcastico. «Non ce n’è una che meriti anche solo di essere guardata...»
«E tra i dottori?» insisté Naruto, cercando il minimo segno di colpevolezza come un drogato è alla ricerca del tormento dell’ago che penetra nella carne.
Sasuke lo fissò, in silenzio. «Dove vuoi arrivare?» chiese dopo alcuni lunghi secondi. «Gli unici dottori che si occupano di me sono Sakura, la donna dai capelli scuri e l’Hokage»
Altro silenzio, altra pausa.
«...Vuoi sapere se mi sto innamorando di lei, Naruto?»
Un muscolo guizzò sul collo del biondo, che pure rimase impassibile.
«Ti stai innamorando di lei?» chiese, freddo. Non c’era bisogno di fare il nome di Sakura per sapere di chi parlavano.
Sasuke sostenne il suo sguardo, senza rispondere. Poi, abbassò di nuovo gli occhi sul suo libro. «Non dire stronzate» mormorò. «Io non ho bisogno di innamorarmi di nessuno. Ora ho altre preoccupazioni più pressanti»
Naruto abbassò le palpebre, incerto.
Doveva credergli? Il suo tono era stato perfetto, indifferente e un po’ seccato... ma le sue esitazioni? Da dove uscivano quelle? Erano normali?
«...Va bene» disse piano.
Per quel giorno gli avrebbe creduto. Perché lui era Sasuke, e avrebbe creduto a qualunque cosa fosse uscita dalla sua bocca.
E anche... perché aveva detto esattamente le parole che voleva sentire.
«Ora devo andare, c’è una missione che mi aspetta» proseguì, di umore più leggero. «Tu continua a migliorare, la settimana prossima voglio sfidarti»
Gli sorrise, e con un cenno se ne andò, accantonando lo strano comportamento di Sakura e tutti i suoi timori.
Non sentì il gorgoglio basso nel suo stomaco, come le fusa di un grosso, grosso felino...
Sasuke, dal letto, aspettò che la porta si richiudesse e smise di muovere gli occhi sulla pagina della quale non capiva nulla.
Si passò una mano tra i capelli, stringendo i denti.
«Ti stai innamorando di lei?»
Lui l’aveva abbracciata, sì. Aveva provato a baciarla.
Ma era stato respinto.
Non aveva tempo per l’amore. Ora la sua unica preoccupazione doveva essere la salute, e il marchio maledetto che lo corrodeva... perché lui aveva un obiettivo.
Di nuovo, dopo tanto buio, aveva un obiettivo... ed era la cosa più importante di tutte.
Eppure, l’immagine di quell’illusione non se ne andava...


