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Autore: Violetta_    27/06/2013    1 recensioni
FF ispirata alla favola "Il re porco".
Sette paia di scarpe ho consumato,
sette fiasche di lacrime ho colmato,
sette mazze e sette anni di dolore
per ritrovare l ’unico mio amore.
E' una piccola rivisitazione abbastanza fedele alla trama originale, vi sono solo degli adattamenti e ovviamente il mio stile.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Hinata Hyuuga, Matsuri, Sabaku no Gaara , Un po' tutti | Coppie: Gaara/Matsuri, Sasori/Deidara
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Le favole della buona notte'
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I mesi passarono e il regno si era ristabilito quasi del tutto.
Nessuno temeva più quella bestiola, che era stato soprannominato da tutti “Re Tanuki” il re cane procione. Perfino il fioraio aveva accettato di buon grado la situazione.

Di giorno Matsuri passeggiava accanto al principe, lo rincorreva, giocava con lui e leggeva mentre erano sdraiati in giardino.
La notte lui la riempiva di carezze e baci, lei lo abbracciava, ricambiava i baci e lo guardava con gli occhi languidi e pieni di desiderio.

Inutile dire che l'attrazione che aveva avvicinato entrambi, si era trasformato in un dolce ed intenso amore.

Ma quel clima di pace purtroppo non era destinato a durare a lungo.
Un giorno mentre Gaara era in giardino intento a seppellire il cappello del suo tutore Baki, Matsuri era nella camera dello zio del principe, il medico del regno.
Stavano conversando amabilmente mente lui le insegnava a distinguere le erbe mediche quando lei si lasciò sfuggire la verità sulle notti che trascorreva insieme al suo sposo.
Yashamaru saltò di felicità e corse subito a parlare al re, senza curarsi delle suppliche della ragazza, che lo implorava di non dire nulla.

Arrivata la sera la ragazza andò a sdraiarsi sul letto, spaventata e tremante.
E così la trovò Gaara, coperta dalle lacrime e singhiozzante, si liberò dalla sua prigione dall'aspetto selvatico e sospirò continuando a fissarla, lei non si era accorta della sua presenza.
Si avvicinò al letto andando a sedersi dinnanzi a lei, e le scostò piano le mani dal viso, lei lo fissò col viso rosso di vergogna.

<< Mi dispiace, io non volevo, non so come... ti prego perdonami >>

Quella scena spezzava il cuore del ragazzo, ma ormai era troppo tardi.

<< Matsuri... >> sussurrò cercando di ottenere la sua attenzione.

Lei tento di calmarsi lasciando scivolar via le ultime lacrime.
Era così bella e dolce.

L'attirò a se baciandola quasi con irruenza, soffermandosi sul collo, lei rimase un po' sorpresa da quella reazione, ma lo lasciò fare senza lamentarsi.
Lui percorse i fianchi, la strinse sulle cosce e al momento di entrare in lei fu delicato ma deciso.

Non era mai stato così passionale fin'ora, nemmeno la prima volta.

Il mattino dopo entrambi si svegliarono nello stesso momento, e Matsuri capì che la notte precedente era un tentativo di rendere più dolce la conseguenza del suo errore.

<< Matsuri... >> le accarezzò il viso.
<< Dimmi... >>

Lui tirò un sospiro teso, poi disse tutto d'un fiato:

<< Hai parlato e ormai è troppo tardi: io devo andarmene e non posso dirti dove. Se mi vorrai ritrovare dovrai camminare per sette anni, dovrai riempire sette fiasche di lacrime del tuo pianto, dovrai logorare sette paia di scarpe di ferro e consumare nel tuo cammino sette mazze di ferro >>

Lei aprì la bocca totalmente paralizzata dallo stupore.

<< No... come puoi chiedermi questo... >>

Era disperata e quella reazione era veramente angosciante.
Gaara le diede un dolce bacio sulle labbra e sparì...

