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Autore: Linny    10/01/2008    4 recensioni
Il kitsune argentato fece scorrere gli occhi ambrati sul testo. Una taglia era stata messa sulla sua testa. Il gioco ora poteva iniziare.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 14

Dany: Sinceramente le coppie non sono ancora definite, e dubito che lo saranno molto presto. So solo che Tsuki farebbe qualsiasi cosa per raggiungere uno scopo... ^_^

Queen Esmeralda: Non credo che Kuronue abbia questa intenzione, anche perchè Tsuki non è così facile da domare (non è facile nemmeno per me trattare con lei...figurati xd) e poi sono sicura che lui l'abbia voluta nella sua squadra proprio per il lato irrequieto del suo caratterino.

Ayame: Ahahaha!!! Come dicevo prima a Queen Esmeralda, penso anch'io che Yoko dovrà iniziare a reclutare un po' di gente per risistemare il proprio esercito.

Capitolo 14

Hayato si lasciò cadere, se non ci fossero state quelle infauste catene a sorreggerlo lo scontro con il freddo pavimento sarebbe stato inevitabile.

-Allora lupo?- domandò il carceriere con un candido sorriso –Non sarai rimasto senza parole, vero?- chiese subito dopo con un piccolo broncio, quasi fosse deluso dalla reazione della sua giovane preda.

Il cacciatore aprì la bocca in cerca di aria mentre la vista iniziava ad appannarsi. Non gli avrebbe mai spiegato il dolore che lo stava pervadendo, ne tanto meno gli avrebbe raccontato di quella scarica d’energia che gli aveva attraversato il corpo.

-Tsk. È solo un graffio- ribatté Hayato dopo aver raccolto tutta la propria forza di volontà.

Malgrado ciò che aveva detto, il lupo nero iniziò ad ansimare mentre cercava di ignorare il sangue che non accennava a voler smettere di scorrere lungo l’addome, laddove la carne era stata lacerata.

-Sei davvero noioso- dichiarò sbadigliando Shun’en sedendosi a terra incurante che così facendo si sarebbe sporcato le vesti.

Il sottoposto di Kurama restò per molti minuti in silenzio a sonnecchiare davanti ad un esausto Ookami che tra le labbra imprecava per non essere in grado di divincolarsi da quelle catene che per sadismo del loro creatore continuavano imperterrite a divorargli tutta l’energia che potevano.

-Adesso basta- borbottò amareggiato lo youkai dalla capigliatura verde –Uffa, dovrò trovarmi un altro passatempo-.

Il ragazzo si alzò da terra e dopo essersi stiracchiato un po’ si avvicinò al corpo del cacciatore ed appoggiò la mano sulla ferita che gli aveva inferto. Gli bastò trasmettere un leggero flusso del proprio youki per aiutare l’Ookami a rigenerare il tessuto tagliato e bloccare così l’emorragia. Emettendo un altro sbadiglio, toccò con l’indice la catena che imprigionava il ragazzo e sussurrò qualcosa, immediatamente quella iniziò a brillare, per poi perdere quasi subito la lucentezza appena trovata.

-Sai, lupo, la vita è così bella- dichiarò con un sorriso Shun’en –È come un filo: inizia, si aggroviglia con altri fili, ed infine si spezza. Quest’ultima è la parte che preferisco-.

Hayato aprì la bocca per dire qualcosa, ma la voce non riusciva ad uscirgli dalle labbra. Era stanco. Troppo stanco per dare corda a quel pazzo squilibrato. Che tu sia maledetto sibilò mentalmente riducendo gli occhi a due fessure per la rabbia che provava. Da quel momento, oltre al nome di Yomi, sulla sua lista nera si era inserito anche quello del suo carceriere.

-Nonostante vorrei alleviare definitivamente le tue sofferenze, mi è stato vietato da Kurama, perciò dimmi semplicemente perché tu del clan Mibu ti aggiravi da queste parti- domandò lo spettro andando a sedersi sulla sedia posta vicino al tavolino imbrattandola del sangue di lupo.

L’Ookami sputò a terra con disprezzo. Iniziava a stancarsi di tutta quella situazione.

-Sei uno stupido se credi che ti dirò qualcosa- riuscì infine a ringhiargli Hayato.

Shun’en si alzò dalla sedia e tornò davanti allo spettro. Il lupo si pentì quasi subito di averlo istigato. Quelle iridi che richiamavano il verde dei capelli, apparivano prive di ogni emozione. Facevano paura. Una paura tanto intensa da far quasi smettere di battere il cuore.

-Allora- esordì una voce maschile dalle scale –Come procede l’interrogatorio?-

Il manipolatore di metalli sbuffò, l’arrivo di Yomi nelle prigioni voleva dire che il tempo di giocare era terminato. Peccato iniziavo a divertirmi pensò lo spettro stringendo il pugnale la cui lama era ancora sporca del sangue di Hayato.

-Non male- rispose tranquillo Shun’en –Non male- ripeté.

Il demone che vantava il titolo di vice di Kurama a passi leggeri si avvicinò ai due, e quando fu davanti al lupo lo colpì con un pugno in pieno ventre.

-Le tue sorti non sono ancora state decise Ookami- dichiarò Yomi atono –Ma ti giuro sacco di pulci che qualsiasi decisione Yoko prenderà, tu non avrai mai più occasione di sfiorare Reika. ricordatelo. La tua vita è già segnata-.

Yomi si voltò e dopo aver ringhiato un –Fallo parlare- a Shun’en si dileguò dallo stesso punto da cui era arrivato.

-Allora Mibu, dimmi sei qui per la grande caccia?- domandò lo spettro dai capelli verdi –Ma soprattutto, ho sentito che i cacciatori se ne vanno in giro sempre in gruppo. Perciò dimmi sei solo? Chi sono i tuoi compagni?-.

Il respiro affannoso di Hayato era l’unico rumore che si sentiva nella prigione, e fu proprio per interrompere quella noia che Shun’en iniziò a passare la leggera lama sulle guance del lupo causandogli numerosi tagli.

-Rispondi lupo o ti farò morire dissanguato- lo minacciò.

-Tsu…ki…- mormorò flebile l’Ookami prima di svenire.

   
 
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