Il tigrotto di peluche era più morbido del previsto.
Nell’esplosione della valigia era volato fino al soffitto e gli era caduto in testa, e ora stava in bilico sul ciuffo ad ananas, con la coda che cadeva penzoloni sul suo naso.
Shikamaru non si diede la pena di spostarlo.
Immobile, rigido come un pezzo di legno, fissava Temari; e il mondo gli cadeva addosso.
Un bambino.
Che cresceva dentro di lei.
Oh, sicuramente Temari non sarebbe più stata la stessa. Sicuramente sarebbe cambiata ogni cosa. Sicuramente se lo sarebbe portato dietro tutta la vita... Kankuro, in fondo, non aveva mentito.
«...Di chi è?» chiese piano.
Un lampo di irritazione passò nello sguardo di lei. «E’ mio, solo mio. Non ti preoccupare, non ho la minima intenzione di obbligarti a prendertene cura, anzi non ne voglio sapere niente. Passare il resto della mia vita con te? Non riesco a immaginare futuro peggiore!» sbottò sprezzante, parlando un po’ troppo in fretta.
«Stai dicendo... che è nostro figlio?» domandò Shikamaru con un filo di voce, e se il mondo tornò a reggersi da solo, questa volta fu il terreno a scomparire da sotto i suoi piedi. «No» disse, come un automa. «No, non è possibile... abbiamo sempre usato tutte le precauzioni, non può...»
Lei sollevò un indice, interrompendolo.
«Mi spiace deluderti» sibilò. «Ma c’è stata una volta in cui non abbiamo pensato alle conseguenze. Un’unica, stupida volta... in cui tu hai voluto fare il grand’uomo e ti sei lasciato travolgere dalla passione contro il muro del palazzo del Kazekage»
I ricordi di quella notte tornarono a Shikamaru confusi, avvolti in una nebbia di piacere che distorceva tutto.
Possibile?
Era stato davvero tanto idiota?
«Ma... ne sei assolutamente certa?» chiese smarrito. «Non... non c’è stato nessun altro... nessuno che...?»
«Solo tu» rispose lei, e il suo tono era... ferito. «L’unico maledetto uomo della mia vita...» mormorò. «...E a quanto pare ho scelto anche male»
Distolse lo sguardo, e con la scusa di recuperare un reggiseno volato sull’armadio gli diede le spalle.
Sentiva un nodo in gola, gli occhi le bruciavano.
Aveva sempre avuto un ciclo perfetto, regolare come un orologio, e aveva sempre capito quando era malata e quando c’era qualcosa che non andava nel suo corpo.
Tre giorni dopo aver cacciato Shikamaru dalla sua stanza tra urla e insulti, c’era stato il ritardo.
E ora, a due settimane dalla famosa notte, era assolutamente certa di essere incinta.
Non aveva bisogno dei risultati delle analisi, lei lo sapeva. Lo sentiva. Se chiudeva gli occhi poteva vedere un puntino minuscolo che palpitava dentro di lei, sempre più grande ora dopo ora, e poteva immaginare come sarebbe stato nove mesi dopo, con tutte le sue ditina, e gli occhi grandi, e la bocca socchiusa...
...Lei lo vedeva.
E lo amava.
Lo aveva amato dal primo istante in cui ne aveva avuto il sospetto.
Nemmeno per un istante aveva pensato di liberarsene, anche se avesse significato crescerlo da sola.
Aveva avuto paura di dirlo a Shikamaru.
Era successo tutto così all’improvviso, dopo la lite a Suna... con che faccia poteva ripresentarsi davanti a lui e dirgli “prenditi le tue responsabilità di padre”?
Non ci sarebbe mai riuscita.
Il pigro, l’adolescente, immaturo Shikamaru Nara... Che prendeva in mano la situazione e cresceva all’improvviso, per essere padre.
Non sarebbe mai successo.
Mai, nemmeno nei suoi sogni più fantasiosi.
Aveva confessato a Gaara e Kankuro di essere incinta, perché loro erano la sua famiglia e dovevano sapere, ma nessun altro ne era a conoscenza.
E Shikamaru non avrebbe mai, mai dovuto scoprirlo...
...Così lei si sarebbe evitata la scena penosa che invece stava vivendo.
Lo aveva chiesto, ai suoi fratelli. Quando il più piccolo se ne era uscito con la proposta improvvisa di fare una riunione a quattr’occhi con Tsunade, lei li aveva avvertiti: “provate soltanto ad avvicinarvi a lui per dirglielo, e io giuro che vi uccido, incinta o meno”
Ma naturalmente non l’avevano ascoltata.
Probabilmente nutrivano un po’ troppa fiducia in Shikamaru... molta più di quanta ne meritava, se il suo primo commento era stato ‘di chi è?
E dire che gli aveva detto tante volte che lui era l’unico, che era speciale... pensava che lo sapesse, che lo avesse capito...
...La notte in cui l’aveva spinta contro il muro, la notte che li aveva portati a quel punto, era stata felice.
Per una volta, per la prima volta, aveva pensato che finalmente era riuscita a risvegliare il suo interesse, che non era solo lei a voler stare con lui, che per lui... contasse qualcosa.
Ma non aveva capito niente.
Di Shikamaru Nara, lei non aveva capito niente.
Asciugò in fretta le lacrime, lottando perché i singhiozzi non la tradissero, e continuò a raccogliere i vestiti sparsi per la stanza dandogli le spalle. Arrivata alla scrivania, vide che un kunai si era conficcato nella lettera che stava scrivendo prima che lui arrivasse.
Una lettera per lui.
Una lettera che non aveva intenzione di mandare, ma che l’aveva fatta stare un po’ meglio... finché non si era presentato alla sua porta, in carne ed ossa.
«Io...» mormorò Shikamaru a quel punto, con una voce strana che non gli apparteneva. «...Ho bisogno di tempo per pensare»
Lei, che aveva trattenuto il fiato quando lui aveva iniziato, chiuse gli occhi.
Tempo...
...Significava che non sarebbe più tornato.
«Vattene» disse, posando le mani sulla scrivania. «Vai al tuo villaggio»
«Quando avrò riflettuto su tutto quanto, tornerò» ribatté lui, avvicinandosi alle sue spalle. «Te lo prometto»
Lei sorrise amara, senza dire nulla, perché se avesse parlato la voce incrinata avrebbe svelato che piangeva.
Shikamaru tese una mano verso la sua schiena, esitante... poi la ritrasse, e se la passò sul viso tirato.
«Ciao...» la salutò, e uscì dalla stanza.
Temari rimase sola, lei e il suo bambino, lei e la creatura che avrebbe cresciuto senza l’aiuto di nessuno. Sarebbe stata forte, per il bene di lei o di lui, avrebbe lottato e sarebbe andata avanti.
Ma ora... almeno per un attimo... ora che quella piccola luce era soltanto un puntino lontano... voleva essere debole.
Voleva piangere.
Voleva Shikamaru e voleva un’altra realtà.
Non voleva essere sola.