Inutilmente lo cercarono in tutto il regno; il padre, lo zio e la sposa stessa piansero fino a seccarsi gli occhi. Poi quest'ultima si decise a partire. Si fece preparare quanto era necessario e si mise in cammino.
 

*
 

Camminando pensava alla felicità perduta e piangeva ancora a dirotto tanto che piangeva e camminava, camminava e piangeva. Mangiava quel poco che trovava e dormiva sotto le stelle.

Una notte ebbe bisogno di ripararsi dal freddo e vide un lumicino lontano lontano in mezzo a un bosco. Passando tra la sterpaglia e i rovi arrivò a una capanna e bussò.
Ad aprirle fu un vecchietto, era molto malandato e non sembrava molto in forze. Appena la vide strabuzzò gli occhi spaventato.

<< Che fate qui fanciulla? >>
<< Aiutatemi vi prego! Ho freddo e sono molto stanca, se mi lasciate qua fuori morirò... >>
<< Aaah piccolina, se entrate in questa casa morirete comunque... questa è la casa di mia sorella, il vento Tramontano. È molto crudele con gli ospiti >>
Lei sospirò << Morirò comunque, almeno datemi qualche istante in più >>

Il vecchietto si impietosì e la fece entrare.
Le chiese cosa ci facesse una fanciulla così graziosa fuori al freddo nel cuore della notte, e lei gli raccontò la sua storia.

<< … E così lo sto cercando, ma non so dove andare... >>

Lui la osservò attento e a fine racconto decise di aiutarla.

<< Ho capito figliola, io sono Ebizo, il vento d'Ostro. Aiutami a preparare la cena per la mia sorellona, e poi va a nasconderti, lei è una che viaggia parecchio, magari l'ha vista >>
<< D'accordo >>

I due prepararono una lista infinita di cibi prelibati, e quando finirono Matsuri si andò a nascondere dietro ad un divano.
Appena il vento tornò a casa tremarono tutte le pareti.

<< Eeeehi sono tornata! >>
<< Bentornata sorellina >>

Lei si girò intorno annusando l'aria.

<< C'è un odore strano... c'è qualcuno in casa? >>
<< Oh! Tu e le tue fisime! Non c'è nessuno e l'odore che senti è dato dalle pietanze sulla tavola >>

La vecchietta era molto golosa e quando vide la tavola colma di cibarie, dimenticò i suoi sospetti.

<< Mamma che buono! >>
<< Senti sorellina... >>
<< Ho sonno zzz... >> la vecchietta finse di addormentarsi.
<< SORELLINA! >>
Lei mise il broncio << Che c'è? >>
<< Ecco, avevi ragione, c'è veramente una persona in casa … >>
<< Vedi? Lo vedi che non mi sbaglio mai? Dov'è? >>
<< E' in casa, si tratta di una principessa in cerca del suo sposo, non farle del male per favore... >>

Si scoprì che la vecchietta non era così crudele come sembrava, era solo un po' … originale.

<< Mica sono un mostro! Di che avevi paura? Mica mangio principesse, su falla sedere >>

Matsuri si avvicinò timidamente, cercando di non irritare il vento.

<< Oooh che fanciulla carina... >>
<< Vento di Tramontana, chiedo scusa per l'intrusione, ma avevo bisogno di un riparo e anche di un favore... >>

Le raccontò la sua triste storia, e le sue pene.

<< … e così volevo sapere se lei l'aveva visto >>
<< Zzzz... >>
<< Vento tramontano? >>
<< Sorellina! >>
<< Eh? Si si, cioè no... >>

Il viso della ragazza si rattristò all'istante.

<< Oh non posso vederti così figliola... senti, va da mio nipote, il vento di Ponente, di certo lui lo sa. E tieni questo: è una piccola marionetta a forma di uccellino, se mai ti ritroverai nei guai avvolgi la chiave che fa scattare il meccanismo >>

Così la ragazza, dopo aver ringraziato, si rimise in viaggio verso ovest.

   
 
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