Shikamaru scese le scale di marmo con la testa che girava.
Non sapeva che diavolo pensare, non riusciva a fare due più due, figurarsi a riflettere su una cosa simile.
Temari era incinta. Di suo figlio.
Da qualche parte, nel suo corpo, una nuova vita stava crescendo silenziosamente... e lui ne era il responsabile. Lui, per una notte di piacere, aveva creato un nuovo, minuscolo essere vivente... che un giorno lo avrebbe chiamato papà.
Forse.
Forse?
Cos’era quell’esitazione?
Si fermò, al penultimo gradino.
Lui era il padre di quel bambino. Aveva delle responsabilità. Non poteva permettersi i ‘forse’. Non esistevano, per lui.
D’altro canto...
...Un bambino...
Un bambino era una grande, grandissima responsabilità. Un po’ troppo grande per un ragazzo pigro e mai cresciuto.
Se non fosse stato in grado di essere un buon padre?
Il pensiero lo colpì come un pugno in pieno stomaco, togliendogli il respiro.
C’erano troppe cose che non sapeva... era stupido, infinitamente stupido. Con che coraggio avrebbe potuto dire a un bambino cosa era giusto e cosa era sbagliato? Come gli avrebbe insegnato a vivere, se non lo aveva capito neanche lui?
Si passò una mano sul viso, e la sua testa prese a pulsare dolorosamente.
Doveva tornare a casa.
Parlarne con suo padre, con il maestro Asuma, con Choji, persino con Naruto... Ascoltare i pareri degli altri lo avrebbe aiutato a capire cosa fare.
Fece gli ultimi due gradini, e fu nell’atrio. Dal momento che la domestica non si vedeva da nessuna parte, decise che avrebbe aperto la porta da solo, pur di non perdere altro tempo, e posò la mano sulla maniglia lucente.
«...Te ne vai?» gli chiese una voce fredda all’improvviso.
Un brivido corse lungo la sua schiena. Non si voltò, ma chinò il capo.
«Ho bisogno di riflettere» mormorò. «E per farlo devo parlare con qualcuno»
Silenzio alle sue spalle.
Shikamaru ricordava com’era fatto l’ingresso, e a giudicare dall’eco della voce, poteva immaginare cosa ci fosse dietro la sua schiena: c’erano le scale che si snodavano verso l’alto, preziose e imponenti, e, al di sotto, una zona d’ombra. Lì, molto probabilmente, stava Gaara, sesto Kazekage del villaggio della Sabbia.
La sua mente si rifiutava di immaginare la sua espressione: il tono della voce era sufficiente, e la memoria lo riportava all'esame di selezione dei chunin di sei anni prima, a una scena da incubo nell'ospedale della Foglia...
Quando era arrivato?
«...Non metterci troppo» una minaccia, nient’altro che una minaccia, e neanche velata. «E... attento a cosa decidi»
Un fruscio.
Shikamaru fu sicuro che, se si fosse voltato, non avrebbe più trovato Gaara alle sue spalle.
Ma non rimase ad accertarsene.











Nel prossimo capitolo:

«Però io... non so cosa devo fare. Da un lato vorrei occuparmi di ogni cosa, dirle che penserò a tutto e che andrà bene, e dall’altro la sola idea mi terrorizza. Ho parlato con il maestro Asuma, con Choji, con Naruto... ognuno di loro mi ha detto una cosa diversa, e tutti sembravano convinti che alla fine dovrei farmi carico del bambino. Ma io non so se sarò un buon padre, non so come andranno le cose, non so nemmeno se Temari mi vorrà più... e in questo momento la mia testa rischia di scoppiare, e non dormo non so da quante ore, e tu sei la mia ultima spiaggia, papà. Dimmi cosa devo fare»









*      *     *   *    ȣ    *   *     *      *


Spazio autore

Altro capitolo che mi suona "strano", e non so davvero perché!
Inizio ad essere preoccupata... spero che sia solo colpa del fatto che sono un po' stanca, in questo momento.

Comunque, la malattia di Temari non era proprio una malattia.
Complimenti a tutti voi che lo avete indovinato (anche se non era così difficile)!
La domanda che voglio farvi, però, è...
ma siamo proprio sicuri che sia incinta?
Cioè, lei ne sembra convinta, ma non abbiamo esami, test, nulla di nulla...
...ci sarà da fidarsi del suo istinto?

E finalmente Sasuke ha sentito anche dalle labbra di Naruto della sua storia con Sakura,
e nonostante tenti di convincersi che non ha tempo per l'amore, quell'immagine non se ne va...
Forse avrete pensato che l'inserto su loro due fosse soltanto un'interruzione bastarda per creare suspance dopo la rivelazione della gravidanza,
ma in realtà sappiate che è tutta la faccenda di Temari e Shikamaru ad essere l'inserto.
Al centro dell'azione, nella mia testa, c'è sempre il magico trio...
...e, in questo momento, avevo bisogno che passasse un po' di tempo! XD
Non a caso, Sasuke tornerà a farsi vivo anche nel prossimo capitolo!

Attenzione attenzione, è stata inaugurata una nuova sezione nella mia pagina personale!
Ovvero...
Coming soon
Uhuhuh...

harryherm: a te l'onore (?) della prima risposta! Che dire? Il "sentore" era fondato, Temari è incinta (ne è convinta, se non altro)! Mi fa piacere che ti sia riuscita sopportabile in questa fic, a quanto pare è un "problema" comune... anche Sasuke, che pure sta sulle balle persino a me, risulta quasi simpatico! XD Ino, ahimè, avrà anche lei il suo momento di gloria (tutti ce l'hanno in questa fic, o quasi...), e l'emoboy, purtroppo, NON schiatterà per i sedativi... Cioè, se deve schiattare lasciagli almeno una morte più degna! XD (o più infima, chissà...) Mi chiedi a che punto siamo di Sinners, eh? Uhm... a buon punto, direi. Tra qualche capitolo ci sarà l'avvenimento principale di tutta la storia (quello che le dà il titolo), e poi le sue conseguenze, e la fine. Il problema sono le vicende di contorno, che devono raggiungere la loro naturale conclusione (e mi riferisco in particolar modo a ciò che riguarda Tenten, Neji, Hinata, Kiba, Ino, Sai e Kakashi)... e che probabilmente finiranno per dilatarmi qualche capitolo... ç_ç Facendo una previsione ottimistica, dovrei aggirarmi attorno ai 60 capitoli. Probabilmente andrò oltre... T__T In ogni caso... staremo insieme a lungo... uhuhuh...
killkenny: queste frecciatine, eh... "e chissà quante altre"... vedi lontano, eh? ^_*
1992: un'altra che ha previsto la dolce attesa di Temari, eh? XD Sarà merito della gioia provata nel vedere l'umiliazione di Sasuke e Ino? Chi può dirlo? Oh no, la tua demenzialità mi mancherà terribilmente! (sto, ovviamente, esagerando...) Come camperò fino al prossimo capitolo?? (camperò benissimo, credimi! Un po' depressa, ma indubbiamente viva! XD)
arwen5786: ebbene, signorina, alla fine la nostra Temari è in (presunta) dolce attesa! Ci avevi preso, visto? Ma non potevo aspettarmi altro, dai! Solo Shikamaru non ci è arrivato! XD Ino, povera crista, al momento non può intralciare un bel niente. Tornerà a farsi viva tra qualche capitolo, ma chissà in che toni... Eh, nessuno più di me si deprime per gli effetti devastanti di Sasuke... povero Narutino mio bello, perché ti tratto così male?? Meno male che avrai la tua rivincita! *_* Posso con assoluta certezza garantirti che Rin si è levata completamente dalle scatole! U_U Dal momento che ne resterà solo una, ho dovuto iniziare a sfoltire il gruppo... (sì, lo so che alla fine Kakashi sarà tuo, lo so... anche lui è piuttosto incline a questa piega degli eventi, sai?) Ohoh, visto che particina ha avuto il bel Gaara? Un po' di vecchio e sano terrore in corpo al nostro Shika... uhuhuh... come ai tempi dell'esame per chuunin! (prima della fine della fic, la sua immagine di Duro e Freddo verrà biecamente demolita dalla sottoscritta! XD)
Veleno94: come ho già detto più o meno a tutti, io AMO le recensioni-fiume! XD Anche perché se voi lettori commentate tanto, io rispondo tanto, e posso sbizzarrirmi con i miei pseudo-spoiler ingannatori! (imparerai a conoscerli... uhuhuh...) Il personaggio di Itachi mi è troppo caro per lasciarlo sadico bastardo e basta. Cioè, è una persona intelligente, no? Malvagio, ma intelligente. E mi rifiuto di credere che la sua personalità sia così "piatta" da poter essere definita con un'unica parola! U_U Visto che questa è una long-fic, ho avuto la possibilità di analizzarlo un po' più a fondo, e me ne sono ampiamente approfittata! XD (tranquilla, non ti chiamerò mai pazza finché mi dirai che i miei personaggi ti sembrano "umani"! Anzi, potrei inchinarmi e adorarti... XD) Ahh, la parte di Obito... per scriverla ho usato una canzone su cui normalmente sputerei, da quanto è melensa, e mi sono anche riletta la parte del passato di Kakashi... ç_ç Però ci tenevo, perché io Obito lo amo! (confesso che, se un giorno avrò tempo e voglia, è nei miei piani scrivere qualcosa su di lui...) Sai che giusto ieri stavo rimuginando su Shikamaru? E mi sono detta: ma quale Ino, quale Temari... nella sua testa c'è sempre stata un'unica persona! Però... non ti dirò chi, perché avrei una mezza idea di cavarne una one-shot...! XD Non sia mai ch'io rovini la sorpresa! Purtroppo anche questa volta il magico trio è comparso poco, e, fino al capitolo 47, le cose andranno avanti così... D'altro canto, ho bisogno di sbrogliare un po' di matasse prima dell'avvenimento clou della storia! U_U
Hila92: e chi ti dice che Sakura non stia "tornando in sé" ora? Chi ti dice che la Sakura che sta con Naruto sia la vera Sakura? (attenzione: tutto ciò che dico in questa sede serve a sviarti e mandarti in confusione, quindi credici solo a metà! XD) Ino è riuscita a impietosire, quindi? Mi spiace, non era mia intenzione...! (anche se, alla fine, anche io mi sono sentita un pochettino triste per lei...) Purtroppo ancora per un po' sarà abbastanza patetica da suscitare le tue simpatie, temo...  Ahh, finito Harry? Per quel che mi riguarda la fine è stata un po' deludente... non l'epilogo, ma la fine-fine. Cioè, mi è sembrata un po' frettolosa. Me lo rileggerò, comunque, anche perché quando l'ho terminato io era in inglese e avevo la vista offuscata dalle lacrime, chissà che non mi sia sfuggito qualcosa! XD
Reina: povero, povero Kiba... Visto e considerato che gliene farò passare ancora molte, non posso fare a meno di provare molta compassione per lui! Spero che ora dell'ultimo capitolo la tua opinione nei suoi confronti sarà un pochettino cambiata! E Kakashi... uhuhuh, chi ti dice che lui non voglia precisamente "rovinarsi la piazza"...?
sammy1987: Temari ti sembra ancora tanto forte e superdonna, dopo questo capitolo? ç_ç Ora come ora, nessuno dei miei personaggi è messo molto bene...! XD Forse giusto Haruka! Insomma, tu hai già tutto un piano in testa! Sakura molla Naruto, che si mette con Hinata, che libera Neji di un peso! Non fa una grinza! XD Peccato che Naruto non sarebbe tanto d'accordo, ora come ora... Un'altra che ha finito Harry! Ultimamente mi sento molto scienziata pazza... sto studiando le diverse reazioni alla fine della saga, come una scema di studiosa...! XD
Julia83: non ci credo! Sono riuscita a far provare pena per Ino anche a te! Ma basta! Perchè mi tiro la zappa sui piedi in questo modo?? Di questo passo, anche Shika finirà per averne compassione! XD Povero Kankuro, e dire che ha un ruolo infinitamente marginale nella fic! Viene definito addirittura detestabile! Guarda, se Sakura andasse fuori di testa il gatto si difenderebbe benissimo! XD Di sicuro è quello più attrezzato, in casa, niente e nessuno potrebbe fargli del male! E cosa vuoi che faccia a Ino, che è l'ultimo dei suoi problemi?? XD
Talpina pensierosa: ormai di tue "drabble che mi piacciono tanto" ce ne sono un'infinità! XD
kage_naru89: wow, il tuo ragionamento ricalca in pieno quello di Shika! °_° Mi fai paura... Comunque, in questo capitolo Temari ti è sembrata ancora tanto altezzosa e sadica? Personalmente la trovo una donna arrogante, sì, ma non riesco a dimenticare che quando Sakura ha salvato Kankuro dall'avvelenamento lei si è accasciata contro il muro per il sollievo... quindi ha anche un lato più fragile, che salta fuori quando si parla delle persone che per lei sono importanti! Sakura, Sasuke e Naruto hanno un rapporto complicato. Sakura è tra i due e continua ad ondeggiare, e sia per Naruto che per Sasuke il gruppo 7 è tutta la famiglia rimasta... se l'equilibrio del trio dovesse spezzarsi, sarebbe indubbiamente una tragedia. Sasuke è il bel tenebroso solitario, certo, ma lo era finché aveva Itachi da uccidere. Ora Itachi è morto, ciò che gli occupava completamente la testa è scomparso, ed è libero di ripensare la sua vita e rendersi conto che manca di tante cose... ma cosa deciderà di procurarsi, prima di tutto? Ah! Mi fa piacere sapere che anche Redenzione ti piace, ci ho messo un sacco di impegno a scriverla! (e tuttora sto rivedendo gli ultimi passaggi...) Il mio obiettivo era precisamente far piangere qualcuno, se mi dici che tu lo hai fatto non ti ritengo cretina, ma soltanto infinitamente gratificante! XD
Rhymes: rispondo sempre, per questo non devi preoccuparti! XD Ma, OVVIAMENTE, non rispondo a domande come "che hai in mente per Ino?" XD Su su, non mi vorrai mica far svelare i dettagli??
Mala_Mela: sei consapevole del fatto che "la tua scena preferita" è un composto di quattro righe messe per sfizio, senza alcuna utilità logica o che? XD Sarà un minuscolo siparietto che vedrai alla fine di un certo capitolo, niente di più! Accidentaccio, ho ancora il tempo contatooooo! Voglio una stramaledettissima connessione domestica! >_< (MA CHE DIAVOLO C'ENTRA "POTERE AI PICCOLI"?? XDD)

Aya
  
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